5.6.[1] TEORIA  DEI  PROFITTI  DI  CAPITALE, prima dell’ iceeuro,

 

SINTESI : 5.6.1.i : presentazione teorica ; 5.6.2.i. : Teorie di fruttificazione ; 5.6.3.i : Teoria della produttività : 5.6.4.i : Teorie di utilizzazione ; 5.6.5.i : Teoria dell' astinenza : ; 5.6.6.i : Teorie del lavoro  ; 5.6.7.i : Teoria dello sfruttamento ; 5.6.8.i : supposto Nachlass.

 

 5.6.1. PRESENTAZIONE TEORICA.

5.6.1.1.                    Dopo aver appreso come e perché, prima dell’ iceeuro, i beni strumentali producevano profitti di capitale – è lecito domandarsi cosa se ne è pensato finora ;

5.6.1.1.1.                e chi voglia approfondire troverà l’ argomento ampliamente trattato nel libro 'Capitale e profitti di capitale' di von BÖHM-BAWERKS[2], da cui estraggo parecchie delle definizioni riportate nel seguito.

5.6.1.2.                    L' autore - che si era posto la stessa domanda ‘da chi e perché il capitalista riceve gli interessi’ -  suddivide le possibili risposte sostanzialmente in sei gruppi :

NOME  DELLA  TEORIA

Commi dedicatile.

Teoria della fruttificazione

5.6.2.i.

Teoria della produttività

5.6.3.i.

Teoria della redditività 39

5.6.4.i.

Teoria dell' astinenza

5.6.5.i.

Teorie di lavoro

5.6.6.i.

Teoria dello sfruttamento

5.6.7.i.

 

5.6.1.2.1.                E B.B. - che, nel classificarle ed esporle polarizzò la sua attenzione sul Buon diritto - non solo s' intrattenne lungamente nello studio e valutazione critica delle teorie altrui, ma ne propose anche una propria  ;

5.6.1.2.2.                e, da tutta questa ricerca, fu sia sospinto molto avanti nella loro comprensione, sia purtroppo distratto da altre considerazioni forse maggiormente stimolanti, inspiegabilmente non approfondendo propio ciò che meritava d’ esserlo.

5.6.1.2.3.                Talché, per esempio, trovo a pag. 47 le seguenti osservazioni : “SONNENFELS,[3]  influenzato da FORBONNAIS[4], intravede l' origine dei profitti di capitale in un' illecita manomissione rallentante la circolazione monetaria,

5.6.1.2.3.1.           attuata dal capitalista negando la disponibilità del denaro, concesso solo in cambio di una tangente, insomma d' un profitto di capitale, e di essa evidenziando tutte le dannose conseguenze,

5.6.1.2.3.2.           che ciò farebbe rincarare la merce, taglieggiando il buon diritto (cioè il reddito di lavoro) a vantaggio del possessore di denaro : propio così, egli bollava i capitalisti come coloro, che, pur non lavorando, si alimentano col sudore della meritevole classe operaia !"

5.6.1.2.4.                Ma mentre per noi, avremmo dato un cordiale benvenuto a qualunque apportatore d' un simile punto di vista e tesi[5], B.B. non le approfondisce, liquidandone seccamente l' autore col riconoscergli "l' eloquenza della più completa incoerenza".

5.6.1.2.4.1.           (Ciò tuttavia non solo dimostra come la spaventosa potenzialità, utilizzata dal tradizionale denaro per produrre profitti di capitale, fosse stata intravista e documentata anche prima d' ora,

5.6.1.2.4.2.           ma anche quanto, perfino ai migliori, sembrasse opportuno discostarsene, onde conservarsi il consenso della classe dominante.)

5.6.1.3.                    Rimandando chi volesse approfondire l’ argomento, al succitato lavoro del ricordato B.B., noi ora vogliamo ricordare brevemente il contenuto delle suindicate sei teorie, ma risparmiandocene un' approfondita esposizione :

5.6.1.3.1.                tanto, ormai vaccinato dalla nostra trattazione, ogni nostro lettore può tranquillamente esporsi al contagio della teoria del valore, nella cui palude certo tenderà a sprofondarlo la figlia del Re degli Elfi[6] !

 

5.6.2. TEORIA  DELLA  FRUTTIFICAZIONE.

5.6.2.1.                    Creando un 'gigantesco equivoco' d' incommensurabilità, la Teoria della Fruttificazione spiega gli interessi sublimando il concetto di rendita agraria : in parole povere, se con il denaro, si fosse comprato un podere, se ne sarebbe ottenuto un reddito ed allora anche qualunque altro uso del denaro deve 'fruttare'.

5.6.2.1.1.                Ma solo al primo colpo d’ occhio essa appare accettabile, finchè cioé, con una petitio princìpii[7] non ci si incominci a chiedere le motivazioni che hanno indotto il primo che cedette un podere contro denaro - definito infruttuoso per ipotesi – a farlo :

5.6.2.1.1.1.           fusse che fusse matto a privarsi della  sua macchina che produce benessere in cambio di giocattolini metallici ?……..cosa consente – a quei prodotti morti e spenti – di esser preferiti a beni invece  vivi e procreativi come appunto un podere ?

5.6.2.1.2.                E quindi non possiamo che restare sbigottiti all’ idea che  tra coloro che hanno sostenuto e diffuso questa  pseudoteoria, ci siano stati galantuomini come TURGOT [8] e soprattutto Henry GEORGE[9]...... !

5.6.2.1.3.                Ma probabilmente essi se ne servivano come iniziale provocazione, tanto per stimolare il contraddittorio, in materia di profitti di capitale, onde poi pervenire - insieme con l' interlocutore e con un lavoro di maieutica alla Socrate [10] -  ad altre e più valide soluzioni, che non hanno trovato il tempo d’ esporre.

 

5.6.3. TEORIA  DELLA  PRODUTTIVITA'

 

5.6.3.1.                    La teoria della produttività spiega e giustifica i profitti di capitale con la ragione che i beni strumentali, ottenibili o realizzabili solo col denaro, sono estremamente indispensabili al potenziamento della produzione ;

5.6.3.1.1.                e chi oserebbe contraddirla, dato che effettivamente un proletario potrebbe realizzare ben poco senza di essi[11], cosa, ad esempio, un lavoratore agricolo senza aratro nè campo, cosa un macchinista senza l' apparato ferroviario ?

5.6.3.2.                    Tuttavia, a questo punto, chi ci credesse sul serio dovrebbe poi portare avanti il ragionamento fino alle sue estreme conseguenze, spartendo la produzione in modo direttamente proporzionale all' apporto produttivo, cioè - nella maggior parte dei casi -  conferendo alla classe operaia poco o niente,

5.6.3.2.1.                comunque infinitamente meno di quanto – pur nella sua ingiustizia - già avvenga attualmente, con un evidente riconoscimento implicito che poi, in realtà, niente senza duro lavoro la natura concede ai mortali :

5.6.3.2.1.1.           il proprietario dei beni strumentali dovrebbe, insomma, appropriarsi della maggior parte del prodotto, fregandosene delle ripetute critiche dei benpensanti, e dimostrando una sua interiore e completa convinzione che esso gli cada in grembo regalato dal  cielo e per diritto divino !

5.6.3.2.2.                [12]Partendo invece dal punto di vista che i prodotti del lavoro non sian certo divisibili – tra questo ed i beni strumentali - con un taglio così netto che ognuno dei contendenti possa ricevere solamente dell' uno o dell' altro,

5.6.3.2.2.1.           s’ approda al concetto che una loro equa spartizione debba essere attuata con criteri favorenti – od almeno non penalizzanti - il lavoro, come ad esempio, avverrà dopo l’ introduzione dell’ iceeuro, sottomettendola ad una legge della domanda e dell' offerta reale e non drogata.

5.6.3.2.2.2.           Attualmente invece – dato che per la produzione i beni strumentali sono indiscutibilmente fondamentali e finché il denaro sarà conservabile – i primi sono oggetto di così insistente e frenetica richiesta,

5.6.3.2.2.3.           che facendo mancare il secondo si sposta arbitrariamente l’ equilibrio della spartizione : non dobbiamo mai dimenticarci che il capitalismo è definito come il sistema economico che – facendo scarseggiare gli investimenti – ne assicura i profitti !

5.6.3.2.3.                Invece un saggio d' interesse sia non più dipendente dal premio di liquidità sia formato dal rapporto tra domanda ed offerta di finanziamenti, sarebbe insieme sia equo che accettabile, per entrambi i contendenti,

5.6.3.2.3.1.           apportando una spartizione della produzione in cui al risparmiatore (creditore, alias pensionato, anziano) il saggio d’ interesse assicurerà un pezzo di torta – in più del suo effettivo apporto lavorativo –

5.6.3.2.3.2.           mentre al proletario (debitore, alias giovane) assicurerà l’ entusiasmante prospettiva e promessa dapprima di decadere, con l’ equilibrio fra domanda ed offerta,

5.6.3.2.3.3.           salvo poi forse anche addirittura negativizzarsi[13] (conferendogli un reddito di cittadinanza), non appena l’ offerta di finanziamento scavalchi la domanda !

5.6.3.3.                    [14]E solo con questo sistema si può - invece di una dipendenza permanente del debitore (cioè del giovane) - dapprima ottenere un fenomeno di feed-back, che al crescere della produzione gli consenta il riscatto, cioè la definitiva acquisizione del bene strumentale,

5.6.3.3.1.                e subito dopo (sempre quando il denaro non potrà più opporsi come in passato, quindi già in regime di iceeuro) far sì che l' offerta di finanziamento dei beni strumentali finisca col sorpassare la domanda, comportando, di fatto e finanche, l’ inversione degli interessi (interesse negativo).

5.6.3.4.                    Altrimenti, finchè la teoria della produttività si limiterà a considerare il capitale negativamente - come una forza del passato da usare contro il futuro, instaurando il rapporto creditori-anziani contro debitori-giovani e non quello genitori pro figli - ;

5.6.3.4.1.                finchè farà fulcro sulla domanda di finanziamento, proveniente dalla eccezionale utilità dei beni strumentali, senza cercare di farla pareggiare dall’ offerta, senza cioè porsi il problema di come potenziare quest’ ultima,

5.6.3.3.2. essa non riuscirà mai ad evolversi - affrancando la produzione e così, avendo risolto ogni problema -  a traghettarci  oltre e dopo il capitale ed il capitalismo !

 

5.6.4. TEORIA  DELLA   REDDITIVITA' .

 

5.6.4.1.                    "La teoria della redditività è un derivazione delle teorie di produttività ", taglia corto B.B., preferendo alzar subito una cortina fumogena preventiva al parlare dell' imbarazzante teoria del valore, facendo furbescamente in modo di così non mai apertamente nominarla  :

5.6.4.1.1.                perché ha pienamente senso parlare del 'valore del bene strumentale', pensando al suo rapporto di scambio (quello cioè con cui appunto le merci si scambiano l' una con l' altra,

5.6.4.1.1.1.           ed in cui il valore è una funzione quantitativa-qualitativa, tiene cioè contemporaneamente conto sia del lavoro impiegato per manifatturare la merce, ma anche della sua utilità) ;

5.6.4.1.2.                ma nella teoria del valore – in cui cioè esso sia dato dal lavoro immagazzinato - che valore ha un tipico bene strumentale, come  un appezzamento di terreno prima di qualunque intervento umano incrementativo ?

5.6.4.2.                    Venduti meno frequentemente degli altri beni, per i beni strumentali non si parla mai di valore, ma di redditività ; quando un imprenditore vende la sua fabbrica, il prezzo viene stabilito per capitalizzazione del reddito (quindi per produttività),

5.6.4.2.1.                come si può vedere quotidianamente dalle oscillazioni del corso dei titoli industriali, e né più né meno come il prezzo di vendita di un podere corrisponde alla capitalizzazione del suo reddito agrario : altrimenti dove ci porterebbe la teoria del valore ?

5.6.4.3.                    Se infatti, per stimarne il valore, si scomponesse la fabbrica, nei suoi singoli componenti, cioè in merci, poi si tratterebbe di merci e loro prezzi e non più del ben maggiore valore del bene strumentale, dovuto alla sua capacità produttiva :

5.6.4.3.1.                [15]sarebbe come vendere una vacca di pura razza frisona per il macello - così valorizzandola come carne, quindi né più né meno di una meticcia, che ce l’ ha altrettanto buona, ma senza poter produrre, in stalla, né gli stessi quantitativi di latte né vitelli di analogo valore,

5.6.4.3.2.                perchè per  i beni strumentali bisogna appunto riferirsi non al loro valore come merce, ma al loro valore per uso proprio o, in quanto capitale, alla redditività che producono.

5.6.4.4.                    Insomma questa teoria è definitivamente compromessa dall' avvenuto decesso della teoria del valore, talchè l' autore deve procedere a tentoni, nella nebbia impenetrabile che sovrasta quel paesaggio, ad esempio, a pag. 131 così ingegnandosi :

5.6.4.4.1.                [16]"Si dovrebbe, ad esempio, avere il buon senso di capir da soli, che, avendo impiegato una certa quantità di merce nell' assemblaggio di un bene strumentale,

5.6.4.4.1.1.           poi non si è certo autorizzati ad attribuirgli un valore maggiore di quello che è stato necessario a realizzarlo[17], cioè non si può attribuirgli un valore maggiore di quello che esso stesso realmente abbia[18];

5.6.4.4.1.2.           talché pretendere d’ usufruire della produttività di un prodotto per calcolare il valore di quando è finito ma ancora non funzionante, creerebbe un riferimento circolare, fornendo sicuramente un risultato erroneo."

5.6.4.4.1.3.           Anche ammettendo, che quanto sopra detto significhi qualcosa [19], oltre che per B.B., anche per tutti quelli che abbiano la perspicacia di comprendere la teoria del cosiddetto valore, di materia prima di valore, di produzione di valore, di macchina produci-valore, di valore-contenuto, di valore-memorizzato e di valore-pietrificato[20]……

5.6.4.4.1.4.           ….ma con quale faccia tosta si può presupporre, che, in questa questione, qualunque lettore sia altrettanto perspicace, riuscendo a fare altrettanto ? Esiste ancor forse la teoria del valore ?

5.6.4.5.                    Per noi comuni mortali è naturale che il concetto di valore, si risolva, del tutto semplicemente, nell’ apprezzamento soggettivo d’ una determinata quantità e qualità di merce che si vuole scambiare.

 

5.6.4.5.1.                E chiunque intenda così il valore irriderà gli arzigogoli di B.B., trovando del tutto naturale che la capacità del capitale, di essere organizzato per produrre una migliore o maggiore quantità di merce, quindi di benessere, si risolva poi in un suo maggior valore, oltre che in vantaggio sociale[21]:

5.6.4.5.2.                quando, ad esempio, l' uso della macchina a vapore raddoppiò indiscriminatamente la produzione, ognuno, per la propria produzione raddoppiata, da quelli che si fossero anch’ essi aggiornati otteneva anche un doppio quantitativo della produzione altrui,[22]

5.6.4.5.3.                ma dai retrogradi continuava ad ottenere, per lo stesso valore monetario, il doppio del proprio lavoro o, indifferentemente, li pagava con metà del proprio.

 

5.6.5.  TEORIA  DELL'  ASTINENZA

 

5.6.5.1.                    Nel primo passo della danza, la teoria dell' astinenza o della sobrietà, di SENIOR [23], parte subito col piede giusto - evidenziando una spiegazione dei profitti di capitale dalla disparità esistente fra domanda ed offerta di beni strumentali -  ma poi s' imbroglia ed impantana.

5.6.5.2.                    Perché Senior presenta gli uomini per inguaribili spendaccioni che trascorrono alcuni giorni dell' anno come se per loro non ci fosse futuro, in imprevidente 'carpe diem[24]’, e poi così, per tutti gli altri giorni, inseguiti  dai creditori ;

5.6.5.2.1.                da ciò la mancanza di beni strumentali, la disparità fra domanda e offerta di finanziamento, e, in definitiva, gli interessi ; ed in questa visione negativa dell’ umanità,

5.6.5.2.2.                indubbiamente alla minoranza morigerata, per la sua rara virtù, andavano accordate gratificazioni (anche prescindendo dalla non confessata speranza di così suscitare spirito d' emulazione) ;

5.6.5.2.3.                perchè, in realtà, non è che molti siano naturalmente sobri, nè che di per sè preferiscano la rinunzia presente ad un consumo futuro, il risparmiare da adolescenti per le nozze, da uomini maturi per la vecchiaia, o da padri per i figli)

5.6.5.2.4.                ma ciò verrebbe fatto solo ed esclusivamente per interesse, per il fatto che poi il risparmio frutterà interessi ; in caso contrario, senza questo premio per la virtù,

5.6.5.2.5.                chiunque  s' abbandonerebbero al vivere alla giornata, senza neanche metter da parte le patate da semina, ma magari sbafandosele subito tutte, in una grande abboffata. 40

5.6.5.3.                    Dunque, secondo Senior, senza interessi sparirebbe qualunque movente per la costituzione e la conservazione del capitale, ed al consumo futuro verrebbe costantemente preferito il presente perchè, per dirla anche con il Magnifico Lorenzo, 'del doman non v' è certezza  !' [25]

5.6.5.3.1.                A fronte di una tale rappresentazione dell' umanità - che subito ci fà rivalutare scoiattoli ed api ! - c' è da chiedersi come ancora si possa, in genere, aver fiducia in essa e come ancora a qualcuno salti in testa di prestare denaro[26]!

5.6.5.3.2.                (Come sarà potuto accadere che, durante l' estate, i nostri padri non abbiano consumate le provviste per l' inverno, senza preoccuparsi di come avremmo poi fatto a sbarcare il lunario ?

5.6.5.3.3.                ....... e come che rinunziassero all' indigestione immediata, affinchè nella cantina gli interessi, incrementassero le già preziose provviste ?!)

5.6.5.4.                    Immaginiamoci poi, chi già così male amministra il suo, come maltratterà  l' altrui, certo non esitando minimamente a sacrificarne il futuro ad un proprio presente gratificante !

5.6.5.4.1.                E, purtroppo, vi è parecchio di vero in questa teoria senioriana : indubbiamente gl' interessi devono la loro comparsa alla scarsità di capitale,[27] scarsità mantenibile poi anche sprecando i profitti e non facendoli riconvergere al monte finanziamenti,

5.6.5.4.1.1.           ma senza mai dimenticare che, se senza' altro ci sono anche le cicale, gli spendaccioni, ben di peggio[28] fanno quei capitalisti - sempre generosissimi con le RISORSE DEGLI  ALTRI e di cui riescono, davvero stoicamente,  a sopportare qualunque sofferenza ! –

5.6.5.4.1.2.           che, tanto per incominciare, onde ottenere per sè il premio di liquidità, non esitano minimamente a manomettere, rallentandola, la circolazione monetaria …….tanto poi la successiva crisi, la subentrante disoccupazione - come dice il proverbio - va in culo all' ortolano [29] !

5.6.5.4.2.                .........in questo modo essi sprecano la capacità produttiva di un popolo diligente e parsimonioso, mandando in malora - ma, ricordo, sempre a spese e sulla pelle altrui -  miliardi di merci in crisi di sovrapproduzione,

5.6.5.4.2.1.           esclusivamente per non far subentrare un eccesso di capitalizzazione, che farebbe inevitabilmente scendere il saggio d' interesse : e, in definitiva è assai più questa tecnica a creare la scarsità di capitale e con essa gli interessi !

5.6.5.5.                    Raccomandiamo allora sobrietà e correttezza ai soli capitalisti, e non certo a quella classe operaia, che - quando occorre strappare al capitale la sua preda, cioè anche un misero ed insignificante aumento salariale - ha dimostrato di saperla esercitare fin quasi alla morte per consunzione  !!

5.6.5.5.1.                Sì, in mille scioperi essa ha saputa dimostrarsi quasi eroica, dando la certezza che - quando giungesse il momento di farlo, qualora ad esempio fosse necessario risparmiare per l' eliminazione dei profitti di capitale - essa saprà fare ben altro che solo privarsi di grappa e tabacco !!

5.6.5.5.2.                Ma perché farli al giorno d' oggi ? : prima dell’ iceeuro questo sacrificio è già eccessivo, ed insensato sarebbe qualunque maggiore ......... perché appena il saggio d' interesse dovesse accennare a scendere al di sotto del premio di liquidità,

5.6.5.5.2.1.           subito salterebbe fuori la crisi, il patatrac, che deruberebbe la classe operaia di tutti i frutti della sua sobrietà, costringendoci a trarre la seguente morale :

5.6.5.5.2.2.           "Sfacchinate, lavoratori, squagliatevi in sudore per poter produrre e vendere molte merci, ugualmente comprando il meno possibile ; sopportate stoicamente fame e freddo, contenetevi,

5.6.5.5.2.3.           non comprate niente di tutto il molto che producete - e di cui pure avete così tanto bisogno ! -  così ciò consentirà di destinare il Vostro non consumo alla capitalizzazione per i beni strumentali –

5.6.5.5.2.4.           [30]e così avrete finalmente tutto il merito, l' onore ed il piacere, il SUPERBO RISULTATO d' esservi più rapidamente ……………tirati addosso la prossima crisi !!!!!!!"

5.6.5.5.2.5.           (Infatti, se, inoltrandosi nella teoria della sobrietà e trovandosi continuamente tra i piedi questo madornale paradosso, ci sofferma ad attentamente esaminarlo,

5.6.5.5.2.6.           non si può non consapevolizzarsi - come probabilmente fece anche Proudhon - che la carenza di risorse per il finanziamento dei beni strumentali è, in realtà, voluta e coartata,

5.6.5.5.2.7.           perchè il capitale - mille volte preferendo affamare oggi la meritevole classe operaia che non domani smagrire, di tutto l' eccessivo lor lardo lordo, i suoi figliuol prodighi, i capitalisti –

5.6.5.5.2.8.           impedisce di raggiungere quella congruità di capitalizzazione, che farebbe inevitabilmente decrementare il saggio d' interesse !

 

5.6.6. TEORIE  DEL  LAVORO.

 

5.6.6.1.                    Le teorie del lavoro spiegano paradossalmente i profitti di capitale come prodotto del lavoro del capitalista :

5.6.6.1.1.                infatti RODBERTUS[31], ultimo vincitore dell’ igNobel per l’ economia, chiama occupazione, quel loro starsene in panciolle che origina i profitti,

5.6.6.1.2.                mentre il distaccare cuponi sarebbe un risultato amministrativo : ed il grande stress di simili occupazioni, deve allora essere adeguatamente remunerato !.....

5.6.6.1.3.                ed il prossimo sarà sicuramente WAGNER[32] che non esita addirittura a promuovere il redditiero al rango di 'funzionario per la generale costituzione ed amministraziome dei fondi d' investimento nazionali' !

5.6.6.1.4.                Ed impudicamente -  invece di spernacchiarli - B.B. gratifica questi pseudo-studiosi menzionandoli nel suo ben più serio testo : noi non faremo lo stesso errore !

 

5.6.7. TEORIA  DELLO  SFRUTTAMENTO

 

5.6.7.1.                    [33]Spiegando i profitti di capitale semplicemente come un prelievo, abusivo e violento, sulla produzione, attuato dal proprietario dei beni strumentali, approfittando del fatto che la classe operaia, senza di essi, non può produrre, mentre per mantenersi ha solo il suo lavoro,

5.6.7.1.1.                la TEORIA DELLO SFRUTTAMENTO è un' estrapolazione constatativa, una presa d' atto di conseguenze estreme della teoria della produttività :

5.6.7.1.2.                e non so quanto averlo provocato, ma sicuramente l’ esservici adagiato sopra – estorcendo così tanti profitti da abbreviarne la giornata ed avvicinarlo al tramonto - è stato un terribile errore del capitalismo e degli astinenti,

5.6.7.1.3.                (vedi teoria della sobrietà), che da una maggiore correttezza e dal salvarsi la faccia avrebbero avuto tutto da guadagnare, sia in futuro che in sicurezza personale,

5.6.7.1.4.                alternativamente legittimando la parola d' ordine della rivoluzione francese "Guerra ai palazzi e pace alle capanne[34] ! "

5.6.7.2.                    Ferma restando questa realtà di fondo, secondo l’ interpretazione datane da Marx e seguaci, sul prodotto del lavoro, il proprietario dei mezzi di produzione dovrebbe decidere una spartizione determinata non in base alla vendita od ai principi commerciali, ma, stranamente, da punti di vista etico-storici.

5.6.7.2.1.                "A differenza di tutte le altre merci, solo principi storici ed etici possono esprimere il contenuto di valore della forza lavoro[35]." (Il capitale, Volume. 1, 6^ edizione pag. 124.)

5.6.7.2.1.1.           (Principi storici ed etici !....ma se la forza-lavoro può variare solo con la pesantezza di quest' ultimo, con razza e clima, e con l' intensità od il rallentamento del ciclo produttivo, tanto da esser stata misurata, sempre ed ovunque, dal valore medio della razione alimentare necessaria a ricostituirla,

5.6.7.2.1.2.           allora in quali mai paesi ed epoche il contenuto di forza-lavoro avrà a che fare con la storia e l' eticità ? !

5.6.7.2.1.3.           Con ipotesi così fumose e discrezionali, si può  poi arrivare a dimostrare proprio tutto ed il contrario di tutto  !....... tant' è vero che, rapidamente accantonato il richiamo morale,

5.6.7.2.1.4.           di questo passaggio, fondamentale della teoria marxista, non solo il capitalista ma anche il 'politico di turno' finisce col memorizzare soltanto quello che gli fà più comodo,

5.6.7.2.1.5.           cioè uno pseudo-storicismo, unitamente al riconoscimento ufficiale della forza-lavoro come merce, anche se la più nobile e preziosa di esse.

5.6.7.2.1.6.           Conseguentemente, facendo finta di riportarsi integralmente a Marx, al marxismo ed alla legge di Wagner, costoro - dopo essersi affettuosamente informati di come la madre, la nonna e la bisnonna dell' operaio abbiano storicamente allevato la prole,

5.6.7.2.1.7.           di cosa attualmente queste sostanze nutritive costino, e quanto attualmente un operaio spenda, sia per esse che per l' allevamento dei suoi bambini

5.6.7.2.1.8.           - (perché un politico lungimirante deve mostrarsi moralmente interessato non solo del operaio presente, ma che tutta la schiatta in generale si mantenga forte e sana  !) –

5.6.7.2.1.9.           poi gli metteranno a disposizione SOLO questo poco, impadronendosi di tutto il resto, per le esigenze proprie o dello Stato (ma contemporaneamente affermando, alla Re-sole "L' état c' est moi !")

5.6.7.3.                    Di questa teoria dello sfruttamento, con cui Marx trattò in generale il problema dei profitti di capitale, il punto dolente è dunque, ancora una volta,  la  divisione del prodotto tra i contendenti,

5.6.7.3.1.                che Poteron de' Poteroni - in base alla vigente teoria salariale[36]e non diversamente dalle altre teorie dei profitti e rendite agrarie (plusvalore) - ha FRAUDOLENTEMENTE parametrizzata alla razione alimentare.

5.6.7.3.2.                (cioè in quanto sia necessario per la riproduzione della forza lavoro, per l' allevamento, formazione scolastica e sopravvivenza della famiglia proletaria) così creando la scusa per erogarne sempre più frequentemente di insufficienti (e talvolta, fortunatamente, anche di superiori) ! [37]*

5.6.7.4.                    Poiché nel seguito sviluppi contraddittorii ed alcune successive varianti finirono per portare più danni che vantaggi alla teoria dello sfruttamento,[38] e fermo restando che, per mettersi totalmente dalla parte giusta,

5.6.7.4.1.                la teoria dello sfruttamento dovrebbe decidersi a fare un ampio passo indietro, onde ricercare l' origine dei profitti di capitale non nella fabbrica, nè nella proprietà privata dei beni strumentali, quanto nel commercio (leggi premio di liquidità),

5.6.7.4.2.                perchè la separazione della classe operaia dai suoi beni strumentali è solo un effetto, ma non certo la causa dei profitti di capitale,

5.6.7.4.3.                riesumandola conclusivamente é opportuno rifarsi alla sua origine ed alla realtà :

5.6.7.4.4.                è un dato di fatto che - concedendo al reale produttore solo una manciata di spiccioli - il capitalista non solo rapina tutto ciò di cui ha bisogno per vivere il proprio tenore di vita nella consuetudine del presente, ma anche di che, nel futuro, assicurare ciò ai suoi figli[39].

 

5.6.8.                         SUPPOSTO  NACHLASS

 

5.6.8.1.                    [40]"Nella zona della Germania orientale, negli ultimi 5 anni i salari sono così tanto aumentati sia da distinguersi nettamente da quelli della Germania occidentale, sia da mettere in seria discussione l' ulteriore sviluppo della Sassonia."

5.6.8.1.1.                Questo, nel 1907, si leggeva,  sui giornali .......certo come cambiano in fretta  le comuni opinioni su cosa necessiti all' operaio per vivere  !.........Neanche nella borsa i prezzi cambiano tanto velocemente : comunque statisticamente il lustro, soli cinque anni, non è un dato da considerare storicamente significativo.

5.6.8.1.2.                In Giappone ed anche in minor tempo i salari si sono triplicati, ma non certamente per apportare un cambiamento dei correnti concetti di benessere e malessere.

5.6.8.2.                    [41]Simile formulazione è anteriore al marxismo, che tuttavia l' ha, in ogni caso, migliorata ; perché realmente il capitalista dapprima penserà a se stesso, preoccupandosi solo successivamente se il lavoratore potrà sopravvivere con quel che resta : alla pubblica opinione il dazio sui cereali ha fornito, ampiamente, prova della bontà ed ovvietà di queste valutazioni.

5.6.8.3.                    Questa teoria fà risalire a notevole violenza anche l' origine di quel proletariato indispensabile per i profitti di capitale.

5.6.8.4.                    Il fatto che la grande azienda si trovi quasi sempre in vantaggio rispetto alla piccola, non è sufficiente a dimostrare, che questo vantaggio poi si concretizzi sempre in un vantaggio economico per i suoi proprietari : ciò andrebbe convenientemente provato prima con una seria ricerca economica.

5.6.8.4.1.                Al giorno d' oggi il capitale frutta mediamente dal 4 al 5%, indifferentemente, se esso opera con una macchina da 10 o da 10.000 Hp.

5.6.8.4.2.                Ed ancorchè la grande azienda abbia indubbiamente vantaggi rispetto alla piccola, ciò tuttavia ancora non significa che i proprietari delle piccole imprese siano così ridotti al rango proletario.

5.6.8.4.3.                Tuttavia artigiani e contadini - che finora certamente non erano mai rimasti così aggravati - tuttora necessitano di non starsene con le braccia incrociate a farsi mangiare in testa dalle grandi aziende.

5.6.8.4.4.                Si difendono, associano le loro piccole imprese in altra maggiore, così quasi sempre ottenendo i vantaggi delle grandi (latterie sociali, trattore a vapore cooperativo, stazioni di monta taurina ecc.ra.) conservando invece tutta la duttilità delle piccole.

5.6.8.5.                    Per le grandi aziende è tutt' altro che un vantaggio avere le proprie azioni nelle mani di un redditiero piuttosto che in possesso degli operai che vi lavorano.

5.6.8.6.                    In breve, l' origine del proletariato non può essere spiegata così semplicisticamente.

5.6.8.7.                    Piuttosto dell' espropriazione violenta  con la spada, sarebbe meglio stabilire giudiziosamente una nuova legge di divisione della rendita agraria.

5.6.8.8.                    Ma poi come si comporta il proletariato nelle colonie? Là non c' è bisogno di trarre la spada, perchè terra libera si estende spesso anche solo davanti alle porte delle città.

5.6.8.8.1.                Nelle colonie tedesche in Brasile (Blumenau, Brusque) parecchie industrie, soprattutto le tessiture in cui lavorano le donne dei coloni, sono sorte in condizioni di grande economia e con cattivi salari.

5.6.8.8.2.                A fianco dei rispettivi uomini, padri e fratelli, altre donne proletarie coltivavano un suolo prodigioso ed a disposizione in quantità illimitata, mentre un centinaio lavorano a San Paolo come  domestiche.

5.6.8.9.                    Oggi, con tutta la libertà esistente, con la facilità, con cui il proletario può trasferirsi in paesi spopolati ed acquisirne appezzamenti di terra[42], con la semplicità con cui, lungo i sentieri della cooperazione ognuno può assaporare i vantaggi della grande azienda,

5.6.8.9.1.                non è poi così facile, spiegarsi non solo la conservazione del precedente quantitativo di proletariato, ma ancor meno il suo aumento ; tanto più che la civile legislazione odierna si mostra tendente a proteggerlo dai baron-rapina.

5.6.8.9.2.                Eppure oltre alla spada, oltre ai vantaggi della grande azienda, oltre alle leggi della rendita agraria, c' è ancora una circostanza che può spiegare la conservazione di larghe masse di proletariato, ma sinora è stata volutamente ignorata dai teorici dei profitti di capitale :

5.6.8.9.2.1.           anche da solo e senza bisogno di altri soci, il nostro denaro tradizionale è infatti perfettamente in grado di continuare la proletarizzazione di grandi masse :  il proletariato è infatti una manifestazione concomitante, necessaria, legale ed autoisterizzante di esso.

5.6.8.9.2.2.           Abilmente e silenziosamente, senza scuse, senza violenza, senza 'nè' e senza 'ma'  il proletariato è formato propio dal nostro tradizionale denaro, che, in modo del tutto legale ci avvierà ad una generale povertà.

5.6.8.9.3.                Infatti quella stessa spada, che in precedenza ha dato eccellenti risultati per separare il popolo dai suoi beni strumentali,

5.6.8.9.3.1.           non è però in grado di creare una perenne dipendenza della sua vittima, cosa che invece egregiamente riesce al denaro, dato che gli interessi son collante ben più solido del sangue, della rendita agraria, e persino della spada.

5.6.8.9.4.                In breve, la spoliazione del popolo potrebbe essere ottenuta in molti modi e con l' uso delle più svariate armi, ma che tutte prima o poi arrugginiscono :

5.6.8.9.4.1.           invece solo l' oro non macchia, solo l' oro suscita un coro unanime di consensi, tanto che nessun lascito ereditario, nessuna legge,  nessun sistema socialista o comunista potrebbe ma riuscire a privarlo dei profitti di capitale :

5.6.8.9.4.2.           tant' è vero che, a termine di legge, gli interessi furono e sono approvati perfino dopo la scomunica del Santo Padre[43].

5.6.8.9.5.                Se anche, con leggi d' imposizione agraria, si è incominciato a provare - e, qui e là, ci si è pure riusciti - ad impinguare le casse dello stato persino sotto governi conservatori (cioè a maggioranza costituita da proprietari terrieri),

5.6.8.9.5.1.           tuttavia finora mai nessuno ha osato neanche provare a presentare una qualche legge che precludesse al nostro tradizionale denaro il conseguimento di profitti di capitale !

5.6.8.9.5.2.           Con tale acquiescenza, secondo questa teoria dello sfruttamento, esso ha  intontito le indispensabili masse operaie, efficacemente sviandole da qualunque soluzione alternativa, non solo certo possibile, ma anche ben più naturale.

5.6.8.10.                 Quindi, per mettersi dalla parte giusta, la teoria dello sfruttamento dovrebbe decidersi a fare un ampio passo indietro,

5.6.8.10.1.             onde ricercare i profitti di capitale non tanto nella fabbrica, nè nella proprietà privata dei beni strumentali, quanto nel commercio, perchè la separazione della classe operaia dai suoi beni strumentali è solo un effetto, ma non certo la causa dei profitti di capitale.



[1] N.d.t. : Traduzione letterale ‘Come precedentemente, si giustificavano i profitti di capitale’.

[2] Innsbruck ; Edizione tascabile della casa editrice della Università di Wagnerschen.     N.d.t. risale al 1884 ; l' opera, che non mi risulta mai tradotta, mi è nota solo dalla recensione del mio saggio, venerabile mentore prof. Sergio RICOSSA (1927.....), che la considerava una pietra miliare nella storia dell' economia, affermandola molto apprezzata anche da  SCHUMPETER (1883-1950) ; G. sia l' elogia che l' irride ed occorre dire che le sue obbiezioni sono estremamente fondate : del resto egli - come anche il sottoscritto - è molto più a sinistra del prof. Ricossa che, saggio, libertario e correttissimo, è però decisamente un conservatore. In quanto a B.B. vedi nota 7 al comma 3.0.2.8.1.

39 N.d.t : la traduzione letterale sarebbe 'Teoria dell' utilizzazione', ma vedremo in seguito che G. intendeva riferirsi  alla redditività

[3] Sonnenfels, Economia tascabile, 2^ Edizione., Viena 1758.  N.d.t. Joseph WIENNER (1733-1817) d' origine ebraica cambiò il suo cognome in SONNENFELDS al momento della cristianizzazione ; professore d' economia all' università di Vienna ; FORBONNAIS François Veron Duverger de (1722-1800), famoso economista ed enciplopedista francese, sostenitore del mercantilismo e dei dazi, anticipatore d' alcune tesi di Keynes sulla liquidità, 'ispettore generale delle monete' ed autore dei notevoli 'Ricerche e considerazioni sulle finanze della Francia tra il 1595 ed il 1721' e del 'Principi ed osservazioni d' economia'. A tali autori si era probabilmente rifatto anche Proudhon.

[4] Come e dove,  non sono menzionati.

[5] N.d.t. : 'anziehende Persönlichkeit' = 'gradita personalità'

[6] N.d.t : vedi comma 3.3.4.4.2n12

[7] N.d.t. : latino = 'ricerca del principio', procedimento d' analisi operato seguendo a ritroso lo sviluppo di una tesi (o di un conteggio), fino a risalire al punto in cui è estato commesso l' errore che poi inficia tutto il resto.

[8] N.d.t. : Anne Robert Jacques (1727-1781), grande economista liberale francese, sostenitore della libertà di commercio e contrario ai dazi, amico degli enciclopedisti, Intendente di Finanza, Ministro della Marina ed infine Controllore Generale delle Finanze, poi, nel 1776, licenziato da Luigi XVI, per il suo eccessivo progressismo e per l' ostilità dei privilegiati.

[9] N.d.t. : vedi comma 1.0.3.6.n9.

[10] N.d.t. : ho inserito io il richiamo a Socrate ed alla sua maieutica (*), che appunto era solito insegnare partendo da qualsiasi base, spesso ricorrendo anche a provocazioni. (*) italianizzazione di parola del greco antico che indicava la 'levatrice'

[11] N.d.t. : esigenze di strutturazione mi portano ad anticipare i seguenti due commi, che in tedesco seguono il comma 5.6.3.2.2.

[12] N.d.t. : è una traduzione decisamente manzoniana (riferita al torto ed alla ragione), ma al lavoro e beni strumentali si adatta altrettanto meravigliosamente bene  ; 'daß Arbeit und Arbeitsmittel nicht getrennt werden können, daß man überhaupt nicht angeben kann, welcher Teil des Erzeugnisses auf die Arbeit, welcher auf das Arbeitsmittel entfällt.' = 'il lavoro ed i beni strumentali non possono essere divisi in modo che si possa chiaramente indicare quale parte della produzione tocchi al lavoro  e quale ai beni strumentali'

[13] N.d.t. : questa negativizzazione avverrà inevitabilmente, in régime di iceeuro e contemporanea contrazione numerica della popolazione, non appena la somma dei due residui componenti del saggio d’ interesse (cioè premio di rischio e costi bancari di gestione del prestito) sia inferiore al montante di decumulo, da G. fissato provvisoriamente al 5,2% annuo ; e ci sarà una generazione così sfortunata da non aver usufruito, in gioventù, del reddito di cittadinanza ed invece – a causa dell’ eccesso di capitalizzazione – da dover  pagare per usufruire del proprio trattamento pensionistico !

[14] N.d.t. : trad. letterale 'Così tanto migliore, tanto più efficiente sia il bene strumentale che il capitalista mette a disposizione dell' operaio, col crescere della produzione tanto più crescerà, l' offerta di finanziamenti, comprimendo il saggio d' interesse. Quindi, con una simile teoria di produttività, si verificherebbe l' esatto opposto della situazione odierna, in cui tanto più efficiente è il mezzo di produzione, tanto più alto è il profitto di capitale ! Non ci si è resi conto che - con la vecchia spartizione - qualora il rendimento dei beni strumentali decuplicasse - eventualità in taluni casi non escludibile nel prossimo futuro -  al capitalista perverrebbe un utile enorme. La teoria della produttività non può spiegare i profitti di capitale, considerandolo staticamente, solo una materia prima, e non dinamicamente, come una forza; nè dovrebbe fermarsi solo a vedere la domanda, che esprime tutta l' utilità dei beni strumentali, chiudendo poi gli occhi dinnanzi all' offerta : così, per essa il capitale è semplice materia prima, e perde completamente di vista le forze, che sono necessarie per originarne altro..' Però questa - invece di evidenziare - sottintende quello che G. voleva effettivamente dire, e cioè appunto l' opportunità di consentire, alla lunga, il riscatto del bene strumentale. Il passo poi è anche sconclusionato, perchè in base a tutto quello che è stato detto nel capitolo precedente, il 'monte capitale' aumenterebbe anche attribuendo al capitalista la quasi totalità del reddito. Ho ritenuto opportuno correggere la parte iniziale ed interpretare quella finale.

[15] N.d.t. : traduzione letterale 'perchè è corretto valutare la merce dal prezzo di vendita, ma per i beni strumentali bisogna riferirsi o al loro valore per uso proprio o, come capitale, alla redditività che producono.' ; ho preferito dilungarmi con un esempio, per chiarire le idee al lettore.

[16] N.d.t. : Citazione di astrusa comprensione 'Es sollte sich z. B. von selbst verstehen, daß, wenn man eine Fähigkeit des Kapitals, zur Gütererzeugung überhaupt, oder zur Erzeugung von mehr Gütern zu dienen, bewiesen hat, man deshalb noch nicht berechtigt ist, eine Kraft des Kapitals zur Erzeugung von mehr Wert, als man sonst hätte erzeugen können (12), oder wohl gar von mehr Wert, als es selbst hat (13), für bewiesen zu halten. Die letzteren Begriffe (!) im Beweisgang den ersteren unterzuschieben, hätte offenbar den Charakter der Erschleichung eines nicht erbrachten Beweises.' = 'Si dovrebbe capire da soli che quando si è impegnata una quantità di capitale per servire principalmente alla produzione di uno o più beni, non si ha il diritto di avere per impegnata la potenzialità del capitale per la produzione di valore maggiore di quello che si sarebbe potuto produrre altrimenti (12) oppure di un bene di valore maggiore di quello che esso stesso abbia (13). Metter sotto (? usufruire di ?) quest' ultimissimo concetto, (!) nel procedere della prova del precedente, avrebbe evidentemente tutta l' apparenza dell' imbroglio, di una prova non fornita. (a me sembra che stia parlando del cosiddetto 'riferimento circolare' ed interpreto in tal senso, cioè sostenendo che non si debba usufruire della redditività del bene strumentale (inteso appunto come valore finale della realizzazione) per calcolare (a mezzo capitalizzazione, cioè dividendo tale cifra per il saggio d' interesse) il valore del bene strumentale..................ma invece non dice forse anche il Vangelo che l' albero va apprezzato dai suoi frutti ?!?!

[17] di nuovo la macchina produci-valore!

[18] di nuovo il valore di materia prima!

[19] N.d.t. : la traduzione, così 'taroccata' ha veramente assunto un significato : ricordarsi che G. si riferisce al succitato astruso testo tedesco e non all' attuale traduzione.

[20] N.d.t. : steccata a Marx, che appunto fà, nel Capitale uso di tale aggettivo, con una etimologia inglese non prima presente in tedesco ('pietra' = 'Stein' ; pietrificato = 'versteinert').

[21] N.d.t. : per il meglio del lettore 'tarocco' anche questo comma (il tedesco infatti non ha nè l' intercalare ironico ne l' aut-aut 'maggior valore' - 'vantaggio sociale', tuttavia necessario perchè in realtà, il caso successivamente citato (raddoppio generalizzato della produzione) non apporta nessun arricchimento personale (fornito solo dalle innovazioni tecnologiche che avvantaggino unilateralmente) ; in altre parole : se io mi costruisco un telaio meccanico, che produce il doppio, mentre tutti gli altri continuano a produrre gli stessi quantitativi di prima, io effettivamente sarei riuscito ad ottenere un guadagno fino al  doppio (in realtà, dal punto di vista economico, qualunque innovazione tecnologica, anche quella unilaterale, porta sempre anche un beneficio sociale, perchè per stimolare la vendita del maggior quantitativo prodotto ne verrà sicuramente un po' abbassato il prezzo) ; ma se tutti raddoppiano la loro produzione (come nel caso dell' esempio fatto sopra) nessuno riesce ad ottenere un suo arricchimento unilaterale, ma anche tutti l' ottengono : è la Società che ha conseguito un maggior benessere, perchè tutti possono disporre di beni di consumo doppi.

[22] N.d.t. : traduzione letterale : ‘Eppure chiamando valore i suoi prodotti, scambiati contro quelli altrui, in base alla teoria del valore e rispetto al periodo precedente, ognuno dava ed otteneva, per lo stesso precedente valore monetario, un quantitativo raddoppiato !’ Ho taroccato il comma a vantaggio della comprensione.

[23] N.d.t. : Nassau William (1790-1864), primo titolare della neo-costituita cattedra di economia di Oxford e principale estensore ed attivatore della New Poor Law (Nuova Legge sui Poveri) inglese del 1833-34, antipaternalista, razionalizzatrice e di stampo Benthamista (cioè utilitaristico, una legge è tanto più buona tanto più benessere apporta) : era talmente moderna che il popolo insorse contro di essa e per un ritorno al paternalismo delle parrocchie e della beneficenza ecclesiastica.

[24] N.d.t. : latino di Orazio, ma poi divenuto proverbiale, = 'prendi, fà tuo il giorno !'

40 N.d.t. : E' molto probabile che G. ricordasse il seguente passo di RAE, Nuovi Principi, in cui, citando Ulloa e Charlevoix sul comportamento degli Indios (cioè, in pratica, di archetipi di Lumpenproletariat) egli dice : "Se stanno arando, per la loro indolente spensieratezza, sono sia capaci di abbandonare il lavoro ed andare a mangiare, con la scusa che hanno fame, sia di lasciare i poveri buoi aggiogati addirittura da un giorno all' altro................se i Missionari non intervenissero continuamente a ricordargli questo e quello - se, ad esempio, al momento di macellare non intervenissero affinchè  la carne venga divisa equamente e nulla vada sprecato - gli indiani, spontaneamente, non conserverebbero neanche il necessario alla semina e così verrebbe presto a mancare il necessario per la sopravvivenza."

[25] N.d.t. : il richiamo del Magnifico Lorenzo è coloritura del traduttore.

[26] N.d.t. : per esigenze di strutturazione, anticipo il seguente comma che, in tedesco, segue il 56.5.3.4.

[27] N.d.t. : traduzione letterale ‘che, a sua volta, non poteva che derivare dallo spreco.’ ; tarocco per la comprensione

[28] N.d.t. : G. sembra seguire le idee di Mandeville e della sua favola delle api : in definitiva, per l’ economia i vizi privati son pubbliche virtù.

[29] N.d.t. : Il proverbio intero è 'Cade un cetriolo e va in culo all' ortolano !'

[30] N.d.t. : approfittando dei tempi più maturi ho un po colorito : G. non avrebbe potuto permettersi di essere così esplicito !

[31] N.d.t. : Karl Johann (1805-1875) economista tedesco d' ideologia liberal-socialista e fondatore del socialismo scientifico ; nella traduzione ho un po' aggravato l' ironia, sdegnato da quelle pacchianate (il testo tedesco è decisamente meno acido, ma è propio roba da premio igNobel !!!).

[32] N.d.t. : ci sono più economisti con tal cognome, ma ritengo trattarsi, soprattutto per il periodo, dell' autore della legge di WAGNER (grossomodo : più passa il tempo, più i governi intervengono nella situazione economica dei cittadini), cioè del quasi coevo di G., Adolf Heinrich (1835-1917), professore d' economia all' Università di Berlino, socialista ; la sua legge è tuttora sicuramente operante, anche se al negativo, cioè l' Abominevole sta continuamente con le mani nelle tasche dei cittadini ben inteso per arraffare ! : da ragazzino, cioè subito dopo la guerra, ricordo un tal impegno ed una tale solidarietà nel produrre, che tuttora penso a quale straordinario grado di benessere sarebbero pervenuti gli Italiani, se non ci fosse stato l' Abominevole !! 

[33] N.d.t. : amicus Plato, sed magis amica veritas ! Inspiegabilmente, e sicuramente per non andare contro la pubblica opinione del tempo, G., per andare contro il marxismo, finisce coll' adombrare, lo sfumare con mezze verita, ironizzando ingiustamente, così andando anche contro verità storiche inequivocabili ; ho ridimensionato, traduzione letterale 'La teoria dello sfruttamento spiega gli interessi semplicemente come un violento prelievo sul prodotto del lavoro, attuato dal proprietario dei beni strumentali, semplicemente perché la classe operaia, pur dovendo sopravvivere col suo lavoro, senza di essi, non può produrre. Ma come avranno esattamente fatto queste teorie a guadagnarsi il nome di 'teorie dello sfruttamento' ?' Dalla situazione di mercato, non otterrebbe forse già abbastanza l' astinente (vedi la teoria della sobrietà), utilizzando l' estrema scarsità d' offerta di capitale per procacciarsi tutti quei profitti di capitale?'

[34] N.d.t. : Engels, nella conclusione del suo "La situazione della classe operaia in Inghilterra" giustamente profetizza "La guerra dei poveri contro i ricchi sarà la più sanguinosa che mai sia stata combattuta." Riprende la traduzione di G.

[35] N.d.t. :.....Avendo già commentato, in linea con G ed acidamente per Marx (vedi comma 3.3.4.3.2.n8) certo suo 'storicismo'  nella fissazione del valore del prodotto, passo ora ed invece a difenderlo, perchè, a mio giudizio, in questo passo Marx solo intende rivendicare la dignità del lavoro, condannandone la mercificazione storica, fattane cioè in passato : sul piano morale, finchè Marx ci invita a non disprezzare, a non sputare sopra il contenuto di lavoro, per quanto non qualificato e minimo esso possa essere, ed a sempre ringraziarne l' autore, avrà sempre il mio assenso......... non per niente Cristo, prima di mangiarlo, benedice sempre il pane, quale doveroso ringraziamento del/dei suo/i approntatori ! Probabilmente se ne è ricordato lo sceneggiatore dello splendido 'I sette samurai' (battuta poi ripresa anche nell' assai più visto 'I magnifici sette'), quando, col più vecchio di essi, uno dei contadini si scusa, per la modestia del compenso offertoloro  ma - egli dice - "è TUTTO quello che abbiamo !" Ed il vecchio samurai allora sorride ed accetta subito un incarico (che per la maggior parte di essi si rivelerà addirittura mortale), notando qualcosa come "I miei servigi sono stati spesso pagati con MOLTO, ma ancora mai con TUTTO !!".......... evidenziando cioè che, da un punto di vista relativo, di rapporto,  TUTTO - per quanto poco possa essere - è infinitamente maggiore di MOLTO ; quindi quando si dà TUTTO, tra persone oneste e corrette, non si può che restare in fiduciosa attesa dell' IMMANCABILE  ACCETTAZIONE  in ringraziamento ! Nella classe operaia io ho sempre bollato con parole di fuoco gli scansafatiche e gli spastici volontari, propio perchè accetto senza riserve il 'da ciascuno secondo le sue capacità innate' : essere fisicamente od intellettualmente forti (anche se, nel secondo caso,  c' è una maggiore componente di masochismo e di sacrificio personale) tanto da riuscire a superare gli studi per diventare ingegnere o medico, non è un merito personale, ma un dono, un regalo della natura e non giustifica assolutamente una eccessiva  superremunerazione, altrimenti la natura avrebbe ridotto ai minimi termini lo stomaco del proletario e ben più sviluppato quello del dott.-ing. ! : quindi quando uno dà TUTTO quello che può, il suo contributo alla Società è sempre pantaequivalente (*), cioè commensurabile con qualsiasi altro 'tutto' (anche se di ben maggior valore), accettabile e bastevole ! Allora, con poche aggiunte (tipo la citazione francese), nella traduzione ho sviato l' ironia di G. da Marx sui 'politici' - ovviamente includendovi anche quelli marxisti - termine non presente nel testo tedesco, ma nella realtà, oltre che nel vissuto sia mio che popolare.     (*) neologismo rauceiano dal greco antico = 'tuttoequivalente', 'onniequivalente',

[36] N.d.t. : Poteron de' Poteroni è un neologismo, ispirato al nome del popolarissimo tirchiaccio dineyano ; si tenga tuttavia presente che, mentre Paperon de' Paperoni ha anche qualche lato e battuta simpatica, Poteron de' Poteroni invece merita solo una 'Endlösung' = 'soluzione definitiva del problema', con chiaro riferimento a quella metodologia, che fu infame per gli Ebrei, ma per lui sarebbe invece altamente auspicabile e, soprattutto, meritatissima ; la teoria salariale vigente era la lassalliana 'eterna legge del minimo indispensabile' vedi comma 1.3.1.2.8.n3.

[37] N.d.t. : il testo tedesco prosegue coi commi 5.6.8.1.i, ma senza sviluppare una logica, per cui li ho spostati nel Nachlass.

[38] N.d.t. : i due commi che seguono in realtà vengon dopo il 5.6.7.4.4.

[39] N.d.t. : per la loro incoerenza ed il mancato sviluppo del tema, ho il sospetto che anche in questo capitolo, quelli che seguono siano più appunti, sciolti e non sviluppati, che non testo elaborato ed ormai definito, vedi la nota 1 al capitolo 5.5 ; inoltre stavolta esso - magari fatta eccezione per i commi 5.6.8.9.i.  (sulle cause dell' esistenza del proletariato) e per gli altri in grassetto non presenta il notevole interesse del Nachlass del capitolo precedente.

[40] N.d.t. : i due seguenti commi seguivano il comma 5.6.7.4.2.

[41] N.d.t. : i successivi commi, in tedesco  seguivano il 5.6.7.5.1.

[42] Il Nord Lloyd percepiva, nell'aprile 1912, per la traversata dall' Europa all' Argentina appena 100 marchi, che erano, approssimativamente, la paga di una settimana di un bracciante-raccoglitore.

[43] N.dt. : ci si riferisce alle numerose bolle pontificie, che abbiamo incontrato più volte, e che, confondendo ‘guadagni’ e ‘profitti’ e scagliandosi contro questi ultimi originarono il glaciale medioevo.