Parte 3^: BANCONOTE E MONETE:

Il denaro, come è.

 

3.0. INTRODUZIONE

 

SINTESI: 3.0.1.i: Richiami storici; 3.0.2.i: La situazione attuale della ricerca; 3.0.3.i: Presentazione della ricerca geselliana.

 

 3.0.1. RICHIAMI STORICI.

3.0.1.1.                    Le odierne monete metalliche devono la loro forma e natura a quello stesso denaro, che già nell’antichità aveva consentito gli scambi commerciali; talchè, riportandone alla luce, dalle rovine d’Atene, Roma o Cartagine, ci si ritroverebbe per le mani denaro, altrettanto valido ed equivalente a quello attualmente circolante, sia europeo che americano;

3.0.1.1.1.                e - anteponendo il contenuto di metallo fino all’aspetto formale (e numismatico)[1] - un chilo d’oro con il sigillo degli imperatori romani non potrebbe che equivalere ad un altro chilo con quello degli attuali coniatori tedeschi.

3.0.1.1.2.                Insomma, le principali caratteristiche del denaro, che LICURGO[2] bandì da Sparta, erano identiche all’attuale; e pertanto esso è l’unica istituzione, pervenutaci, praticamente intatta ed immutata, dai primordi dell’antichità.

3.0.1.2.                    Malgrado questa venerabile consuetudine plurisecolare, tuttora siamo ben lungi dalla comprensione della sua natura e significato, fino al punto di non poter a tutt’oggi concludere

3.0.1.2.1.                se Licurgo – persuasosi che la coesione sociale fosse vanificata dai metalli nobili, che distinguevano i ricchi dai poveri - fece bene a fare come fece, cioè a gettar via, insieme con il pannolino sporco, anche il bambino[3]!

3.0.1.2.2.                (Anche se probabilmente nessuno più di lui ha saputo addentrarsi così profondamente nella comprensione delle negative conseguenze dell’oro, giustificando il nostro attuale assenso con PITAGORA e la sua esclamazione: "Onorate Licurgo, che intuì, nell’oro e nell’argento, la causa di ogni delitto!";

3.0.1.2.3.                e che sconsolatamente si sospiri con GOETHE: "Dal denaro proviene ed al denaro sempre tenderà dunque tutto, poveri noi!")

3.0.1.3.                    Però, dal punto di vista scientifico, dobbiamo evidenziare una momentanea riserva a questo punto di vista personale,

3.0.1.3.1.                almeno finché qualcuno finalmente non ci abbia detto cosa, di negativo, effettivamente scaturisca dall’oro, del perché esso rappresenti una minaccia per l’umanità:

3.0.1.3.2.                infatti in merito, fino al sottoscritto, vigeva l’imbarazzato silenzio, il forfait di saggi e cattedratici, come se, Licurgo e Pitagora avessero preso un abbaglio,

3.0.1.3.3.                od avessero attribuito all’oro effetti negativizzanti per allergia o pruriti personali, e così, in pratica, bollando quel Mosè spartano da dilettante incapace d’intendere e di volere, ed il grande matematico da svitato idealista!

 

3.0.2. LA SITUAZIONE ATTUALE (1911) DELLA RICERCA.

 

3.0.2.1.                    Diciamo subito che questo rifiuto, di un approfondimento scientifico della natura del denaro, non è tanto attribuibile a scarsità intellettuale dell’homo faber, quanto al preferire la propria tranquillità, non ridestando, con simile ricerca, il can che dorme!

3.0.2.1.1.                Per mentalità ricercatrici ci sono tanti altri argomenti, ad incominciare da quelli naturalistici, per seguire con religione, scienze naturali, astronomia ecc.ra, molto più avvincenti del denaro ed infinitamente più coinvolgenti e gratificanti:

3.0.2.1.2.                quindi solo un sobrio mistico potrà sentirsi attratto da questa diseredata Fortunella Passaguai [4]; e torni a comprensibile e legittimo onore - loro e della natura umana - se, per contare tali arditi, avanzano le dita anche di una sola mano!

3.0.2.2.                    Causa questa situazione - in particolare perché un approfondimento scientifico della natura del denaro avrebbe ben più probabilmente comportato la sofferta decisione di un rigetto di quella teoria del valore (comunque ormai in via di spontanea autoestinzione) che non un’ipotetica convergenza su di essa -

 

3.0.2.2.1.                si è affermata e consolidata nell’inconscio collettivo, la parola d’ordine di lasciar perdere tutte le mete di questa scienza:

3.0.2.2.2.                tanto, per la sua stragrande maggioranza, il popolo se ne frega sino al punto che ben pochi sanno - o si preoccupano di sapere – che il m.d.R.-W.[5] é la 1375ma parte di una libbra d’oro puro;

3.0.2.2.3.                e gli oggi dimenticati lavori sul bimetallismo erano, per l’epoca un’eccezione degna di lode, ma che poi ha confermato la regola:

3.0.2.2.4.                sembrerebbe quasi impossibile, eppure una ricerca così importante e fondamentale per lo sviluppo dell’umanità - come quella finanziaria - é considerata trascurabile e malfamata;

3.0.2.2.5.                e - un po’per la drammatica sottovalutazione che ne fà l’opinione pubblica, ma anche molto per la suddescritta situazione, confusa, contraddittoria, e di rigetto in cui versa negli ambienti accademici –

3.0.2.2.6.                quand’anche venissero scritti saggi d’economia, nessun editore ne rischierebbe la pubblicazione, perché quasi nessuno li comprerebbe;

3.0.2.2.7.                così anche chi potrebbe avere idee nuove – e magari anche infine giuste e corrette - non può permettersi d’averle se non abbia i mezzi per stampare lo scritto a proprie spese!

3.0.2.3.                    L’unica eccezione, che ancora trova qualche editore volonteroso, è rappresentata dai libri di testo, scritti dai nostri cattedratici, e che devono essere comprati da studenti e biblioteche statali,

3.0.2.3.1.                ma per cui vige la consuetudine di redigerli allineati allo sviluppo sociale auspicabile e tenendone ben lontana la così necessaria contestazione:

3.0.2.3.2.                ciò significa che nessuno di questi libri ha mai potuto permettersi approfondimenti sulla vera natura del denaro e che il bisturi della ricerca scientifica è tenuto lontano dallo zoccolo duro e profondo del problema, come se ne fosse continuamente respinto verso gli strati superficiali.

3.0.2.3.3.                Accade qui, con il denaro, non diversamente da quello che succede con argomenti come la rendita agraria, gli interessi, i salari:

3.0.2.3.4.                un cattedratico, che non facesse attenzione ad evitare il pomo della discordia, vedrebbe subito trasformare la sua aula in un campo di battaglia, dove tutti infieriscono alla cieca su amici e nemici.

3.0.2.3.5.                No, contestazione, politica, teoria dei salari, della rendita agraria, degli interessi e del denaro, non fanno al caso dei corsi universitari; però così, queste scienze, si atrofizzano nelle mani dei nostri professori universitari,

3.0.2.3.6.                a cui un chiaro fin qui e non oltre ha sempre fissato i limiti da non valicare, per continuare a tenere, in mano, i gessetti e non il badile.[6]

3.0.2.4.                    Ulteriore difficoltà è creata dal fatto che, per queste delicate materie, è propedeutica quella pratica commerciale, generalmente avversata dai ricercatori scientifici scolastici ed invece attraente per spiriti fattivi e concreti: non ricercatori e metafisici la scelgono ma uomini d’azione!

3.0.2.4.1.                A parte tutto, non è stato forse, il commercio guardato con tale sospetto (Mercurio, Dio dei commercianti ma anche dei ladri) da indirizzargli solo i fanciulli difficilmente scolarizzabili?...... figli dotati a studiare lettere e filosofia, e solo gli altri al commercio!

3.0.2.5.                    Così - pur noi avendola da almeno 4.000 anni e pur essendo, la moneta metallica, passata attraverso le mani di cento generazioni, nonchè in quelle di miliardi e miliardi di altre persone - non deve sorprendere:

3.0.2.5.1.                che essa, in nessun paese del mondo e pur negli attuali tempi di massima ricerca scientifica, non abbia ancora ottenuto una ricerca teorica appropriata ed esaustiva;

3.0.2.5.2.                nè che ovunque la pubblica gestione del denaro avvenga ancora in base ad abitudini vecchie e totalmente prive di fondamenti scientifici,

3.0.2.5.3.                fino al punto che da 4.000 anni paghiamo (od incassiamo) innumerevoli miliardi di profitti di capitale, senza che a tutt’oggi, nessuno si sia ancora preso la briga di spiegarci perché dobbiamo farlo,

3.0.2.5.4.                senza cioé che preliminarmente la scienza abbia saputo rispondere alla domanda perché e da chi il capitalista riceve gli interessi[7]!!

3.0.2.6.                    Eppure non è che siano mancati i tentativi perché dell’argomento in questione non era sfuggito né l’aspetto di pubblico rompiscatole – né, per motivi anche del tutto distinti dal denaro stesso – la sua straordinaria importanza per la scienza ed il gran pubblico:

3.0.2.6.1.                così ci si è cimentato praticamente ogni economista famoso, in modo particolare i socialisti - con l’aspirazione, innata e basilare, di polverizzarli – ma anche tanti altri, e dei più capaci, con desiderio inverso….. però tutti lasciandolo senza risposta!

3.0.2.6.2.                Tuttavia l’origine di tutti questi fallimenti non dipende dalla difficoltà della materia, quanto dal fatto che si prendono per la coda e non per la testa, tanto per incominciare confondendo i profitti di capitale con i guadagni commerciali e d’impresa,

3.0.2.6.3.                per incominciare a spartire i quali – apparendo entrambi come una filiazione[8] o risultato del denaro tradizionale - occorrerebbe una preventiva teoria scientifica di quest’ultimo;

3.0.2.6.4.                perché, se superficialmente, a noi, denaro ed interessi appaiono come coetanei e compagni di strada, analiticamente e psicologicamente, nella loro essenza, sono padre e figlio,

3.0.2.6.5.                talchè è impossibile comprendere la natura di quest’ultimo senza aver preventivamente sviscerato il primo!

3.0.2.7.                    Ne consegue che la teoria dei redditi da capitale può essere scritta solo come continuazione della teoria del denaro, mentre i ricercatori - anche quelli partiti da questa premessa - poi, per strada, finiscono invariabilmente per dimenticarsene.

3.0.2.7.1.                Ad esempio, i suoi tre volumi, pur ben grossi e che appunto si occupano dei redditi da 'Capitale', testimoniano che Marx, a questa preanalisi, certo non avrà dedicato più di cinque minuti!

3.0.2.7.2.                Mentre Proudhon, non certo scavalcando il denaro, si era avvicinato, prepotentemente ed effettivamente, alla soluzione dell’enigma degli interessi.

 

3.0.3. PRESENTAZIONE DELLA RICERCA GESELLIANA

 

3.0.3.1.                    Nell’infrariportata ricerca, sia intrapresa solo per caso fortuito che poi guidata e favorita da ulteriori circostanze fortunate, offro ora alla scienza, al commercio ed alla politica la mia così lungamente meditata teoria del denaro e dei profitti di capitale.

3.0.3.1.1.                In partenza son scusato ed avevo tutto il diritto d’ignorare che la conclusione dei miei ritrovamenti sarebbe stata contestazione pura!

3.0.3.1.2.                ....ma poi, mettetevi nei miei panni: una volta accortivene, avreste forse preferito metterci una pietra sopra, per evitare finanche la scintilla iniziale d’un incendio rivoluzionario………..?!?!

 

 Silvio GESELL

 estate 1911

 

 

 



[1] N.d.t.: ho dovuto inserire questa precisazione per non essere linciato dai numismatici!

[2] N.d.t.: Chiaro riferimento a Plutarco, Vite Parallele, Vita di Licurgo (forse leggendario legislatore di Sparta): .......sostituzione di tutte le monete d’oro e d’argento con altre esclusivamente DI FERRO........che allo stato incandescente veniva privato della tempera con aceto, affinchè il metallo, svigorito e difficile da lavorare, non potesse più essere impiegato per altri usi.

[3] N.d.t.: 'das Kind mit dem Bade ausgoß', letteralmente 'getto vià il bambino con il bagno (cioè con l’acqua sporca del bagnetto)', modo di dire sia tedesco che anglosassone, ma dell’epoca in cui ancora non esistevano i pannolini; pertanto ho aggiornato, per velocizzare la comprensione.

[4] N.d.t.: 'Stiefkind', letteralmente 'figliastro', ma, nel contesto del periodo, ed anche di quelli precedenti, appare evidente l’opportunità della traduzione scelta......avevo anche pensato a Justine, ma quanti l’avrebbero immediatamente collegata con la sventurata protagonista del romanzo di De Sade? Comunque G. - col conformismo e rispetto dell’autorità e della tradizione, caratteristico dei tedeschi, non osa ancora attaccare apertamente cattedratici, burocrati e politici, sfumando molto.

[5] N.d.t.: inspiegabilmente troviamo l’acronimo 'marco tedesco della Repubblica di Weimar', che nel 1911 ancora non esisteva; sicuramente deve trattarsi di un’integrazione successiva ad un precedente d.m. (marco tedesco).

[6] Si tenga presente che questa introduzione è stata scritta nel 1911.

[7] Vedi Boehm-Bawerk, ‘Storia critica della teoria dei profitti di capitale.’ N.d.t.: Eugen von (1851-1914) statista e grande economista austriaco, cognato del – in Italia – più noto von Wieser ed alunno del celebre MENGER (1840-1921), che ne pronunziò l’orazione funebre, caso negli annali più unico che raro, dato che generalmente è l’alunno a pronunziare quella dei funerali del maestro.

 

[8] In effetti l’etimologia di ‘tasso, tasse’è dal greco ‘tocos’(leggi ‘tocsos’che meglio ne dimostra la modifica grafica dell’italiano) = appunto ‘nato, partorito’