4.7.13. Un teorico dei profitti da capitale.

 

SINTESI: 4.7.13.1.i.: La fine del capitalismo; 4.7.13.2.i.: Prospettive per i risparmiatori; 4.7.13.3.i.: Filosofia e criticismo del capitale ante iceeuro.; 4.7.13.4.i: Filosofia del capitale post iceeuro.

 

4.7.13.1. LA FINE DEL CAPITALISMO[1].

 

4.7.13.1.1.             L’iceeuro sta confondendomi, demolendo tutte nostre belle teorie, che escludevano la possibilità di una diminuzione del saggio d’interesse, in considerazione che dall’inizio della storia economica esso era sempre rimasto praticamente stabile, senza mai diminuire:

4.7.13.1.1.1.        ed invece, a seguito di questa deprecata innovazione, quello spudorato – ignorando e bellamente fregandosi di statistiche secolari - sta retrocedendo rapidamente verso i suoi minimi storici!

4.7.13.1.1.2.        …… non solo incominciando a far apparire fattibili quei prestiti semigratuiti, finora sempre apparsi come fanta-finanza, ma - ohimé – ecco ora sui giornali comparire la notizia delle prime loro effettive concessioni!

4.7.13.1.2.             Prestiti senza interessi!….ma é la fine del capitalismo! denaro, case, fabbriche, beni strumentali non più producenti profitti di capitale! [2]Non riesco a trattenermi…….portatemi un lacrimatoio!

4.7.13.1.2.1.        Perché questo sciagurato iceeuro sta veramente mandando a farsi fottere tutte le mie belle teorie…. non solo la pregnante teoria dell’utilità nonché quella, seducente, della fruttificazione,

4.7.13.1.2.2.        ma anche quella, contestatissima dello sfruttamento, nonché quella,equilibrata ed amatissima dai piccoli borghesi, teoria della sobrietà[3], come io le avevo tutte dottamente e diligentemente elencate ed inventariate!

4.7.13.1.2.3.        Era infatti così lampante, perfino indiscutibile, oltre che così naturalmente evidente, che il concessore di beni strumentali, per questa sua concessione avesse diritto a pretendere una remunerazione........ed invece ecco il saggio d’interesse, in flessione, ma che dico?....sprofonda verso lo zero!

4.7.13.1.3.             E ancor meno riesco a comprendere il comportamento di questi odierni capitalisti (morammazzati ed ammesso che li si possa chiamare ancora tali!) che – espropriati proletariamente dei loro profitti! -

4.7.13.1.3.1.        ora esprimono invece giubilo e ringraziamento a chi s’adatta ad accettare un prestito, con la restituzione della pura e semplice somma originaria!

4.7.13.1.3.2.        Essi dicono che la concorrenza ormai non gli consente niente di più e che bisogna fare buon viso a cattiva sorte,

4.7.13.1.3.3.        perché – se semplicemente cercassero di conservarsi il proprio denaro per un uso futuro - a causa del di lui squagliamento, ne perderebbero una parte, notevole e tutt’altro che trascurabile.

4.7.13.1.3.4.        Ma allora, prestando denaro senza interessi, quantomeno sarebbe obbligatorio ottenerne pegno o cambiali, che si possono ritrasformare facilmente in contante, qualora se ne avesse nuovamente bisogno,

4.7.13.1.3.5.        mentre, in realtà, ci si adatta a questa nuova moda del no profit solo per non subir perdite!

4.7.13.1.3.6.        Prestiti senza interessi, vantaggiosi non solo per il concessionario, ma anche per il concedente: chi lo avrebbe mai pensato?! ......eppure ormai è così!

 

4.7.13.2. PROSPETTIVE PER I RISPARMIATORI.

 

4.7.13.2.1.             Che dovrà fare, ora, il risparmiatore? Perchè sì, si continuerà ancora a risparmiare, per la vecchiaia, per un pellegrinaggio a Gerusalemme, per il caso di necessità, per le nozze, per la malattia, per i bambini ecc.ra:

4.7.13.2.1.1.        ma che fare, del risparmio, nel transitorio, cioè fino al momento dell’effettivo bisogno?

4.7.13.2.1.2.        Perché certo non sarà comprando tessuti, alimentari, legname ecc.ra ..... che si verrà a stare meglio che possedendo iceeuro: se questa si squaglia, gli altri si tarlano, marciscono, incendiano eccetera ........!

4.7.13.2.1.3.        Si ripiegherà allora sull’oro e pietre preziose, che si possono conservare intatte illimitatamente, ma dove ci porterebbe una generalizzazione di tale consuetudine?.....

4.7.13.2.1.3.1.              Negli anni buoni, in cui tutti accumulano risparmio, il loro prezzo salirebbe alle stelle; ma all’arrivo dei brutti, carestia o guerra - quando cioè da una parte cessa la richiesta, dall’altra si massimizza l’offerta - non sprofonderebbero forse per mancanza di mercato?

4.7.13.2.1.3.2.              Non si è forse, sempre e giustamente, detto che oro e pietre preziose son l’ultima cosa che si deve pensare di comprare ed invece la prima da vendere,

4.7.13.2.1.3.3.              in modo particolare perché - se venisse a molto aumentarne il ritrovamento – quei nostri risparmi potrebbero finire davvero miseramente?

4.7.13.2.1.4.        Molto meglio, allora, acquistare, con i propri risparmi, titoli del debito pubblico o privato, cambiali ecc.ra, che, anche non producendo più interesse, possono essere ritrasformati in contante in qualsiasi momento e senza perdita.

4.7.13.2.1.4.1.              Ma, si domanderà, perché non allora preferire case e titoli industriali[4]?

4.7.13.2.1.4.2.              Infatti, anche l’acquisto di case è una buona scelta, benchè, ovviamente, ormai neanch’esse producano più profitti di capitale:

4.7.13.2.1.4.3.              tuttavia si continuano a costruire, si comprano e vendono per chi si accontenta della quota d’ammortamento annuale dei costi di costruzione, che l’inquilino deve rimborsare.

4.7.13.2.1.4.4.              [5]Spesso addirittura le si preferisce al comprare titoli di Stato, poichè con l’ammortamento di una casa (o fabbrica o macchinari o navi) si ha un introito regolare e sicuro

4.7.13.2.1.4.5.              nel mentre, e per sovramercato, si detiene, per le mani, un titolo di concessione, per gli investimenti immobiliari, e di proprietà per tutti gli altri, garanzia che obbligazioni e titoli non offrono!

4.7.13.2.1.4.6.              Questa è la ragione del tuttora attuale loro gradimento, benché l’affitto ormai offra praticamente solo un rimborso spese (manutenzione, ammortamenti, tasse ed assicurazioni contro gli incendi)!

4.7.13.2.1.4.7.              ……..Sostenentemi, amici, ve ne prego, perché – come vedete - anche il solo parlare di case a semplice rimborso di spese, e senza assolutamente più nessuna prospettiva di profitti di capitale, mi ha fatto tremare le gambe e venire nausea e capogiri!!!

 

4.7.13.3. FILOSOFIA E CRITICISMO DEL CAPITALE ANTE ICEEURO.

 

4.7.13.3.1.             Ma se era stato provato, con valore sufficientemente scientifico, che il denaro produceva interessi vuoi per analogia con tutti gli altri mezzi di produzione, vuoi perchè tale possibilità gli era stata trasmessa o mutuata fin dalla notte dei tempi!!

4.7.13.3.1.1.        Mentre ora una riformuzza monetaria realizza esattamente il contrario: ma come può aver, così facilmente, vanificato la sacra consuetudine degli interessi?

4.7.13.3.1.2.        [6]A dire il vero chi sostenga che il denaro deve produrre interessi, solo perché esso è intercambiabile con beni strumentali, produttivi per antonomasia, dimostra la stessa mancanza di logica di colui che sostenesse il seguente sillogismo [7]:

4.7.13.3.1.2.1.              premessa a): un bove vale anche più d’una vacca; pertanto essi sono sicuramente scambiabili; premessa b): la vacca produce latte; conclusione c): dunque un bove produce latte!

4.7.13.3.1.3.        Insomma, le transazioni, gli scambi, si fanno a parità di valore, non di capacità produttive;

4.7.13.3.1.4.        ed allora - se non vogliamo procedere a furia di sofismi ed aria fritta - sarà meglio lasciar perdere le qualità e potenzialità trasmesse e/o mutuate, eventualità tanto impossibili nell’economia nazionale almeno quanto in chimica,

4.7.13.3.1.4.1.              dando invece per scontato che il denaro appare in possesso almeno di una straordinaria potenzialità,

4.7.13.3.1.4.2.              ad esempio, quella di fargli assicurare, al suo Ente emettitore, un guadagno iniziale pari alla differenza tra il suo valore facciale ed il suo costo d’approntamento (con l’oro peraltro limitatisimo), salvo altre da definire;

4.7.13.3.1.4.3.              e certamente, non verificandosi ciò, i beni strumentali - invece produttivi per natura - e denaro infruttuoso non potrebbero essere grandezze commensurabili,

4.7.13.3.1.4.4.              ma entità che, non ammettendo confronto tra di loro, non potrebbero essere scambiati, (ed avremmo finalmente trovato qualcosa non acquistabile col denaro!)

4.7.13.3.1.4.5.              …..nè si potrebbe valutare un podere in base alla capitalizzazione del reddito [notoriamente si divide il reddito annuo per il saggio d’interesse, esempio (presupponendo questo al 5% ed un reddito di 100 iceeuro l’anno), il valore è: 100/5% = 2.000 iceeuro]

4.7.13.3.2.             Ma da dove salta fuori questa potenzialità?: questo è il problema!

4.7.13.3.2.1.        Di una potenzialità trasmessa sarà certo meglio non parlare, per non far ridere anche i polli: perciò questa possibilità, di produrre guadagni, per il denaro - allora moneta metallica - doveva essere, per forza di cose, una qualità intrinseca: ma dov’era nascosta?

4.7.13.3.2.2.        In precedenza, ai tempi dell’oro, ben difficile sarebbe stato localizzarla; ma adesso, l’iceeuro ha ristretto univocamente il campo della ricerca:

4.7.13.3.2.3.        infatti, poiché con l’iceeuro il denaro l’ha evidentemente persa - utilizzando il procedimento matematico per la ricerca del campo d’esistenza di una funzione –

4.7.13.3.2.4.        troveremo questa sorgente dei profitti non negli intervalli - del loro campo di definizione - in cui i due tipi di denaro sono conformi, ma in quelli in cui non lo sono.

4.7.13.3.2.5.        Ma poichè tra iceeuro e la precedente moneta metallica vi è una sola difformità - cioè che il primo si squaglia (così impedendo di mortificare l’offerta di merce, possibilità invece precedentemente ampiamente consentita) mentre il secondo no –

4.7.13.3.2.6.        la nostra ricerca è bella che risolta: per il denaro, la potenzialità produttiva di profitti risiede nella sua indeperibilità e facilità di conservazione,

4.7.13.3.2.7.        che conferisce al proprietario della moneta aurea, un’illimitata possibilità di perdurare nella trattativa a suo piacere e discrezione:

4.7.13.3.2.8.        un capitalista non diretto consumatore della merce, con il denaro in pugno, dominava a proprio arbitrio un’offerta, invece spronata alla conclusione dalle caratteristiche merceologiche della sua produzione; e, per schematizzare la situazione, questa osservazione è conclusiva!

4.7.13.3.3.             Infatti, per il commercio, per lo scambio dei prodotti della divisione del lavoro, il denaro è decisamente indispensabile, dato che l’approntamento delle merci sarebbe completamente inutile,

4.7.13.3.3.1.        se poi non ci fosse il denaro per comprarle, perché certo né il falegname intende deporsi nelle sue bare, nè il contadino può mangiarsi da solo tutte quelle sue patate!

4.7.13.3.3.2.        Ma, mentre il denaro aveva la massima potenzialità d’attendere la resa incondizionata dei produttori, costoro erano invece costretti ad affrettare la conclusione della transazione, generalmente con una riduzione di prezzo:

4.7.13.3.3.3.        ed effettivamente, nel passato, per vendere, ogni approntatore o possessore di merci, senza eccezione, assolutamente tutti, hanno dovuto sottostare a questa perdita[8].

4.7.13.3.3.4.        Tutto ciò è incontestabile: tanto un proprietario di merci, era pressato, sia dall’urgenza delle sue scadenze che dal deperimento della merce, e così pronto anche a rinunziare ad una parte del suo prodotto in cambio della disponibilità del denaro;

4.7.13.3.3.5.        altrettanto un portatore di denaro poteva invece, in ogni momento ed a sua totale e completa discrezione, estrarre il denaro di tasca

4.7.13.3.3.6.        - come un mago il docile coniglio dal suo cilindro – ed in questa possibilità di prestidigitazione risiedeva la possibilità di sfruttamento.

4.7.13.3.3.7.        "Voi avete bisogno di denaro per scambiarvi reciprocamente i vostri prodotti, mentre noi possiamo tenerlo chiuso in cassaforte:

4.7.13.3.3.8.        pagateci allora un diritto d’uso e così, al modico costo del 4% annuo, potrete giovarvene, altrimenti noi lo rinchiudiamo e potrete solo sognarvelo!

4.7.13.3.3.9.        Questo profitto è la nostra condizione sine qua non: pensateci pure su, perchè tanto noi sì che possiamo aspettare!"

4.7.13.3.4.             Intendiamoci: ancorché la divisione del lavoro apparisse vantaggiosissima, il commercio in realtà poteva sempre decidere se avvantaggiarsi - o meno - del denaro statale o retrocedere al baratto, o addirittura darsi un denaro proprio, alternativo a quello statale[9];

4.7.13.3.4.1.        ma a far precipitare la situazione, rafforzando la posizione capitalistica provvide poi l’Abominevole Stato socialborghese[10], sia vietando il denaro alternativo,

4.7.13.3.4.2.        sia pretendendo il proprio, per il pagamento dei suoi servigi e tasse - finendo così col renderlo del tutto indispensabile e costringendo tutti a soggiacerci!: fu questa disposizione delinquenziale[11] a consentire ai possessori di denaro l’estorsione dei profitti di capitale!

4.7.13.3.5.             Fu come se, per accedere al mercato, lo Stato avesse posto un ponte, sorvegliato da un gabelliere per riscuotere il pontatico[12] su ogni merce.

4.7.13.3.5.1.        Assodato sia che era indispensabile transitarci, sia che il gabelliere poteva impedirlo, per l’approntatore di merci non esisté altra alternativa al pagare pegno, anzi tangente, in favore del detentore di moneta, per assicurarsi l’uso del mezzo istituzionale di scambio.

4.7.13.3.5.2.        Perché negandolo, negandolo, ne sarebbe conseguito: nessuna tangente = niente denaro = nessuno scambio di beni = disoccupazione = fame.......e si sa come, di fronte alla fame, si finisca per risolversi a qualunque sacrificio!!

4.7.13.3.6.             Pertanto, la fruttività della moneta metallica non era né imprestata, né trasmessa, ma proprio una su qualità intrinseca

4.7.13.3.6.1.        e proveniente parte dalla genialità dell’innovazione denaro sia, dal fatto che, per la sua realizzazione, si era andata astrusamente a pescare, sulla faccia della terra, una materia prima dominante tutte le altre,

4.7.13.3.6.2.        consentendo così di poterlo conservare indefinitivamente, intatto, e senza apprezzabili spese,

4.7.13.3.6.3.        a fronte di prodotti dell’attività umana che, senza eccezione, marcivano, passavano di moda, arrugginivano, si rompevano, puzzavano, oltre che ingombranti ecc.ra.

4.7.13.3.6.4.        E ciò rendeva definitivamente comprensibile perché si cedesse un podere – entità produttiva per eccellenza - contro una somma di denaro: tanto entrambi, sia il campo che il denaro, ognuno a modo suo, ma entrambi avevano una potenzialità di fruttificazione!:

4.7.13.3.7.             Terra, nobile di nascita, e denaro, a nobiltà prostituita, ma ormai erano l’un l’altro completamente commensurabili, tranne per il fatto che, nel caso della terra nessuno si sarebbe mai sognato di arzigogolare di fruttività imprestata o trasferita!

4.7.13.3.7.1.        [13] Fruttività imprestata.....: all’inizio questo assurdo e logoro modo di dire - che compariva così spesso al posto di reali e concreti concetti - indusse anche me in errore;

4.7.13.3.7.2.        anch’io fui menato per il naso, come si fà coi tori, finché, un bel giorno, il denaro, il nostro buon mezzo di cambio, mi si mostrò[14], improvvisamente e finalmente, come capitale vero e proprio!

4.7.13.3.8.             Supponiamo ciò per un istante, come ipotesi di lavoro e vediamo cosa succede, alla teoria del valore dell’economia classica, se il mezzo di scambio di tutte le merci[15], non sia più solo denaro equivalente ma già contaminato dal kapitale.

 

4.7.13.3.8.1.        Con riferimento anche alla definizione di cui al comma 4.7.13.3.8., nel su raffigurato secondo grafico il Commerciante ha già nel suo pugno un denaro contaminato dai profitti di capitale,

4.7.13.3.8.1.1.              che - salvo poi percepire dal consumatore un rimborso dei costi commerciali (ma forse anche un ulteriore profitto) – utilizza essenzialmente per penalizzare il produttore,

4.7.13.3.8.1.2.              depauperandolo di una parte del valore della sua merce (come minimo facendogli pagare lo stesso scotto che gli ha tolto il finanziatore, cioè il keynesiano premio di liquidità),

4.7.13.3.8.1.3.              mentre Marx vede la creazione del capitale solo quando il denaro paga quel valore spurio [Wert+Mehrwert, valore merce+plusvalore (profitti di capitale)] in quanto non costituito solo da lavoro necessario ad approntarla,

4.7.13.3.8.1.4.              cioè solo nel passaggio (Dettagliante-Consumatore), appunto secondo lui originante il Mehrwert (Plusvalore), mentre la merce in mano al commerciante (grossista) non sarebbe ancora capitale e non riscuoterebbe plusvalore nei vari passaggi (che la fanno infine arrivare al consumatore)[16],

4.7.13.3.8.1.5.              avvenendo 'alla pari’(cioè a rimborso spese di lavoro, vedi la teoria marxista degli 'equivalenti’ed il primo grafico).

4.7.13.3.8.1.6.              Poiché invece, a chi realmente commerci, le merci sembrano (e vengon chiamate) capitale, non appena nel prezzo di vendita inglobano - oltre a prezzo d’acquisto ed agli altri costi ed utile di commercio - anche profitti di capitale,

4.7.13.3.8.1.7.              ciò dimostra che questo viene ottenuto fin dal primo passaggio, e quindi a scapito del produttore o del lavoratore (mentre, nel passaggio successivo, la merce impersonerebbe solo il ruolo di 'vettore’del capitale monetizzato, salvo magari addizionarne altro).

4.7.13.3.8.2.        Matematicamente, se il consumatore abbia pagato un prezzo di 10 marchi, e 3 rappresentino costi ed utili di commercio, ed 1 il premio di liquidità, l’approntatore veniva insomma pagato con 6 marchi, invece che con 7.

4.7.13.3.8.2.1.              [17]Ed - esattamente come aveva sostenuto Proudhon - con il denaro tradizionale il commerciante era in grado d’assicurarsi un primo plusvalore già contro il produttore, una specie di obbligatorio 'sconto pronta cassa', alias 'premio di liquidità'

4.7.13.3.8.2.2.              senza comunque poter escludere che poi pensi ad assicurarsene anche un secondo contro il consumatore, dato che - come diceva Franklin - "La guerra è rapina, come il commercio è imbroglio."

4.7.13.3.9.             Consideriamo ora il contraccolpo che un denaro mezzo di scambio – ormai riconosciuto come capitale - avrà sulla realizzazione degli strumenti di produzione, perchè è esso a dare la possibilità d’uso di macchinari, navi, materie prime ecc.ra.

4.7.13.3.9.1.        Anche se – giusto come eccezione - può accadere, tuttora, che l’artigiano appronti i suoi strumenti di lavoro da alcune materie prime ritrovate propio nella sua proprietà,

4.7.13.3.9.2.        come regola, essi comportano l’investimento di un certo capitale, che – nel caso di ogni grande impresa - consiste in una somma di denaro versato e che viene registrata al passivo sulle prime pagine del libro-mastro.

4.7.13.3.9.3.        Ma essendo questo denaro, che viene versato per gli scopi sociali, istituzionalmente capitale, è del tutto comprensibile, chiaro, e anche naturale

4.7.13.3.9.4.        che l’apportatore - che con un semplice diniego avrebbe potuto impedire la realizzazione dell’iniziativa - pretenda il suo tornaconto:

4.7.13.3.9.4.1.              se, da un qualunque commercio, io posso ottenere, dal mio denaro, un 5% di guadagno, perchè dovrei accontentarmi di minor percentuale da quest’altro impiego, ancorchè sociale e benemerito?

4.7.13.3.9.4.1.1.         .........finchè si possa fare raccolta di minerale metallico in superficie, chi sarà mai così stupido da scavarlo in galleria!

4.7.13.3.9.4.2.              Del resto vengono costruite così tante case, propio per queste circostanze, cioè perchè assicurano un reddito da pigione, col quale si possono corrispondere gli interessi sul costo di costruzione.

4.7.13.3.9.4.2.1.         (Ma se, per caso, si fosse troppo costruito e l’offerta di appartamenti superasse la domanda e scendesse il valore locativo, rendendo non più remurativo l’investimento in case,

4.7.13.3.9.4.2.2.         immancabilmente si licenzierebbero i lavoratori edili, interrompendo l’attività finchè l’incremento demografico non avesse nuovamente provocato una richiesta d’appartamenti

4.7.13.3.9.4.2.3.         tale da consentire, col valore locativo, la remunerazione dell’investimento: e solo allora si ricomincerebbe a costruire!)

4.7.13.3.9.4.2.4.         Esattamente lo stesso avviene con le imprese industriali: quando diventavano troppo numerose, la conseguente eccessiva domanda di manod’opera fà aumentare i salari sino al punto che l’imprenditore non riesce più ad ottenere utile dalla vendita dei suoi prodotti;

4.7.13.3.9.4.2.5.         allora si interrompe la creazione di nuove imprese finchè la crescita delle nuove leve operaie, ripristinando un’offerta di manod’opera, faccia ridimensionare i salari, ricreando spazio vitale per gli utili.

4.7.13.3.9.4.2.6.         [18]Così però, nella costituzione dei posti di lavoro - che, provenendone, giustamente ci appaiono filiazioni del capitale - quest’ultimo recita ben due parti in commedia:

4.7.13.3.9.4.2.7.         dapprima quella, lodevole, del loro creatore; ma poi, subdolamente, anche quella del loro limitatore, affinchè vi sia sempre un certo numero di disoccupati!!

4.7.13.3.9.4.2.8.         E’propio per questo che ci sono regolarmente meno posti di lavoro che lavoratori, in modo che, per questa mancanza, permanga un’eccedenza di lavoratori disoccupati che, col meccanismo descritto, consenta l’utile!

4.7.13.3.9.4.2.9.         (L’aspetto, il 'lay-out', imprenditoriale può essere più propriamente schematizzato considerandolo come un prestatore su pegno, che fornisce all’operaio lo stretto necessario per strumenti e materie prime, con il pegno costituito dai prodotti in corso di lavorazione.)

4.7.13.3.9.5.        Il denaro quindi dominava e signoreggiava incondizionato sia lo scambio di merci che i mezzi di produzione e, attraverso questi, i posti di lavoro.

4.7.13.3.9.6.        In precedenza tutto era condizionato ai profitti di capitale; esso si frapponeva fra consumatore e produttore, fra operaio ed imprenditore; divideva tutti coloro che andavano invece uniti, sfruttandone la, così creata, divisione per predare.

 

4.7.13.4. FILOSOFIA DEL CAPITALE POST ICEEURO.

 

4.7.13.4.1.             A questo punto incomincio anch’io a capire, perché invece, con l’iceeuro, il saggio d’interesse continua a scendere dirigendosi verso lo zero,

4.7.13.4.1.1.        dato che ora il capitale DEVE essere offerto, sia contro merci che in prestito, immediatamente e senza più il minimo riguardo per gli interessi: il capitale non può più condizionare il mercato!

4.7.13.4.1.2.        Ora non può più insinuarsi tra gli operatori, dividendoli ma, soffocando i suoi più insani desideri e la sua avida brama di rapina, deve semplicemente svolgere il suo incarico, assicurando cioè lo scambio delle merci,

4.7.13.4.1.3.        senza più signoreggiarlo da rapinatore e tiranno, ma ormai solo servirlo e, soprattutto, farlo gratis.

4.7.13.4.2.             Già attualmente - ma ancor più dopo il precipitarsi verso zero del saggio d’interesse - le merci non son più tagliate fuori dal mercato, il lavoratore non resta più disoccupato e lo scambio di beni procede senza alcun riguardo per i profitti.

4.7.13.4.2.1.        Ed ovunque ci si sia similmente regolati, là tutto andrà per il meglio, perché favolose somme vengono già accantonate, versate alla cassa di risparmio ed offerte in prestito.

4.7.13.4.2.2.        E l’instaurarsi sistematicamente di questa situazione, unita alla scomparsa di quelle recessioni, gravemente menomanti i risparmi dei lavoratori, alla lunga non potrà che comportare difficoltà nel trovare la richiesta di finanziamenti:

4.7.13.4.2.3.        ciò dimostrerà sia che si saran costruite sia sufficienti case - dato che ne manca la richiesta - sia abbastanza fabbriche - dato che mancano i disoccupati.

4.7.13.4.3.             Ci si potrebbe, a questo punto, chiedere a che scopo ulteriormente spremersi, così rendendo necessario pagare nuovi ammortamenti.

4.7.13.4.3.1.        Ma poi la Cassa di Risparmio ci ricorderà che non ci conviene lasciare il denaro inattivo, perchè esso non si conserva e così il denaro, costringendoci a prenderlo in prestito, ci costringerà anche a mantenere un minimo d’attività!

4.7.13.4.3.2.        E quando noi non finanzieremo più al 3-2-1%, ma ci accontenteremo anche solo d’una semplice e pura restituzione, allora gli affitti continueranno a diminuire e chi adesso deve accontentarsi di un monovano, potrà allora affittarne due, e chi ora cinque, allora dieci!

4.7.13.4.3.3.        Successivamente si passerà a costruire le seconde abitazioni, per cui la domanda è funzione del prezzo e quindi tutta quella non possibile col denaro al 3%, riapparirà con quello al 2-1-0%.

4.7.13.4.3.4.        Ma più si costruirà più gli interessi e gli affitti scenderanno; tuttavia chi sia nato imprenditore non si farà ugualmente sfuggire l’occasione di utilizzare denaro economico, quantomeno per assicurarsi il proprio reddito di lavoro!

4.7.13.4.3.5.        [19]Ma se anche una parte di loro decidesse di pensionarsi, malgrado le vantaggiose offerte di finanziamento, fortunatamente ce ne saranno sempre altri che li sostituiranno, come ci saranno altri cittadini ancora senza casa.

4.7.13.4.3.6.        Costoro verranno finanziati e sorgeranno nuove costruzioni - in barba all’altrui volontà sia di fermarle che di non più far decrescere gli affitti; e questo andamento, presto o tardi, si verificherà anche con qualunque altra iniziativa commerciale:

4.7.13.4.3.6.1.              perchè, non appena il saggio d’interesse sia sceso verso 0%, dalla sua iniziativa l’imprenditore riuscirà più ad ottenere solo reddito di lavoro, e non più profitti di capitale,

4.7.13.4.3.6.2.              nè sotto forma di sconti sui prezzi d’acquisto nè sotto forma di ricarico su quelli di vendita, perchè così vuole la legge di concorrenza [20]!

 

4.7.13.4.4.             Nè ci si deve preoccupare di una contrazione del capitale finanziario globale, perché, dopo un periodo d’assestamento[21],

4.7.13.4.4.1.        la mancanza degli apporti – in precedenza provenienti dai profitti di capitale – verrà vantaggiosamente sostituita dal neo-apporto, dovuto a quel risparmio (della classe operaia) non più taglieggiato da affitti e da noli;

4.7.13.4.4.2.        nè che attraverso queste grandi quantità di denaro incomincino a risalire i prezzi, perchè la quantità di denaro sarà sempre mantenuta sotto controllo dallo IUV, che farà subito fuori qualunque centesimo di troppo;

4.7.13.4.4.3.        del resto coloro che risparmiano avranno sicuramente prodotto e venduto più del consumato: ci sarà dunque di che contrappesare la massa monetaria, un’eccedenza di merci da poter offrire.

4.7.13.4.5.             Prendete quindi questi iceeuro senza paura: ogni volta che scenderà il saggio d’interesse - speriamo verso l’annientamento - trascinerà con sé al ribasso le Vostre pigioni, lasciando così globalmente immutato il capitale finanziario,

4.7.13.4.5.1.        la cui abbondanza consentirà di finanziare iniziative anche verso lo 0%, perchè – ormai lo avrete capito! - DOVREMO FARLO, perché quest’incombenza graverà globalmente su tutti, come certo la Società si aspetta che ognuno farà il proprio dovere [22]!

4.7.13.4.6.             In conclusione, in merito all’individuazione del vizio occulto nel denaro tradizionale, la concretezza si é ancora una volta dimostrata come il miglior maestro,

4.7.13.4.6.1.        dato che è stato l’iceeuro a permettere quel confronto evidenziante la soluzione del problema, in precedenza vanamente ricercata (e che solo io avevo invece intuita!):

4.7.13.4.6.2.        e senza quello spintone la nostra ricerca sull’origine dei profitti da capitale sarebbe diventata perlomeno infinitamente più difficile.

4.7.13.4.6.3.        Certo non è che ancora essa[23] sia stata completamente sviscerata, ma quantomeno abbiamo individuato quel bandolo della matassa, che saprà trarci fuori dal labirinto dei miraggi:

4.7.13.4.6.4.        ora ci basta solo di seguire il filo, e possiamo a buon diritto affermare che chi ben incomincia è a metà dell’opera!

 



[1] N.d.t. : Come appare poi dalla nota 3, G. sta irridendo il grande economista austriaco Böhm-Bawerk. un’ altro splendido capitolo di filosofia dell’ economia !

[2] N.d.t. : traduzione letterale : 'penso a ciò con le lagrime agli occhi !' ma mi è sembrata troppo seria.

[3]  Ho tratte queste denominazioni dal libro di Böhm-Bawerk  'Origine e storia dei profitti di capitale' - Ultimamente è sopraggiunta anche la 'Teoria dell' impazienza' di Irving Fisher.    N.d.t. : quasi tutte tali teorie sono illustrate ai commi 5.6.i. ; la 'teoria dell' astensione' (Nominibus mollire licet mala ! (*)) di Keynes non introduce niente di nuovo, rispetto a quella della sobrietà, mentre, di B.B., è interessante l' ipotesi di lavoro che il tasso d' interesse possa essere lo stratagemma economico per generare epoche a maggior contenuto di capitale (cioè per potenziarne la quantità)  (*) latino, = 'è lodevole alleviare i dolori cambiandogli nome !'

[4] N.d.t. : I recenti casi dell' Argentina, dell' Alitalia e della Parmalat (e purtroppo troppi altri ne seguiranno !) hanno ampiamente dimostrato come in realtà il risparmiatore non abbia assolutamente nessuno di quei sostegni e tutele promessigli dall' Abominevole. Vedi in merito i commi 0.1.3.2.i.

[5] N.d.t. : 'Oft steht man sich so noch besser, als wenn man Staatspapiere kauft, denn man hat eine regelmäßige, mit dem Zerfall des Hauses (der Fabrik, Maschinenanlage, Schiffe usw.) schritthaltende Einnahme und behält dabei noch ein Pfand des Eigentums in Händen.' Ormai stiamo attuando la riforma della moneta di ghiaccio, successiva a quella di liberterra, che ha cancellato i titoli di prorietà : ma allora, come ancora si potrebbe avere tra le mani uno  'Pfand des Eigentum' cioè appunto un  'titolo di proprieta ? I traduttori in inglese e spagnolo, non rilevano l' incongruenza ; ho provato a leggere 'Spesso, poichè con l' ammortamento di una casa (o fabbrica o macchinari o navi) si ha una rendita regolare e sicura - come quando si comprano titoli di Stato - ci si trova ancora meglio di quando si deteneva per le mani un titolo di proprietà'.', consentita - sotto un certo punto di vista - da 'als' congiunzione che vale sia 'come', sia  introduce, dopo un comparativo, il secondo termine di paragone (però, in questo caso, eccessivamente distante), ma che, in corretto tedesco, avrebbe avuto una costruzione completamente diversa oltre a richiedere il verbo 'behalten' all' imperfetto e non al presente indicativo. Errore per errore, preferisco la svista (Gesell stava ovviamente pensando agli investimenti, mobiliari, di macchinari e navi), solo puntualizzando opportunamente.

[6] N.d.t. : 'Eigentlich war es ja mehr als leichtfertig, zu sagen: das Geld wirft Zins ab, weil man mit dem Geld Arbeitsmittel kaufen kann, die Zins abwerfen; denn hier fehlt ja die Erklärung, warum man Arbeitsmittel, die Zins abwerfen, gegen Geld verkauft, das man für unfruchtbar erklärt? Gibt denn ein Ochse Milch, wenn man ihn gegen eine Kuh tauscht? Leere Worte haben hier offenbar die Stelle der Begriffe eingenommen. Es ist barer
Unsinn, von übertragenen und erborgten Eigenschaften zu sprechen; solche Übertragung von Eigenschaften und Kräften ist ebenso unmöglich in der Volkswirtschaft wie in der Chemie. Wenn das Geld an sich nicht die Kraft hatte, Zinsen zu erheben, woher kamen dann die Einnahmen aus dem Banknotenmonopol?'      Per il meglio del lettore, ho interpretato i 4 commi seguenti ; questa la traduzione letterale : A dire il vero non era forse più che sconsiderato dire che il denaro deve produrre interessi, perché con esso si posono comprare mezzi di produzione : qui viene a mancare la spiegazione del perchè si vendano, quei mezzi di produzione che producono interessi, in cambio di denaro dichiarato infruttifero. Da' forse latte un bove, quando sia scambiabile con una vacca ? Parole vuote hanno qui manifestamente  sostituito i concetti : è infatti una palese assurdità parlare di qualità 'trasmesse e mutuate' perchè un simile trasferimento di qualità ed energie è impossibile  non solo in chimica, ma, almeno altrettanto, nell' economia nazionale. Se il denaro non possedesse, intrinseca, la possibilità di produrre guadagni, da dove sarebbero venuti, al monopolio, i guadagni delle banconote?'

[7] N.d.t. : ragionamento logico, codificato da Aristotele, e composto da due premesse e da una conclusione che le coordina.

[8] N.d.t. : Molto giustamente Keynes,  nella sua  'Teoria Generale....', pag. 390, rileva come fin dai tempi del baratto succedesse qualcosa del genere, quando, ad esempio, si permutava un toro contro sei pecore - anche se il toro magari ne valeva di più - ma perchè era poi molto più facile barattare una pecora alla volta (che non trovar da barattare il toro) ; ed introduce il concetto - analogo al qui fatto figurare come uno 'sconto pronta cassa' di 'Premio di liquidità', come "il plusvalore, in merce propria, che si è disposti ad aggiungere per disporre della comodità e/o sicurezza offerta dalla disponibilità di quell' altrui particolare bene.", che, nel nostro caso, sarebbe appunto il denaro, il genio della lampada che può indifferentemente e meravigliosamente trasformarsi in pane, acqua, casa, sesso ecc.ra ! Pertanto, ancorchè sia ormai abituale chiamare 'sconto pronta cassa' l' abbattimento del prezzo ottenuto contro il fornitore per il pagamento in contanti, keynesianamente sarebbe altamente più opportuno chiamarlo 'Premio di liquidità' : solo che, in tal caso, nessuno, o quasi, si renderebbe subito conto di che cosa si tratta ! Anche se G. non incrudelisce su Marx, è doveroso evidenziare come le sue conclusioni siano diametralmente opposte : invece di un plusvalore (Mehrwehrt) abbiamo a che fare con un minusvalore (Minderwehrt)

[9] N.d.t. : in Germania ed Argentina circolano alcuni ‘Regiogeld’, cioè denaro regionale ed in Giappone – la terza nazione tra quelle che più professano il geselismo - mi si dice che ne circolino addirittura 800 !

[10] N.d.t. : formulazioni ed aggettivazioni tipiche e caratteristiche della prosa rauceiana ! Ancorchè anarchico G. non si sarebbe mai permesso di indirizzarsi similmente al governo di S.M. l' Imperatore del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica!! ......ma quando ce vò, ce vò !!

[11] N.d.t. : traduzione letterale 'il sistema' o 'la tecnica'.

[12] N.d.t. : tangente medioevale per consentire l’ attraversamento di un ponte, come il ‘viatico’ lo era per l’ uso di una strada.

[13] N.d.t. : da questo punto in poi è evidente (anche per tutto l' apprezzamento che, a differenza del predecessore, dimostrerà all' iceeuro) che è G. che prorompe a parlare, al posto del teorico degli interessi.

[14] N.d.t. : nel 1960 anche a me, che ormai giravo a vuoto, il minicomputer, indispensabile per l' e.money (moneta elettronica, evoluzione dell' iceeuro (vedi commi 4.1.5.i - 4.1.6.i.) - e che ormai possiamo tranquillamente immaginare incorporato nell' indispensabile telefonino cellulare - mi apparve come in sogno, una celestiale visione !!

[15] N.d.t. : Lo schema grafico (che segue) non è presente in tedesco.  'Laßt uns nun einen Augenblick überlegen, wohin wir kommen müssen, wenn wir ein Kapital zum Tauschmittel aller Waren erheben.' Traduzione letterale : 'Lasciateci ora dare un' occhiata dove dobbiamo arrivare se noi introduciamo un capitale per mezzo di scambio di tutte le merci.' ; '1. Kapital kann das Geld nur auf Kosten der Waren sein, denn von den Waren erhebt ja das Geld die Abgabe, die es zu einem Kapital stempelt.' : Trad. Letterale : Il denaro può essere capitale solo a spese della merce, poichè dalla merce proviene certo il denaro, l' incasso che è stampigliato come capitale ; ' 2. Wenn die Waren Zins zahlen müssen, so können sie selbst unmöglich Kapital sein, denn wäre die Ware Kapital so gut wie das Geld, so könnte keines der beiden sich dem anderen gegenüber als Kapital aufspielen, und in ihrem gegenseitigen Verhältnis wenigstens würden sie aufhören, Kapital zu sein.' : Trad. Letterale : se la merce deve produrre interessi (profitti da capitale) non le è possibile essere essa stessa capitale, poichè se la merce fosse capitale così bene come il denaro, allora nessuno dei due potrebbe recitare la parte del capitale nei confronti dell' altro, cioè nei loro rapporti reciproci dovrebbero come minimo desistere (cessare) di essere capitale.' ;  '3. Wenn uns daher die Waren im Handel als Kapital erscheinen, weil sie im Verkaufspreis neben Kostenpreis und Handelsgewinn noch den Kapitalzins erheben, so muß das so erklärt werden, daß dieser Zins dem Erzeuger oder Arbeiter vom Kaufmann im Einstandspreis bereits abgezogen wurde.' : trad. Letterale : 'Quando la merce, nel commercio, ci appare capitale, perchè (poichè) essa include nel prezzo di vendita, oltre al prezzo d' acquisto ed ai costi e utile commerciale, interessi da capitale (ma secondo me è invertita la posizione dei due avverbi 'Wenn' e 'weil'). ; 'Die Ware spielt hier nur den Kassenboten des Geldkapitals. Ist der Verkaufspreis gleich 10 Mark, der Handelsgewinn 3, der Zins 1, so erhält der Arbeiter 6 Mark ausgezahlt.' : trad. Letterale : 'La merce gioca (recita) qui solo il vettore del capitale-denaro. Se il prezzo di vendita è uguale a 10 marchi, il guadagno commerciale 3, l' interesse (reddito da capitale) uno, solo sei marchi vengono pagati  al lavoratore.'      Sappiamo ormai quanto G. tenga ad esser chiaro e come ne sia eccezionalmente capace !.....quando inavvertitamente abbia scelto parole o costruzioni che avrebbero potuto mettere in difficoltà il lettore, è stata (e sarà ancora) mia cura interpretarle per il meglio di entrambi, spesso senza neanche evidenziarlo. Ma qui l' artifizio, la fumosità, il sibillinismo sono decisamente voluti.......alla prima lettura ho pensato addirittura che G. avesse scherzosamente riportato, ma senza virgolette, qualche passo de Il Capitale !!.... è pertanto - secondo me - evidente come voglia dare al lettore un saggio della ottocentesca (Marx quindi incluso) prosa cattedratica tedesca in materia economica !! Dal punto di vista teorico non posso non evidenziare quanto il mondo sarebbe stato diverso se quegli economisti (incluso M. !) avessero avuto un minimo di cognizione della fisica, quantomeno di quel concetto di rendimento <1 (rendimento sempre inferiore all' unità) che caratterizza tutta la termodinamica. Infatti fiumi di parole e milioni di pagine sono state scritte per esecrare il fatto che sia commercianti che imprenditori conseguissero un plusvalore (Mehrwert), che un fisico, invece, entro determinati limiti,  si sarebbe ben guardato dal sindacare, ritenendolo assolutamente ovvio e scontato : fussero che fussero, gli imprenditori e commercianti, quelle famose macchine a rendimento maggiore di uno, il cosiddetto 'moto perpetuo', di cui è stata dimostrata l' impossibilità ?!?! La teoria del valore intrinseco (Ricardo, Marx) che settava il valore di un oggetto in base alla quantità e qualità del lavoro necessario per approntarlo è stata rifiutata, prima di ogni altro, dalla classe operaia, che ha per prima e molto giustamente preteso un valore aggiunto sul proprio compenso, già a fine ottocento ben maggiore dell’ ‘eterno salario pari al minimo indispensabile per la sopravvivenza’. E dal momento che anche commercianti ed imprenditori indiscutibilmente rendono al consumatore un servigio,  nè più nè meno di come li rende la classe operaia, perchè la Società non dovrebbe poi consentire la remunerazione di tale servigio, in modo d' assicurare la decorosa sopravvivenza del suo esecutore ?!?! Pertanto nessun saggio si scandalizzerà di nessun Mehrwert, di nessun plusvalore, e la discusione va semmai focalizzata sul suo importo percentuale, ma sempre e solo sul suo importo, senza mettersi troppo a disquisire sul sesso degli angeli, se cioè questo plusvalore sia stato conseguito con uno 'sconto pronta cassa' (o 'premio di liquidità') oppure con una speculazione sullo stato di necessità del consumatore, oppure con un semplice, ma secco e brutale ricarico sopra il prezzo d' acquisto, o con una combinazione di tali voci………tanto che cambia ? .......sembra quasi la storia di quel carabiniere che, dal tabaccaio, non ricordava più con quale banconota da 5 € doveva comprare il sale e con quale le sigarette !! Per il mantenimento di commercianti ed imprenditori, in conclusione, io affermo lo stesso principio di dipendenza, fatto valere dalla classe operaia : chi ha bisogno di servigi deve pagarne l' esecutore, consentendogli la decorosa sopravvivenza consentitagli dalla legge della domanda ed offerta : come avvenga - ma non a quanto ammonti - quell' acchiappanza, dal punto di vista pratico è trascurabile  !..........Figuratevi che, in base allo stesso principio di dipendenza, qualora la democrazia effettivamente necessitasse dei partiti politici, non avrei nulla in contrario al loro pubblico finanziamento (però almeno smettessero di rubare !!!!)

[16] N.d.t. : circostanza negata dall’ evidenza e dalla consuetudine.

[17] N.d.t. : 'Hieraus geht hervor, daß, wenn das Tauschmittel, das Geld, an sich kein Kapital
wäre, dann auch der gesamte Warenaustausch ohne Zinsverrechnung vonstatten gehen würde. Somit hätte Proudhon doch recht gehabt, denn er hatte das immer behauptet.' : Trad. Letterale : 'In caso contrario salta fuori (agli occhi) che se il mezzo di scambio, cioè il denaro, in sè e per sè non fosse capitale, poi anche ne conseguirebbe un generale scambio di merci senza ricarico d' interessi (redditi da capitale). Dunque aveva avuto ragione Proudhon, che aveva sostenuto esattamente questo.'  Salta sì agli occhi - ma invece ! - che la conclusione logica è solo parzialmente vera, non essendo stata fornita la seconda premessa di un classico sillogisma, e cioè, in questo caso particolare, che ogni commerciante poi assolutamente non possa estorcere plusvalore anche contro il consumatore ! Pertanto diamo pure torto a Marx quando ha torto, ma non solo perchè è Marx, e l' indiscutibile plausibilità della tesi proudhoniana, assolutamente non esclude (almeno con quanto qui esposto) che poi possa essere plausibile e verificarsi anche la tesi marxista : cioè il commerciante potrebbe in realtà acchiappare plusvalori sia contro il produttore che contro il consumatore, che - a differenza del commerciante (che non necessita dell' oggetto) -  non è in condizioni di far valere il potere del suo denaro perchè, al momento dell' acquisto, si trova in condizioni di necessità, deve 'consumare' il comprato ! Pertanto mi assumo la responsabilità di correggere in tal senso il comma ed aggiungo ex novo il comma successivo, con la citazione di Franklin.

[18] N.d.t. : 'Die Arbeitsmittel erscheinen uns also deshalb als Kapital, weil ihre Herstellung durch das Geldkapital vermittelt und von diesem stets so weit künstlich beschränkt wird, daß sie immer den Arbeitsuchern gegenüber eine vorherrschende Stellung einnehmen.' Trad. Letterale : 'Perciò i mezzi di lavoro ci appaiono come capitale, da esso provenendo la loro realizzazione, così tanto artificialmente limitata da renderli sempre insufficienti a fronte del prevalente impiego.'

[19] N.d.t. : costretto dalla strutturazione, ho spostato costì i due commi che seguono e che, in tedesco, si trovavano dopo il comma 4.7.13.4.9.

[20] N.d.t. : Avendo i capitalisti, nella vita economica, solo un' enorme capacità d' impedimento ma nessuna capacità operativa, la loro scontata ostilità non è preoccupante, per le nostre riforme : in pratica, l' unica loro possibilità di ritorsione è portare i loro capitali all' estero, deprezzando la moneta nazionale e quindi subendo, loro per primi, una massiccia punizione, ma, all' interno, facendo solo salire il costo delle importazioni (l' aumento dei prezzi interni verrebbe validamente contrastato dagli automatismi dello IUV e l' iniziale esportazione di capitali metterebbe in condizione di battere una pari quantità di denaro a scomputo delle tasse dei cittadini, rappresentando, nel transitorio, un sollievo non indifferente). Completamente diversa è invece la posizione dell' imprenditoria (il regolo calcolatore del vecchio logo ed il computer del nuovo) , occupante una posizione chiave e determinante, in quanto pienamente in grado di far mancare il lavoro a quelle forti braccia della classe operaia che - come dice l' Internazionale - quando si fermano fanno poi fermare veramente tutto. Per le nostre riforme, il comportamento tenuto dall' imprenditoria sarà pertanto decisivo, averla dalla propria parte sarà quasi aver già vinto ; per questo è tanto importante la previsione del suo comportamento, per effettuare la quale occorre qualche preliminare richiamo teorico. L' imprenditoria non è una vera e propia categoria a sè stante, ma un anello di congiunzione, una zona di sovrapposizione che ha dato origine ad una figura ermafrodita, avente configurazione e caratteristiche sia operaie che capitalistiche ; essa, insomma, gode di reddito misto, parte di lavoro e parte di capitale ; storicamente è formata dalla crema della classe operaia, il fior fiore, il cui passaggio alla categoria superiore fu inizialmente duramente contrastato dalla classe capitalistica, sentitasi invasa.  Essa si comporta sempre come un club d' élite, un circolo chiuso, che appunto contrasta ampiamente qualunque iniziale tentativo d' intrusione, salvo, alla fine, arrendersi ad un assaltatore, irresistibile e che sia riuscito a superare tutte le prove iniziatiche, recependolo e, da quel momento riconoscendolo pari ; avviene insomma qualcosa di molto simile a quel legendario contrasto Euristeo-Ercole, che dette origine alle di lui dodici fatiche. Per il neo-imprenditore, partito generalmente con minimo capitale, e quindi momentaneamente provvisto, praticamente, solo di reddito da lavoro,  ogni prova, ogni fatica è rappresentata da una realizzazione economica, mentre la prova iniziatica dall' appunto defatigante ed esoso prelievo che - a mezzo interessi (profitti di capitale) - i capitalisti (che gli hanno, benevolmente !, consentito il finanziamento) effettuano sui suoi proventi, segretamente sperando di  spezzarlo, reprimendo la sua volontà d' emersione ! Chi – come me - c' è passato ben conosce quanto sia terribile quello stress e quello sforzo ........in quest' ottica i profitti di capitale diventano un darwiniano strumento di selezione - crudele, rozzo e primitivo, ma terribilmente efficace (non lo era forse altrettanto l' esposizione alle intemperie, per un giorno ed una notte, dei neonati maschi spartani (*) ?!) per limitare il numero dell' imprenditoria e far sì che non ci si possa intrufolare  (come non si poteva diventare Spartani !) se non avendo le palle ! Dunque prova iniziatica da superare (destinata ad evitare gli odierni imprenditori di regime, i cosiddetti targatti), di selezione della razza imprenditoriale in considerazione della sua assoluta necessità, della sua preziosità ; e, in quest' ottica, finchè non sarà messa a punto una nuova tecnica selettiva, mi chiedo – io, che pure ho pagato miliardi (di vecchie lire) d' interessi !! - quanto sia opportuno e giudizioso eliminarla ! Se uno è così abile e capace da riuscire a proseguire, ogni fatica superata riduce il fabbisogno economico per quella successiva : alla fine i capitalisti - maggioritariamente tutt' altro che sciocchi e che ben conoscono che quando non si riesca a fermare un assalto conviene mettersene alla testa ! - optano per tale manovra di ripiego, dando un mesto benvenuto al neo-invasore ed invitandolo ad insieme difendere la posizione, quando ormai lui ha già conquistata. E così la storia si ripete a danno altrui !  Con un simile percorso alle spalle, anche prescindendo da motivi ideologici e senza far ricorso al senso del dovere, ma finchè l' imprenditore di prima generazione non abbia ancora finito di detergersi il sudore delle fatiche, finchè il tempo non gli abbia fatto dimenticare la sua provenienza dalla classe operaia e, soprattutto finchè il suo reddito sia ancora significativamente composto da profitto di lavoro, col corpo ancora pieno delle cicatrici inflittegli dal capitale egli è - forse addirittura più della classe operaia - ostile ai capitalisti ! .........però non dimentichiamoci  nè dell' abbraccio finale al Grande-Fratello (**) nè del fatto che, di tutti quelli che hanno fatto il servizio militare e che unanimamente lo ricordano negativamente,  poi ben pochi hanno il buon senso di pretenderne l' abolizione, gli altri affermando l' ho sofferto io, pertanto ora lo soffrano anche gli altri ! Inoltre l' imprenditoria ormai ha perso il suo zoccolo duro e ben pochi figli degli imprenditori son tosti come i loro padri : si sa che ha figli molli ed imbelli il paese dove scorre il latte ed il miele !  Ricordo con ammirazione gli spartani Q. Navarra o C. Lo Dico, che – nella pausa di mezzogiorno -  si mangiavano una pagnottella in mezzo agli altri operai, mentre i figli in Ferrari corteggiavano belle attrici !Nella situazione sopra raffigurata, la classe imprenditoriale - approfittando del ruolo-chiave da essa svolto nell' economia, avrebbe la possibilità di devastantemente sostituirsi, ai capitalisti propriamente detti, nel boicottaggio delle riforme.  Sia Proudhon che G. - i quali però avevano a che fare con una netta maggioranza di prima generazione imprenditoriale (che abbiamo visto particolarmente affidabile) - sorvolarono a piè pari questo problema, dando per scontata la convergenza maggioritaria dell' imprenditoria su questa forma di 'eutanasia', di 'hara-hiri',  di 'suicidio rituale'. In merito non altrettanto ottimisti - ed anzi dichiaratamente scettici - son sempre stati sia i comunisti che i socialisti, vecchi e nuovi, e non solo i nostrani. La cosa non deve meravigliare : i tempi sono cambiati, e costoro sia hanno a che fare con  le non ben classificabili nuove leve imprenditoriali, sia sono rappresentanti di una categoria, costretta da sempre al mercenarismo, e quindi abituata a misurare tutto in termini economici. Comunque è sicuramente saggio porsi il problema : nel momento storico attuale solo folli, politici, certi magistrati del lavoro, demagoghi, fascisti  e sfascisti (nonchè un po' dei soliti utopisti),  son convinti di poter spartire - come i manzoniani 'torto' e 'ragione' - positività e negatività,  con un taglio così netto da lasciare 'ai nostri' solo il bene e solo il male agli avversari. Tuttavia - come giustamente rileva G. al comma 4.7.13.4.3.5. - anche senza la convergenza dell' intiera categoria imprenditoriale, inizialmente potrebbe bastare quella di un numero significativo, che anch' io penso che si possa effettivamente raccogliere, nella categoria di noi Ercoli nonchè punta del trapano dell' evoluzione : ci si può sicuramente appellare al nostro attivismo e creatività, senso del dovere nonchè alla volontà di conservarsi, continuando ad operare, almeno il reddito di lavoro (di chi non pensa MAI ai soldi si abbia la stessa doverosa paura, naturalmente provata nei confronti  di chi pensa SOLO ai soldi !)  ! Io sono magari un caso particolare, sia provenendo da una linea materna tradizionalmente socialista e nartista, sia avendo anch’ io giurato l’ osservanza a quell’ unico comandamento narte 'Nè ricchezza nè felicità consumerò in proporzione maggiore di quella da me creata !' che - secondo mia madre – ha sempre incluso anche gli altri dieci. Ma, nel ventesimo secolo ho conosciuto tanti altri imprenditori, che inconsciamente si comportavano da narti, pur probabilmente non essendolo !,  e spesso neanche più per bisogno loro, ma per senso di responsabilità, perchè determinanti per assicurare il lavoro e la sopravvivenza altrui : di tutte le moltitudini, quella imprenditoriale è - se certo non completamente sana - quantomeno la relativamente meno malata !! Comunque una rivoluzione non è una cerimonia del tè, nè un ricevimento di Capodanno, in cui sicuramente si brinda con tutti : ..... se sarà necessario combattere, combatteremo ! Col tempo, poi, nei confronti delle nuove leve e, soprattutto, con la disponibilità di quel deplorevole apparato statale - attualmente al servizio dell' ulteriore involuzione - sarà certamente possibile stimolare e, alla lunga, definitivamente affermare l' evoluzione ulteriore,  in favore di tutto e tutti : in definitiva - se "a tutte le miserie odierne, per opprimerci, non si addizionasse anche tutta una serie di miserie ereditate, sedimentazioni di modi di produzione antiquati ed obsoleti, trasmessici per l' ingerenza di rapporti politici e sociali anacronistici, affinchè sofferenze non ci vengano solo dai vivi ma anche dai morti...."(***) - eliminati questi rigurgiti del passato, poi insegnare ad una bella ragazza a fare all' amore non per soldi e senza altri scopi o retro-pensieri, ma solo perchè è molto bello e gratificante (sia in propio che per il partner) ; insegnare ad una classe operaia a realizzarsi con la propria creatività, perchè anche coloro che non siano in grado di concepire un progetto, possono quantomeno contribuire a realizzarne uno altrui, ed in ciò rivelandosi, per la Società, nè meno utili nè meno indispensabili dell' ideatore ........se sei incudine mantieniti fermo, se sei martello colpisci appieno (****) ; insegnare a tutti ad affidarsi alle forze proprie, alle proprie ali, rifiutando qualunque forma di parassitismo anche a proprio favore ; ebbene sarò un inguaribile ottimista, ma in realtà non dovrebbe essere molto più difficile d' insegnare ad un gatto a fare 'miao' !!!  Tant' è vero che - malgrado la spaventosamente negativa ingerenza dell' Abominevole e delle sue altre associazioni a delinquere, tra cui, nominativamente, il Ministero della Pubblica D’Istruzione - nella mia vita, ho incontrato - oltre al già descritto nutrito numero d' imprenditori consapevoli - almeno un paio di quelle donne e forse anche più d' una decina di quei lavoratori ! Le premesse quindi ci stanno : si tratta solo, sia con l' esempio che con l' educazione, di farle crescere e sviluppare, contemporaneamente da una parte carezzando e gratificando non più la negatività ma la positività ; e dall' altra frustando e reprimendo non più la positività ma la negatività !......chi vuole intendere, intenda !  ; (*)  detto, mi sembra, da Aristotele ad Alessandro Magno, sulle rovine di Sparta : "Quando, tra duemila anni, gli archeologi scopriranno queste modeste rovine - ma non gli uomini che le abitarono - ben pochi riusciranno a rendersi conto della straordinaria grandezza e potenza di Sparta !" ; (**) ;  chiaro riferimento non all' ignobile trasmissione televisiva ma alle ultime pagine del bel romanzo '1984' di Orwell ;  (***) citazione dalla Prefazione alla prima edizione de 'Il Capitale' ; (****) traduzione di un proverbio popolare tedesco.

[21] N.d.t. : effettivamente gli alti salari incrementano la capacità finanziaria di un paese solo in un secondo momento, perché inizialmente vengono totalmente impiegati per migliorare il tenore di vita

[22] N.d.t. : chiaro, anche se silenzioso, riferimento (comma 4.7.13.4.3.5) a quella parte dell' imprenditoria che per 'viltade abbia fatto il gran rifiuto' !

[23]  Il lettore troverà ampiamente trattata la teoria degli interessi nel quinto ed ultimo libro.