3.9. Fattori influenzanti la domanda di denaro, ed il suo equilibrio con l’offerta delle merci.[1]

 

SINTESI: 3.9.1.i.: Fattori incrementativi della domanda di denaro; 3.9.2.i: Fattori riduttivi: il credito ed i suoi succedanei (assegni, cambiali, pagherò ecc.ra); 3.9.3.i: Riepilogo

 

3.9.1. FATTORI INCREMENTATIVI DELLA DOMANDA DI DENARO.

 

3.9.1.1.                    Per definizione, la merce prodotta dalla divisione del lavoro può essere utile, al suo esecutore, solo come oggetto di scambio.

3.9.1.1.1.                La sua offerta è allora una conseguenza involontaria ed inevitabile, provocata dalla produzione di merci - di cui è praticamente pari all’intiero volume -; e sono esse (merci) a conferirle sia una consistenza che una materialità:

3.9.1.1.2.                senza merci l’offerta viene completamente a cessare, ricomparendo solo al loro obbligatorio riapparire, perchè offrirla è praticamente l’unica alternativa, a cui destinare merce, utile ma non necessaria al consumo personale.

3.9.1.1.3.                In sintesi e conclusione la causa e l’effetto dell’offerta son talmente interdipendenti, che ognuna viene a mancare in mancanza dell’altra; e l’offerta (cioè la domanda di denaro) vien garantita dalla commercializzazione della esistente giacenza di merci,

3.9.1.1.4.                a sua volta formata dalla differenza tra l’afflusso, proveniente dalla produzione, ed il deflusso per intervenuto scambio, talché, a parità di giacenza, l’offerta, cioè la domanda di denaro, permarrebbe regolare e costante.

3.9.1.2.                    Ma notoriamente questo non succede quasi mai, perchè cento operai producono certamente più merci che non novanta e quindi il continuo aumento della popolazione incrementa, ovviamente, anche la produzione

3.9.1.3.1.                - almeno per un altro po’di tempo ancora – già ulteriormente incrementata dal procedere della diffusione della divisione del lavoro perché, ad esempio, dedicandosi, esclusivamente all’allevamento del bestiame

3.9.1.2.1.1.           invece di disperdere le sue forze, come in precedenza, nella produzione d’oggetti di consumo domestico - il contadino ora rifornisce il mercato ben più d’una volta;

3.9.1.2.1.2.           simmetricamente ciò che egli, in precedenza, comprava, era anche certamente meno di quanto compra ora che vende tutta la sua produzione; egli quindi finisce coll’aumentare tanto la domanda di denaro che l’offerta.

3.9.1.2.1.3.           Nel paese, soprattutto nelle città più piccole, gli artigiani esercitavano la loro attività solo come secondo lavoro, rimanendo l’agricoltura il primo, integrando un reddito tipicamente agricolo col costruirsi alla meglio anche i loro strumenti di lavoro, gli attrezzi domestici, i vestiti, le scarpe, ed istruendo – sempre alla meglio - la prole.

3.9.1.2.1.4.           Adesso invece nessun paesano ha più tempo per ciò ed il mestiere l’occupa totalmente, remunerandolo meglio; così tutta la sua forza lavoro è diventata merce e finisce sul mercato, dove alimenta la richiesta di denaro, come mezzo di scambio:

3.9.1.2.1.5.           è per tali ragioni che questa, negli ultimi decenni, è eccezionalmente cresciuta.

3.9.1.3.                    Ma più ancora che per l’abbandono della vita patriarcale, l’offerta di merci, che incrementa la domanda di mezzi di scambio, è massimamente cresciuta per l’ideazione o potenziamento dei nuovi beni strumentali.

3.9.1.3.2.                Se una volta, col telaio a mano, un tessitore, in un anno, approntava dieci braccia di stoffa, anche il suo interscambio - e quindi la domanda di denaro - era evidentemente limitata a quella quantità;

3.9.1.3.2.1.           ora, invece, che col suo telaio meccanico, lo stesso tessitore ne produce 500, immettendo sul mercato 50 volte più merce, conformemente alimenta una richiesta di denaro 50 volte maggiore.[2]

3.9.1.3.2.2.            E ciò non è avvenuto solo coi tessitori, ma praticamente con tutti i mestieri e professioni:

3.9.1.3.2.3.           per stampare i libri prodotti da una sola moderna stamperia, in qualità di copisti avrebbero dovuto lavorare, da mane a sera e per tutto un anno, tutti i cittadini dell’Impero! (E stessa cosa avviene anche per la la tipografia a colori).

3.9.1.3.2.4.           Con trattori e mietitrebbie, una trentina d’uomini in Argentina producono tanti cereali quanto prima 3.000 piccoli contadini tedeschi con il loro lavoro manuale; questi agricoltori argentini producono perciò sia un’offerta di merci cento volte maggiore che una corrispondentemente grande richiesta del mezzo di scambio.

3.9.1.3.3.                Ma l’entità dell’offerta non solo dipende quantitativamente dalle merci, ma anche qualitativamente; ciò significa che una tonnellata di frumento di prima qualità richiede maggior denaro che non una di seconda; ed oggigiorno la merceologia migliora a vista d’occhio ed enormemente.

3.9.1.3.3.1.           I riproduttori e le sementi sono selezionati, le lavorazioni meccaniche raffinano la qualità, la chimica ogni giorno getta sul mercato composti sempre migliori e sempre più utilizzabili.

3.9.1.3.3.2.           Con le frese elettriche ed i modelli prestigiosi plasmati dalla classe operaia, si producono con poca fatica autentiche meraviglie, che aumentano la domanda di denaro e mezzo di scambio proporzionalmente alla differenza di valore indotto dalla nuova tecnologia rispetto alla vecchia.

3.9.1.3.3.3.           L’afflusso di merci aumenta anche attraverso l’uso di alcune nuove materie prime che l’industria scopre o ricicla;

3.9.1.3.3.4.           ad esempio, attualmente le ferriere tedesche forniscono anche, come sottoprodotto, qualche milione di vagoni di scorie Thomas per fertilizzare i campi, che un tempo costituivano fastidiosi scarti da smaltire:

3.9.1.3.3.5.           adesso invece producono una domanda del mezzo di scambio di molte centinaia di milioni di marchi (ed il mercato è tutt’altro che saturo e ce ne sarebbe bisogno di molti di più).

3.9.1.3.3.6.           Lo stesso avviene per i sali potassici e molti altri materiali: in Germania ci sarebbe bisogno di molto meno denaro, cioè mezzo di scambio, se non si fosse scoperta l’utilità di queste scorie Thomas e dei sali potassici.

3.9.1.4.                    Ma la domanda di denaro (mezzo di scambio) dipende ancora da altri fattori, che davvero non hanno niente in comune con la produzione, come - ad esempio - il fatto che io trasformi in merce tutta la porzione di patrimonio di mia proprietà, che quindi, in precedenza era, in un certo senso, da considerarsi bene di consumo.

3.9.1.4.1.                Anche la terra è adesso acquistabile, mentre in precedenza apparteneva al comune ed era inalienabile;

3.9.1.4.2.                così ogni anno ingenti somme di denaro sono adoperate per l’acquisto d’appezzamenti e la domanda di denaro è accresciuta, dal fatto che il suolo della patria sia stato mercificato.

3.9.1.4.3.                Gli interessi dei mutui sul suolo ed il canone agrario richiedono molto altro denaro: così - anche se si prova a campare col minimo - talvolta, per S. Martino[3],

3.9.1.4.4.                i contadini, dal ricavato delle loro merci non son riusciti a metter da parte quanto necessario per pagare i canoni ed i mutui agrari, cosa che non sarebbe successa se la terra fosse rimasta bene comune!

3.9.1.4.5.                Stessa cosa accade con gli affitti: in precedenza la maggior parte dei cittadini abitavano magari in caverne e capanne, oltre che in case, ma pur sempre proprie, e solo in casi eccezionali lo pagavano.

3.9.1.4.6.                Insomma, per progredire si è tornati indietro, e da ogni busta-paga, settimanale o mensile che sia, deve essere accantonata parte non trascurabile per la pigione trimestrale,

3.9.1.4.6.1.           con l’aggravante che non so quanti milioni restano immobilizzati per lungo periodo![4]

3.9.1.5.                    La fornitura domestica di acqua, luce, forza motrice ecc.ra., effettuata dal Comune, ha trasformato, anche in tal caso, in merce alcuni dei più importanti prodotti naturali, in precedenza beni di consumo; e la domanda di denaro si è ingigantita anche grazie ad essi.

3.9.1.5.1.                Affinché un oggetto possa diventare merce, deve essere possibile trovargli compratori: ma sparsi qua e là tutt’oggi quanti immensi valori ci sono che per mancanza di strade, di canali, di ferrovia non possono essere ancora commerciati!

3.9.1.5.2.                Una nuova ferrovia, un tunnel, un ponte, una spedizione scientifica ecc.ra apportano sui mercati intiere montagne di minerali metallici, legname, bestiame ecc.ra., aumentando la domanda del mezzo di scambio con l’intiera quantità di questi beni.

3.9.1.5.3.                In generale quindi l’offerta di merci, cioè la domanda di denaro cresce ininterrottamente; ma questa tendenza può, di quando in quando, anche cambiare improvvisamente, per esempio per una riduzione generale dell’orario di lavoro.

3.9.1.5.4.                Anche guerre, cattivi raccolti, epidemie possono far considerevolmente diminuire la domanda del mezzo di scambio, nè più nè meno di uno sciopero e, soprattutto, dell’odierna politica salariale.

3.9.1.5.5.                I succitati esempi possono bastare per indicare come interagiscano veramente molte circostanze sull’afflusso di merce; ma la relativa offerta viene a dipendere - come già precisato - anche dal deflusso.

3.9.1.6.                    Fintantoché la merce non abbia raggiunto il consumatore, venendo continuamente proposta sul mercato, alimenta la domanda di denaro, mentre ogni suo quantitativo, non appena sottrattone (cioè venduto), ne comporta una diminuzione.

3.9.1.6.1.                L'offerta di merci, la domanda di denaro, cioè del mezzo di scambio, allora verrà anche a dipendere, in diretta proporzionalità, sia dalla rapidità con cui le merci raggiungono il compratore oltre che dalle quantità trattate.

3.9.1.6.2.                Anche qui, per facilitare l’assimilazione del concetto, si può fare di nuovo un parallelo con i mezzi di trasporto.

3.9.1.6.2.1.           Prendiamo una certa quantità di una determinata merce, per esempio mille tonnellate di mattoni, che quotidianamente devono essere portati dalle fabbriche di laterizi alla città.

3.9.1.6.2.2.           Il percorso sia disagevole, privo di ponti, attraversante una palude tanto da costringere, in parecchi posti, a scaricarli e ricaricarli.

3.9.1.6.2.3.           Risultato: l’autocarro non solo procede lentamente e deve limitare il carico, ma ha anche bisogno, per espletare il lavoro, di più autisti.

3.9.1.6.2.4.           Adesso il sentiero sia stato trasformato in autostrada, la palude riempita, i ponti costruiti: lo stesso camion - ma stavolta con un solo autista - può addirittura fare due viaggi al giorno, svolgendo la stessa mole di lavoro con un quarto di costo salariale.

3.9.1.6.2.5.           Sullo stesso percorso sia ora costruita una ferrovia e le mille tonnellate di mattoni ora necessiteranno di ancor meno autisti, forse addirittura la centesima parte od ancor meno.

3.9.1.6.2.6.           Similmente noi dobbiamo raffigurarci la domanda del mezzo di scambio, che dipende dalla sua presenza sul mercato.

3.9.1.6.2.7.           Perchè le merci vengano commercializzate, per apportarle dal produttore al consumatore, è necessaria tutta una serie di infrastrutture commerciali, da cui viene a dipendere sia la loro qualità (freschezza alimentare, direttamente proporzionale alla velocità di trasporto) che la quantità.

3.9.1.6.2.8.           Pensiamo ad un sacco di caffè brasiliano che, attraverso i sentieri commerciali, debba esser scambiato con stampe di Aachen[5]; ma per scambiarlo bisogna prima offrirlo; e così accadeva che questa merce viaggiasse a lungo per i mercati!

3.9.1.6.2.9.           . ..... mentre oggi, con l’aiuto del denaro, accadrà, che un tal sacco raggiunga il consumatore avendo cambiato proprietario anche tre o quattro volte.

3.9.1.6.2.10.         Le infrastrutture commerciali hanno indubbiamente raggiunto, al giorno d’oggi, un già notevole grado di perfezione,[6] ma con ulteriori miglioramenti verrà ancor più accelerata la trasformazione della merce in bene di consumo.

3.9.1.6.2.11.        Si pensi solo ai vantaggi ricevuti dal commercio attraverso il moderno sistema bancario, l’acceso al credito, la posta e telegrafo, la rappresentanza consolare, la moderna pubblicità, la stampa,

3.9.1.6.2.12.        gli istituti di formazione professionale, la quantità e qualità del denaro, la radiodiffusione, la macchina per scrivere, i ciclostile; e che dire poi delle associazioni di consumo e dei grandi magazzini?!

3.9.1.6.2.13.        Un’odierna impresa commerciale può svolgere fino a 100 commesse contemporaneamente e assai più rapidamente di prima, essendo la capacità relazionale[7] del titolare, quasi cento volte maggiore di quello di suo nonno.

3.9.1.6.2.14.         La divisione del lavoro approvvigiona ininterrottamente il mercato con un flusso di merci che i commercianti poi smistano senza tregua, con l’aiuto delle loro infrastruture commerciali, fin nelle mani del consumatore.

3.9.1.6.2.15.         E qualora i commercianti non disponessero di queste infrastrutture, quanto più grandi dovrebbero essere mercati, depositi, negozi, per accogliere, fino a deflusso avvenuto, queste enormi quantità di merci?

3.9.1.6.2.16.        Probabilmente accadrebbe, per le merci, lo stesso caos prodotto da una valanga quando, abbandonata la pendenza, si abbatte sulla pianura.

3.9.1.6.2.17.        Sicuramente, senza le nostre moderne infrastrutture il magazzinaggio-merci sarebbe infinitamente maggiore, incrementando eccessivamente la domanda del mezzo di scambio.

3.9.1.6.2.18.        Oggi noi sperimentiamo, fortunatamente solo talvolta, l’interruzione di funzionamento di qualcuna di queste infrastrutture, per esempio, del credito, avendo così l’opportunità d’osservare quanto ne venga rallentato il deflusso delle merci,

3.9.1.6.2.19.        quanto la merce ristagni fino all’inondazione dei mercati (la cosiddetta sovrapproduzione), e come sotto il peso di questa crescente domanda del mezzo di scambio i prezzi cedano, facendo subentrare lo sfascio e la crisi.

3.9.1.6.2.20.        Ormai la strada di cui al comma 3.9.1.6.24., col suo tracciato rifatto per il traffico veloce, lo avrà ormai sicuramente aumentato; ma supponiamo ora di doverne improvvisamente ripristinare lo stato iniziale, malgrado l’aumento del traffico: a questo punto, probabilmente, sarebbe consigliabile procedere a piedi!

3.9.1.6.2.21.        Così accade anche con le infrastrutture: quando esse abbiano aperto, allo scambio-merci, infrastrutture scorrevoli ed abilitate ad un transito veloce, se un accidente ne rende inutilizzabile una,

3.9.1.6.2.22.        allora subito si accumulano le merci nei magazzini, facendo transitoriamente aumentare la domanda del mezzo di scambio.

3.9.1.6.2.23.        E se esso viene a mancare, ai fini della produzione questo fenomeno farà conseguire al credito una importanza così grande, da costringerci a soffermarci per studiarlo più attentamente.

 

3.9.2. FATTORI RIDUTTIVI: IL CREDITO ED I SUOI SUCCEDANEI.

 

3.9.2.1.                    Abbiamo detto che la merce, sia con la sua quantità che con la qualità, dà origine ad un’equipollente e parallela domanda del mezzo di scambio.

3.9.2.1.1.                Ma, se questo non è sufficiente, allo scopo di diminuire la pressione sulla domanda di denaro (che farebbe abbattere i prezzi), per scambiare le merci fu studiato un sistema alternativo, il credito;

3.9.2.1.2.                e, dal punto di vista delle nostre attuali conoscenze della problematica, dobbiamo aspettarci che ciò faccia retrocedere la domanda di denaro, sappiamo che non può che succedere questo.

3.9.2.1.3.                La situazione è perfettamente analoga a quella della formazione di un treno: serve costantemente un numero di vagoni-merci proporzionato alla quantità di merci da trasportare.

3.9.2.1.4.                Ma se poi vien costruito, sullo stesso percorso della ferrovia, un canale navigabile, allora anche la domanda di vagoni merci diventerà inversamente proporzionale ai beni trasportati lungo il canale.

3.9.2.1.5.                E le operazioni di credito giocano la stessa parte di qualunque canale che bypassi il denaro per lo scambio delle merci.

3.9.2.1.6.                Quando A in Königsberg[8] mandi un carico di burro a B in Aachen, e questo saldi il conto con un carico di vino, nessuno di essi ha avuto bisogno neanche di uno pfennig di denaro,

3.9.2.1.7.                mentre, se B non avesse avuto da riscuotere presso A nè B presso A, allora sia il burro che il vino sarebbero stati forniti solo contro consegna di denaro.

3.9.2.1.8.                Così, la domanda di denaro che sia il vino che il burro avrebbero dovuto creare - indipendentemente l’uno dall’altro - in quel baratto è stata sostituita dal mutuo credito.

3.9.2.1.9.                La domanda di denaro diminuisce quindi della stessa precisa quantità delle merci usufruenti del credito e la crescita di quest’ultimo fà retrocedere la prima: essi sono inversamente proporzionali.

3.9.2.1.9.1.           Questa influenza del credito sulla domanda di denaro è identica, anche quando il burro del carico ed il vino vengano convertiti in succedanei del denaro, tipo cambiali, assegni od altri strumenti di credito, che agiscono sempre a scapito della domanda di denaro:

3.9.2.1.9.2.           questi, benchè menzionino denaro, lo rendon superfluo in tutti gli affari in cui compaiono; certamente essi sono davvero strumenti di credito, dato che appaiono e scompaiono solo in sua compagnia;

3.9.2.1.9.3.           essi però decongestionano la domanda di denaro solo finchè vige la possibilità del credito.

3.9.2.1.9.4.           Ancora una volta succede come in quella ferrovia bypassata da un canale navigabile; se ghiaccia il canale, o evapora l’acqua per la siccità dell’estate, allora tornano a viaggiare, con la vecchia ferrovia, anche quei beni che, in condizioni normali avrebbero usufrito del canale.

3.9.2.1.9.5.           Ma non appena il ghiaccio si scioglie, subito diminuisce anche la domanda del trasporto ferroviario; però su un tipo di canale, che spesso congeli, oppure s’insabbi rapidamente, non si potrà fare troppo affidamento ed esso forse riuscirà a disturbare la precedente ferrovia, ma non certo sostituirla completamente.

3.9.2.1.9.6.           (E analogamente accade anche con le operazioni di credito e la loro influenza sulla domanda di denaro.)

 

3.9.3. RIEPILOGO: in merito, vogliamo riassumere ancora una volta brevemente quanto detto in questo capitolo:

 

3.9.3.1.                    La domanda di denaro è sostenuta dalle merci che la divisione del lavoro continuamente avvia sul mercato, a cui è direttamente proporzionale: cresce al loro crescere e retrocede al loro diminuire;

3.9.3.1.1.                ma più che garantita da questa offerta, potremmo dire che è addirittura con essa identificabile, tanto che, escludendo l’offerta di merce, praticamente non ci sarebbe più altra domanda di denaro.

3.9.3.1.1.1.           E quando noi qui parliamo di merci, possiamo totalmente prescindere da qualunque loro qualità corporea, immaginandoci sia prosciutto, che botti di birra, navi di tabacco ecc.ra,

3.9.3.1.1.2.           cioè non una merce in particolare - tipo quel già ricordato prosciutto che, vistolo da vicino, noi ora possiamo giurare che sia un prosciutto vestfalico.

3.9.3.1.1.3.           Simmetricamente, quando noi parliamo della domanda di denaro, ovverosia delle merci, non intendiamo riferirci ad un unico prodotto, cristallizzato e mummificato,

3.9.3.1.1.4.           tipo il succitato prosciutto - di cui siano da noi evidenziabili le qualità corporee, il lardo, l’osso, la cotenna – ma al 'lavoro solidificato', cioè il prodotto sociale, costituito di sangue, sudore ed orario di lavoro.

3.9.3.1.2.                La domanda di denaro, cioè del mezzo di scambio, salta fuori da cose concrete e visibili che, per nutrirci e vestirci, al mercato son comprate a metri, litri, e chili, ma non solo a misura, perchè anche la qualità contribuisce a formarla.

3.9.3.1.3.                La divisione della proprietà e del lavoro produce un flusso di merci costituenti la richiesta di denaro, la cui entità è, a sua volta, funzione del numero di lavoratori, della loro diligenza, talento ed intelligenza, nonchè della qualità dei loro strumenti di lavoro.

3.9.3.1.3.1.           (Tant’è vero che un tessitore inglese manda sul mercato cinque volte più mussola del suo collega indiano, producendo anche cinque volte più domanda del mezzo di scambio, cioè di denaro.)

3.9.3.1.4.                La domanda di denaro vien poi a dipendere anche dalla velocità, con cui il commercio apporta le merci fino ai consumatori, velocità incrementabile con qualunque potenziamento delle infrastrutture.

3.9.3.1.4.1.           E poichè non solo la sopportazione dello stress, ma anche la capacità relazionale - di uno qualunque fra i tanti giovani educati in un istituto superiore di commercio - è ben maggiore di quella del solito bottegaio, così anche la fondazione di ogni nuovo istituto superiore di commercio alimenta la richiesta di denaro.

3.9.3.1.4.2.           (Se tali scuole incrementassero solo la metabolizzazione dello stress e non anche la surricordata capacità, non avrebbero più senso.)

3.9.3.2.                    La domanda di denaro è invece inversamente proporzionale sia alla velocità di vendita dei prodotti della divisione del lavoro e del patrimonio che allo sviluppo del credito,

3.9.3.2.1.                cioè di quella sempre crescente quantità di merci che l’altrettanto dilatantesi sistema creditizio continuamente toglie dal mercato, senza l’intervento del denaro e quindi riducendone la domanda.

3.9.3.2.1.1.           La quale, in definitiva, sarà data dalla differenza tra la quantità di merce quotidianamente immessa sul mercato e quella collocatasi attraverso i sentieri del credito (o anche del baratto immediato).

3.9.3.2.1.2.            In parole povere e brevi: l’offerta di merci - o semplicemente 'l’offerta’(essendo stata così abbreviata nel seguente assioma) e solo quella del "la domanda e l’offerta formano i prezzi" - crea la domanda di denaro:

3.9.3.2.1.3.           perchè è solo quest’offerta di merce, assicurata dalla sua presenza sul mercato, a farla progredire - o retrocedere.



[1] N.d.t.: la traduzione letterale 'Circostanze influenzati la domanda e l’offerta’è abbastanza fuorviante.

[2] Gli 'acchiappa-valore', che con quella loro bestemmia hanno trasformato tutta la ricerca scientifica tedesca, in campo economico, in una pappa pluririmestata ma ugualmente immangiabile, dovranno qui battersi il petto e fare un serio 'mea culpa’: secondo loro, i migliorati mezzi di produzione avrebbero ridotto il "valore" di 500 braccia al valore delle precedenti 10, e conseguentemente le 500 braccia attuali creerebbero la stessa domanda di denaro delle 10 braccia precedenti. Ciò è irreale, perchè – nel migliore dei casi – ciò potrebbe essere possibile solo non ammortizzando quei così tanto migliorati strumenti di lavoro (nonchè la ricerca scientifica che li ha prodotti) e neanche avendo incrementi di costi di materia prima per le 490 braccia in più. In ogni caso – ammesso e non concesso che abbiano ragione - noi allora potremmo chiedergli, con lo stesso buon diritto: gli stessi migliorati procedimenti di lavoro avranno fatto diminuire anche il valore di 500 braccia di cartamoneta al valore di 10 braccia. Con il 'valore’della merce (cioè del denaro) per ipotesi diminuito - di 490 braccia – come è possibile che il valore del denaro sia rimasto immutato ed allo stesso livello di prima?

[3] N.d.t.: in Italia l’annata agraria incomincia, tradizionalmente, il 06/11, mentre S. Martino è l’11/11; i cinque giorni di spostamento potrebbero comunque esser dovuti alla diversa latitudine della Germania, che quindi costringe a raccogliere qualche giorno più tardi.

[4] la domanda di denaro, anche in tal caso, viene a dipendere dal fatto che l’affitto od il canone e gli altri pagamenti periodici siano riscossi a trimestre, mese o settimana. Se l’operaio, ogni settimana, deve conservare una certa parte del suo salario per poi pagare questa pigione o nolo nella prima settimana del trimestre, questo denaro allora può restar fermo anche per 3 mesi. Se invece pagasse, come in Inghilterra, settimanalmente, allora il denaro della pigione o nolo verrebbe rimesso subito in circolazione dal padrone di casa. Per questo l’Inghilterra, rispetto agli altri paesi, ha assai meno denaro in circolazione.

[5] N.d.t.: storica cittadina tedesca, chiamata dagli Italiani Aquisgrana, e da francesi ed inglesi ‘Aix-la-Chapelle’

[6] Solo l’importanza del denaro come mezzo di scambio è sensibilmente in flessione, come proveremo nel seguito.

[7] capacità infrastrutturale = sommatoria delle attività occorrenti per distribuire le merci dal posto di produzione al consumatore.

 

[8] N.d.t: cittadina già nella Prussia orientale (ora divenuta russa e chiamata Kaliningrad) nota ai filosofi come patria di Kant ed ai matematici per il 'Problema dei 7 ponti sul Pregel’(il fiume che l’attraversa); il problema è questo: nel centro della cittadina il Pregel forma un lago dove vi sono due isole, unite tra loro da un solo ponte; inoltre, ad ognuna delle sponde l’isola grande è unita da due ponti, mentre la piccola da uno solo. Per 500 anni (fino all’intervento del grande matematico Euler (che ne dimostrò l’impossibilità pochi anni dopo che ci si era vanamente scontrato anche il decenne Kant) fu offerto un sostanzioso premio a chiunque fosse riuscito a stabilire un percorso di passeggiata che lo riportasse al punto di partenza dopo aver usufruito una ed una sola volta di ognuno dei sette ponti: sembra facile...........