4.7.3. Un esportatore.

 

SINTESI: 4.7.3.1.i: Assurdità ed inutilità del Gold-standard; 4.7.3.2.i: Le reali problematiche dell’import-export.

 

4.7.3.1. ASSURDITÀ ED INUTILITÀ DEL GOLD-STANDARD.

 

4.7.3.1.1.                Almeno ufficialmente si era introdotto il Gold-standard per potenziare il commercio mondiale;

4.7.3.1.1.1.           ma quando - in perfetto accordo con la legge dell’azione di massa – la scarsità di materia prima, e la conseguente deflazione indotta, fece retrocedere i prezzi di tutte le merci in modo preoccupante, risuonò subito l’invito al protezionismo!

4.7.3.1.1.2.           Così si eressero muri di confine - leggi dazi protettivi - per rendere l’esportazione più difficile all’altrui commercio; ma ciò non significa forse sacrificare il fine ai mezzi?

4.7.3.1.2.                (In ogni caso – quand’anche fosse stato possibile introdurre il Gold-standard sia senza far retrocedere i prezzi che senza altri disturbi economici, il commercio estero non ne avrebbe tratto praticamente vantaggio.

4.7.3.1.2.1.           Ma volendo a tutti i costi attribuirgli qualche merito – gli si attribuì quel po’d’incremento in realtà più sensatamente attribuibile a quello della popolazione (ed anzi, raffrontandoli, il primo rimasto un po’al di sotto del secondo):

4.7.3.1.2.2.           in caso contrario, infatti, non avrebbero dovuto usufruirne anche quei paesi, dotati di valuta cartacea (Russia, Austria, tutta l’Asia, tutto il Sudamerica),

4.7.3.1.2.3.           che invece l’hanno incrementato in proporzione addirittura maggiore dei paesi del Gold-standard (Francia,Germania e Nordamerica; l’Inghilterra, [1] che nel periodo in oggetto ha disposto di entrambe le valute, non può essere esattamente schierata.)

4.7.3.1.3.                Il Gold-standard poteva avere un senso, o in un clima di commercio estero senza frontiere doganali e senza disturbi economici e flessione dei prezzi, oppure se uno Stato si fosse trovato in condizioni d’imporlo a tutti gli altri.

4.7.3.1.3.1.           Ma – essendo queste ipotesi rimaste allo stato di 'pie intenzioni’- allora sarebbe stato molto meglio ed altrettanto valido, puntare su una valuta internazionale cartacea.

4.7.3.1.4.                Chiedendosi se i Tedeschi - che attualmente comprano le merci con l’oro, ma le cedono contro rubli, fiorini olandesi, pesetas, lire, pesos, reis, ecc.ra, tutte di carta - sarebbero avvantaggiati, comprando con con d.m. di carta,

4.7.3.1.4.1.           ci si accorgerebbe subito che – dopo aver rapportato il prezzo d’acquisto al valore della propria valuta, è completamente indifferente, se esso sia stato pagato con banconote, o con oro o argento.

4.7.3.1.4.2.           [2]Quindi, ben diversamente da quanto si era pensato e finchè non venga adottata una camera di compensazione internazionale,

4.7.3.1.4.3.           in cui tutti i paesi aderenti abbiano la loro camera blindata - tutte nello stesso posto - in modo da poter risolvere gli squilibri, della bilancia commerciale tra due paesi semplicemente spostando oro, senza costi, dalla camera blindata dell’uno a quella dell’altro,

4.7.3.1.4.4.           una introduzione generalizzata del Gold-standard nel traffico mondiale non può eliminare per niente i calcoli del cambio, peraltro alla portata di tutti.

4.7.3.1.5.                Infatti si è sottovalutato il problema - che anche tra due paesi entrambi aderenti al Gold-standard ma in quel momento non aventi la bilancia dei pagamenti perfettamente equilibrata, si rende sempre necessaria una consegna d’oro a conguaglio;

 

4.7.3.1.5.1.           si arriva così all’assurdo che, talvolta anche a breve distanza di tempo, lo stesso paese che precedentemente ha ceduto oro successivamente lo riceve;

4.7.3.1.5.2.           e questi spostamenti costano d’assicurazione, perdita di interessi ecc., nonché di spese di trasporto (generalmente marittimo) in funzione della distanza:

4.7.3.1.5.3.           anche se attualmente, rispetto al valore della merce, nel complesso essi raramente gravano più del 3% – tuttavia sono sia non trascurabili che assurdi e sufficienti ad apportare significative oscillazioni nel corso dei cambi.

4.7.3.1.5.4.           Almeno per le piccole partite (venendo generalmente le grandi pagate con lingotti internazionali) deve poi essere aggiunto il costo della riconiatura, talchè - come dice giustamente Bamberger - la via dell’estero, per l’oro, è anche la via del crogiolo.

4.7.3.1.5.5.           E allora dove sarebbero andati a finire i tanto decantati risparmi di cui ringraziare il Gold-standard?

4.7.3.1.6.                Nei traffici internazionali, ogni altro affermato vantaggio del Gold-standard è risibile, perché il significato di una qualsiasi somma di denaro, in realtà, può essere apprezzato solo quando si conoscono i prezzi delle merci e dei salari ecc.ra. del singolo paese.

4.7.3.1.6.1.           Ad esempio, ereditando solo debiti, non converrebbe rimanere in Germania, ma espatriare là, dove si guadagna denaro più facilmente, perchè - anche se, in termini assoluti, l’importo del debito certo non diminuirebbe - lo fà in quelli relativi alle nuove possibilità di guadagno:

4.7.3.1.6.2.           tant’è vero che con 1000 talleri di debiti in Germania si è un pezzente, mentre in America non fanno né caldo né freddo; (ovviamente succede esattamente il contrario, ereditando un’attività.)

4.7.3.1.7.                In conclusione a che serve il Gold-standard? Questo si domanda, per esempio, l’emigrante, attratto dagli elevati compensi e invece non documentato su quei prezzi, che gli faranno sparire praticamente la maggior parte dei guadagni.

4.7.3.1.7.1.           Non bisognerebbe mai dimenticarsi di fare questa preventiva indagine, perchè è poi dal rapporto costi-guadagni che viene a dipendere una vita decorosa.

4.7.3.1.7.2.           E l’ultima parola - in merito al potere d’acquisto di una somma di denaro - è sempre detta dal prezzo delle merci, ed invece mai dal fatto che si paghi con oro o carta:

4.7.3.1.7.3.           tant’è vero che, quando si tratta del potere d’acquisto reale di una certa somma, è perfettamente indifferente se si sta parlando di dollari d’oro o di rubli di carta.

 

 4.7.3.2. LE REALI PROBLEMATICHE DELL’IMPORT-EXPORT.

 

4.7.3.2.1.                Rispetto alle mille, spesso imponderabili variabili, da cui viene a dipendere il calcolo delle probabilità di vendita e le altre valutazioni di un commerciante,

4.7.3.2.1.1.           che volete che gliene freghi dei calcoli del cambio, solo aritmetici e generalmente insignificanti?

4.7.3.2.1.2.           L’apprezzamento della commerciabilità d’una merce, la valutazione della sua qualità e concorrenzialità rispetto a cento altri prodotti analoghi,

4.7.3.2.1.3.           le fluttuazioni del gusto e della moda, le previsioni sulle politiche doganali, l’influenza di ogni singolo prodotto merceologico sull’incasso ecc.ra.,

4.7.3.2.1.4.           questo è il pane quotidiano d’ogni commerciante, che invece delega all’ultimo arrivato la conversione dei prezzi in moneta straniera!

4.7.3.2.2.                Molto più importante della conoscenza del rapporto di cambio delle valute dei paesi, con cui il commerciante opera, sono i tassi doganali e le loro variazioni,

4.7.3.2.2.1             l’eventuale intenzione, del singolo paese, d’introdurre dazi, per proteggersi dal Gold-standard, talchè io affermo di preferire qualunque tipo di valuta -anche le conchiglie dei Cafri - in regime di libero scambio, ad un Gold-standard sottoposto a quei dazi protettivi, che inevitabilmente s’è tirato appresso[3]!

4.7.3.2.3.                Tanto, nel traffico internazionale, la merce finirà pagata con altra merce, e solo un saldo, spesso di percentuale trascurabile, con denaro, perchè le dilazioni, le cambiali, i prestiti, gli interscambi consentono tale possibilità.

4.7.3.2.3.1             E a causa dell’esportazione- importazione d’oro per la regolazione del saldo, l’istituto del commercio estero (come del resto ogni altro) ancor più conferma l’assioma - che prevenire la malattia sia preferibile al curarla –

4.7.3.2.3.2             nonché la necessità d’una gestione valutaria della propria circolazione monetaria da parte dell’Istituto d’emissione (altrimenti l’espatrio del nostro oro deve essere contingentato):

4.7.3.2.3.3             perché se lo si favorisce troppo, subito i prezzi interni scendono, favorendo l’esportazione commerciale, e ostacolando l’importazione, ma mettendo in ginocchio l’economia.

4.7.3.2.3.4             In questo caso si deve tempestivamente provvedere ad un ampliamento della circolazione di denaro, mentre ad una diminuzione in caso contrario, in modo da mantenere costantemente in equilibrio tanto la bilancia dei pagamenti che l’indice dei prezzi interni:

4.7.3.2.3.5             in simile condizione la sollecitazione a farsi esportare della propria moneta nazionale diventa nulla o quantomeno minima.

4.7.3.2.3.6             E così deve essere - affermo io - perché sia l’esportazione che l’importazione di mezzi di scambio può apportare pesanti danni economici,

4.7.3.2.3.7             qualora lo IUV (o l’istituto d’emissione che dir si voglia) sia nell’impossibilità di regolare l’approvvigionamento del denaro - così sottomettendo la propria economia al controllo altrui, potenzialmente nemico[4];

4.7.3.2.3.8             ed ogni errore nella gestione della bilancia dei pagamenti crea un contraccolpo drammatico anche sul territorio nazionale e da cui non ci si può difendere con mezzi doganali.

4.7.3.2.4.                Se stati stranieri emettono valuta di carta cedendo oro che si dirige verso casa nostra, alla ricerca di utilizzazione, ci crolla addosso facendo salire i nostri prezzi, nel mentre là, dove è stato tolto si mantengono a livello.

4.7.3.2.4.1             Stessa cosa accade quando paesi esteri eliminano la valuta d’argento o di carta per passare a quella aurea, così importandolo, e togliendolo talvolta anche da dove è già carente:

4.7.3.2.4.2             da simili corbellerie valutarie, quante e quali difficoltà son piombate tra capo e collo agli indebitatissimi agricoltori tedeschi!

4.7.3.2.4.3             ……cosa del resto già acclarata da ricerche più mirate[5], anche se la recente introduzione dell’iceeuro ne sta, per la prima volta, evidenziando la metodologia.

4.7.3.2.5.                Ora, che ci siamo dati questa cartamoneta talmente indipendente dall’oro da neanche contenere la promessa di conversione, il corso dei cambi esteri, in precedenza, non era mai stato così forte.

4.7.3.2.5.1             Innanzitutto lo IUV sta concentrando tutti i suoi sforzi sulla stabilità media dei prezzi delle merci, così dimostrando che, se essi rimangono costanti, il corso dei cambi con l’estero oscilla pochissimo,

4.7.3.2.5.2             e solo e soprattutto perchè lo stanno facendo i prezzi all’estero, là dove ancora domina il Gold-standard ed i vecchi sistemi - anche se, da quelle parti, non si vorrebbe nè consentire nè riconoscere questa spiegazione, cercando di attribuirne la responsabilità alla nostra nuova moneta.

4.7.3.2.6.                Onde consentire la stabilizzazione del corso dei cambi, nonché volendo dare la prova, ai mercati esteri, che le oscillazioni si sono originate a casa loro, lo IUV sta mantenendo sul mercato interno una grande stabilità dei prezzi;

4.7.3.2.6.1             ma quando il denaro straniero guadagna posizioni sul nostro, lo IUV fà diminuire leggermente la presenza di denaro sul mercato interno, salvo ripristinarla non appena il corso dei cambi retrocede.

4.7.3.2.6.2             E poiché con l’iceeuro è lo stesso denaro a rappresentare la domanda delle merci, i prezzi si sono incollati, di pari passo, al corso dei cambi, così dimostrando a tutto il mercato estero

4.7.3.2.6.3             che finchè dura il Gold-standard non si potrà contemporaneamente avere stabili sia il corso dei cambi che i prezzi delle merci, mentre ci si riuscirà subito non appena in tutti i paesi si passerà alla cartamoneta ed alla gestione valutaria.

4.7.3.2.6.4             Perché si deve preliminarmente mirare alla stabilizzazione dei prezzi delle merci nel territorio nazionale, per poter conseguire uno stabile corso dei cambi con l’estero;

4.7.3.2.6.5             anche se poi solo una stabilità generale dei prezzi, anche all’estero ed ottenuta con analoghi principi, può apportare una stabilità sia nel corso dei cambi del commercio internazionale che, contemporaneamente, in ogni valuta nazionale.

4.7.3.2.7.                Sembra infine che, anche all’estero, si sia capita questa antifona, e che un prossimo Congresso Valutario coinvolgerà tutti i paesi per fondare un IVO (International Value Office).

4.7.3.2.7.1             Qualcosa deve avvenire, perchè tutti vogliono insieme liberi scambi, corso dei cambi e prezzi delle merci stabili, tanto all’estero che in casa, ma con infrastrutture non coordinate non ci si può riuscire, come noi stiamo dimostrando a tutto il mondo.

4.7.3.2.7.2             E mi sembra che l’iceeuro si sia ben prestato a fornire le basi d’una simile comprensione, essendo ubbidiente, adattabile e volonteroso: ci si può fare quello che si vuole, conseguendoci sicuramente qualunque meta desiderata.



[1] N.d.t. : trad. letterale 'come paese di transito'

[2] N.d.t. : per il meglio del lettore amplifico un po' le spiegazioni di questa parte, perchè, in realtà, ben pochi ne sono a conoscenza.

[3] N.d.t. : diecimila uomini con questa apertura mentale e la terra sarebbe un paradiso !!

[4] l' oro francese, investito in imprese finanziarie tedesche, fu ritirato durante la crisi del Marocco, con l' intenzione di danneggiare la Germania e tale scopo fu purtroppo raggiunto.

[5] Silvio GESELL : "L' adeguamento del denaro e la sua amministrazione nelle necessità dei rapporti  moderni." Buenos Aires 1887. - Frankfurth-Gesell :"Politica Monetaria Attiva”. Berlin 1908