3.17. Oro e pace?[1]

 

"Onorate Likurgo, che individuò nell’oro la causa di ogni delitto." Pitagora.

 

SINTESI: 3.17.1.i: La sospirata pace ed i suoi enromi costi; 3.17.2.i: Fronte esterno come antidoto a quello interno; 3.17.3.i: Think positiv! (pensa positivo!)

 

3.17.1. LA SOSPIRATA PACE ED I SUOI ENORMI COSTI.

 

3.17.1.1                   Poiché la pace sociale è condizione indispensabile e necessaria alla pace internazionale, privilegi, profitti di capitale e le altre cosiddette rendite non guadagnate, che attentano alla prima, indirettamente minano anche la seconda:

3.17.1.1.1.             chi veramente vuole la pace deve allora adattarsi a sacrificarle qualunque arbitrario privilegio, detenuto sui redditi altrui, rassegnandosi ad una sua definitiva ed irreversibile sparizione!

3.17.1.1.2.             La pace internazionale è tutt’altro che facile, e ancor meno a buon mercato[2], come vanno presentandocela certi pacifisti, illudendoci con i risparmi delle spese militari,

3.17.1.1.3.             ma che son solo quisquilie, rose e fiori, di fronte al costo della pace!!!.... spiccioli a fronte di bigliettoni, dato che, in Germania gli stanziamenti, militari ma in tempo di pace, ammontavano ad appena 1 miliardo di marchi:

3.17.1.1.4.             mentre, anche solo per avviare l’eliminazione delle rendite agrarie e dei profitti di capitale, ne servirebbero almeno 20 volte tanti, come minimo una ventuplicazione dei costi!!

3.17.1.2                   Indubbiamente, un accordo sarebbe infinitamente più conveniente, ma chi ormai più ci crede, se quelli con il Belgio e l’Italia[3], scritti sulla carta, di carta si son poi dimostrati,

 

3.17.1.2.1.             durando solo finchè entrambe le parti hanno avuto interesse a rispettarli, finchè insomma superflui e non operativi, salvo poi risolversi in cartastraccia, .........

3.17.1.3                   Forse anche per questo, non appena gli si proponga, per assicurare la pace sociale, di redigere sacrali accordi cartacei, i socialisti, che non vogliono carta ma fatti, eludono la domanda rispondendo:

3.17.1.3.1.             "Vogliamo un sistema economico che - previa completa eliminazione dei redditi non guadagnati - assicuri duratura pace sociale e giustizia per tutti;

3.17.1.3.2.             anche senza forma scritta, quella sarebbe davvero una società per cui sicuramente varrebbe la pena di vivere e forse forse anche di morire!"

3.17.1.3.3.             Ed attuato ciò sicuramente ne deriverebbe poi disarmo, cooperazione, accordi, tribunali arbitrali ecc.ra. ed i popoli diventerebbero così vicendevolmente interdipendenti, che le guerre diventerebbero, di fatto, impossibili!

 

3.17.2. FRONTE ESTERNO COME ANTIDOTO A QUELLO INTERNO.

 

3.17.2.1                   Questo è allora il vero problema da risolvere e su cui dobbiamo giocarci tutto!......perchè ipotizzando d’aver conseguito la pace internazionale senza aver preventivamente risolto quella sociale[4], ci si domanderebbe subito:

3.17.2.1.1.             "E 'mo - al posto del fronte esterno, di questo ormai collaudatissimo antidoto[5] contro l’insorgere sia del fronte interno, che dello sciopero generale [6] -

3.17.2.1.2.             che c’inventiamo per impedire la guerra di tutti contro tutti, non ancora mai verificatasi solo a causa di non raggiunta sufficiente preparazione?"

3.17.2.2                   Per la situazione interna, infatti nessuno si faceva illusioni; e coloro che dovevano temere l’opzione insurrezionale ritenevano che – favorita dalla pace esterna - si sarebbe avvicinata molto più velocemente:

3.17.2.2.1.             ancora uno od al masimo due decenni di pace, e l’organizzazione operaia internazionale certo sarebbe riuscita a prepararsi per la guerra civile, più o meno mondiale e non meno furiosa dell’attuale;

3.17.2.2.2.             non solo guerra condotta senza esclusione di colpi e fino ad un esito vittorioso, comportante la sottomissione di uno dei due contendenti, ma anche con lo strascico, se il proletariato non avesse vinto ovunque[7], di un’altra, inevitabile guerra internazionale.

3.17.2.3                   Infatti, appariva ovvio e scontato anche ai più ingenui e sprovveduti, sia che nei paesi in cui la rivoluzione fosse risultata vincitrice si sarebbe instaurata un’economia innaturalmente comunista,

3.17.2.3.1.             che in breve tempo, avrebbe affossato l’economia, facendole perdere non solo il passo, ma anche il raffronto con quelle dei paesi, che fossero riusciti a soffocare la rivoluzione[8];

3.17.2.3.2.             sia che le classi capitalistiche ivi dominanti - senza alcun riguardo per la sovranità nazionale - avrebbero colto al balzo quella palla, del malcontento popolare,

3.17.2.3.3.             per atteggiarsi a liberatori mentre reprimevano cruentemente la rivoluzione proletaria per evitare il propagarsi dell’incendio e salvaguardare i propri privilegi.

3.17.2.4                   Quindi - comunque si fossero messe le cose ed anche se si fosse riusciti a conservare la pace internazionale, invece d’usare il pericolo alle frontiere per ricompattare il fronte interno –

3.17.2.4.1.             il capitalismo internazionale poteva solo ottenere un rinvio, un’ultima proroga, prima del suo immancabile tramonto rosseggiante !

3.17.2.4.2.             Doveroso a questo punto chiedersi il senso degli odierni sforzi, per la pace internazionale, e se sia davvero concreto lavorare solo per essa, senza curarsi della sua naturale premessa, ossia la pace sociale.

3.17.2.4.3.             Non si chiama forse ciò 'costruire sulla sabbia'? Si attuano forse riparazioni al tetto di una costruzione, le cui fondamenta siano pericolanti?

 

3.17.3. THINK POSITIV! (PENSA POSITIVO!)

 

3.17.3.1                   Al contrario, non sarebbe forse molto più intelligente, oltre che umano, ormai gettare le basi di una vera pace sociale, pervenendo ad una società armonica e d’eterna durata e rinunziando a quel decrepito spauracchio, di cui si è veramente abusato?

3.17.3.1.1.             Allora, a fermare questa guerra mondiale ci pensino quelli che l’hanno scatenata, e che dovranno medicarsi le sue purulente ferite seduti sopra i cumuli delle sue fumanti macerie!

3.17.3.1.2.             E noi invece, sapendo dove bisognerà arrivare e sforzandoci solo indirettamente per questa pace formale e transitoria,

3.17.3.1.3.             - che tanto tornerà, dato che così è sempre stato e tutto, prima o poi, come è incominciato, finisce – indirizziamoci direttamente verso la pace sostanziale e definitiva.

3.17.3.1.4.             Perché è estremamente importante richiamare l’attenzione di tutti i pacifisti sull’interconnessione esistente fra pace sociale e mondiale, additando al pubblico disprezzo il pericolo pubblico numero uno,

3.17.3.1.5.             cioè quell’oro, da noi individuato come l’ereditario demone dell’umanità, il suo peccato originale, che l’ha fratturata in classi, scatenando la tensione sociale e, conseguentemente, anche la guerra internazionale.



[1] N.d.t.: Nel capitolo precedente lo si qualifica testo di una conferenza tenuta a Berna il 28/04/1916, cioè in piena prima guerra mondiale (iniziata 28/07/1914; febbraio 1916 il primo massacro di Verdun.....); sorprende la sua brevità, e la chiusa - non certo felice in un certo senso accreditando la tesi di Walker (curatore della 9^ edizione tedesca di NWO) che fosse solo la prima parte della conferenza, essendo il capitolo successivo la seconda (ma così sarebbe divenuta troppo lunga, anche prescindendo dall ‘incongruenza di cui al 3.18.nota 1). Ritengo pertanto più probabile, salvando capra e cavoli, che vi convergesse anche buona parte del materiale, poi riciclato da G. per costruire la seconda conferenza (vedi capitolo seguente), indubbiamente molto più ampia e bellissima.

[2] Proverbio inglese: "Peace may cost more than war, but it is always a better buy"= ‘La pace può anche costare più della guerra, ma è sempre il miglior acquisto!’

[3] N.d.t.: ricordo che la Germania aveva sottoscritto il trattato che garantiva la neutralità del Belgio, mentre contemporaneamente il suo Stato Maggiore (guidato dal geniale ma spregiudicato stratega Alfred von SCHLIEFFEN) aveva messo a punto un eventuale piano d’attacco alla Francia, passando propio attraverso il Belgio, per aggirare le poderose difese francesi lungo il confine tedesco: anche senza prendere Parigi – obbiettivo di prestigio ma strategicamente inutile – il grosso della fortissima ala destra tedesca (indicata in almeno un milione di soldati, tutte truppe scelte) si sarebbe diretta a sud, prendendo alle spalle le fortificazioni francesi; von Schlieffen era sicuro di così liquidare la Francia in 45 giorni, e – quando il suo progetto fu replicato nella seconda guerra mondiale – dimostrò che non si era sostanzialmente sbagliato; invece von Moltke (succedutogli a seguito della sua morte) non fu all’altezza della situazione e si lascio impantanare sulla Marna nella speranza di prender rapidamente Parigi, ma che era obbiettivo secondario dello sfondamento. L’Italia invece aveva sottoscritto la cosiddetta 'Triplice Alleanza’con gli imperi centrali, ma la sua neutralità iniziale fu giustificata dal fatto che l’Austria non era stata aggredita militarmente ma solo terroristicamente (attentato di Serajevo) ed aveva poi lei dichiarato guerra alla Serbia, dopo che questa aveva respinto il suo ultimatum; invece idiota, autolesionista, sfascista (oltre che fascista!) fu poi la scelta di cambiare alleati, mentre Sonnino il 08/03/1915 aveva già ottenuto dall’Austria - con negoziati informali ed in cambio della sola neutralità - gli stessi incrementi territoriali poi costati 600.000 morti e quasi 1.500.000 feriti!! Tra l’altro lo Stato Maggiore Italiano aveva pronti solo piani per un intervento sul Reno, a fianco dei Tedeschi e contro la Francia (invece non solo così graziata, ma messa anche in condizione di sguarnire la frontiera italiana, spostando contro i Tedeschi 350.000 soldati!), e l’inversione delle alleanze fu una delle principali cause del caos ed impreparazione iniziale........guarda che combinazione: gli enormi mezzi finanziari dell’inizio del Fascismo erano tutti in franchi d’oro francesi!!! .......come in oro sovietico quello dei comunisti dopo la seconda guerra mondiale!

[4] N.d.t.: per la comprensione del lettore era necessario introdurre questa precisazione.

[5] N.d.t.: 'Sicherheitsventils', letteralmente 'valvola di sicurezza'

[6] N.d.t.: come il suo maestro Proudhon, G. è sempre contrarissimo agli scioperi (invece così cari ai sindacalisti ed a certi 'sinistri’nostrani !), da economista preparato lui non ignorando che, la mancata produzione, anche di un solo giorno, non potrà mai più essere recuperata (forse, essendo il giorno seguente più riposati, si riuscirà a recuperarne una parte, un 20%, alcuni forse addirittura un 50%, ma certo non mai il tutto). Quindi qualunque sciopero si risolve - sempre ed inevitabilmente - in un impoverimento generale della società.

[7] N.d.t.: ho dovuto introdurre questa inevitabile precisazione.

[8] N.d.t.: la saggezza popolare dice, argutamente, che il comunismo non sa moltiplicare, mentre il capitalismo non sa dividere!