4.6. Riassunto delle conclusioni raggiunte.

 

SINTESI: 4.6.1.i: Risultati sulla domanda; 4.6.2.i: Risultati sulla circolazione; 4.6.3.i: Risultati su merce, lavoro, denaro, commercio; 4.6.4.i: Risultati su disoccupazione ed investimenti: il tramonto del capitalismo.

 

4.6.1. RISULTATI SULLA DOMANDA.

 

4.6.1.1.                    Quello che abbiamo fino a questo punto dedotto, a seguito dell’entrata in esercizio dell’icemoney, può essere similmente riassunto:

4.6.1.1.1.                la domanda finalmente si converte in entità misurabile, in termine noto, svincolandosi totalmente dalla volontà, umore, avidità di lucro, speculazione del possessore di denaro e cessando di esserne una manifestazione volontaria;

4.6.1.1.2.                la circolazione monetaria, in ogni circostanza, cercherà di raggiungere il massimo grado di velocità di circolazione, consentitole dal già raggiunto sviluppo delle infrastrutture commerciali;

4.6.1.1.3.                 la domanda sarà sempre, costantemente e solo funzione sia della quantità di denaro, messa in circolazione per legge e gestita dallo Stato, che della velocità di circolazione come sopra formatasi;

4.6.1.1.4.                mentre in precedenza le accumulazioni private di denaro, praticamente senza eccezioni, erano da considerarsi come ostili e negative (quantomeno gestite non al servizio della pubblica economia, ma della privata) –

4.6.1.2.3.1.           la loro ormai rapida scomparsa riconsentirà allo Stato di difendere il potere d’acquisto della propria valuta.

4.6.1.2.                    Questi precedenti effetti saranno affiancati dai seguenti:

4.6.1.2.1.                Regolarità dello smercio, dopo liquidazione delle giacenze preesistenti;

4.6.1.2.2.                Esitazione immediata di assolutamente tutte le merci prodotte;

4.6.1.2.3.                Eliminazione di tutte le oscillazioni di prezzi finora prodotte dalla stagnazione delle vendite ;

4.6.1.2.3.1.           (Insomma, come conseguenza della regolarità, con cui ormai compariranno sul mercato la domanda e l’offerta, non si verificheranno più quelle notevoli oscillazione dei prezzi, finora ottenute, con manipolazioni economiche delle condizioni di mercato, per scopo speculativo);

4.6.1.2.4.                per poter immediatamente attuare un incisivo bilanciamento di domanda ed offerta, lo Stato avrà bisogno di emettere o ritirare solo piccole quantità di denaro, così ottenendo una sufficiente stabilità del prezzo generale delle merci;

4.6.1.2.5.                da ultimo subentrerà sicuramente un non trascurabile potenziamento dell’interscambio commerciale, vuoi per la velocità di circolazione aumentata, forse addirittura sino al raddoppio, vuoi perchè qualunque emissione in- o ritiro dalla circolazione di quantità di denaro otterrà un effetto autoisterizante,

4.6.1.2.5.1.           ragion per cui, per assicurare il commercio tedesco, invece degli attuali 10 miliardi di euro potrebbero finirne col bastarne cinque e forse anche solo tre.

 

                                             4.6.2            RISULTATI SULLA CIRCOLAZIONE

 

4.6.2.1.                    Attraverso la costrizione alla circolazione del denaro, ottenuta con l’effetto icemoney, si realizzerà inoltre:

4.6.2.1.1.                una netta separazione tra mezzi di scambio e di risparmio;

4.6.2.1.2.                 un incoraggiamento - senza sostanziali alternative - al possessore di denaro, a rimetterlo in circolazione prescindendo da interessi e guadagno;

4.6.2.1.3.                una costrizione al denaro a mantenersi in circolazione anche quando gli interessi progressivamente diminuiranno fino a praticamente sparire, facendo scomparire i profitti di capitale;

4.6.2.1.4.                come conseguenza dell’insieme di tutte queste circostanze, la costrizione pro-circolazione renderà impossibili le stagnazioni economiche e loro fenomeni concomitanti (soprattutto la disoccupazione).

 

4.6.3. RISULTATI SU MERCE, LAVORO, DENARO, COMMERCIO.

 

4.6.3.1.                    Attraverso questo squagliamento del denaro, apportatore di una perdita personale, indissolubilmente collegata al possesso del denaro si conseguirà:

4.6.3.1.1.                che finalmente merce, lavoro, denaro, tanto per i consumatori, quanto per i risparmiatori, e nel complesso quindi per tutti, diventeranno manifestazioni analoghe ed equivalenti,

4.6.3.1.1.1.           che saranno scambiate vicendevolmente alla pari, senza consentire la cattura né di premi di liquidità, né interessi, né altri ricarichi;

4.6.3.1.2.                è continuamente assicurata quella circuitazione lavoro-capitale-lavoro, che assicura la migliore e preferibile assicurazione contro la disoccupazione;

4.6.3.1.3.                tutti i precedenti privilegi del denaro risultano definitivamente fatti fuori.

4.6.3.2.                    La conseguente perfetta equiparazione economica tra denaro e merci determinerà:

4.6.3.2.1.                l’impossibilità di qualunque manovra di aggiotaggio, perché una volta che i risparmi si siano trovati collocazione o in provviste od in titoli, anche di credito,

4.6.3.2.1.1.           la grande disponibilità di merci contenute in milioni di singole dispense, vanificheranno completamente (o comunque gravemente) singole velleità speculative.

4.6.3.2.2.                che le merci non saranno più acquistate, come in passato, nella minore quantità indispensabile, ma all’ingrosso, in confezione originale ed in scatola chiusa;

4.6.3.2.2.1.           conseguentemente diminuiranno i negozi necessari, rendendo riciclabili per nuova attività produttiva un gran numero di commercianti,. nello stesso tempo eliminando - od almeno riducendo - la vendita a credito, generalmente sostituita dal pagamento in contanti;

4.6.3.2.3.                Le ambedue surricordate circostanze - facendo pervenire ad una transazione commerciale certamente molto più rapida (priva di lunghi stoccaggi), sicura ed a prezzi stabili e diminuiti -

4.6.3.2.3.1.           eliminerà, per l’attività commerciale, sia il bisogno di capitali che di una particolare preparazione professionale, facendola pervenire alla portata di tutti.

 

4.6.4. RISULTATI SU DISOCCUPAZIONE ED INVESTIMENTI: IL TRAMONTO DEL CAPITALISMO.

 

4.6.4.1.                    Ma le più splendide e – per la gran massa - inaspettate novità dell’icemoney saranno la sparizione della disoccupazione ed una sovrabbondante e praticamente illimitata offerta finanziaria verso i beni strumentali[1], alla lunga non più sottomessi alla cattura di profitti di capitale:

4.6.4.1.1.                l’odiosa commistione di nobili e capitalisti così non potrà più sfruttare la classe operaia, cedendo il passo ad un nuovo ed orgoglioso ceto, di cittadini liberi ed indipendenti, di uomini che ognuno al mondo sarà orgoglioso – e non più timoroso – di presentare come collaboratori.

4.6.4.1.2.                Perché liceeuro si guarderà bene non solo dall’eliminerà il – da certi folli pluriesecrato – capitale, limitandosi a ricondizionarlo nell'indispensabile e lodevole causa iniziale tanto della produzione che quindi del benessere;

4.6.4.1.3.                né l’iceeuro sarà mai così folle da ostracizzare l’egoismo umano e l’interesse privato perché - non appena la domanda, liberata dagli umori dei capitalisti, si sia rassegnata a contrapporsi alla pari con l’offerta –

4.6.4.1.3.1.           essi - che noi, anche se biasimandoli, abbiamo sempre riconosciuto[2], stimoli potenti e fondamentali per la nostra economia - quasi per incanto si risolveranno solo in "quella forza che pur volendo sempre il male, il bene consegue! [3] "



[1] N.d.t.: ricordo che il capitalismo viene, per consuetudine, definito come quel sistema economico che fà a bella posta mancare gli investimenti allo scopo di spuntare un più alto saggio d’interesse.

[2] N.d.t.: per esempio ai commi 3.4.2.3.i.

[3] N.d.t.: si tratta di meravigliosi versi del Faust di Goethe; anche Smith, nella Ricchezza delle Nazioni, arriva alla medesima conclusione, con la sua 'teoria della mano invisibile’ed ugualmente Mandeville, nella sua 'Favola delle Api', sostiene che quel che non giova alla singola ape non giova, nè può giovare neanche all’alveare.