5.5. Complementi teorici dei profitti di capitale, prima e dopo l’iceeuro.[1]

 

SINTESI: 5.5.1.i: Schematizzazione della sistematica, che verrà seguita nel capitolo; considerazioni generali sull’Arcicapitale ed i suoi rapporti con saggio d’interesse e premio di liquidita'; 5.5.2.i: Comportamento di un saggio d’interesse minore del premio di liquidita'; 5.5.3.i: Comportamento di un saggio d’interesse maggiore del premio di liquidità; 5.5.4.i: Come si formava il risparmio – e come si formerà post iceeuro, che lo potenzierà fino a pareggiare il fabbisogno. 5.5.5.i: Dopo l’iceeuro: conseguente accettazione del risparmio senza reddito o di quello almeno restituito senza costi; 5.5.6.i: Teoria di base dei profitti (successivamente solo rendite) da capitale visti dalla parte del risparmiatore; 5.5.7.i: Appetibilità dell’investimento a lunga scadenza ed immobiliare; 5.5.8.i: L’iceeuro avvia una società veramente fondata sul lavoro; 5.5.9.i.: commi riciclati..

 

 

5.5.1. SCHEMATIZZAZIONE DELLA SISTEMATICA, CHE VERRA’SEGUITA NEL CAPITOLO; CONSIDERAZIONI GENERALI SULL’ARCICAPITALE ED I SUOI RAPPORTI CON SAGGIO D’INTERESSE E PREMIO DI LIQUIDITA'.

 

5.5.1.1.                    Nel comma 5.4.2.3.2.4. abbiamo presentato il contante sia come l’Arcicapitale, sia come indispensabile costituente del cosiddetto investimento a lunga scadenza,

5.5.1.1.1.                accennando, parecchio anche in precedenza, come - ricorrendo principalmente a crisi e disoccupazione forzosa (ma talvolta non disprezzando neanche il rogo ed il manganello) - questo Arcicapitale addomesticasse, drogasse le condizioni del mercato,

5.5.1.1.2.                onde far riconvergere sempre sul valore del premio di liquidità - come se ne fosse calamitato - quello di un saggio d’interesse fortuitamente discostatosene.

5.5.1.1.3.                Però va ancora dimostrato ciò, cioè va mostrato che il saggio d’interesse sia talmente attratto dal premio di liquidità, da dover - sempre e regolarmente - riconvergere sul valore di questo, non appena allontanatosene per qualunque ragione.

5.5.1.2.                    Certamente, quando solo domanda ed offerta formino la redditività (saggio d’interesse) dell’investimento a lunga scadenza, il suo valore viene a dipendere dall’equilibrio di svariati e contrastanti stimoli,

5.5.1.2.1.                tendenti – in un certo senso – a invogliare e corrompere, con quel premio, il risparmiatore, per farlo astenere dal consumo del suo denaro, facendolo convergere nel monte della sua offerta, ma altre volte a disgustarlo, scoraggiarlo, per ottenere il risultato opposto contrario; per tale considerazioni ci ripromettiamo di dimostrare:

5.5.1.2.2.                che quando il valore del saggio d’interesse, per causa estranea, viene a sovrastare quello del premio di liquidità, esso sarà inequivocabilmente costretto a riconvergervi, da motivazioni insite nella natura della situazione (commi 5.5.3.i);

5.5.1.2.3.                nonchè simmetricamente che, quando il saggio d’interesse viene a sottostare al premio di liquidità, l’attuale sistema economico ce lo fà necessariamente riconvergere (commi 5.5.2.i).

5.5.1.2.4.1.           In termini più matematici, il valore del premio di liquidità rappresenta la quotazione di tendenza (punto d’accumulo e flesso) dei due grafici procedenti, rispettivamente, verso i valori massimo e minimo possibili.

5.5.1.2.5.                Unitamente a ciò, ci ripromettiamo anche di provare che eliminati i condizionamenti artificiali, attualmente eretti dal denaro tradizionale contro il variare del saggio d’interesse,

5.5.1.2.5.1.           con il lavoro forzennato, instancabile ed a ciò finalizzato dell’intero popolo, sarà possibile, in poco tempo e senza ulteriori problemi, ricondurre l’offerta finanziaria, per qualunque tipo d’investimento, ad eguagliarne la domanda,

5.5.1.2.5.2.           o, più matematicamente, che - in simili condizioni, cioè non appena abbandonato il sistema a se stesso – questo premio d’astinenza, che concorre alla formazione del saggio d’interesse totale, tenderebbe, ovunque ed immancabilmente ad azzerarsi.

5.5.1.2.5.3.           (Quell’ovunque è essenziale, perchè il saggio d’interesse è una grandezza internazionale che non può esser variata arbitrariamente in un solo Stato, dato che, ad esempio

5.5.1.2.5.4.           - se le case in Germania non dessero più reddito, ed invece ancora in Francia - in Germania non se ne costruirebbero più, mentre ogni capitalista tedesco sposterebbe le sue disponibilità economiche oltre confine, dove fiorirebbe quell’edilizia, che invece in Germania languirebbe.)

5.5.1.2.6.                Inoltre si renderà - se non necessario quantomeno opportuno - spezzare la dimostrazione, di cui al comma 5.5.1.2.5. in due sottodimostrazioni:

5.5.1.2.6.1.           che, non mancheranno nè energie nè mezzi per contemporaneamente saturare di capitale l’immenso oceano della necessità d’investimento a medio/lungo termine(commi 5.5.4.i);

5.5.1.2.6.2.           che lo stimolo e la volontà di finanziare questi investimenti a lunga scadenza (case in affitto, fabbriche, navi, ecc.ra ), non verrebbero meno, anche quando – dopo l’introduzione dell’iceeuro - non produrranno più incremento patrimoniale, ma solo reddito nel suo senso etimologico[2] (commi 5.5.5.i).

5.5.1.3.                    Possiamo meglio renderci conto, della differenza sostanziale tra saggio d’interesse e premio di liquidità, con la seguente ipotesi di lavoro: supponiamo che la peste abbia sterminato tre quarti dell’umanità.

5.5.1.3.1.                In tal caso la situazione esistente, tra domanda ed offerta, si attesterebbe sul rapporto di un inquilino ogni 4 appartamenti, un aratore ogni 4 aratri, un gruppo di lavoro ogni 4 fabbriche,

5.5.1.3.2.                così, in pratica, talmente sterilizzando gli investimenti già effettuati da consentirne forse a malapena l’ammortamento, senza interessi né probabilmente senza neanche il minimo accantonamento per spese di manutenzione,

5.5.1.3.2.1.           dato che i padroni di casa si ruberebbero l’un l’altro gli inquilini, a colpi di sconti sull’affitto, come gli imprenditori gli operai, stavolta a colpi d’aumenti salariali[3].

5.5.1.3.2.2.           (Del resto, in Argentina, nella provincia avente per capoluogo 'La Plata’negli anni di crisi 1890-1895, si poteva abitare nelle case più belle per cifra persino minore dell’ammortamento dei costi di costruzione.)

5.5.1.3.2.3.           E, ovviamente senza certo ricorrere alla peste[4], ma noi dovremo riuscire a costringere in situazione analoga ogni tipo di capitale, ed in particolare il contante.

 

5.5.2. COMPORTAMENTO DI UN SAGGIO D’INTERESSE MINORE DEL PREMIO DI LIQUIDITA'.

 

5.5.2.1.                    Dunque, con la sparizione del 75%[5] della popolazione - qualunque forma d’investimento di capitale verrebbe a perdere gran parte della propria redditività (diminuzione del saggio d’interesse), anche se il suo contenuto di lavoro (valore classico) non sembrerebbe in nulla e per nulla mutato;

5.5.2.1.1.                mentre il premio di liquidità non diminuirà assolutamente d’importo, anche e solo se verrà applicato su un giro d’affari minimizzato,

5.5.2.1.2.                perchè sia merci che oro - non appena esportate - per il loro scambio spunterebbero su per giù gli stessi prezzi di prima, come se nulla fosse successo;

5.5.2.1.2.1.           (paradossalmente le merci, realizzate nel sito disastrato, potrebbero anzi offrire addirittura maggior guadagno, avvantaggiandosi di tutta quella minor-redditività degli investimenti, che per il loro prezzo rappresenta un costo).

5.5.2.2.                    Con questa premessa apparirà più evidente la straordinaria maggior potenzialità del contante e la sua preferibilità in rapporto a qualunque investimento a lunga scadenza:

5.5.2.2.1.                ammettendo che, localmente, non sia stata variata la quantità di denaro, esistente prima della pestilenza, causa la scarsità di produzione, il rapporto fra denaro e merci, cioè l’indice medio dei prezzi, verrebbe enormemente a salire,

5.5.2.2.2.                mentre, sempre localmente, il saggio d’interesse degli investimenti già effettuati sarebbe svilito,

5.5.2.2.3.                a fronte di potenzialità dell’Arcicapitale rimaste intonse, un po’per il fatto d’essere facilmente esportabile senza che - come abbiamo già dimostrato - tra i finanziatori si verifichi sostanziale concorrenza, un po’perché – sia pure in volume ridotto – ma localmente il premio di liquidità continuerebbe ad essere riscuotibile,

5.5.2.2.4.                anche se gran parte del capitale dovrà rassegnarsi a traslocare, perché quello considerato è l’unico caso in cui – in modo del tutto anomalo – nel sito disastrato il grande rialzo dei prezzi locali non apporterà alcun proporzionale aumento del saggio d’interesse,

5.5.2.2.4.1.           dato che ivi e per lungo tempo, date le succitate circostanze, è sicuramente da escludere la realizzazione di nuovi investimenti: in queste condizioni. dunque, all’ecceso di capitale non conviene spostarsi dal commercio agli investimenti, ma migrare.

5.5.2.3.                    Eppure - parte a seguito del riaumento della popolazione (naturale sessualità+immigrazione) parte per altri ovvi avvenimenti, tra cui principalmente la già annunziata lunga mancanza di nuovi investimenti -

5.5.2.3.1.                insomma, prima o poi accadrà sicuramente il ritorno alla normalità[6], e quindi, per il saggio d’interesse, quello sul valore del premio di liquidità, perchè il sistema economico esige ciò per il suo equilibrio;

5.5.2.3.2.                per concludere: a seguito di eventi straordinari, il saggio d’interesse può, in certi casi, presentarsi minore del premio di liquidità,

5.5.2.3.2.1.           salvo prima o poi senz’altro riconvergervi, a causa delle distruzioni naturali, comportanti la riduzione quantitativa dei beni strumentali precedentemente realizzati

5.5.2.3.2.2.           (vedi la lista dei naufragi e del disarmo annuale, gli incendi, la demolizione di fabbriche, gli scontri ferroviari ecc.ra), uniti al fatto che localmente il denaro – per tutto il perdurare di detta minorazione - non si renderà più disponibile per l’investimento.

 

5.5.3. COMPORTAMENTO DI UN SAGGIO D’INTERESSE MAGGIORE DEL PREMIO DI LIQUIDITA'

 

5.5.3.1.                    Passiamo ora a studiare, invece, il comportamento di un saggio d’interesse maggiore del premio di liquidità: poiché il caso opposto proveniva da una locale rarefazione numerica, per questo nuovo caso subodoriamo, a lume di naso, una sua dipendenza invece dal, sempre locale, aumento numerico.

5.5.3.1.1.                Effettivamente tale aspettativa è giusta e l’esperienza ci mostra che, in alcuni paesi con immigrazione relativamente elevata, o per altre circostanze aventi analogo effetto, un simile evento non solo possa transitoriamente verificarsi, ma anche permanervi lungamente,

5.5.3.1.2.                ed anzi ciò costituirà un’ottima prova della validità di quanto vado insegnando in materia di profitti di capitale,

5.5.3.1.2.1.           cioè che - una volta eliminati gli ostacoli artificialmente generati dal denaro - a pilotare il rapporto tra saggio d’interesse e volume dell’investimento a medio/lungo termine subentra, immediatamente e definitivamente, la legge della domanda e dell’offerta.

5.5.3.2.                    Io non conosco quanto investimento di capitale abbia esattamente comportato, in America, l’insediamento di ogni nuova famiglia, per ivi realizzare casa, mezzi di lavoro, negozi, ferrovie, canali, porti ecc.ra, forse $. 5.000, forse anche $. 10.000.

5.5.3.2.1.                Anche ammettendo solo $. 5.000 e centomila famiglie l’anno – per molti anni del loro passato prossimo – in America si son dovuti investire 5.000 x 100.000 = $. 500 milioni.

5.5.3.2.2.                Ma più operai tedeschi migrano negli Stati Uniti – se da una parte provocano colà un grande ed improvviso bisogno di alloggi e fabbriche per tutti – dall’altra provocano anche una sovrabbondanza di manod’opera, comprimente il salario individuale.

5.5.3.2.3.                Ora entrambi questi stimoli concorreranno a far schizzare verso l’alto, in assoluto, i guadagni, mentre il saggio d’interesse lo farà sia in assoluto che nei confronti del premio di liquidità (che tuttavia si consolerà applicandosi ad un maggior volume di transazioni, dando anch’esso origine a profitti crescenti.)

5.5.3.2.3.1.           La maggior richiesta di case raddoppierà gli affitti; possiamo interpretar ciò in due modi diversi: quando una casa del valore di 10.000$ e che ne rendeva 500 d’affitto passa a renderne 1.000, possiamo sia concludere che è raddoppiato il saggio d’interesse, così pervenuto al 10%;

5.5.3.2.3.2.           ma anche che sia invece raddoppiato il capitale, perchè, aritmeticamente – basandoci sul valore del premio di liquidità - 1.000/5% = 20.000.

5.5.3.3.                    Ma da qualunque di questi due punti di vista, il risultato economico comunque non cambia, perché entrambi comporteranno una corsa alla realizzazione d’alloggi nuovi, o in vista dell’elevata redditività, o in vista dell’aumento di capitale;

5.5.3.3.1.                il saggio d’interesse salirà, facendo spostare molto denaro dal commercio all’investimento a medio/lungo termine ma senza far diminuire i prezzi delle merci, a causa della maggior richiesta;

5.5.3.3.2.                ma poi la successiva offerta dei nuovi alloggi sul mercato, per legge di concorrenza farà rapidamente ed inevitabilmente riconvergere la redditività (saggio d’interesse), verso il suo limite e naturale punto d’equilibrio, cioè quel valore del premio di liquidità,

5.5.3.3.3.                verso cui abbiamo già visto tendere il caso simmetrico, cioè quando il saggio d’interesse era partito da un valore più basso.

5.5.3.4.                    A tali comportamenti non possono esser sollevati obbiezioni nè di natura economica nè psicologica:

5.5.3.4.1.                quindi la volontà e capacità di lavoro, come anche l’apporto della natura faranno, sempre ed ovunque, variare la disponibilità del mercato finanziario in modo da far inequivocabilmente riconvergere il saggio d’interesse sul valore del premio di liquidità[7].

5.5.3.4.2.                E, quando Flürscheim[8] dice: "Il saggio d’interesse è il padre del profitto di capitale" – ha ragione finchè s’interpreta padre come ‘produttore o procacciatore

5.5.3.4.2.1.           - perchè è propio il carico d’interessi ad impedire poi al proletariato di metter da parte il necessario per definitivamente affrancarsene, come è vero che il più delle volte è il canone di locazione ad impedire ai contadini di poter comprare la terra che conducono in affitto -

5.5.3.4.2.2.           ma guai ad interpretare la proposizione come: "Il saggio d’interesse è il massimizzatore degli interessi" (concetto ugualmente consentito dall’ambiguità di quella affermazione) perché si accrediterebbe un grafico del saggio d’interesse continuamente ascendente,

5.5.3.4.2.3.           che cioè ad un precedente suo incremento del valore debba inevitabilmente corrispondere un ulteriore aumento, circostanza questa assolutamente non solo disattesa dai fatti, ma anzi proprio sbugiardata:

5.5.3.4.2.4.           [9]sia provenendo da valori maggiori del premio di liquidità, che da valori ad esso inferiori il grafico della curva del saggio d’interesse avrà sempre punti a rapporto incrementale nullo,

5.5.3.4.2.5.           rispettivamente di minimo (nel primo caso) o di massimo (nel secondo, dopo i quali tenderà a più o meno dolcemente riconvergere verso il valore del premio di liquidità (anche se con i procedimenti di ricerca da lui usati Flürscheim non poteva ancora accorgersi di ciò.)

5.5.3.5.                    E che una tale inversione di tendenza realmente si verifichi ci è mostrato chiaramente dal dato di fatto che, sui mercati finanziari,

5.5.3.5.1.                i più grandi concessionari (ricettori) di finanziamenti mai esistiti, cioè gli Stati Uniti del Nordamerica, in breve tempo siano passati dall’altra parte, alla qualità di concedenti, fino a, con propri mezzi, finanziare il gigantesco lavoro del canale di Panama[10],

5.5.3.5.2.                fino a salvare dalla rovina, con le doti delle loro figlie, molte casate principesche europee e tuttora cerchino, nel mondo, ulteriori sbocchi alle loro eccedenze di capitale.[11]

 

5.5.4.           COME SI FORMAVA IL RISPARMIO – E COME SI FORMERA’POST ICEEURO, CHE LO POTENZIERA’FINO A PAREGGIARE IL FABBISOGNO.

5.5.4.1.                    Abbandonando la constatazione macroscopica, studiamo ora come ciò sia stato reso possibile (in pratica come avvenga la formazione del risparmio indispensabile alle immobilizzazioni),

5.5.4.1.1.                con la pregiudiziale che qualunque aumento del saggio d’interesse, pur esercitando effettivamente una qualche stimolazione nella direzione voluta, produce sempre più danno che non benefici:

5.5.4.1.2.                con qualunque suo aumento, infatti, si può solo selezionare l’origine del risparmio, escludendone la classe operaia, il cui reddito di lavoro viene pesantemente brutalizzato da una maggiore corresponsione di profitti di capitale,

5.5.4.1.3.                a cui è già fin troppo pesantemente sottoposto: non è certo con una simile tecnica che si metterà in condizioni di risparmiare quel lavoratore che – se è riuscito a farlo in passato – lo ha fatto solo a base di estrema rinuncia, privazione, fame, freddo, e sbadigli!

5.5.4.2.                    Quindi, ammesso e non concesso (in ogni caso malvolentieri) che il saggio d’interesse sia anche promotore del risparmio, certamente ed altrettanto gli é freno, restringendo la cerchia dei potenziali risparmiatori,

5.5.4.2.1.                già ridotta aprioristicamente dalla generale ben scarsa propensione all’indispensabile spirito di rinunzia.

5.5.4.3.                    Al contrario, riducendo il saggio d’interesse, con conseguente diminuzione dei profitti di capitale, indirettamente si aumenta il reddito di lavoro,

5.5.4.3.1.                corrispondentemente ampliando, alla classe operaia, non solo la possibilità, ma anche la sua capacità risparmiativa, perchè è infinitamente più facile estrarre 5 euro da un reddito di duecento, che non da cento!

5.5.4.3.1.1.           E presumibilmente chi, benchè tartassato dallo spolpamento dei profitti sia riuscito, dai suoi cento euro, a toglierne dieci, dalla bocca sua e dei suoi figli,

5.5.4.3.1.2.           con immutata propensione al risparmio e senza le precedenti costrizioni, da 200 euro se non propio 110, ma riuscirà certamente a risparmiarne molti più di prima[12]!

5.5.4.3.1.3.           Ammettendo che finora, per case, mezzi di lavoro, buoni del tesoro, ferrovie, navi, negozi, ospedali, crematorii ecc.ra, la classe operaia sia stata chiamata ad ammortizzare investimenti per circa 25.000 marchi, a cranio[13],

5.5.4.3.1.4.           ciò significherebbe che ognuno, per interessi di capitale e rendita agraria, avrebbe dovuto tirar fuori 1.000 marchi l’anno, parte direttamente, a mezzo decurtazione del salario e tasse, altra parte indirettamente, cioè attraverso i prezzi delle merci,

5.5.4.3.1.5.           mentre una riduzione del saggio d’interesse, evitandogli ciò con la riduzione dei profitti da capitale, incrementerebbe, anche se indirettamente il reddito medio pro-capite.

5.5.4.3.1.5.1.       Così, mentre al giorno d’oggi un operaio, dall’ordine di grandezza di circa 1000 marchi di salario annuale, ne risparmierà circa 100, e quindi necessita di un lungo periodo di lavoro, prima di poter passare a vivere di pensione,

5.5.4.3.1.5.2.       (lunghezza ulteriormente incrementata dal fatto che le crisi – ricorrenti e provocate - lo costringono a frequentemente intaccare i suoi risparmi, quand’anche - come purtroppo accade - quelle crisi non apportino il fallimento della sua banca, facendogli perdere tutto il frutto della sua sofferta parsimonia);

5.5.4.3.1.6.           quando, con la riduzione degli interessi, il salario sarà convenientemente aumentato, egli potrà, nella maggior parte dei casi, probabilmente risparmiare non i vecchi 100, ma sino a 1100 marchi l’anno,

5.5.4.3.1.6.1.       ed allora anche se il saggio d’interesse non gli farà più aumentare il montante, la differenza d’accumulazione - tra il montante attuale, producente interessi, e quello futuro senza interessi – sarà, anche solo dopo pochi anni talmente significativa,

5.5.4.3.1.6.2.       da fargli ben volentieri preferire questo nuovo sistema - ed al diavolo quei maledetti[14]! – perché oltre al ben maggiore apporto annuale la scomparsa delle crisi ricorrenti gli eviteranno quei lunghi periodi di disoccupazione, che nel passato annientavano i suoi risparmi[15].

5.5.4.4.                    In ogni caso, gli eventi ricordati ai commi 5.5.3.i. confermano che là dove l’enorme immigrazione di gente, abituata a tirar la cintola, abbia dapprima fatto crescere innaturalmente la richiesta di finanziamenti e conseguentemente il saggio d’interesse,

5.5.4.4.1.                poi, magari attraverso numerose crisi economiche di assestamento, ma ugualmente si arriva all’equilibrio, anche se, per ora, questa è solo una constatazione ancor priva di spiegazione.

5.5.4.4.1.1.           Sicuramente, da una parte un’elevata redditività dell’investimento a medio/lungo termine, stimola il risparmio e tanto più quanto più alto sia il suo livello,

5.5.4.4.1.2.           anche se, dall’altra, il maggiore carico d’interessi sul proletariato lo ostacolerà nel partecipare alla formazione di nuovo capitale:

5.5.4.4.1.3.           prendiamo quindi come un dato di fatto che, nel sistema economico capitalistico, è minima la possibilità di nuovi investimenti di capitale di provenienza operaia[16],

5.5.4.4.1.4.           mentre esattamente il contrario avviene per la classe capitalistica, le cui eccedenze crescono certamente con l’aumento dei suoi redditi, e conseguentemente con l’aumento del saggio d’interesse.

5.5.4.5.                    Pertanto si può così concludere:

5.5.4.5.1.                il reddito dell’operaio è inversamente proporzionale al valore del saggio d’interesse,

5.5.4.5.2.                il reddito del capitalista gli è, invece, direttamente proporzionale

5.5.4.5.3.                il reddito imprenditoriale, formato dal coacervo dei due precedenti, non è prioristicamente prevedibile, venendo a dipendere dalla sua composizione percentuale, dalla proporzione, cioè, tra il reddito di lavoro e quello da capitale.

5.5.4.5.4.                Conseguentemente, mentre l’operaio auspica la diminuzione del saggio d’interesse ed il capitalista l’aumento,

5.5.4.5.5.                possiamo già affermare che l’origine della formazione del risparmio potrebbe essere anche largamente dipendente dall’importo del saggio d’interesse, pur non essendoci ancora chiare le modalità di questa sua dipendenza;

5.5.4.5.5.1.           e, per comprenderle meglio sarà opportuno rilevare come un incremento marginale[17] di reddito operi, sulla formazione del risparmio, a seconda che sia stato conseguito dalla classe capitalista o da quella proletaria,

5.5.4.5.5.2.           perché al capitalista esso spalanca certo molte meno porte che non ad un lavoratore, che magari sta rimandando da decenni il soddisfacimento di certi suoi bisogni!

5.5.4.5.6.                Se il capitalista sarà presumibilmente, propenso a far confluire fino a tutto il suo surplus (da aumento del saggio d’interesse) al monte del capitale, perchè - per conservarsi l’abituale tenore di vita al crescere della famiglia – sapeva già in partenza di doverlo fare;

5.5.4.5.6.1.           la stessa cosa non si potrà dire del proletario, alla bocca dei cui figli l’interesse non porta pane, ma glielo leva!….. il proletario quindi incomincerà a pensare al risparmio solo dopo il soddisfacimento di tutti gli altri suoi bisogni:

5.5.4.5.6.2.           insomma, il proletario, che - a differenza del capitalista - nutre i suoi figli col suo lavoro, è così assillato dal presente da dovergli posporre il futuro!

5.5.4.5.6.3.           Allora, affinchè la sua aumentata famiglia possa mantenere una vita sia senza lavoro che adeguata al proprio rango, il capitalista dovrà solo risparmiare, aumentando il suo capitale (qualora ciò già non accada con l’aumento del saggio d’interesse):

5.5.4.5.6.4.           diciamo che ha il compito istituzionale di risparmiare, e conseguentemente si può prevedere che utilizzerà in tal senso qualunque suo aumento di reddito,

5.5.4.5.6.5.           consentendoci, apparentemente, di generalizzare che - benchè ne conseguano aggravi di spese sul bilancio sia della classe lavoratrice che del piccolo risparmiatore –

5.5.4.5.6.6.           tuttavia un aumento del saggio d’interesse, non solo farà sicuramente crescere il monte capitale disponibile nel paese, ma anche gli stimoli ad investire, talchè tanto più alto, maggiore sarà lo stanziamento.

5.5.4.5.6.7.           Tuttavia si tratta più di conclusioni empiriche che di legge vera e propria; in ogni caso il Gold-standard non ci ha consentito di raccogliere abbastanza dati: studiamo allora analiticamente un caso singolo.

5.5.4.5.6.7.1.       Ad esempio, se Carnegie avesse pagato ai suoi dipendenti salari maggiorati del 50 o anche solo del 20%, sarebbe riuscito più o meno facilmente a mettere insieme la disponibilità per il suo primo miliardo di capitalizzazione[18]?

5.5.4.5.6.7.1.1.            In altre parole: favorendo l’aumento del reddito operaio (e conseguentemente il suo risparmio), sarebbero poi sorte tutte quelle altre acciaierie, realmente costruite da Carnegie

5.5.4.5.6.7.1.2.            - e la cui realizzazione attualmente ha risvolti molto positivi, aumentando l’offerta di denaro per l’investimento a lunga scadenza - così abbattendo gli interessi e contemporaneamente sospingendo all’aumento i salari?

5.5.4.5.6.7.1.3.            Oppure non avrebbero i lavoratori preferito utilizzare quell’aumento salariale per una migliore alimentazione dei loro bambini, per più salubri appartamenti, magari anche per maggiore pulizia?

5.5.4.5.6.7.1.4.            In altre parole: pagando maggiormente gli operai, avremmo poi davvero avuto la certezza che essi, tutt’insieme, avrebbero investito le loro eccedenze per costruire nuove fabbriche, come invece realmente avvenne nel caso di Carnegie, grazie alle sue limitatissime esigenze personali?

5.5.4.5.6.7.2.       Diciamo subito che c’è chi sostiene che, per noi posteri, sia andata bene così com’è andata,

5.5.4.5.6.7.2.1.            dato che la stragrande parte di qualunque aumento salariale sarebbe stata, allora, sicuramente finalizzata ad una riduzione della vergognosa mortalità infantile

5.5.4.5.6.7.2.2.            ma così provocando un tale incremento numerico, sia del numero dei lavoratori che conseguentemente della domanda di capitali,

5.5.4.5.6.7.2.3.            da probabilmente non consentire - date le ridotte possibilità tecnologiche del tempo - neanche al massimo, spasmodico impegno della classe operaia, di realizzare quel rapporto, fra domanda ed offerta di beni strumentali, oggi esistente ed a cui siamo ormai abituati, né accetteremmo di fare a meno.

5.5.4.5.6.7.3.       Però questo ragionamento sarebbe ineccepibile e matematicamente corretto solo se, nel transitorio, non ci fossero mai state nè disoccupazione nè tantomeno crisi economiche,

5.5.4.5.6.7.3.1.            con conseguente perdita – per le possibilità di produzione (e quindi anche di capitalizzazione) - di milioni e milioni annui, di ore lavorative; ma poiché ciò è purtroppo regolarmente avvenuto, è ben difficile e forse impossibile trarre delle conclusioni univoche,

5.5.4.5.6.7.3.2.            perché una sottomissione, di Carnegie, alle forme di finanziamento naturali, cioè al risparmio sociale e non personale avrebbe anche potuto risparmiare alla classe operaia un mare di sofferenze, senza sensibilmente pregiudicare la nostra capitalizzazione attuale:

5.5.4.5.6.7.3.3.            quello che è certo è solo che coi salari da fame l’imprenditoria ha potuto evitare il ricorso al mercato finanziario – risparmiando interessi (dell’ordine di grandezza del premio di liquidità) da far confluire alla capitalizzazione ed alla crescita,

5.5.4.5.6.7.3.4.            ma così scaricando sul proletariato lo spaventoso e drammatico costo di un susseguirsi di crisi economiche, con conseguenze sociali gravissime, ed invece pienamente evitabili riconoscendo immediatamente i suoi meriti e concedendogli salari adeguati:

5.5.4.5.6.7.3.5.            se Carnegie avesse subito attribuito al monte salari una maggior parte dei profitti delle sue aziende, senz’altro solo una minima parte sarebbe stata direttamente risparmiata per nuovo capitale;

5.5.4.5.6.7.3.6.             sicuramente la maggiore sarebbe stata invece dissipata in sapone, lardo, fagioli, ed altri simili (chiamiamoli pure) sprechi; ma tutto ciò avrebbe, però, prodotto altra occupazione

5.5.4.5.6.7.3.7.            - evitando crisi economiche o quantomeno allungando, dilatando i tempi fra una crisi e l’altra -:

5.5.4.5.6.7.3.8.            così il reddito di questi altri proletari, sottratti al loro stato di disoccupazione forzata, avrebbe comportato quell’aumento del PIL, in un certo senso contropartita economica dei precedenti affermati lussi, e probabilmente anche assicurando l’analogo necessario apporto di nuova capitalizzazione.

5.5.4.5.6.7.4.       Alla fin fine, mi permetto quindi di pensare che - al momento attuale - la disponibilità di capitale sarebbe stata quantomeno d’analogo ordine di grandezza;

5.5.4.5.6.7.4.1.            che - con o senza la proverbiale parsimonia di Carnegie - non ci sarebbero state sostanziali differenze,

5.5.4.5.6.7.4.2.            perché la differenza (maggior risparmio) – eventualmente conferita a capitalizzazione da Carnegie, rispetto all’insieme dei suoi operai – potrebbe esser stata vanificata dalle periodiche crisi economiche intercorse.[19]

5.5.4.5.7.                Contro la possibilità, delineatasi ai commi 5.5.3.i. d’assicurare - sul mercato finanziario e dopo l’introduzione dell’iceeuro - il livellamento fra domanda ed offerta, mi è stata fatta un’obiezione solo apparentemente logica e che ora passeremo a demolire.

5.5.4.5.7.1.           Si afferma, che poichè il numero e la modernità dei macchinari incrementa enormemente i profitti di ogni imprenditore, spingendolo ad ampliare e potenziare la sua fabbrica,

5.5.4.5.7.1.1.       una diminuzione degli interessi, verso una successiva, auspicata, loro minimizzazione - apporterebbe, sul mercato finanziario e da parte imprenditoriale, un incremento della domanda talmente superiore all’offerta,

5.5.4.5.7.1.2.       da non solo impedire l’ulteriore discesa del saggio d’interesse, ma magari anche riportarlo in salita.

5.5.4.5.7.1.3.       Per esempio, così dice Conrad OTTO[20]: "Il saggio d’interesse non può mai sparire del tutto; ad esempio, al 5%, è vantaggioso acquistare, fino ad un valore di 80.000 corone, un moderno montacarichi,

5.5.4.5.7.1.3.1.            che sostituisca il lavoro di 5 lavoratori da 800 corone/anno (rappresentanti quindi un costo salariale annuo di 4.000 corone).

5.5.4.5.7.1.3.2.            Ma, diminuendo il saggio d’interesse, per esempio ad un decimillesimo annuo, questa stessa spesa risulterebbe conveniente anche per un valore 40.000.000 di corone.

5.5.4.5.7.1.3.3.            Quindi, approssimandosi il saggio d’interesse a zero, la richiesta di capitale arriverebbe ad un livello parossistico, tale da superare persino l’immaginazione,

5.5.4.5.7.1.3.4.            e potrebbero essere approntati, per risparmiare manod’opera, i più sofisticati e costosi macchinari: insomma l’investimento di capitale tenderebbe ad infinito e diverrebbe illimitato.

5.5.4.5.7.1.3.5.            Non c’è allora bisogno di alcuna ulteriore prova per dimostrare come un simile caso non possa sopraggiungere nè ora nè mai."

5.5.4.5.7.1.4.       Ma, [21]ad una simile obiezione contro la possibilità d’assicurare finanziamenti a basso costo, devesi osservare che l’investimento non presenta costi solo d’interessi,

5.5.4.5.7.1.4.1.            ma anche gestionali e d’ammortamento, per obsolescenza e di manutenzione, generalmente considerate molto alte, soprattutto per gli investimenti industriali.

5.5.4.5.7.1.4.2.            Il montacarichi da soli quaranta milioni di costo d’istallazione, ne comporta poi sicuramente quattro o cinque, annui, già solo d’ammortamento:

5.5.4.5.7.1.4.3.            ed allora, secondo i succitati conti di Otto, anche a semplice copertura costi, non dovrebbe sostituire 5 soli operai, ma oltre 5.000, sempre da 800 corone annue a cranio!

5.5.4.5.7.1.4.4.            Con spese di gestione intorno al 5% ed ammortamento ugualmente al 5%, anche col saggio d’interesse pari ad un decimillesimo, il montacarichi che sostituisse cinque stipendi da 800 corone annue, per produrre un risparmio gestionale annuo, non dovrebbe costare più di 39.500 corone (e non certo 40 milioni!

5.5.4.5.7.1.4.5.            (Per costi superiori, non si verificherebbe più risparmio di gestione, il montacarichi semplicemente non verrebbe istallato e quindi non potrebbe influire sul mercato finanziario.)

5.5.4.5.7.1.5.       Come si verifica per certi miglioramenti definitivi su terreni agricoli non comportanti gravoso ammortamento –

5.5.4.5.7.1.5.1.            sarebbero poi subito le rivendicazioni salariali operaie ad impedire che, pervenuti ai prestiti semigratuiti, la domanda potesse crescere oltremisura.[22]

5.5.4.5.7.1.5.2.            Infatti, i contestatori alla Otto dimenticano che, quando si attua un semplice potenziamento d’attività (10 torni o pressamattoni al posto di 5 ecc.ra), poi non sempre si può attuarlo senza un corrispondente aumento del numero dei lavoratori;

5.5.4.5.7.1.5.3.            che quindi la domanda di denaro per l’ampliamento di una fabbrica produce anche un contemporaneo e corrispondente aumento della domanda di manod’opera,

5.5.4.5.7.1.5.4.            la cui scontata rivendicazione salariale può così anche vanificare quel vantaggio atteso dall’imprenditore per il miglioramento dei beni strumentali;

5.5.4.5.7.1.5.5.            e quindi può anche succedere che da un similmente finalizzato prestito in iceeuro, benchè quasi senza interessi, l’imprenditore non riesca a conseguire lo sperato vantaggio:

5.5.4.5.7.1.5.6.            egli deve avere sempre ben presente – e preoccuparsi - che quella semigratuità del prestito, causa rivendicazioni salariali, non si risolva ad unico vantaggio dei lavoratori,

5.5.4.5.7.1.5.7.            cosa che non sarebbe tanto strana, perché il rapporto imprenditore- operaio ha molto in comune con quello datore-percettore di pegno[23], in cui regolarmente una diminuzione degli interessi va essenzialmente a favore del debitore.

5.5.4.5.7.1.5.8.             L’imprenditore, infatti ed in pratica, non compra nè lavoro, nè orario-di-lavoro e neanche capacità-di-lavoro, perché l’osservazione della sua vendita ci dimostra che compra-vende esclusivamente prodotti del lavoro;

5.5.4.5.7.1.5.9.            ed il prezzo che egli ne ottiene, non si basa sui costi di formazione professionale, scolastica e mantenimento di un operaio e della sua famiglia (l’imprenditore non ha di queste preoccupazioni, proprie dell’operaio), ma semplicemente su quello che può ricavarne da un consumatore.

5.5.4.5.7.1.5.10.         Con questo prezzo l’imprenditore paga gli interessi dell’investimento (beni strumentali), il costo delle materie prime, compresi interessi, ed i costi di lavoro, incluso il proprio.[24]

5.5.4.5.7.1.5.11.         Né più né meno di come avviene in ogni altro finanziamento, l’imprenditore anticipa, alla classe operaia, attrezzi e materie prime, ottenendo come pegno il prodotto manifatturato, da cui ottiene la copertura di quei costi oltre ad un proprio profitto;

5.5.4.5.7.1.5.12.         le fabbriche quindi non son sostanzialmente diverse dai Monti di Pietà e fra il proprietario di una di esse e Krupp c’è differenza solo di proporzioni, ma non certo di sostanza,

5.5.4.5.7.1.5.13.         perché la succitata neoschematizzazione dell’attività aziendale finisce per rivelarne la natura di cottimo nudo e crudo, in cui si risolve ogni salario, remunerato col quantitativo di merce che l’imprenditore riceve da ogni singolo operaio.

5.5.4.5.7.1.6.       Comunque, oltre al semplice ampliamento quantitativo dei beni strumentali dell’impresa (che fà inevitabilmente crescere anche la domanda di lavoro), di detti c’è effettivamente pure un tipo di miglioramento, qualitativo, che permetterà, con identico numero d’operai di produrre più merce.

5.5.4.5.7.1.6.1.            Per esempio, se un contadino raddoppia il numero dei suoi aratri, a trazione bovina, dovrà anche raddoppiare il numero dei conduttori; ma se invece compra un trattore a vapore, potrà tranquillamente lavorare una superfice doppia, senza raddoppiare gli inservienti.

5.5.4.5.7.1.6.2.            Un simile tipo di miglioramento (che economicamente sarà opportuno distinguere rispetto all’altro) sarà particolarmente ambito,

5.5.4.5.7.1.6.3.            perché gli imprenditori tengon conto essenzialmente del ricavo netto[25], e questo è tanto più grande quanto più le proprie dotazioni sono all’avanguardia rispetto a quello della concorrenza.

5.5.4.5.7.1.6.4.            Per questa ragione c’è sempre stata concorrenza sul miglioramento dei beni strumentali, e ci son sempre state richieste di finanziamento agevolato da parte degli imprenditori che, pur non avendo mezzi sufficienti volevano adeguare la loro fabbrica obsoleta.

5.5.4.5.7.1.6.5.            [26]Eppure finora non si è mai verificato nè che tali domande fossero smodate, nè che l’offerta di finanziamento non abbia mai soddisfatto la domanda (ancorchè ora questa potrebbe effettivamente essere ingigantita dai bassi interessi);

5.5.4.5.7.1.6.6.            ma, prima di tutto, le innovazioni tecnologiche, prima di essere applicate devono essere ideate e progettate, problematica rispetto a cui la loro applicazione – che sul mercato finanziario incide ben più della ricerca - è decisamente secondaria:

5.5.4.5.7.1.6.6.1.        mentre chiunque abbia visto legare una scopa di sterpi, può poi costruirne centinaia, se anche gli si offrisse tutto il finanziamento, necessario ed agevolato,

5.5.4.5.7.1.6.6.2.        per mettere a punto un’innovazione tecnologica per produrne o più o di migliore qualità, non per questo qualunque bravo scoparo sarebbe in grado di farlo!

5.5.4.5.7.1.6.6.3.        Ogni innovazione tecnologica è prima di tutto risultato di lavoro intellettuale, che non può essere ordinato, quando e come si vuole come le patate, nè tantomeno perchè farebbe comodo per ridurre i costi!

5.5.4.5.7.1.6.6.4.        (In caso contrario non riusciremmo a spiegarci perché alcuni con un brevetto hanno guadagnato soldi a palate!)

5.5.4.5.7.1.6.7.            Potrà così darsi, che tecniche produttive non più migliorate da tempo immemorabile, ora improvvisamente diventino obsolete anche solo dopo cinque o dieci anni,

5.5.4.5.7.1.6.7.1.        talché ogni imprenditore sarà impaziente di assicurarsi le nuove, pur tutt’ora utilizzando le certo antiquate macchine precedenti.

5.5.4.5.7.1.6.7.2.        Ma, momentaneamente prescindendo da ciò, supponiamo che qualcuno abbia realizzato una dispendiosa macchina, con cui ogni utente possa raddoppiare la sua produzione;

5.5.4.5.7.1.6.7.3.        tutti ovviamente desidererebbero eliminare il loro vecchiume ed un simile ritrovato scatenerebbe una gigantesca domanda di finanziamenti; ed essendo già stata applicata la icemoney – che fà minimizzare il saggio d’interesse –

5.5.4.5.7.1.6.7.4.        questa imprevista richiesta di punta - causa intiere attrezzature industriali buttate a ferro vecchio – effettivamente potrebbe anche farlo riaumentare; ma si tratterebbe d’un fuoco di paglia, perché le merci ottenute con questa nuova tecnologia a costi dimezzati

5.5.4.5.7.1.6.7.5.        (e dimezzamento non ottenuto da una diminuzione del prezzo precedente e che quindi farebbe crollare un produttore, invece – nel nostro caso, cioè dopo il conseguimento delle nuove attrezzature – più che mai in buona salute!)

5.5.4.5.7.1.6.7.6.        nel tempo immediatamente successivo sicuramente consentirebbe ai cittadini di conseguire quegli eccezionali risparmi, sufficienti a colmare (e subito dopo anche superare) quella richiesta anomala di finanziamenti.

5.5.4.5.7.1.6.8.            Si può quindi, a buon diritto, concludere che ogni necessità di finanziamento per VERA innovazione tecnologica, è come un investimento che assicura esso stesso la propria copertura finanziaria, grazie alla successiva produzione di grandi risparmi[27];

5.5.4.5.7.1.6.9.            e simili casi non metteranno mai in difficoltà la nuova economia, né per quanto riguarda la domanda di finanziamento, né la relativa offerta:

5.5.4.5.7.1.6.10.         non appena messo fuori gioco quel denaro tradizionale - che, per tutelare gli interessi, attuava interventi innaturali ed antisociali, onde limitare i beni strumentali e conservarne la redditività –

5.5.4.5.7.1.6.11.         sarà spalancata e completamente sgombra la via del finanziamento a basso costo tanto per le abitazioni che per i mezzi d’opera.

5.5.4.5.7.1.6.12.         Perchè tutto nel ciclo vitale umano – che al massimo vigore fisico fà seguire le necessità dei figli e poi la decadenza - come anche l’impossibilità di conservazione dell’energia umana, spinge ad un accantonamento di risorse a medio/lungo termine,

5.5.4.5.7.1.6.13.         né c’è motivo di pensare che la minimizzazione del saggio d’interesse porterebbe ad una inversione di tendenza: in qualunque sistema economico l’unico interessato a ciò è stato sempre e solo quel capitale,

5.5.4.5.7.1.6.14.         ora invece costretto a dare pegno, mentre in precedenza se lo poteva permettere grazie a quel denaro tradizionale che - tra le sue altre strane ed insolite prerogative - gli consentiva di soprassedere senza danni sensibili!

5.5.4.5.7.1.6.15.         (E proprio questo era il principale motivo per cui – contro i profitti di capitale e cercando in ogni modo di eliminarli - l’economia ha sempre puntato il suo dito accusatore,

5.5.4.5.7.1.6.16.         dito purtroppo finora, subito ed immancabilmente, acciaccato tra il maglio del kapitale e l’incudine dell’Abominevole!)[28]

 

5.5.5. LA REDDITIVITA’DELL’INVESTIMENTO NON LO CONDIZIONA.

 

5.5.5.1.                    Costituire risparmio è tutt’ora e sempre sarà umano, mentre renderlo fruttifero fu capitalistico; in precedenza una diminuzione del saggio d’interesse stimolava all’economia il capitalista – che intendeva provvedere ai bisogni dei suoi discendenti e della sua vecchiaia -

5.5.5.1.1.                e maggiore era la diminuzione, maggiore lo stimolo: volendo, per esempio, ripristinare il proprio reddito dopo una diminuzione del saggio d’interesse dal 5 al 4%,

5.5.5.1.1.1.           egli era costretto ad incrementare il proprio capitale del 25% a scapito delle sue spese personali;

5.5.5.1.1.2.           mentre, se il saggio d’interesse fosse cresciuto dal 4 al 5%, egli ben difficilmente avrebbe destinato all’investimento qualcosa più del solo aumento (1%):

5.5.5.1.1.3.           [29]paradossalmente possiamo quindi concludere che, per tale categoria, il ribasso del saggio d’interesse rappresenterà una coartazione al risparmio ben maggiore di quella suscitata dagli incrementi precedenti (nell’esempio succitato il rapporto sarebbe 25 ad 1),

5.5.5.1.1.4.           – ed anche se solo ai commi 5.5.5.3.i. riusciremo a comprendere la reale portata del fenomeno d’isterizzazione conseguente a questa nuova situazione - per il momento limitandoci a memorizzare

5.5.5.1.1.5.           che l’istinto del capitalista alla conservazione del proprio reddito, ad ogni flessione del saggio d’interesse lo costringerà a far corrispondere, un aumento della capitalizzazione, diminuendo corrispondentemente le sue spese personali, (praticamente si sentirà costretto a farlo!)

5.5.5.2.                    Per noi - ben favorevoli a che ciò avvenga e che daremo il benvenuto ai suoi naturali sviluppi, ossia che, causa la minimizzazione degli interessi, l’offerta di capitale s’incrementi sino al suo suicidio rituale -

5.5.5.2.1.                per noi che intenzionalmente abbiamo progettato e realizzato la rimozione di quegli ostacoli, all’incremento della capitalizzazione, eretti dal denaro tradizionale,

5.5.5.2.2.                l’istinto or ora evidenziato è buona musica, nonché principio di prova che avverrà quanto non abbiamo ancora dimostrato,

5.5.5.2.3.                e cioè precisamente che, quando diminuirà il saggio d’interesse, non verrà a mancare nè la volontà nè la necessità di costituire nuove risorse da investire.

5.5.5.2.4.                Supponiamo avvenuta la sua flessione dal 5 al 4% per cui il capitalista dovrà aumentare i suoi investimenti del 25%, riducendo le sue spese personali:

5.5.5.2.4.1.           conseguentemnete - rinunziando a costruirsi una villa di villeggiatura (e nella costernazione di Sua Maestà il Kapitale che raccomanda i lussi!) - avvierà la costruzione d’abitazioni d’affittare,

5.5.5.2.4.2.           ma la cui ultimazione influirà negativamente sul corso degli affitti e conseguentemente anche del saggio d’interesse, che così prosegue a scendere, dal 4 al 3%;

5.5.5.2.4.3.           il nostro bravo ed avveduto capitalista è costretto a nuove rinunce e – ancorché in precedenza avesse puntato ad incrementare la dote della figlia fino a consentirle il matrimonio con quel principe, sul lastrico e nullafacente –

5.5.5.2.4.4.           ora s’adatta a lasciarle sposare il di lei amore, quel giovane e baldo imprenditore edile che, amandola, non fà questioni di dote.

5.5.5.2.4.5.           Ma con la quale, costui incomincerà subito ad erigere altri casermoni, producenti sia affitti che ulteriore contrazione del saggio d’interesse; e la storia si ripete indefinitivamente.

5.5.5.3.                    Insomma, man mano che il saggio d’intreresse scende, tanto nell’istinto di autoconservazione del nostro bravo capitalista - dunque direttamente nella più poderosa delle pulsioni umane –

5.5.5.3.1.                quanto nelle sue consuetudini è insito il desiderio di ricostituire, con un aumento di capitale, la precedente rendita, per sè e famiglia, vanificando il negativo andamento del saggio d’interesse.

5.5.5.3.2.                Passando ai numeri ed in grande, avremo il seguente andamento autoisterizzante:

5.5.5.3.2.1.           Supponiamo in 400 miliardi il capitale immobiliare in Germania; con un saggio del 5% la rendita annua sarebbe 20 miliardi, di cui 10 vengano reinvestiti in immobili, portando il patrimonio immobiliare a 410 Miliardi.

5.5.5.3.2.2.           Ma - non essendo nel frattempo variato l’ammontare globale della richiesta, l’entrata in esercizio (e quindi in concorrenza!) di questi immobili provoca una flessione del saggio d’interesse a circa il 4%, e l’incasso corrispondente a 16 Miliardi.

5.5.5.3.2.3.           Questa riduzione d’incasso (che già corrisponde ad una perdita di capitale di 100 miliardi) costringe il capitalista a disporre nuovi investimenti, pari alla maggior parte, del nuovo ricavato, e cioè, invece del precedente 50% supponiamo un 60% di 16 miliardi; avremo allora adesso, da parte capitalistica, investimenti per 9,6 miliardi.

5.5.5.3.2.4.           Ma alla precedente contrazione degli incassi dei capitalisti corrisponde un pari risparmio (4 miliardi) per la classe operaia; anche se potrebbe non essere subito così,

5.5.5.3.2.5.           qui supponiamoli per la metà conferiti a fondi d’investimento immobiliare, talchè siano sommabili a quelli di provenienza capitalistica (2+9.6) miliardi =11.6 miliardi.

5.5.5.3.2.6.           La storia si ripete e, più scende il saggio d’interesse, più cresce la possibilità di nuovi investimenti, ma con due diverse componenti dell’incremento annuo:

5.5.5.3.2.6.1.       quella di parte capitalistica è necessariamente decrescente,

5.5.5.3.2.6.2.       mentre quella di parte operaia crescente perchè, essendo ormai soddisfatti i suoi bisogni primari, cresce il suo stimolo al risparmio.

5.5.5.3.2.7.           La natura dell’investimento immobiliare sospinge quindi, quest’ultimo, come si suol dire, al suicidio rituale:

5.5.5.3.2.7.1.       tanto più scende il tasso d’interesse - consentendo maggiori investimenti immobiliari che poi aumentano la pressione su tale tasso –

5.5.5.3.2.7.2.       tanto più – ora che da parte nostra sono stati completamente eliminati quegli ostacoli, che gli avrebbe opposto il denaro tradizionale - gli diventa applicabile la legge fisica del moto naturalmente accelerato.

5.5.5.4.                    [30]Sfatiamo ora subito un’altra leggenda economica metropolitana: per attrarre l’investimento, la sua redditività è condizione più gradita che non necessaria:

5.5.5.4.1.                il risparmio è infatti una necessità sia del ciclo annuale – che fà seguire il gelido ed improduttivo inverno alle calde e rigogliose primavera-estate, sia del ciclo vitale,

5.5.5.4.1.1.           che dapprima trasforma un cucciolo debole ed imbelle in una poderosa macchina operativa, ma salvo poi fargli fare il cammino inverso, verso una vecchiaia, con ritrovata debolezza ed inanità.

5.5.5.4.1.2.           Ciò che quindi indubbiamente s’aspetta, ricerca, il risparmiatore è di poter serenamente affrontare tali periodi critici, dell’esistenza sua e della sua famiglia,

5.5.5.4.1.3.           ovviamente senza né rifiutare eventuali ritorni diretti, come l’incremento patrimoniale, precedentemente consentitogli da abitudini e consuetudini tipo quella dell’interesse, che però - dopo l’introduzione dell’iceeuro – sarà validamente sostituito dalla conservazione del gruzzolo integro,

5.5.5.4.1.4.           (dato che – in queste mutate consuetudini diventa anch’essa un’attività), né quelli indiretti, tipo una migliorata qualità della vita, onorabilità, sicurezza ecc.ra.

5.5.5.4.1.5.           Essendo sempre stato, il risparmiatore, interessato al suo ritorno totale, cioè espresso da una sommatoria di tutti i citati componenti, non ha più la minima importanza la singola grandezza degli addendi,

5.5.5.4.1.6.           talché, dopo l’introduzione dell’iceeuro, per i loro risparmi tutti i cittadini faranno bene a dimenticare e levarsi dalla testa l’idea della redditività, fissando invece la loro attenzione, sugli indiscutibili benefici indiretti.[31]

 

 5.5.5.5. DOPO L’ICEEURO: CONSEGUENTE ACCETTAZIONE DEL RISPARMIO SENZA REDDITO O DI QUELLO ALMENO RESTITUITO SENZA COSTI.

 

5.5.5.5.1.                Già in natura il risparmio è largamente presente, e sempre senza la prospettiva d’interessi: ad esempio, sia le api che i criceti risparmiano, benchè ciò non gli produca interessi, ma solo saccheggiatori!

5.5.5.5.1.1.           [32]Quindi il risparmio, accumulato sotto forma di provviste invernali, non ha mai prodotto interessi, ma, al contrario, solo preoccupazioni!

5.5.5.5.1.2.           Ed anche presso i popoli primitivi, dove magari neanche esiste il concetto d’interesse, si risparmia..... [33] perché allora uomini, diversificati solo dal loro progresso, dovrebbero regolarsi diversamente[34]?

5.5.5.5.1.3.           Tant’è vero che solo da una manciata d’anni si deposita in banca, mentre per secoli il denaro è stato nascostamente introdotto in materassi, in buchi del muro o degli alberi, sotterrato ecc.ra, e questi erano i classici modi di risparmio fino a 30 anni fa[35]!

5.5.5.5.2.                All’origine del risparmio vi è sempre una produzione di merce maggiore del proprio fabbisogno: cosa ne deriva, sia per il risparmiatore che per il sistema economico? Chi la conserverà, e chi ne pagherà i costi d’immagazzinamento?

5.5.5.5.2.1.           Né ci aiuteranno a comprendere questo fenomeno risposte tipo "il concedente il risparmio lo cede al cessionario", che solo trasferiscono il problema, ma senza definitivamente rispondere alla domanda.

5.5.5.5.2.2.            Quando qualcuno risparmia gli deve esser consentito di fruirne o farne usufruire altra persona, a condizione che questa debba restituire la stessa quantità e qualità di prodotto, sia senza interessi che senza perdita[36];

5.5.5.5.2.3.           e, per il risparmiatore, questo deve esser considerato un accordo straordinariamente vantaggioso, perchè così evita le spese di immagazzinamento e custodia:

5.5.5.5.2.4.           è un contratto di solidarietà con cui si danno 100 tonnellate di frumento fresco, in quella propria gioventù che non ne necessita, per ritrovarsele nella propria bisognosa vecchiaia! (vedi la storia di Robinson, commi 5.1.i)

5.5.5.5.2.5.           …..e - escludendo per un attimo il denaro tradizionale - la semplice restituzione di beni materiali imprestati rappresenta per il concedente, una contropartita corretta e remunerativa, perchè lo osonera dal costo e dai pericoli di quella loro conservazione

5.5.5.5.2.6.           che dovrebbero essere affrontati dal risparmiatore (cedente), che invece così li rovescia sul cessionario, anche se probabilmente costui a sua volta se ne esonererà, ad esempio, nel caso di Robinson e dello straniero, seminando il grano.

5.5.5.5.2.7.           Tuttavia questo vantaggio è a cura e spese del cessionario, che lo regala al cedente (su cui piove come il cacio sui maccheroni), e che - in caso di numero di concedenti maggiore di quello dei concessionari - potrebbe anche comportare una richiesta di pagamento (interessi negativi)[37].

5.5.5.5.1.5.           Quindi da qualunque parte lo si voglia guardare questo prestito gratuito è fondato e non appaiono vere e naturali riserve; ed oltre a giovare al popolo giova anche a tutta la produzione,

5.5.5.5.1.6.           perchè indubbiamente tanto più si fletterà il saggio d’interesse, tante più potranno teoricamente essere le realizzazioni avviate, con un sicuro massimo ipotetico in concomitanza con quell’azzeramento degli interessi, peraltro impossibile.

 

5.5.6. TEORIA DI BASE DEI PROFITTI (SUCCESSIVAMENTE SOLO RENDITE) DA CAPITALE VISTA DALLA PARTE DEL RISPARMIATORE.

 

5.5.6.1.                    Per chi, come noi, si accinga a formulare le basi di una teoria dei profitti da capitale, il punto di vista del risparmiatore non può essere privilegiato, ma neanche completamente dimenticato, sia ai fini della chiarezza della teoria,

5.5.6.1.1.                che per il gran numero di interessati, che – anche dopo la riforma monetaria - dovranno risparmiare per poter, in vecchiaia, sopravvivere tranquillamente e senza lavorare; evidentemente gli si presenta subito il problema di come farlo.

5.5.6.1.2.                Per quanto precedentemente detto, l’accumulo di prodotti propri od altrui é subito da escludere, nonchè, ovviamente, anche una tesaurizzazione in iceeuro:

5.5.6.1.3.                mentre si dovrà prendere in seria considerazione prima di tutto il prestito, senza interessi ad operatori economici, che - volendo ampliare il loro giro d’affari -

5.5.6.1.4.                preferiscano una restituzione graduale e la più lontana possibile, però senza sottovalutare il pericolo di loro bancarotta, comunque superabile con un’assicurazione (premio di rischio),

5.5.6.1.5.                che, in qualunque operazione di finanziamento, è anche ora abituale, onde ottenere una riduzione del saggio d’interesse.

5.5.6.2.                    Alternativamente, volendosi mettere in una botte di ferro, il nostro risparmiatore potrà costruire, con i suoi risparmi, una casa d’affitto, di cui l’inquilino gli pagherà in rate mensili quello stesso ammortamento,

5.5.6.2.1.                che figura anche attualmente come componente del canone, rimborsandogli ratealmente il valore dell’investimento, ma fermo restando che ogni categoria immobiliare ha tempi diversi d’ammortamento, perché il risicare è sempre stato direttamente proporzionale al rosicare:

5.5.6.2.2.                ad esempio, per chi si accontenterà del 2% annuo, andrà bene l’investimento in una solida casa, mentre quello in navi arriverà al 10% e magari addirittura al 30 % quello in una fabbrica d’esplosivi;

5.5.6.2.3.                ma comunque ci sarà, sempre e certamente, una tipologia d’investimento adatta a qualunque durata ed esigenza.

5.5.6.3.                    Come tutt’ora - anche se dopo 4000 anni – nel loro fortunato visitatore - reso doverosamente ammirato, silenzioso e riconoscente - la visione delle piramidi fà riaffiorare, con buona approssimazione, il terribile sforzo degli Ebrei che le costruirono,

5.5.6.3.1.                altrettanto, le quote d’ammortamento, corrisposte dall’inquilino, faranno riaffiorare il notevole e oggi finalmente sociale investimento, effettuato pro-suo utente dal costruttore di qualunque casa[38]:

5.5.6.3.2.                oggi finalmente sociale e gratuito - è vero - ma pur sempre con il comodo, ed assolutamente da non sottovalutare, vantaggio che il risparmiatore riceverà, questi suoi risparmi, al momento giusto e condotti senza perdita attraverso tutto il transitorio d’attesa.

5.5.6.3.3.                Insomma chiunque finanzierà gratuitamente un casermone da reddito, si troverà esattamente nella stessa posizione, di colui che abbia prestato contro pegno, senza interessi e con restituzione rateale;

5.5.6.3.4.                e precedentemente era apprezzatissimo che le compagnie assicuratrici evitassero, ai piccoli risparmiatori, tutte le fonti di possibili preoccupazioni, avendo coi loro soldi costruito case, navi, fabbriche ecc.ra,

5.5.6.3.5.                con i cui fondi d’ammortamento poi si pagava loro una pensione vitalizia, in genere inversamente proporzionale allo stato di salute del contraente ed invece direttamente proporzionale all’età.

5.5.6.3.6.                Tutti questi arrangiamenti pensionistici non si preoccupano degli eredi; e mentre la bara viene chiusa, trasformando in chiodi gli ultimi soldi delle sue sostanze, il risparmiatore porta via con sè tutte le risorse, da lui prodotte[39].

5.5.6.4.                    Del resto, poichè - non appena si sia liberato il lavoro dall’esoso fardello dei profitti di capitale - tutti avranno il necessario e non ci sarà più nè la necessità di lasciare un patrimonio,

5.5.6.4.1.                ma neanche di ereditarlo, perchè, scaricato di quel fardello, ogni giovane getterà via le sue stampelle come il fanciullo di Naim[40], producendo egli stesso i suoi averi e ciò che gli serve,

5.5.6.4.2.                nonchè in più foraggiando, con i redditi del proprio lavoro, le casse dei tradizionali investitori, in rapido svuotamento per i vitalizi pagati ai di lui genitori[41].

5.5.6.5.                    Con simile consuetudine però s’istituzionalizzerebbe un altro problema: sappiamo come sia sempre stato il successivo ritorno economico – assicurato dalla rendita agraria ad invogliare alla bonifica, alla deforestazione ed all’eliminazione della sassosità dei suoli -

5.5.6.5.1.                né più né meno come é il gettito, mese dopo mese, delle quote d’ammortamento a stimolare la realizzazione d’una fabbrica, o d’un casermone da reddito:

5.5.6.5.2.                ma quando, per chiunque, conscio della propria mortalità, si sarà instaurata la consuetudine di godersi i frutti della propria diligenza, preoccupandosi dei tempi del loro recupero, quindi scrupolosamente evitando di finanziare pro posteri,

5.5.6.5.3.                (e quindi altrettanto scrupolosamente limitando gli investimenti a durate d’ammortamento riscuotibili in vita);

5.5.6.5.4.                il finanziamento di qualunque grande opera - pur notoriamente così importanti e necessarie – ma non ricadente nella condizione succitata non sembrerà più cosa da mortali;

5.5.6.5.5.                ([42]è il colmo della generosità ma forse un po’sciocca quella vecchia guardia forestale che, sul suo letto di morte, ancora dà istruzioni per quel rimboschimento, alla cui ombra mai potrà passeggiare, perché per la sua dimensione è veramente un affare di Stato!):

5.5.6.6.                    Quindi, [43]imponendo le precedenti disposizioni antiereditarie, solo gli immortali, cioè le collettività, che vivono l’eterno, potranno affrontare le grandi opere;

5.5.6.6.1.                e – dato che questo lavoro frutterà, come è sempre stato, più che altro ai posteri - saranno solo esse tanto a far esplodere le rocce, quanto a finalmente intraprendere quelle grandi opere,

5.5.6.6.2.                rese possibili anche grazie alla disponibilità economica creata dall’iceeuro eliminando gli interessi.[44]

 

5.5.7. APPETIBILITA’DELL’INVESTIMENTO A LUNGA SCADENZA ED IMMOBILIARE.

 

5.5.7.1.                    Però da più parti si sostiene, che quando l’investimento immobiliare non li produca, non si costruiranno più nè case d’affitto, nè fabbriche, nè fornaci ecc.ra.,

5.5.7.1.1.                preferendo ognuno cuccarsi in proprio i propri soldi, piuttosto che costruirci case d’affittare[45] per farci vivere, profittoesenti, altri tarlucci, tra taralluci e vino!

5.5.7.1.1.1.           Ma così comportandosi si dimostrerebbe di non aver capito un bel niente della nostra affermazione sulla scomparsa dei profitti, sulla profittoesenzione!

5.5.7.1.1.2.           Perche non tutta la pigione, ma solo la parte formata da interessi è illecita, immorale e da estirpare, in quanto assimilabile alla rendita agraria per il terreno; ma non certo l’ammortamento – per cui vale il biblico cuique suum –

5.5.7.1.1.3.           nonché migliorie, assicurazioni, riscaldamento ed altri servizi condominiali, tasse varie,

5.5.7.1.1.4.           anche se effettivamente, soprattutto nelle grandi città, l’interesse sul capitale spesso rappresenta anche un 70- 80% del canone totale, ridotto al 20-30% solo nel circondario;

5.5.7.1.1.5.           ed eliminandolo s’avrebbe una pigione costituita solo da rimborsi spese, contro cui non protesterebbe più nessuno, da una parte, ma dall’altra pur sempre sufficienti ad impedire che ognuno pretenda un intiero palazzo solo per sè.

5.5.7.1.1.6.           E stessa cosa avverrà anche per i beni strumentali – in cui attualmente si verifica lo stesso netto predominio degli interessi - ed i cui futuri ratei, invece, li escluderanno, limitandosi al rimborso spese.

5.5.7.2.                    Anche se indubbiamente farà la parte del leone, l’investimento immobiliare quindi non lascerà definanziate neanche le 2.653 società per azioni tedesche con, nel 1911, 9.201.313.000 marchi di capitale ed ammortizzanti annualmente 439.900.475 marchi, cioè mediamente circa un 5%;

5.5.7.2.1.                e ciò significa che - senza ulteriori investimenti per ammodernamento e riparazioni - il capitale suddetto sarebbe completamente ammortizzato in 20 anni.

5.5.7.3.                    Quindi in generale, già nel futuro prossimo dopo l’introduzione della riforma, gli attuali redditieri non si devono immaginare immediatamente e completamente ridotti alla fame ed alla disperazione:

5.5.7.3.1.                al netto dei costi condominiali e gestionali essi continueranno pur sempre a riscuotere un reddito da quote d’ammortamento:

5.5.7.3.2.                su cui – ancorché non ricevano più incrementi di reddito dagli interessi dato che più nessun azionista potrà attendersene dai propri titoli azionari, ma solo il rimborso degli ammortamenti –

5.5.7.3.3.                potranno sempre attuare qualche risparmio da reinvestire, in modo da potercisi continuare a sostentare per tutta la vita,[46]

5.5.7.3.4.                contemporaneamente contribuendo a mettere la loro partecipata in condizioni d’ammodernare quel parco-mezzi, che altrimenti, senza nuovi ammodernamenti e/o sostituzioni, pian piano si ritroverebbe a pezzi.

5.5.7.4.                    Comunque il grosso di questi rifinanziamenti, un po’alla volta verrà sottoscritto dagli stessi dipendenti dell’azienda – come anche da nuovi risparmiatori d’estrazione operaia –

5.5.7.4.1.                che ormai, avvantaggiati dal non dover più pagare interessi, effettueranno tali immobilizzazioni per assicurarsi la loro vecchiaia, sempre grazie alle solite quote d’ammortamento.

5.5.7.4.2.                Così, anche se queste immobilizzazioni ormai non offriranno più incrementi patrimoniali parassitari, esse saranno ugualmente ambite per evitarsi la perdita, da squagliamento monetario e le spese di conservazione e custodia di questi accantonamenti, fino al momento dell’effettivo bisogno;

5.5.7.4.3.                e in questo modo – dato che i giovani risparmiano per la vecchiaia e tra il primo ed il secondo intercorrereanno parecchi decenni – le necessità pensionistiche vengono trasformate in investimenti, con ampio valore e significato sociale.[47]

 

5.5.8. L’ICEEURO AVVIA UNA SOCIETA’VERAMENTE FONDATA SUL LAVORO.

 

5.5.8.1.                    Abbiamo ripetutamente osservato che - grazie alla sua potenzialità d’anchilosare il commercio, con i suoi magheggi - il denaro, oltre che nostro mezzo di scambio era già nascostamente kapitale;

5.5.8.1.1.                mentre - riuscendo a privarlo di questa sua prerogativa, cioé della potenzialità di procacciare premi di liquidità per il suo padrone - esso continuerà a rimanere sempre mezzo di scambio, ma non più reo[48]; e contro queste conclusioni non c’è nulla da dire, perchè ineccepibili.

5.5.8.1.2.                L’iceeuro attua ciò; e, come, nel baratto, l’una nei confronti nell’altra, le merci non son mai kapitale, ma solo mezzo di scambio, così necessario al commercio,

5.5.8.1.2.1.           l’iceeuro è il decongestionante che, nei tempi lunghi, riuscirà a far decantare il nostro involuto sistema economico, progressivamente spurgandolo di tutti i residui profitti, fino a farci pervenire ad una società veramente fondata sul lavoro:

5.5.8.1.2.2.           beninteso nei tempi lunghi, perché al primo colpo d’ascia cadono le ghiande, ma né le querce, né i profitti di capitale e solo un illuso potrebbe aspettarsi un risultato, similmente magico,

5.5.8.1.2.3.           soprattutto emergendo da una situazione finanziaria, costruita e gestita non dall’iceeuro ma dal suo predecessore, cioè il denaro tradizionale, e per di più per scopi e finalità decisamente opposti e deleteri[49]!

5.5.8.2.                    Fintanto che sul mercato finanziario ancora perdurerà una sproporzione fra domanda ed offerta, questa situazione indubbiamente consentirà, ancora e sempre, i profitti di capitale,

5.5.8.2.1.                e, sicuramente, in quel transitorio sarà opportuno nonché vantaggioso corrisponderli, anche per i nuovi prestiti in iceeuro: [50]tuttavia vi sarà una grossa differenza, forsa inavvertita ai più, ma invece veramente sostanziale:

5.5.8.2.2.                i profitti non saranno più pagati, come in passato, per il fatto che l’investimento in beni strumentali doveva rendere quanto il premio di liquidità (ormai eliminato), pena il definanziamento dei primi,

5.5.8.2.3.                ma solo perchè la domanda di prestiti momentaneamente supera l’offerta, e per bilanciarle è necessario offrire quello stimolo (premio d’astensione)[51];

5.5.8.2.4.                e mentre la prima proposizione – che poteva permanere eterna ed immutabile solo col denaro tradizionale – è ora già risolta,

5.5.8.2.5.                ora appare all’orizzonte ed automatica anche la soluzione finale della seconda, perché sarà semplicemente la contrazione dei profitti di capitale da una parte,

5.5.8.2.6.                e dall’altra la mancanza di alternative ad adeguare l’offerta di finanziamenti alla domanda, e poi a scavalcarla!

5.5.8.3.                    [52]Infatti – anche se, per i beni strumentali, già sarebbe stata ingiusta, ma almeno più accettabile, una remunerazione rappresentata da una frazione minoritaria delle sole merci, prodotte in più grazie ai macchinari-oggetto del prestito

5.5.8.3.1.                nessuno sembrava essersi accorto dell’enorme pericolo di lasciarla invece condizionare da un’entità completamente estranea ed indipendente (premio di liquidità), che già c’entrava come i cavoli a merenda,

5.5.8.3.2.                essendo collegata al profitto ottenibile sulla totalità delle merci necessitanti del denaro come mezzo di scambio, cioè su un insieme completamente distinto ed infinitamente meno rimovibile del precedente.

5.5.8.3.3.                Quest’assurdo aut-aut[53] dei profitti di capitale dovuti sia per interesse, che alternativamente per premio di liquidità – che già comportava l’impossibilità materiale di finanziamento per quei beni strumentali comportati un aumento di produzione significativo ma comunque minore di quello -

5.5.8.3.4.                aveva come conseguenza che i capitalisti li avrebbero pretesi sia dopo il raggiungimento dell’equilibrio tra domanda ed offerta di finanziamento,

5.5.8.3.5.                nonché – peggio ancora – dopo lo scavalcamento e finanche in caso di eliminazione, legale o religiosa, del saggio d’interesse!

5.5.8.3.6.                Mentre, con l’entrata in vigore dell’iceeuro ma finché la parità tra domanda ed offerta non sia stata ancora raggiunta, quantomeno quel sia… che…sarà stato definitivamente spezzato,

5.5.8.3.6.1.           costringendo il saggio d’interesse a pretendere solo una parte dei vantaggi realizzabili nella produzione:

5.5.8.3.6.2.           esso ora sarà non solo un’accettabile parte del maggior prodotto, ottenuto a parità di costi grazie ai macchinari-oggetto del prestito, ma anche decisamente destinato ad estinguersi al conseguimento della parità tra domanda ed offerta finanziaria.

5.5.8.4.                    [54]Quindi l’iceeuro già dal momento della sua introduzione incomincerà ad infliggere colpi mortali a quell’indigenza, ereditata dal capitalismo, fermo nell’intenzione di farla sparire, forse non domani, ma comunque sparire: diamogli fiduciosamente tempo!

5.5.8.4.1.                …..anche se, fino a quel momento, profitti di capitale – ma non più provenienti dalla transazione commerciale[55]- continueranno a contaminare i beni strumentali e, conseguentemente, anche le merci,

5.5.8.4.2.                perché questa situazione non potrà sopravvivere lungamente, e l’iceeuro consentirà al proletariato - come conseguenza di lavoro indefesso e non più interrotto da crisi - di metter su quella corposità[56],

5.5.8.4.3.                dinnanzi a cui i profitti di capitale se la danno a gambe, come hanno sempre fatto nel passato ed ancora e sempre dovranno fare:

5.5.8.4.4.                poverini……….abituati a divorare sudore e sangue del popolo, son letteralmente allergici ai grassi, alle floride condizioni economiche, non riescon propio a digerirli………. per essi son autentico veleno!

5.5.8.5.                    E’quindi del tutto d’aspettativa che, nei mercati finanziari e per un lasso di tempo anche dopo la riforma monetaria, la disparità tra domanda ed offerta, continuando ad esistere, apporterà ancora profitti di capitale, salvo attenuarsi poco a poco:

5.5.8.5.1.                non basterà certo né qualche giorno di lavoro, nè qualche torchietto stampa-denaro a far immediatamente scomparire l’effetto millenario del denaro tradizionale, cioè la rarefazione degl’investimenti!

5.5.8.5.2.                Deludendo la nostra eterna e pia speranza, ma la cartamoneta ed il suo meritato credito, la nostra multicolore nuova banconota, non potrà, ovviamente, sopperire in un amen alla mancanza di case, navi, fabbriche, ma sicuramente ci riuscirà col tempo,

5.5.8.5.3.                soprattutto se - maledicendo quella miserabile povertà, ereditata dal denaro tradizionale - il popolo lavorerà di tutto cuore:

5.5.8.5.3.1.           indubbiamente, solo grazie all’iceeuro ma senza il sudore del proletariato, neanche una breccola prenderebbe il suo giusto posto, nelle città mancanti di case [57]!

5.5.8.5.3.2.           Né saranno le presse, pur avendo stampato l’iceeuro, a fornir, da sole al mare finanziario, le masse d’acqua, indispensabili per l’annegamento del saggio d’interesse,

5.5.8.5.3.3.           e - per riuscirci e prima che si possa parlare di cessazione degli interessi - occorrerà lavoro pluriennale, indefesso e forsennato.

5.5.8.6.                    Non basta che la libertà si profili all’orizzonte…….poi, come qualunque altra donna, essa dev’essere conquistata, nè farà certo eccezione quella dai profitti di capitale:

5.5.8.6.1.                solo grondante di fatica e di sudore il popolo potrà finalmente prender possesso di case e fabbriche definitivamente libere da profitti di kapitale, così definitivamente guadagnandosi la società futura, non più da esso contaminata![58]

 

5.5.9. F.A.Q.[59]

 

5.5.9.1.                    G.: "Noi abbiamo già illustrata questa nuova teoria dei profitti da capitale con così tante pagine da poter ora, in chiusura, porci e rispondere a quelle domande che, precedentemente non sarebbe stato opportuno ammettere,

5.5.9.1.1.                dato che per la loro corretta comprensione potevano essere necessarie conoscenze e visioni globali, conseguite solo alla fine della lettura del libro." [60] Sono a Vostra disposizione:

5.5.9.2.                    Domanda: "Sembra quasi che l’acquirente della merce in realtà sia convinto non di aver comprato, ma di aver consentito, al fabbricante, un prestito contro pegno (la merce), pegno con esclusione del riscatto e conseguente mandato a venderla,

5.5.9.2.1.                e che, col premio di liquidità - non per niente dello stesso ordine di grandezza del saggio d’interesse - il concedente abbia inteso indennizzarsi per il periodo di tempo, cioè quello fino alla vendita della merce, in cui permarrà privo del denaro. E’pensabile una schematizzazione del genere?"

5.5.9.2.2.                G.: "No!: [61] tranne il valore, il premio di liquidità non ha nient’altro in comune col saggio d’interesse, perchè lo scambio di denaro contro merce e lo scaturitone margine non ha mai avuto niente in comune con un prestito, nè tanto mai fu stabilito dalla legge della domanda e dell’offerta.

5.5.9.2.2.1.           Il produttore semplicemente dava, in cambio del denaro, la sua merce, in un particolare baratto sproporzionato, da cui era cioè possibile ottenere il premio di liquidità solo perchè, in questo scambio, il titolare del denaro - a differenza del produttore - si poteva permettere d’aspettare o addirittura di non attuarlo.

5.5.9.2.2.2.           Il premio di liquidità insomma esprimeva la differenza in praticità[62] offerta dall’uso del denaro come mezzo di scambio, del pagamento in denaro rispetto a d.c.v., baratto ed economia primitiva),[63]

5.5.9.2.2.3.           e per quanto denaro ci fosse in circolazione, ciò ugualmente non avrebbe fatto desistere i suoi possessori dal pretendere quell’ormai consuetudine, rinunziando al premio di liquidità.

5.5.9.2.2.4.           [64]Quindi è erroneo, da parte del proprietario del denaro intestardirsi nel maneggiare i beni materiali non come un’entità ormai scambiata, ma come un pegno, che come qualunque pegno deve offrire un plus di garanzia, rappresentata appunto dal premio di liquidità.

5.5.9.2.2.5.           Se l’agrario – in un certo senso - impresta la terra al locatore, il proprietario la casa all’inquilino, il fabbricante la fabbrica agli operai, il banchiere il denaro al debitore,

5.5.9.2.2.6.           in realtà il commerciante (che poi, alla fine del ciclo economico, dalle merci ottiene profitto per sè) non ha imprestato, ma scambiato.

5.5.9.2.2.7.           Tant’è vero che, a fine contratto, tutti gli altri devono restituire quello che avevano ricevuto, mentre il commerciante ha ricevuto, in cambio del suo denaro, qualcosa di completamente diverso, su cui lucra in proprio:

5.5.9.2.2.8.           quindi la transazione commerciale nulla ha in comune col prestito, ed il premio di liquidità veniva prodotto da ben altre circostanze che non dall’applicazione del saggio d’interesse al valore dei beni materiali (merci),

5.5.9.2.2.9.           talchè sarebbe stato sicuramente opportuno evitare, fin dal principio, di chiamare questi due concetti, così diversi tra di loro, con la stessa parola [65].

5.5.9.2.2.10.        [66]Inoltre, per assimilare il commercio ad un 'prestito di denaro', si sarebbe dovuto sorvolare su una sostanziale caratteristica, di quest’ultimo, cioè che prestazione e restituzione son sempre state [67]diacrone, generando quel lasso di tempo alla base del calcolo degli interessi,

5.5.9.2.2.11.        mentre in uno scambio 'denaro contro merce', prestazione e restituzione avvengono contemporaneamente: [68]la chiusura dell’operazione di prestito è pertanto diacrona, mentre quella della trattativa commerciale è sincrona......

5.5.9.2.2.12.        ..... chi entra nel negozio, prende, paga, esce e la faccenda è completamente chiusa, ognuno dà e contemporaneamente riceve il dovuto. (A richiamare l’attenzione su una diacronicità creatrice di profitto è stato il grande economista austriaco Böhm-Bawerk, su cui tornerò in seguito, per non interrompere il filo del discorso.)

5.5.9.2.2.13.        Dove e quando sarebbe iniziato un prestito? Di prestito si può parlare in molti casi, di bisogno, di miseria, d’indebitamento, in tutti gli altri casi d’impossibilità di pagare pur volendolo fare.......

5.5.9.2.2.14.        Chi non ha contanti per pagarlo e compra un filone di pane a credito effettivamente riceve un prestito e dovrà pagare il prezzo maggiorato d’interessi;

5.5.9.2.2.15.        ma nei confronti del contadino, che ha portato al mercato un carico di grassi maiali, e li scambia contro denaro, è impensabile parlare d’indebitamento e di miseria.

5.5.9.2.2.16.        Il concedente di un prestito dà per sua eccedenza ed il concessionario prende per sua mancanza, mentre in uno scambio ognuno converge con, allo stesso tempo, sovrabbondanza di un articolo e carenza dell’altro, la mancanza di ciò che si desidera, la sovrabbondanza di ciò che si offre.

5.5.9.2.2.17.        Il premio di liquidità non ha quindi assolutamente nulla in comune con gli interessi di un prestito, esso sarà, a seconda dei punti di vista, un’imposta, un dazio, una rapina, qualunque altra cosa, ma certamente non mai un prestito.

5.5.9.2.2.18.        Esso è, sotto certi aspetti, un’istituzione suis generis, un concetto partorito dagli operatori economici, affinchè il commerciante sia pronto a pagare interessi per un prestito di denaro, sapendo di poter così ottenere uno sconto sulle merci.

5.5.9.2.2.19.        Infatti, se sparisse il premio di liquidità, se il denaro perdesse quella capacità di produrlo, nessun commerciante, per l’acquisto di merci, contrarrebbe più prestiti, gravati da interessi.

5.5.9.2.2.20.        [69]Ma, avendo menzionato la sua ricerca al comma 5.5.9.2.2.1.2. torniamo a Böhm-Bawerk, per cui è del tutto naturale, che un bene presente debba essere sottovalutato[70] rispetto ad uno futuro, e su questa premessa egli fonda anche tutta la sua nuova teoria dell’interesse.

5.5.9.2.2.21.        Ma perché ciò dovrebbe esser naturale? In merito egli fornisce quest’insolita spiegazione da beverendo: perché quando si è comprato il vino, nella cantina, più passa il tempo, e migliore e più costoso diventa!

5.5.9.2.2.22.         Ma quindi, giacchè il vino (però Böhm-Bawerk faticherebbe molto a reperire una seconda merce altrettanto miracolosa, ammesso e non concesso che ci riesca!),

5.5.9.2.2.23.        a quanto pare senza nè lavoro, nè costi, nè altri accorgimenti, quindi anche senza spese di magazzinaggio, nella cantina diventa migliore di anno in anno,

5.5.9.2.2.24.        anche le merci rimanenti, patate, farina, polvere, calcare, pelli, legno, ferro, seta, lana, acido solforico, abiti ecc.ra lo faranno?

5.5.9.2.2.25.        Ma se questa asserzione fosse giusta, allora sì si potrebbe facilmente vivere di rendita, sopraggiungente come la manna dal cielo ed in modo del tutto imprevisto:

5.5.9.2.2.26.        basterebbe accumulare merce a sufficienza (e per questo ci sono apposta la fertilità inesauribile del suolo, la produzione industriale ed un vero esercito di disoccupati),

5.5.9.2.2.27.        e poi - dato che un potenziamento del gusto, in campo economico, si tira sempre appresso anche un incremento di valore - tutto il popolo potrebbe vivere consumando, annualmente, il valore aggiunto dall’immagazzinaggio, senza nè più lavoro, nè alcun altro problema!

5.5.9.2.2.28.        Purtroppo ciò non si verifica ed al contrario - con tutto il rispetto[71] per Böhm-Bawerk, che fino alla sua morte, nel 1914, fu uno stimatissimo ricercatore in materia di rendite da capitale, e le cui opere son state tradotte in molte lingue! –

5.5.9.2.2.29.        si può concludere, assai più logicamente e supportati dall’esperienza, che - dato che con l’eccezione del denaro e del vino - tutte le altre merci in breve tempo si trasformano in relitti e marciume, e quindi, alla fin fine, prima o poi, lo faranno anche vino e denaro!

5.5.9.3.                    Domanda: "Al comma 5.5.8.3.1. e seguenti Lei richiama l’attenzione sulla pericolosità di far dipendere il finanziamento dei beni strumentali da un valore, in un certo senso, assoluto, come il premio di liquidità, mentre sarebbe giusto correlare il costo di simili operazioni solo alla maggiore quantità o qualità di prodotti ottenuta; può tornare sull’argomento, a me non ben chiaro?"

 

5.5.9.3.1.                G: "Ai commi 5.5.4.5.7.1.6.8. mi ero soffermato sul carattere sociale dell’innovazione tecnologica, nella sua veste di apportatrice di benessere per la popolazione: è quindi indubbio che essa debba essere favorita e, soprattutto, attuata, addirittura prescindendo dal vantaggio economico del produttore, mentre si sa come costui veda solo attraverso le deformanti lenti del profitto:

5.5.9.3.2.                facciamo il caso di un’innovazione tecnologica che apportasse, nella produzione, un risparmio pari al premio di liquidità maggiorato di costi di gestione ed ammortamento (cioè, in pratica, un’innovazione no profit[72])........ essa allora lascerebbe indifferente l’imprenditore mentre, dal punto di vista sociale, andrebbe, sicuramente ed ugualmente, attuata.

5.5.9.3.3.                Così il premio di liquidità aveva anche un costo sociale, costituendo, in passato, il plafond del finanziatore, cioè la sua pretesa minima di remunerazione, salvo poi, mantenendo artificialmente insufficiente l’offerta di finanziamento, costringere il produttore ad abbandonargli molto di più, cioè una gran parte del valore della maggiore produzione, resa possibile dal bene strumentale da lui finanziato.

5.5.9.3.4.                [73]E questa situazione continuerà ad esistere ancora per un po’anche dopo l’introduzione dell’iceeuro [74], con la conseguenza: che fintantoché profitti di capitale siano ricaricati sopra il prezzo dei beni strumentali,

5.5.9.3.5.                poi, per ammortizzarli, dovrà inevitabilmente esserlo - almeno pro quota parte - anche la produzione ottenutane, beninteso non commercialmente parlando, cioè non nel momento in cui si forma il prezzo finale, ma a monte, in quel costo di produzione che ancora ingloba profitti.

5.5.9.3.6.                Più precisamente, ben al di fuori della circolazione delle merci, ma ovunque si attui la concessione di un prestito per l’acquisto di un bene strumentale

5.5.9.3.7.                (e quindi non a causa del suo prezzo nè quindi per la necessità dell’acquisto in quanto tale, ma solo come conseguenza d’averlo acquistato a debito e conseguentemente corrispondendo interessi),

5.5.9.3.8.                fintantochè il bene strumentale sia contaminato da profitti di capitale, poi lo sarà anche, inevitabilmente, pro quota, anche il prodotto ottenutone.

5.5.9.3.9.                Invece il denaro tradizionale, estraeva i suoi profitti (premio di liquidità) non tanto dal singolo debitore, ma da un coacervo di essi dante origine alla circolazione della merce: esso quindi aveva conficcato il suo muso di vampiro[75] direttamente nelle vene del popolo.

5.5.9.3.10.             mentre con l’iceeuro – che certamente di per sè, finito il transitorio suddescritto, non consentirà mai più la contaminazione con profitti - si è tolto al mezzo di scambio quel risvolto vampiresco[76], non permettendogli più loro estorsione in nessuna circostanza.

5.5.9.3.11.             Infatti, con la riforma dell’iceeuro, il premio di liquidità sparisce definitivamente, perchè l’iceeuro, come mezzo di scambio, ha esattamente gli stessi difetti delle merci:

5.5.9.3.12.             è esattamente come se noi, come mezzo di baratto di ferro e frumento proponessimo patate..... e si son mai viste patate ottenere premio di liquidità da ferro e frumento?

5.5.9.3.13.             Tuttavia anche quando, con l’iceeuro, sia sparito il premio di liquidità, come detto sopra, il terreno non sarà ancora pronto per una totale e definitiva sparizione dei profitti di capitale: ci si arriverà senz’altro, ma non immediatamente.

5.5.9.3.14.             Ed anche l’iceeuro dovrà sopportare, pazientemente, il destino dei beni strumentali, condannati - ma ancora per breve tempo e solo finchè la domanda non sia eguagliata dall’offerta - a produrre interessi."



[1] N.d.t. : PER L’ OPPORTUNA CONOSCENZA DEL LETTORE : In questo capitolo ti troverai di fronte non ad una semplice traduzione, ma anche ad una riorganizzazione del testo, di cui ti devo spiegar le ragioni  ; ma prima di tutto una constatazione empirica : si redige testo o  di mestiere (tipo cioè Balzac, che scriveva un romanzo dal principio alla fine, frase dopo frase e capitolo dopo capitolo) ; o di ritrovamento, aforistica che dir si voglia, cioè sotto intuizione, sotto ispirazione improvvisa, momentanea, ed impetuosa, cui la mano mai e poi mai riuscirebbe a star dietro. In quest’ ultimo caso, allora, si memorizzano – rapidamente e nelle circostanze più svariate e magari anche con solo poche righe talvolta addirittura stenografiche o criptiche (cioè notazione che ha un senso solo per chi l' ha fatta, ma non per altro lettore) – i concetti essenziali, rimandando ad un secondo momento la redazione e stesura tecnica definitiva, operata per opportuna ricucitura del materiale così raccolto. Neanche geni, tipo Mozart, che ti scrivono di mestiere decine e decine di pagine ispirate, senza nè un' esitazione nè una correzione, sembrano sfuggire a questo principio : essi semplicemente possiedono capacità mnemoniche tali da permettersi di trattenere e riordinare tutto nella loro testa (in merito alla memoria musicale di M., è noto che, dopo averla udita  una sola volta, per sfida riscrisse l' intiera partitura polifonica di una splendida messa solenne, il cui spartito era tenuto rigorosamente segreto !). Lo scrivere aforistico doveva essere abituale per G. almeno quanto lo é per me, ed Egli, in previsione della nona edizione di NWO (a causa della sua morte poi curata da Walker) stava raccogliendo materiale per un aggiornamento - usufruendo anche sia di critiche malevole, a cui replicare, che di altre, costruttive, da recepire - evidentemente annotando il tutto disordinatamente, sui margini della precedente edizione e massimamente sui capitoli 5.6. e 5.7. ; tuttavia la posizione della modifica non necessariamente significa che l’ autore la vedesse in quella posizione. Sospetto invece che il curatore abbia proprio fatto ciò, poiché una gran parte dei due capitoli (questo 5.5. ed il 5.6) è omogeneizzata, dalla mano maestra dell' autore) ma poi improvvisamente vi compaiono i cavoli a merenda, argomenti alcuni sempr estremamente interessanti, ma così estranei (ed invece ricucibilissimi logicamente altrove) da far pensare ad uno sprovveduto uso del  'Nachlass' (lascito incompiuto). ....... Che rincrescimento che G. non disponesse della videoscrittura, che oggi ci avrebbe consentito di conoscere la Sua vera revisione !! Il colmo dei colmi arrivava con l’ ultimo comma (l’ ho cancellato !) con scuse per la sovrabbondanza e le inutili ripetizioni : curatore, non scusarti del disordine………METTI IN ORDINE ! W. INVECE - più da filologo che non da curatore vero e proprio e, mi piace credere,  intuendo il mio arrivo (vedi anche la sua prefazione) ha fatto per viltade il gran rifiuto e si é tirato indietro, con un venit fortior quam me post me (Marco, 1.7) ; egli ha rispettato l' eterogeneità del capitolo, in modo quasi imperdonabile e senza neanche preoccuparsi né d’ informare che, in parecchie parti, si trattava di una scaletta ancora da svolgere ed interrotta dalla morte, né d’ indicare dove presumibilmente finiva il testo già omogeneizzato e dove incominciava la scaletta ; i traduttori inglese e spagnolo, almeno e molto saggiamente, dove secondo loro si fratturava il filo hanno sovente lasciato un doppio rigo in bianco, mentre W. ha appiccicato tutto, comma addosso a comma, come se si trattasse d’ un testo ultimato. La conseguenza era che il lettore – che non si fosse reso conto della situazione – emergeva dal capitolo sempre ammirato, ma anche frastornato,  con un giudizio sgradevole sulla capacità di redazione dell’ autore, almeno in sua vecchiaia ; o, quantomeno, con un ironico talvolta dormicchia pure il buon Gesell !…. che non poteva che nuocere all’ importanza culturale e politica dell’ uomo e della sua opera. Condivido il giudizio che la maggior parte del capitolo Nachlass era indubbiamente troppo interessante per non pubblicarlo, ma depreco l’ organizzazione, datane, penso dal curatore, perchè sicuramente dannosa all' apprezzamento e godimento dello straordinario autore ; secondo me la scelta filologica doveva portare ad un Nachlass di tipo nietzschiano, con i singoli argomenti semplicemente divisi e numerati in ordine progressivo, mentre la scelta d’ ammiratore e di continuatore doveva orientarsi appunto ad una riorganizzazione del capitolo, mostrando al lettore cosa sarebbe dovuto venirne fuori. Ciò ho fatto, non da filologo ma da figlio adottivo e continuatore, da indubbiamente anziano, ma non così povero d' ore di induplicabile vita da negarne qualcuna alla valorizzazione dell' opera del mio amato predecessore e genitore teorico; ho puntato molto al risultato, un po’ come Engels (*) aveva fatto con il premorto Marx. Tra noi vi è una tale identità, sia di vedute che di pensiero e – mi auguro per me – di forma che spero di non averlo fatto sfigurare con questa sonata a quattro mani ! Ho cercato di dar nota di tutti gli spostamenti effettuati – come ho fatto nei capitoli precedenti che però, a differenza di questo, ne avevano bisogno im misura molto ridotta–  ; state solo tranquilli che ho adattato (o costruito ex novo) il minimo indispensabile. Il capitolo era comunque sovrabbondante e molti commi tuttavia (vedi commi 5.5.9.i), anche se ugualmente interessanti, aggravavano, appesantivano inutilmente il capitolo, senza un reale costrutto : non sarebbe stato difficile trovar la loro giusta collocazione altrove, ma, sia preferendo evitare un eccesso di manipolazione ma anche in considerazione che le loro caratteristiche potevano prestarsi a tale uso - ho preferito, creare con esse un paragrafo di FAQ (acronimo di Frequently Asked Questions = Risposte a questioni formulate frequentemente), prefabbricando io la domanda ed utilizzando il testo di G. per la risposta : in un capitolo FAQ, infatti, la disomogeneità del testo è una caratteristica peculiare - si tratta di scritti del tipo 'a domanda risponde' - e quindi essa non dà più fastidio.) Non potendo disporre di una copia del' ottava edizione  - a rigore sia di intensità che di temporalità - ho poi considerato parte finale del capitolo la sezione 5.5.8., ultima, a mio giudizio, ancora omogeneizzata di pugno dell' autore. Son convinto che il lettore si renderà conto di non trovarsi di fronte ad una irriverente ed arbitraria manipolazione, ma ad un intervento amoroso, rispettoso, e ritenuto doveroso nei confronti del grande Maestro : il testo ora scorre fluido ed omogeneizzato ! (*) Engels, figlio di un industriale tessile tedesco ed assai agiato, ma meno intellettualmente vivace, ammirava ed amava talmente Marx, non solo da mantenerlo in modo praticamente totale, soprattutto durante il suo periodo londinese, ma anche, dopo la sua morte, da ordinare e rimontare il suo Nachlass, tirandoci fuori il secondo e terzo libro del Capitale, con un lavoro immane ma con tale modestia e disinteresse da neanche proporci il suo nome come co-autore.

[2] N.d.t. : reddo (originariamente ‘re-do’) in latino ha appunto il significato di ‘restituire’.

[3] The Economic Problem di Michael Flürscheim, Xenia U.S.A. 1910.  N.d.t. : per F. Vedi nota 10 al comma 1.3.3.6.1.

[4] N.d.t : basterebbe infatti che sia il Vaticano che la Moschea la piantassero di stigmatizzare il controllo delle nascite, come del resto hanno già fatto Taoismo ed Induismo : sarà poi davvero sensato mettere al mondo nuovi seguaci della vera fede per poi farli morire di stenti o farli ammazzare tra di loro onde contrarne il numero ?!?!

[5] N.d.t. : il testo tedesco porta 99%, valore discordante dal precedente '3/4 della popolazione' : ho aggiustato.

[6] N.d.t.: vedi, nel mio ‘Tanto Vi dovevamo’ il capitolo riportante l’ inizio del ‘Saggio su una moneta di ghiaccio’ con la erroneamente chiamata ‘equazione della vita’ perché in realtà è l’ equazione esprimente il variare di qualunque crescita, incremento numerico in funzione del suo dato (concentrazione) già esistente : in condizione di sottoabitazione del territorio il gradiente di crescita della popolazione è elevatissimo.

[7] N.d.t. : Si tratta dell' applicazione all' economia di quello che, in fisica, è chiamato 'il principio dell' equilibrio mobile' o di Le Chatèlier e che si suole formulare con 'le forze di un sistema fisico reagiscono a qualunque variazione, proveniente dall' esterno, in modo da, prima o poi, ripristinare la condizione d' equilibrio che era stata alterata.'

[8] 'Il problema economico' di Michael Flürscheim, Xenia U.S.A. 1910.

[9] N.d.t. : 'Ist das Fallgesetz auf den Zins anwendbar, wenn der Zins fällt, so müßte es auch in umgekehrter Richtung anwendbar sein, wenn der Zins steigt' ; Fall significa sia ‘caso’ che ‘caduta’ ed in fisica esistono ambedue tali leggi : Legge di caduta (dei gravi, Galileo) e legge della casualità (meglio nota come Legge dei grandi numeri) ; la legge della casualità c’ entra come i cavoli a merenda ; la legge di caduta dei gravi va bene per il caso dell’ interesse discendente, ma diventa uno strafalcione nel caso dell’ interesse crescente per il quale io penso che G. stesse pensando alla parabola della cannonata, ma che assolutamente non è la legge di caduta. Traduzione letterale 'La legge della caduta é inapplicabile al saggio d’ interesse quando esso scende ed altrettanto, nel caso contrario quando esso sale.'

[10] N.d.t. : esso era stato iniziato da una compagnia francese che fallì, dopo aver abbandonato i lavori soprattutto per le difficoltà altimetriche, la malaria e la febbre gialla, che decimarono gli operai addetti (migliaia di morti) ;  talché la ripresa fu possibile solo dopo ricerca  di cure ed interventi di loro prevenzione e dopo aver intelligentemente optato per il sistema delle chiuse per superare il dislivello della cordigliera sita lungo l’ Atlantico ; tuttavia gli USA affrontarono questo sacrificio economico soprattutto per necessità militari (si stava alle soglie della prima guerra mondiale) ed ancorché avendo ancora non pochi problemi finanziari (si pensi alla crisi del 1910).

[11] N.d.t. : il testo tedesco segue col comma 5.5.4.3.1.3. mentre i commi successivi, sino al richiamo seguente seguono il comma 5.5.5.5.4.3.

[12] N.d.t. : il tedesco segue col comma 5.5.5.5.1., mentre i commi successivi, sino al richiamo seguente in tedesco seguono il comma 5.5.5.6.4.2.

[13] La Germania con un po' meno di 10 milioni di operai  (ciòè tutti quelli che vivono con un reddito di lavoro) paga redditi di capitale su circa 500 miliardi di marchi (incluso il suolo). Quindi mediamente ogni lavoratore, con le sue braccia, consente il pagamento di interessi su un capitale di circa 50.000 marchi.    N.d.t. : ma questi dati sono inammissibili col successivo reddito di soli 1.000 marchi annui, per cui sopra ho dimezzato i valori riportati in questa nota.

[14] N.d.t. : a tale proposito vedi anche i commi 4.7.7.i.

[15] N.d.t. : il tedesco prosegue col comma 5.5.4.5.7., mentre i commi successivi, sino al richiamo seguente, seguono il comma 5.5.3.5.1.

[16] Le giacenze nelle Casse di Risparmio, il capitale dei proletari, era in Prussia :

PRIVATEAnno

N° dei libretti

Giacenza totale

(milioni di marchi)

 Giacenza media su ogni libretto(marchi)

1913

14.477.642

13.111

 909

1914

14.935.190

13.638

 913

Variazione %

+3.16%

+4.02%

+0.44%

(trentacinque libretti di risparmio ogni 100 abitanti)

 

[17] N.d.t. : un simile procedere è chiamato 'legge di GOSSEN (Hermann Heinrich, 1810-1858)', ampiamente poi usata da tutti i 'marginalisti' della famosa scuola austriaca.

[18] N.d.t. : nel 1910 Ford fu il primo imprenditore a fare il gran passo di capire quanto fosse opportuno – attraverso più elevati stipendi –  trasformare i propri lavoratori in clienti : egli aumentò spontaneamente da 8 a 10 $ al giorno il compenso del suoi operai, contemporaneamente riducendogli l’ orario di lavoro da 9 ad 8 ore. Ma i fratelli Dodge, allora azionisti della Ford e non ancora titolari dell’ omonima fabbrica lo citarono in giudizio per abuso di potere e distrazione di fondi sociali, vincendo la causa, perché la Suprema Corte decretò – molto antisocialmente – che l’ amministratore di una società non aveva il diritto di applicare una politica salariale similmente intelliggente,  ma a danno dei propri azionisti !

[19] N.d.t. : che fondamentale ed acutissima osservazione !….il crollo azionario, incominciato nel 2001, ha apportato danni economici paragonabili a quelli della seconda guerra mondiale !!! che senso ha avuto, allora, l’ aver tanto massificato gli investimenti, per vederseli poi così similmente spolverare via ?!?!?!……..molto più sensato e meno stressante sarebbe stato il non effettuare quei risparmi !!!!!!!!         Il tedesco prosegue col comma 5.5.5.1.

[20] Annuario dell' economia nazionale e statistica, annata 1908 ( interessi di capitale, paragrafo 325). N.d.t. : dato che, per quello che sostiene, dovrebbe trattarsi, più che di un maturo economista, di un gallinaccio particolarmente giovane ed inesperto, potrebbe trattasi dell' economista austriaco nato nel 1876 e morto nel 1943, allora ovviamente alle prime armi.

[21] N.d.t. : G. obietta in modo anche troppo diplomatico, perchè l' obbiezione è veramente ridicola e da premio igNobel !

[22] N.d.t. : il tedesco prosegue col comma 5.5.5.4.3., mentre i commi successivi, fino al richiamo seguente, seguono il comma 5.5.5.4.3.5.

[23] Eugen Dühring  riferiva di un recente interessante esperimento : un imprenditore avrebbe 'affittato'  (per così dire) gli strumenti di produzione alla gestione operaia, contro un compenso. Dühring chiama questo compenso 'locazione di profitto', Marx  'plusvalore', noi  invece 'interessi' e  'reddito di capitale'.     N.d.t. : Questo Dühring (1833-1921) è l' economista, filosofo e socialista tedesco contro cui si scagliò Engels, con il suo libello 'Anti D.', secondo l' inqualificabile consuetudine della sinistra di linciarsi tra compagni di partito.

[24] N.d.t. : elimino il seguente inutile testo ‘Gli interessi equivalgono al premio di liquidità, tutti i compensi di lavoro soggiacciono alla legge di concorrenza, mentre per la materia prima, fatta lavorare dall' imprenditore, costui se la procura, nè più nè meno come ogni altro negoziante fà con le sue merci.’ fritto e rifritto.

[25]  'profitto di lavoro' o 'salario dell' imprenditore' o 'ricavo netto dell' imprenditore' ecc.ra è tutto ciò che resta, in favore della direzione dell' impresa, dopo il pagamento di tutti i costi dell' azienda, inclusi interessi, costituendone, col suo importo, parametro di valutazione. Esso quindi, con gli interessi, non ha nulla a che fare. Tuttavia nelle società per azioni si appropriano di questo ricavo l' inventore del brevetto e/o le insolenti rivendicazioni stipendio-salariali di dirigenti e lavoratori, tra i più capaci e quindi insostituibili.

[26] N.d.t. : periodo di formulazione insolitamente infelice e che ha mandato letteralmente in tilt la traduzione, spagnola di G.figlio ; ho interpretato confortato dall' identità di vedute con Pye (il traduttore inglese) ; 'Dennoch kann man hieraus nicht folgern, daß die Nachfrage nach zinsfreien Darlehen für die Verbesserung der Arbeitsmittel zu jeder Zeit unbegrenzt sein muß, daß also das Angebot niemals die Nachfrage erreichen kann, die sich bei Zinsfreiheit einstellt, und zwar kann man dies deshalb nicht folgern, weil für solche Verbesserungen der Arbeitsmittel das zu ihrer Beschaffung nötige Geld überhaupt erst in zweiter Linie in Betracht kommt.' = 'Tuttavia non si può da ciò concludere che la richiesta di prestiti sgravati da interessi per il miglioramento dei mezzi di produzione da ogni tempo deve essere illimitata, che l' offerta (di finanziamenti) giammai può raggiungere la domanda che incrementa sè per la gratuità da interessi, e certo ancor meno si può concludere ciò perchè per simile miglioramento dei mezzi di produzione il denaro necessario per la loro realizzazione generalmente prima (principalmente) giunge in considerazione in seconda linea.'

 

[27] N.d.t. : ecco la fondamentale giustificazione, economica e sostanziale, della ricerca, così trascurata nel nostro balneare paese : ancora un' altra osservazione acutisima e fondamentale !

[28] N.d.t. : i commi seguenti, fino al richiamo successivo, seguono il comma 5.5.4.5.6.7.2.6.

[29] N.d.t. :  'Im ersten Falle wird das Ergebnis zwar größer sein als im zweiten Fall, aber das schränkt die Bedeutung dieses Sachverhalts für den Zins nicht ein.' = 'nel primo caso lo stanziamento sarà sì maggiore che non nel secondo, ma ciò non delimita (ipotesi : non fà comprendere ?) il reale significato di questa circostanza'

 

[30] N.d.t. : Il testo tedesco prosegue col comma 5.5.5.5.1., mentre i commi che seguono, sino al nuovo richiamo, sono raccordo inserito dal sottoscritto traduttore, parzialmente utilizzando un comma della seguente traduzione letterale : 'Sfatiamo ora subito un' altra leggenda economica : per attrarre il finanziamento necessario alla loro costruzione, non è per niente necessario, che le case, le fabbriche, le navi ecc.ra producano reddito, dato che, dopo l' introduzione dell' iceeuro, questo tipo d' investimento si dimostrerà, per tutti i risparmiatori, come il migliore impiego dei loro risparmi.'

[31] N.d.t. : Nel testo tedesco i commi che seguono, fino al nuovo richiamo, seguono il comma 5.5.4.3.3.

[32] N.d.t. : questo comma seguiva l’ attuale 5.5.5.5.1.3. : spostato per esigenze di strutturazione.

[33] Nessun negro, nessun ottentotto, nessun mohicano ha mai percepito interessi sui suoi risparmi. Del resto nessuno di essi avrebbe neanche potuto farlo, trattandosi di provviste invece dei denari del nostro proletario (depositabili in libretto delle Casse di Risparmio).

[34] N.d.t. : ho eliminato per inutilità in seguente comma 'Si risparmia, sì, per costruire una casa, per le nozze, per la vecchiaia, per cause di malattia, ed in Germania qualcuno risparmia perfino per il suo funerale e per la cassa da morto, tanto ai morti non serve rendita.'

[35]ancorché, nel Medioevo, la mancanza di uno sviluppo economico mercantile sia attribuibile principalmente al divieto di profitto di capitale, imposto dai Papi, a causare la mancanza di circolazione furono anche negativissime simili consuetudini dei risparmiatori : l’ apporto del risparmio ai banchieri avrebbe forse limitato i danni.

[36] N.d.t. : Sono convinto che tutti convengano su questo principio generale di G.; ma poichè si presta quasi esclusivamente denaro, il problema di come realizzarlo (il cosiddetto problema della attualizzazione di un credito in denaro) si è rivelato talmente complesso da aver fatto scorrere fiumi d' inchiostro. Essendomici molto soffermato, prima del mio lavoro del 1960, sono lieto di poter mettere a disposizione del lettore le mie conclusioni : l' incertezza di qualunque attualizzazione proviene dal fatto che il valore del denaro dipende da tutta una serie di parametri estranei alle e non manipolabili dalle  parti in causa, quanto dall’ Abominevole e dalla Società, che solo possono svalutarlo (o rivalutato) essenzialmente attraverso tre strumenti : a) variazione della produzione ; b) variazione abnorme della circolazione valutaria ; c) variazione abnorme della quantità o qualità del lavoro. A) AUMENTO DELLA PRODUZIONE : elemento di straordinaria importanza sia nel passato prossimo che anche attualmente. Supponiamo che per miglioramenti tecnologici od anche umani il P.I.L. (Prodotto Interno Lordo), tra concessione del prestito e restituzione, sia stata incrementata del 10%, a parità sia di lavoratori che di circolazione monetaria : per consentire la compravendita del surplus di produzione o si aumentano i salari del 10% (con conseguente necessaria variazione della liquidità) lasciando invariato l' indice generale dei prezzi, che altrimenti non potrebbe fare a meno di scendere del 10% ; ma in tal caso per appunto comprare la stessa quantità e qualità di prodotto servirebbe il 10% di denaro in meno, il denaro si sarebbe insomma rivalutato. Ovviamente l' Abominevole avrebbe anche potuto solo immettere denaro in circolazione, in modo da mantenere l' indice generale dei prezzi costante (oppure favorendo il credito, che avrebbe avuto lo stesso effetto) ma se non lo fà consente questo indebito arricchimento. B) VARIAZIONE ABNORME DELLA CIRCOLAZIONE VALUTARIA : supponiamo ora rimasto costante il PIL ed il numero dei lavoratori, ma l' Abominevole (come ha, del resto, fatto quasi sempre) ha, nel frattempo, stampato qualche migliaio di miliardi di banconote in più, per consentire alle solite mogli degli onorevoli di rifarsi il guardaroba. L' indice generale dei prezzi è salito (supponiamo) del 30% e, per comprare id.id. ora occorrerebbe il 30% di denaro in più e così l' Abominevole stavolta ha fatto lucrare il debitore, che restituisce denaro svalutato. C) VARIAZIONE ABNORME DELLA QUANTITA'  O  QUALITA'  DI  LAVORO : Bertinotti ottiene la riduzione a 36 ore settimanali, ma se non compensata da innovazioni tecnologiche, essa comporterà certamente una proporzionale diminuzione del PIL, rinviando al caso A. Ed anche nel caso che si mantenga costante la produzione, ma soccorrendo con immigrati (aumento della popolazione) gli imbelli Italiani, la densità di merce pro capite è ugualmente ridotta dall' aumento del numero a denominatore. Si noti che, sia per quanto riguarda la quantità che la qualità del lavoro, le previsioni poi devono essere quantomai pessimistiche : da quando sono nato io ho visto diminuire sempre la prima (e finchè l' indice generale dei prezzi è rimasto costante, molto me ne sono rallegrato), mentre invece molto ho recriminando e smoccolando contro la seconda (che io chiamo 'spasticità volontaria') ..........come è possibile che ragazzoni ben nutriti, curati e vitaminizzati, mediamente più alti di dieci cm. rispetto alla generazione precedente, poi sul lavoro facciano costantemente e sorprendentemente rimpiangere (e pesantemente !!) i loro padri, denutriti e rachitici ? Questa è una vergogna nazionale !!! Recentemente mi trovavo dall’ amico Mario C. (rivendita d' articoli per tappezzieri) e c' era una balla - in verità molto grande (ma ritagli di gommapiuma) - su cui c' era scritto vistosamente 'MANEGGIARE IN DUE PERSONE' ; avvicinatomi ho provato a sollevarla, e - con quell' avvertenza – con assai più forza di quanto fosse necessario, tanto da farla letteralmente volare per aria. Voltatomi sorpreso verso Mario C. gli ho detto "Ma non peserà neanche trenta chili ?!"  "Hai visto ?! - mi ha replicato - ....siano stramaledetti i fottuti Sindacati ! ......e poi Ciampi dice che dobbiamo essere concorrenziali, ma come possiamo farlo se un muso giallo, basso, denutrito e scheletrico di quelle balle, da solo magari se ne ingroppa pure cinque, e senza fiatare ?!!?!" In conclusione, in mancanza di una energica e costante gestione valutaria da parte dell' Abominevole, stabilire aprioristicamente il saggio d' attualizzazione è una follia, dal punto di vista logico potrebbe essere determinabile abbastanza precisamente ma solo a posteriori e sempre che i conti dell' ISTAT non fossero magheggiati (sempre per disposizione dell' Abominevole) ; l' attuale saggio d' interesse legale (intorno al 3%) istituzionalizza, in pratica, un riconoscimento di cronicizzazione ed aggravamento della spasticità volontaria della classe operaia con un gradiente di BEN OLTRE il 3% annuo, essendo il resto coperto dall' innovazione tecnologica, fortunatamente favorevole e con gradiente in senso inverso.

[37] N.d.t. : applicati, anche se generalmente solo in periodi particolari, in parecchi paesi, tra cui, soprattutto, la Svizzera.

[38] N.d.t. : Cicero pro domo sua……non dimentichiamoci che sono stato un costruttore !

[39] N.d.t. : non è assolutamente così, almeno in Italia e quei banditi delle compagnie d' assicurazioni traggono dal ramo un grosso profitto ! : subito dopo la nascita del primo figlio (avevo allora quarant' anni), mi preoccupai di esaminare un' assicurazione sulla vita, chiedendo per gli eredi un capitale di un miliardo di lire : dopo avermi fatto fare una visita medica, se ne vennero fuori con una richiesta di premio di tre milioni AL  MESE. Facendo ampi scongiuri, protestai evidenziando che conoscevo abbastanza matematica per rendermi conto che, tenuto conto degli interessi (la polizza era indicizzata per coprire la svalutazione), non mi davano forse neanche 20 anni di sopravvivenza ! Prendendo un atteggiamento da funerale, l' assicuratore mi rispose contrito "Ma lei, con la vitaccia da imprenditore che fà, è decisamente troppo ottimista, mentre le assicuro che fà bene, molto bene a preoccuparsi della sua scomparsa.....dimostra d' essere un buon padre, perchè ha l' infarto è in agguato ed il dottore era un po’ preoccupato !" Mi affrettai ad ostentatamente toccar ferro, grattandomi i santissimi e congedai quello sciagurato. Appena uscito m' attaccai al telefono chiamando un altro agente della stessa compagnia assicuratrice, chiedendo l' operazione inversa, cioè un vitalizio, insomma una rendita mensile fino alla mia morte, momento in cui sarebbero entrati in proprietà di un bene immobile da decidere di comune accordo : dopo altra visita medica, mi venne detto che sarebbe occorso un immobile del valore attuale di almeno due miliardi di lire ! Feci nuove rimostranze, sostenendo che facevo una vita da imprenditore, con orari pazzeschi, in cui, lo si sa,  l' infarto è sempre in agguato.....e mi sentii rispondere "Ma il medico ci ha detto che lei è in perfetta forma e che può, anche e tranquillamente, pensare di superare i 75 anni,  odierna vita media dell' uomo !"........Che Einstein, per formulare la sua teoria della contrazione dello spazio-tempo, si fosse ispirato alle compagnie assicuratrici ?!?!?!

[40] N.d.t. : chiaro riferimento (anche se doppiamente erroneo) al vangelo di Luca 7.11., ma con un errore di stampa (in tedesco vi è Nain) da me corretto ; inoltre il figlio della vedova resuscita, ma non è storpio ; forse G. confonde con  Matteo 9.2. sino a 7 ; Marco 2.4. sino a12 ; Luca 5.18 sino a 25 in cui l' ex storpio si allontana sulle sue gambe, portandosi sulle spalle il lettino su cui era arrivato.

[41] N.d.t. : Il testo tedesco continua col comma 5.5.4.4., mentre i commi che seguono, sino al nuovo richiamo, seguono il comma 5.5.4.5.7.1.5.

[42] N.d.t. : ho spostato ed ampliato questo comma, che in tedesco, segue il comma 5.5.5.6.6.1. : sta molto meglio qui ; 'Im Tode noch entwirft der alte Staatsförster den Plan für das Aufforsten einer Einöde. Diese Dinge sind Staatsangelegenheiten.' = 'In morte la vecchia guardia forestale ancora progetta il programma di riforestamento di uno sterpeto. Questo è un affare di Stato'.

[43] N.d.t. : ho introdotto io la frase in corsivo ; G. - come del resto il sottoscritto -  è un sostenitore dell' evangelico 'cuique suum !' per cui è ostile alla possibilità d' ereditare. Tuttavia, oltre al fatto che tale impostazione - come del resto ampliamente suddescritto - non è vantaggiosa per l' economia, che ha assolutamente bisogno che ogni cittadino si sprema fina all' ultimo, ma io - il cielo mi perdoni ! - temo Berlusconi molto meno dell' Abominevole : la succitata guardia forestale prussiana, la piccola vedetta lombarda, Cappuccetto Rosso ed un burocrate onesto ormai esistono solo nelle favole e quindi son solo creature immaginarie ! Pertanto, tutto sommato, personalmente ritengo molto meno pernicioso, e quindi preferibile, consentire  l' ereditabilità delle quote d' ammortamento non percepite dai genitori, sia per equità, come anche perchè non è assolutamente opportuno che l' Abominevole detenga, de facto, il monopolio delle grandi opere  - che sicuramente, come è sua abitudine, condurrebbe in modo disastroso - ; è tuttavia vero che si potrebbe contare forse su un maggior volontariato sulle società per azioni, e sulle congregazioni religiose, tutte infinitamente più capaci e fattive dell’ Abominevole, nonchè anch' esse collettività 'eterne'.

[44] N.d.t. : Il testo tedesco prosegue col comma 5.5.4.5.9.4.1. mentre i commi che seguono, fino al nuovo richiamo, seguoni il comma 5.5.5.2.3.6.1.

[45]  N.d.t. : 'nur damit andere darin mietefrei in Saus und Braus leben können' = 'solo perchè altri possano vivere colà liberi d' affitto in fracasso e gozzoviglia' ; però 'in Saus und Braus leben' è anche frase idiomatica che corrisponde grossomodo all' italiano 'starsene in panciolle', 'fare bagordi' e, in dialetto siciliano, appunto 'starsene tra taralluci e vino' che qui consente di fare il gioco di parole 'tarlucci' - 'tarallucci' ; il termine 'tarlo' è tuttora usato, abitualmente ed ironicamente, per indicare tutti quei maledetti inquilini che, protetti da leggi vessatorie, alla scadenza contrattuale non riconsegnano l' appartamento ai legittimi proprietari, come successe a me, anni 70, con una certa principessa B. (tra l' altro pure fascista !) che, sperperando le sue enormi rendite tra Mercedes, yachts, roulettes, Costa Smeralda, Cortina ecc.ra poi pretendeva di pagare a me 15.000 lire mensili, in meno del convenuto (appena un 8% rispetto al prezzo stabilito contrattualmente ed alcuni anni prima), a causa della legge  dell' equo (sic !)-canone, a ciò bellamente autorizzata da quell' inqualificabile paperacchio, scritto con amore per nessuno (tantomeno per l' equità !) ed invece con livore, odio (e soprattutto invidia !) per i diabolici proprietarik : mi sarei invece inchinato ad una legge d' Equo canone che, tutelando solo i meno abbienti, al suo articolo 1°) avesse affermato : "Le disposizioni degli articoli successivi non si applicano nè quando il reddito del 'sempre angelico tarlo' sia superiore a quello del 'sempre malvagio proprietarik', nè quando i redditi od il tenore di vita del tarlo dimostrino nettamente la sua capacità economica di corrispondere il prezzo di mercato." Tra l' altro, i tanti, troppi casi, in cui il vero 'proletario' era paradossalmente il proprietario avrebbero comportato grandi benefici fiscali, perchè, col dente avvelenato dal tornaconto personale, i proprietarik avrebbero senz' altro fornito, al dormiente Fisco, tutti i dati necessari per formulare migliaia di accertamenti, mentre, senza vantaggio personale, prevalse la fratellanza degli spolpati ("Porco cittadino, adesso che hai pagato le tasse puoi anche morire !") (*)  !!  (*) Frase finale di tutte le deliziose storie dei fumetti della serie 'Re Maxmagnus' di Max Bunker.

[46] N.d.t. : elimino il seguente comma, divenuto pleonastico : 'E tantomeglio potranno conseguire ciò consumando, per il proprio fabbisogno, solo una parte delle quote d' ammortamento annualmente percepite ed investendo nuovamente l' eccedenza che, pur non rendendo loro più interessi, offrirà non solo protezione dallo squagliamento del denaro, ma anche  ulteriore sicurezza per il futuro.'

[47] N.d.t. : avendone già utilizzato i concetti ai commi 5.5.3.i, ho qui eliminato il seguente comma '5.5.5.3.2.2.1. Quindi, pur indubbiamente forte stimolo per la propensione al risparmio, tuttavia gli interessi sono tutt' altro che indispensabili, ed essa è notevole anche senza di loro.' Il testo tedesco ora prosegue col comma 5.5.4.1. mentre i commi che seguono, fino al nuovo richiamo seguono il comma 5.9.1.1.

[48] N.d.t. : per Marx come per G., 'essere capitale' significa 'aver la potenzialità di produrre redditi da capitale' ; in altre parti ho già sostituito questa perifrasi per il meglio del lettore.

[49] N.d.t. : ricordo che la definizione tecnica di 'regime capitalistico' lo qualifica come quel sistema che, razionando il finanziamento dei beni strumentali, ne conserva la redditività.

[50] N.d.t. : Il testo tedesco prosegue col comma 5.5.6.2.3., mentre i commi che seguono, fino al nuovo richiamo, seguono il comma 5.5.9.6.

[51] N.d.t. : Il testo tedesco segue col comma 5.5.6.2.3., mentre i commi seguenti, sino al nuovo richiamo, sono raccordo del traduttore.

[52] N.d.t. : i commi seguenti utilizzano i concetti dei commi da 5.5.9.17 a 23 compreso.

[53] N.d.t. : latino, = ‘o….o (alternativa)’

[54] N.d.t. : nel testo tedesco, i commi che seguono e fino alla fine seguono il comma 5.5.6.2.2.1.

[55] N.d.t. : G. intende dire che, ancora fruttando profitti i beni strumentali (con cui sono prodotte le merci), il relativo costo dovrà inevitabilmente esser ricaricato sulle merci, contaminandole (cioè facendole diventare kapitale), anche se questa produzione di profitti di capitale non avviene più in sede di transazione commerciale /cioè a causa del premio di liquidità), ma nei costi di produzione. Vedi anche i commi da 5.9.3.1.3 a 7.

[56] N.d.t. : letteralmente ‘grasso’ ; G. ovviamente usa un linguaggio figurato in cui 'grasso' significa quella  'potenzialità d' investimento' che può annientare i profitti di capitale ; mi sono chiesto lungamente se, per il meglio del lettore, non avrei dovuto decrittarlo, ma il 'pittoresco' ne avrebbe talmente risentito da spingermi, alla fine, solo ad introdurre questa note esplicativa.

[57] N.d.t. : un doveroso riconoscimento all' indispensabilità del lavoro e della classe operaia, di cui essa deve giustamente inorgoglirsi !!

[58] N.d.t. : A mio giudizio questa doveva essere la chiusa originale del capitolo ed il resto ci è stato solo 'attaccato' in previsione di aggiornamenti ; vedi nota 1 stesso capitolo ; eliminerei propio i commi dal 5.5.9.1. al 5.5.9.8. avendo preferito quelli, trattanti lo stesso argomento, di cui dal comma 5.5.8.1. in poi, integrando ivi le parti eventualmente mancanti.

[59] N.d.t : ricordo sia trattarsi di un collage (vedi nota 1 al capitolo 5.5.) di commi provenienti dal capitolo 5.5., sia che FAQ è l' acronimo di Frequently Asked Questions = Domande formulate frequentemente. Il testo in carattere 11 è inserimento del traduttore. Traduzione letterale : 'Noi abbiamo già illustrata questa nuova teoria dei profitti da capitale con così tante pagine da poter ora, in chiusura, porci e rispondere a quelle domande che, in circostanze normali sarebbe stata inevitabilmente posta all' inizio della discussione, ma che io ho finora intenzionalmente posticipata. Ho fatto ciò perché per una sua corretta interpretazione sono necessarie conoscenze e meditazioni, che noi possiamo aver compiutamente maturato solo qui, ormai alla fine.'

[60] N.d.t : il testo tedesco prosegue col comma  5.5.6.1.

[61] N.d.t. :  i commi che seguono sono quelli dal 5.5.10.9. al 5.5.10.16.

[62] N.d.t. : l’ originalità di un autore sta nel tacere le fonti !……ecco un altro laghetto dove ha pescato Keynes !

[63] N.d.t. : 'Kein Angebot von Geld, und mochte es noch so groß sein, vermochte diesen Unterschied und damit auch den Zins zu beseitigen.' = 'Nessuna e comunque grande offerta di denaro avrebbe potuto far mettere da parte questa differenza e, con essa, anche il premio di liquidità.' ; ho interpretato per il meglio del lettore.

[64]  N.d.t. : 'Beim Zins der Sachgüter dagegen handelte es sich nicht um einen Tausch, sondern um ein Darlehen.' = 'Nei confronti dell' interesse si maneggiavano i beni materiali non per uno scambio, ma per un prestito'

[65] N.d.t. : abbiamo visto che, ai tempi di G., il tedesco usava  'Zins' per entrambe (nonchè anche nel senso di 'profitti di capitale' tipo rendita agraria, affitto ecc.ra) ; ci si ricordi cioè che è stata la traduzione a differenziare, altrimenti - dopo aver per pagine su pagine incontrato due termini diversi, non si può comprendere il significato di questa frase !

[66] N.d.t. : i commi dal 5.9.2.4. al 5.9.2.7.1. utilizzano i commi dal 5.5.7.41 al 48.

[67] N.d.t. : 'zeitlich getrennt' = 'separate temporalmente'

[68] N.d.t. : 'Das Darlehensgeschäft hinterläßt Gläubiger und Schuldner; das Tauschgeschäft läßt nichts zurück.' = l' operazione di prestito lega creditore e debitore, mentre quella di scambio li rilascia di nuovo.'

[69] N.d.t. : Nel testo tedesco del capitolo 5.5., questi commi seguono  quello 5.5.5.3.2.5.5.1.

[70] N.d.t. : 'eingeschätzt' = 'tassato' ; 'amicus Plato sed magis amica veritas' (*) : ancorchè nel capitolo successivo G. rivaluti molto B.B. (1851-1914), allievo di spicco del grande Menger (che paradossalmente gli sopravvisse, raro caso in cui sia stato il maestro a pronunziare l' orazione funebre dell' allievo !), compagno di studi e poi cognato anche del non meno importante von Wieser, con entrambi esponente di spicco della scuola neoclassica austriaca, nonchè all' epoca considerato come il maggiore antimarxista esistente, qui lo ridicolizza ingiustamente per quello che è solo un esempio (invero non troppo felice). In realtà B.B. fu il primo economista ad accorgersi - e giustamente ad evidenziare - della diversità spazio-temporale intercorrente tra produzione e consumo, metaforicamente tra semina e raccolto : in pratica, dalla vendita di un terreno appena seminato, non sarà certo giusto pretendere il valore di tutto il raccolto in fieri e di tutti quelli successivi, ma neanche sarebbe giusto svenderlo al prezzo di un terreno incolto ; occorre quindi un' equa attualizzazione del suo valore. Pertanto B.B., accortosi del progressivo inglobamento, nella merce, di valori aggiunti da lavorazioni successive, sostiene che giustamente il lavoratore reclama l' intero valore della sua produzione, pur non avendo il diritto di reclamare qui ed ora quel valore che la sua produzione avrà là e nel futuro (cioè dopo l' incorporamento di tutti gli altrui valori aggiunti) : erronea quindi la posizione dei sindacalisti che reclamano ciò, contro cui si scaglia.   (*) latino = 'mi è amico Platone, ma più ancora la verità !', frase proverbiale con cui ci si dissocia dall' errore di un amico.

[71] N.d.t. : e perchè anche non un premio igNobel ?!

[72] N.d.t. : inglese = 'senza profitto'

[73] N.d.t. : i commi dal 5.9.3.1.3. al 5.9.3.1.8 sono il riciclaggio di quelli 5.5.7.24 sino al 31 mentre il comma 5.5.7.32 è diventato il 5.9.3.1.12.

[74] N.d.t. : 'Solange das Arbeitsmittel Kapital ist, ist auch das Arbeitserzeugnis Kapital, aber nicht als Ware, nicht dort, wo um den Preis gehandelt wird. Denn einander gegenübergestellt, würden sich die Zinsrechnungen der Waren aufheben. Aber außerhalb des Warenumlaufs, dort, wo es sich um die Bedingungen eines Darlehens (nicht also um Preise) handelt, nicht den Käufern, sondern den Borgern gegenüber, da kann das Arbeitserzeugnis Kapital sein, und es muß es sogar sein, solange das Arbeitsmittel Kapital ist.' = 'e fintantoché i beni strumentali saranno capitale, lo sarà anche il prodotto del lavoro, ma non come merce, non là dove si manovra per il prezzo. Perchè si possano scambiare l' uno con l' altro, il ricarico d' interessi dovrebbe aumentare le merci. Ma al di fuori della circolazione delle merci, là dove si tratta per la concessione di un prestito (non dunque per il prezzo), non l' acquirente, ma al contrario il debitore, fintantoche il bene strumentale sia capitale, poi potrà esselo anche il prodotto del lavoro.'

[75] N.d.t. : 'Saurüssel' = 'muso di scrofa'

[76] N.d.t. : 'Schröpfwerkzeug' = 'scarnificatore, strumento per scarnificare'; 'Und darum ist das Freigeld an und für sich kein Kapital mehr.' = ' e perciò l' iceeuro in sè e per sè non è più capitale.'