2.6. Ciò che liberterra non può[1]!
SINTESI: 2.6.1.i: Limiti dell’operazione liberterra; 2.6.2.i: accenno e profilarsi del problema degli altri redditi da capitale.
2.6.1. LIMITI DELL’ OPERAZIONE LIBERTERRA.
2.6.1.1. Anche se, a giudizio unanime, liberterra é un autentico toccasana, tuttavia non é certo onnipotente; conseguentemente la statalizzazione del suolo approderà a risultati consistenti, ma non certo a miracoli.
2.6.1.1.1. E se Henri GEORGE[2] ipotizzava che con essa sarebbero probabilmente scomparsi i profitti di capitale, le crisi da sovraproduzione, la disoccupazione,
2.6.1.1.2. in realtà la sola liberterra non avrebbe mai potuto fornire quelle solide argomentazioni, sulla soluzione di quei problemi, indispensabili per convincere un lettore critico,
2.6.1.1.3. e - come è universalmente risaputo - non si riesce mai a convincere il prossimo finchè siamo noi stessi i primi ancora ben lontani dalle idee chiare e gravati da perplessità;
2.6.1.1.4. né tantomeno ha giovato, alle ipotesi di George, quell’atmosfera di misticismo, d’autentico mistero della fede con cui la maggior parte dei suoi seguaci le ha circondate.
2.6.1.1.5. Comunque, supponendo corrette le ipotesi - anche se la momentanea arretratezza delle ricerche in merito gli avessero negato la soddisfazione di trarre personalmente le giuste conclusioni –
2.6.1.1.6. esse dovevano essere estraibili, e successivamente estratte, da noi, suoi discepoli e che abbiamo ereditato il titolo di riformatori agrari, in merito consentendoci di pervenire alla massima sicurezza e togliendoci anche il minimo dubbio.
2.6.1.2. Invece - escluso M. FLÜRSCHEIM[3], che in Germania, è rimasto il solo strenuo divulgatore dell’idea della riforma agraria, prendendo le distanze da noi altri -
2.6.1.2.1. occorre dare subito atto che indubbiamente liberterra influenza sia la distribuzione del reddito che conseguentemente la formazione del capitale,
2.6.1.2.2. ma non basta a risolvere i problemi della disoccupazione e della crisi da eccesso di produzione, in osservanza dell’assioma che non si può guarire la moglie solamente curandone il marito:
2.6.1.2.3. dato che all’origine del saggio d’interesse – avente lo scopo di condizionare l’offerta della classica 'merce da scambio', cioè del denaro – vi sono fattori appunto regolanti l’interscambio, e quindi bisognerà intervenire su di essi,
2.6.1.2.4. a cui invece il reddito agrario è completamente estraneo ed infinitamente più assimilabile ad una spartizione del raccolto (tanto che il redditiero s’intasca semplicemente l’affitto, senza assolutamente ricambiarlo, neanche con doverosi ringraziamenti!)
2.6.1.2.5. Non sarà quindi intervenendo solo sulla rendita agraria che sarà possibile conseguire l’eliminazione di tutti i profitti di capitale;
2.6.1.2.6. mentre, se si vuole incominciare ad affrontare il problema disoccupazione, crisi da sovraproduzione ed interessi, non si potrà fare a meno di localizzare ed intervenire sull’effettivo deus-ex-machina delle transazioni economiche.
2.6.1.2.7. Pertanto nè George, nè gli altri riformatori agrari tedeschi – che non si sono mai indirizzati verso questa ricerca – potranno mai rintracciare, la soluzione finale dei profitti di capitale, delle crisi da sovraproduzione, della disoccupazione:
2.6.1.2.8. tanto più che la teoria di George in merito - ancor oggi condivisa dalle insane meningi dei riformatori agrari tedeschi - è solo una derivazione della cosiddetta 'Teoria della fruttificazione'[4],
2.6.1.2.9. ma poi così incredibilmente grossolana da non riuscire a spiegare, neanche superficialmente, le origini delle crisi da sovrapproduzione (incongruenza tra produzione e consumo) ed ancor meno le motivazioni degli interessi e della disoccupazione.
2.6.1.3. E, finora, questo è stato il limite e l’autentico punto debole di quella riforma agraria, che peraltro - dal punto di vista della protezione delle classi disagiate – davvero risolve buona parte del problema sociale, ma non lo risolve tutto,
2.6.1.3.1. perché - finchè continuerà ad ignorare il più significativo e reale ostacolo allo sviluppo dell’economia - non potrà né comprenderlo né ancor meno portarlo a soluzione:
2.6.1.3.2. conseguentemente - e malgrado le promesse dei riformatori agrari di completa e definitiva liberazione della classe operaia dalla sua precaria posizione - la statizzazione del suolo, da sola, non consentirà di farlo;
2.6.1.3.3. non consentirà nè di riappropriarsi dell’intiero provento del proprio lavoro, nè tantomeno l’instaurazione d’un’economia che renda impossibile crisi e disoccupazione;
2.6.1.3.4. (talché l’entrata in funzione di solo questa loro teorizzazione avrebbe probabilmente finito per sputtanare - per millantato credito - l’intiero movimento finendo così forse anche per compromettere il molto di buono in esso presente.)
2.6.2.: ACCENNO E PROFILARSI DEL PROBLEMA DEGLI ALTRI REDDITI DA CAPITALE.
2.6.2.1. Invece noi adesso ci lanceremo alla ricerca della/e sorgente/i dei profitti da capitale, delle crisi e della disoccupazione, con la doppia consapevolezza non solo d’inoltrarci in una delle questioni considerate tra le più spinose ed ingarbugliate di tutta l’economia[5],
2.6.2.1.1. ma anche che ciò che può essere compreso successivamente può pure essere dominato, nonché col sospetto di una probabile precedente ipervalutazione,
2.6.2.1.2. perchè, in realtà, finiremo per accorgerci che l’acqua torbida – che c’impedisce di scorgere la soluzione – è stata sollevata dal procedere dei nostri predecessori:
2.6.2.1.3. come quando i numerosi bandoli, di più matasse, sono diligentemente allineati uno vicino all’altro……. solo che - per sbrogliarle e svolgerle tutte facilmente – bisogna azzeccare quello giusto,
2.6.2.1.4. da tirare per primo, altrimenti ci si ritrova legati, invischiati ed immobilizzati per sempre entro di esse !
[1] N.d.t.: Ho sfrondato notevolmente anche questo capitolo, ma per il meglio del lettore.
[2] N.d.t.: vedi 1.0.nota5
[3] N.d.t.: vedi nota 10 al comma 1.3.3.6.1. G. nè ribatte nè precisa le ragioni della di lui fiducia ed i di lui testi (non noti al sottoscritto) sono attualmente introvabili.
[4] N.d.t.: vedi commi 5.6.2.i.
[5] N.d.t.: perche solo nazionale e non anche mondiale?!