4.7.12.   Un discepolo di Proudhon (sostenitore della solidarietà).

 

SINTESI: non necessaria, argomento praticamente unico.

 

4.7.12.1                   Anche procedendo discontinuamente, ma infine, con l’introduzione dell’iceeuro, il nostro programma è da considerarsi integralmente realizzato.

4.7.12.1.1.             Quello scambio perfetto, che noi cercammo di ottenere in modi involuti e contorti, tipo le banche-merci e le cooperative, ci è stato finalmente messo a disposizione dall’iceeuro, e nel modo più saggio e facilmente realizzabile.

4.7.12.1.2.             Come disse Proudhon[1]: "Nel sistema sociale la solidarietà è vincente ed essa è espressa nei minimi dettagli nella formula 'Fai all’altro quello che vorresti fosse fatto a te'; che traslandolo nel linguaggio dell’economia politica suona:

4.7.12.1.3.             “L’intiero sistema economico non è altro che l’organizzazione di reciproci scambi amichevoli e sodali, indipendentemente dal fatto che ciò avvenga scambiando i vostri prodotti o vendendoli:

4.7.12.1.4.             perché facendo – in qualunque modo - arrivare ad ognuno quella parte dell’intiero prodotto interno lordo di cui abbisogna, la solidarietà umana è avviata e la divisione del lavoro organizzata."

4.7.12.2                   Ed è proprio così: mastro Proudhon aveva certamente ragione - non forse sul problema del suolo - ma sicuramente sui prodotti del lavoro;

4.7.12.2.1.             il problema era come realizzare quella sua intuizione, dato che l’attuazione pratica di quanto da lui suggerito era stata un vero fallimento: se, coi criteri da lui dettati, nessuna delle sue banche-merci era riuscita a sopravvivere, come avrebbe potuto riuscirci il sistema economico?

4.7.12.2.2.             Escludere l’ipotesi di realizzare quell’agognato scambio continuo e regolare effettuando una reciproca compravendita delle merci con analogo spirito sodale fu indubbiamente un suo errore teorico: e quanti sforzi risparmiati, se l’avessimo compreso subito!

4.7.12.3                   Avevamo sì intuito o profetizzato che, nel denaro, qualcosa non funzionava; e non certo per caso Proudhon lo aveva chiamato chiavistello del mercato, un servizio di vigilanza che ne sbarra i portoni, e che non lascia passare nessuno senza parola d’ordine[2].

4.7.12.3.1.             Ma poi omettemmo di cercare perché ciò avvenisse, cosa ci fosse di negativo nella moneta metallica, solo oggi accorgendoci che, per avanzare su terreno solido, avremmo dovuto incominciare propio da lì: questa omissione ci mise, sin dall’inizio, sulla strada sbagliata.

 

4.7.12.3.2.             Giustamente Proudhon intravide la soluzione del problema sociale nell’equiparazione del lavoro, della merce, e del contante (cioè, allora, dell’oro).

4.7.12.3.2.1.        Ma perché andava innalzata la merce, cosa c’era nel denaro (allora nell’oro), che gli consentiva di sottomettere il lavoro?

4.7.12.3.2.2.        In questa ricerca esclusivamente di promuovere la merce al rango di denaro, escludendo l’operazione inversa, si può intravedere l’errore di Proudhon, che avrebbe invece dovuto dire:

4.7.12.3.2.3.         "se noi vogliamo che denaro e merci debbano circolare a parità di condizioni, che il denaro non possa sottomettere le merci in nessuno luogo nè circostanza, affinché così sempre la merce diventi denaro, ed il denaro merce si può alternativamente anche abbattere il denaro allo stesso livello del lavoro.”

4.7.12.4                   Infatti assolutamente non rientrava nelle nostre facoltà umane migliorare le qualità delle merci, nè ancormeno dar loro le qualità merceologiche dell’oro;

4.7.12.4.1.             non possiamo rendere innocua la dinamite, nè impedire che il vetro si rompa, che il ferro arrugginisca, che la pelliccia sia mangiata dalle tarme;

4.7.12.4.2.             così le merci resteran sempre soggette a carenze, inevitabile deterioramento e degrado ed a tutti gli altri guasti ed assalti dei distruttivi poteri della natura, a cui solo l’oro resiste.

4.7.12.4.3.             In definitiva proprio per queste ragioni è stato attribuito all’oro il privilegio d’impersonare il denaro e, come tale, di essere ovunque riverito ed accettato,

4.7.12.4.4.             oltre che per il fatto di poter essere trasportato da un luogo all’altro senza notevole costo: come potremmo mai riuscire ad equiparargli le povere merci?

4.7.12.5                   Ma poiché invertendo l’ordine degli addendi la somma non cambia ed il denaro è adattabile e si può farne ciò che si vuole, approfittando della sua indispensabilità e non potendo dare alle merci le qualità del denaro, diamo almeno al denaro i difetti delle merci!

4.7.12.5.1.             Su questa ragionevole conclusione ha puntato l’attuale riforma dell’iceeuro, i cui risultati ci allietano e soddisfano, dimostrando tutta la verità e corretta osservazione contenute nelle vigorose intuizioni di Proudhon, anche se egli non era riuscito a portare a termine la soluzione del problema.

4.7.12.5.2.             Con questa riforma il denaro è stato ora livellato alla merce, con la conseguenza che, sempre ed ovunque, non le viene più preferito.

4.7.12.6                   “Compratevi l’un l’altro le vostre cose - raccomandava Proudhon - se volete avere smercio ed opportunità di lavoro”: questo è proprio ciò che accade ora,

4.7.12.6.1.             che nel denaro sono contemporaneamente rappresentate domanda di merci e sua offerta, precisamente come al tempo del baratto, quando si entrava nel mercato con una merce e se usciva con un’altra, esattamente come era giusto ed opportuno che avvenisse.

4.7.12.6.2.             In definitiva anche ora, che - con la riforma monetaria - il possesso del denaro, ottenuto dalla vendita di merci, viene, subito e nuovamente, ritrasformato in merci con un altro acquisto - l’offerta di un merce nuovamente provoca la richiesta d’un’altra.

4.7.12.6.3.             Il venditore, ben felice di esser rimasto senza ciò che lui ha testè consegnato, si vede costretto in ogni caso, dalla natura deperibile del denaro, a rimettere in circolo il ricavato della sua vendita, attraverso acquisto di merci:

4.7.12.6.4.             per il fabbisogno proprio o attraverso la costruzione di un bene strumentale o attraverso una migliore educazione dei suoi bambini, o attraverso il miglioramento qualitativo del suo bestiame ecc.ra,

4.7.12.6.5.             o, non avendo bisogno di tutto ciò, prestando il suo denaro, a chi invece ce l’abbia ma non i soldi per soddisfarlo.

4.7.12.7                   Non sono più possibili altre alternative, come la conservazione del denaro, l’acquisizione di un credito produttivo d’interessi o l’acquisto di merci solo per ricavarne un guadagno, successivo ed illecito, grazie ad un opportuno ritardo nella vendita ecc.ra.

4.7.12.7.1.             "L’interesse comune obbliga[3]: - così si comanda attualmente - fosti costretto, dalla natura dei tuoi prodotti, a venderli come ora sei, dalla natura del denaro, costretto a comprare!"

4.7.12.7.2.             Così, passo dopo passo, è inevitabile che l’acquisto segua alla vendita, ed il denaro passi di mano in mano;

4.7.12.8                   Come, nell’universo, la terra procede regolarmente nella sua orbita attorno al sole, altrettanto ora farà il denaro nel mercato, nel buono come nel cattivo tempo, nella vittoria come nella sconfitta.

4.7.12.8.1.             Come l’operaio è continuamente costretto a proporre la sua maestria ed i suoi prodotti, offrendoli, sul mercato, in scambio con altra merce, anche la domanda è stata ora similmente costretta.

4.7.12.8.2.             E’del tutto comprensibile che, inizialmente il compratore si sia lagnato del fatto che adesso lo si costringa, per così dire, a liberarsi del suo denaro, probabilmente anche considerando ciò sia una grave limitazione della sua libertà sia un palese attacco al concetto di proprietà.

4.7.12.8.3.             Ma deve consapevolizzarsi di ciò che il denaro significa: lo Stato lo mette a disposizione per il pubblico servizio d’intermediazione, le cui esigenze gestionali rivestono così tanto carattere prioritario da dover essere considerate come un imperativo categorico,

4.7.12.8.4.             ancorché, da esperienza, non era né particolarmente né spontaneamente sentita questa necessità, questo pio desiderio - cioè che ad ogni vendita seguisse di pari passo un altro acquisto,

4.7.12.8.5.             che, ognuno per parte sua rimettesse sempre in circolazione il denaro per il meglio generale.

4.7.12.9                   Allora dopo le buone maniere, ecco quelle cattive - cioè l’introduzione di questa reale coartazione alla circolazione, ora insita nel denaro: ciò è stato determinante, [4]confermando che "val più colpo di mazza che non cento 'harri ciucio’"!

4.7.12.9.1.             Del resto, i dissenzienti, chi non intenda farsi togliere la libertà di disporre della sua proprietà, a sua discrezione ed insindacabile giudizio,

4.7.12.9.2.             può semplicemente conservarsi a casa sua quei prodotti - di cui assolutamente nessuno mette in discussione la sua proprietà - per venderli esclusivamente nel momento in cui necessiti di altre merci;

4.7.12.9.3.             se, al subito venderli contro iceeuro, preferisce tenersi fieno, calcare, calzoni, tabacco da pipa, in breve qualunque altro prodotto del suo lavoro, nessuno glielo impedirà, dato che nessuno può certo lamentarsi di ciò:

4.7.12.9.4.             E’solo quando egli avrà convertito in denaro il peso della sua propria merce, che scattano i suoi doveri sia di venditore che di possessore di contante, partecipando alla positiva opera d’accelerazione della circolazione, perchè lo scambio di beni si basa sulla reciprocità.

4.7.12.9.5.             [5]Nell’autostrada dell’economia il denaro non deve assolutamente trovare nessuna 'piazzola di sosta consentita', ma esser costretto sempre a comportarsi come un indaffaratissimo 'Babbo Natale', che dona mentre fugge.

4.7.12.10                Lo Stato infatti, che appronta il denaro a sua cura e spese, poi non aveva facilmente modo di sorvegliare la sua circolazione, mentre vi erano troppi balordi intenzionati ad ostacolare lo scambio di merci, per scopi innominabili e talvolta stranieri.

4.7.12.10.1.          La dichiarata volontà, di non gratificare il possesso del denaro, è pertanto imposta da motivi di pubblico interesse:

4.7.12.10.2.          non si può infatti imporre la condivisione obbligatoria delle complessive spese pubbliche, finchè non s’impone anche, per tutti i cittadini, pari opportunità di poter usufruire del denaro, così evolvendoli dall’economia patriarcale!

4.7.12.10.3.          Perciò, per il possesso del denaro, lo Stato ha introdotto questa tassa circa del 5% annuo, per essere sicuro che non si abusi, di esso come risparmio, per scopi speculativi o di sfruttamento.

 

4.7.12.10.4.          Solo chi - per acquistare merci da scambiare con altre - abbia effettivo ed immediato bisogno di denaro come mezzo di scambio, deve poter disporre di denaro economico:

4.7.12.10.5.          per tutti gli altri scopi il denaro deve diventare costoso e specificatamente per tale ragione si è voluta creare una netta distinzione tra mezzo di scambio e quello di risparmio.

4.7.12.11                L’attuale riforma monetaria ha, insomma, assicurato una disponibilità di denaro gratuito solo a coloro che devono comprare merci: compra adesso, affinché anche gli altri possano comprarne a loro volta.

4.7.12.11.1.          Ma ciò non è solo conveniente, ma anche astuto: si vuol consapevolizzare che per vendere bisogna anche comprare;

4.7.12.11.2.          comprate dunque vicendevolmente, per poter vendere tutti i vostri prodotti: perchè chi, da acquirente, vuol fare il dominatore, da venditore farà il servo!

4.7.12.11.3.          Senza acquisto nessuna vendita, e senza vendita nessun acquisto, perchè acquisto e vendita, insieme, formano lo ‘scambio di merci’: pertanto devono procedere parallelamente ed immancabilmente insieme;

4.7.12.11.4.          e se con il Gold-standard sono state lungamente divise l’uno dall’altro, l’iceeuro le ha ora, invece, definitivamente costrette a procedere di pari passo.

4.7.12.12                La moneta metallica divideva le merci, interponendo tempo sia tra loro che tra l’acquisto e la vendita; c’era allora attesa calcolata, avidità di lucro e mille altri stimoli estranei allo scambio;

4.7.12.12.1.          ma l’iceeuro invece unisce le merci, perchè mentre fà trattare l’acquisto procaccia un’altra vendita, non consentendo più spazio ne tempo agli elementi estranei.

4.7.12.12.2.          Di quel mercato, a cui - come dalla summenzionata affermazione di Proudhons - la moneta d’oro poneva il chiavistello, ora l’iceeuro è, invece, diventata la chiave.



[1] Diehl: Proudhon, pag. 43 e 90.

[2]  Mülberger: Proudhon, le sue opere e la sua vita.

 

 

[3] N.d.t. : "Der Bien muß", così appare il testo tedesco, ma ‘Bien’, in tedesco, non significa niente, non solo al mio piccolo, ma anche per i dizionari ; pensando ad un errore di stampa : ‘Biene’ significa ‘ape’ ma è femminile mentre l’ articolo ‘der’ è maschile ; ‘Bein’ significa ‘osso’ ma è neutro ; i traduttori inglese e spagnolo – evidentemente in analogo imbarazzo - saltano a pie’ pari la brevissima frase ; essendo virgolettato un po'  a sproposito (perche la frase, dato il 'tu', a mio giudizio poi continua (e l' ho punteggiata di conseguenza)) ho ritenuto possibile una miscella del francese di Prouhon (ma non ci sarebbe dovuta essere la 'B' maiuscola, caratteristica dei sostantivi tedeschi ma non di quelli francesi, però potrebbe trattarsi di un errore del compilatore) col tedesco di G.,  e da questa osservazione ecco il 'bene comune' che dà senso corretto alla frase.

[4] N.d.t. : ho inserito io la morale col noto proverbio popolare.

[5] N.d.t. : anche in questo comma ho ricercato l' immagine da facilmente memorizzare (che stia diventando dannunziano ?) ; traduzione letterale 'Nel traffico delle merci il denaro non deve rappresentare un punto di sosta bensì semplicemente uno di transito.'