LIBRO SECONDO: LIBERTERRA

2.0. INTRODUZIONE [1]: Terra libera come eterna richiesta della pace sociale. (conferenza tenuta a Zurigo il 05 Luglio 1917)

 "L’evoluzione dell’uomo
dipende da un’eterna condizione
che egli possa aver fiducia nella terra,
nella sua terra pia e madre." (Schiller.)

 

SINTESI: 2.0.1.i.: Pace sociale e pace internazionale procedono affiancate; 2.0.2.i.: Le istituzioni destabilizzanti; 2.0.3.i.: La costruzione della pace ed i suoi costi; 2.0.4.i: dieci utopistiche idee di pace; 2.0.5.i: Più diritto internazionale = meno diritti innati per l’ uomo; 2.0.6.i: I diritti dell’ uomo devono prevalere su quelli internazionali; 2.0.7.i.: Pace, materie prime ed il demone dello Stato; 2.0.8.i: La proposta di pace di Gesell.

 

2.0.1. PACE SOCIALE E PACE INTERNAZIONALE PROCEDONO AFFIANCATE.

 

2.0.1.1.      Facce della stessa moneta, pace sociale e pace internazionale procedono appaiate, dato che in Stati moralmente sani - intendendo per 'sano’che vi si usufruisca della pace sociale - non può sopraggiungere motivo di guerra;

2.0.1.1.1. mentre, simmetricamente, non ci potrà esser mai pace, nè possibile nè duratura, fra Stati stravolti - anche unilateralmente - dalla lotta di classe [2]:

2.0.1.1.2. pertanto chi aspiri alla pace internazionale, sappia che può ottenerla solo come conseguenza della precedente, e che quindi questo embrione della pace internazionale, ricompenserà sicuramente ad usura qualunque sacrificio dedicatole,

2.0.1.1.3.  e, per ottenerla, ci si deve, allora e finalmente, decidere a sacrificarle ciò che assolutamente deve esserle sacrificato!

2.0.1.2.      All’inizio di questa guerra internazionale[3], facili profeti ne previdero la degenerazione in una guerra civile generale, dimostrandosi tanto intuitivi nelle previsioni, quanto sprovveduti nell’uso del linguaggio!

2.0.1.2.1. Perchè non la guerra internazionale si evolve in guerra civile, ma questa in quella !….

2.0.1.2.2. ...... dato che sotto il nome di 'violenza di classe’ormai da troppo tempo serpeggiava nel più intimo substrato di tutti i popoli civilizzati,

2.0.1.2.3. che - avendole impedito di manifestarsi in modo naturale – alla fine l’hanno subdolamente costretta a mettersi in maschera!

2.0.1.2.4. E, a sua volta – nelle società progredite (ma fraudolentemente malformatasi ed illegalmente perpetuatasi) - la guerra civile non è che l’effetto della divisione classista e della lotta sociale,

2.0.1.2.5. che, ben prima di essere guerra civile, è guerra economica, apportando inevitabilmente una situazione conflittuale.

2.0.1.3.      Già nei tempi passati le guerre e le 'cacce agli schiavi’non mirarono a niente di diverso che ottenere, con la violenza, esattamente quello stesso ordinamento - che oggi noi spacciamo come 'ordine’-

2.0.1.3.1. ossia la disponibilità di numerosa manod’opera, cui la classe dominante potesse conferire tutte le inevitabili, necessarie, ma fastidiosissime incombenze esistenziali !

2.0.1.3.2. Ma questa ripartizione del popolo in redditieri e bestie da soma è innaturale e quindi conservabile solo con violenza psico-fisica;

2.0.1.3.3. ma poi finisce che violenza chiama violenza, fino alla guerra, mentre solo se sia garantito un sistema economico a misura d’uomo, la pace sarà veramente conseguita!

2.0.1.4.      Nè son mai contrapposizioni spirituali a metter seriamente in pericolo la pace, tanto che le stesse cosiddette guerre di religione[4] ebbero moventi prettamente economici;

2.0.1.4.1. infatti razza, lingua e religione son così estranee alla morte e talmente manifestazioni vitali, che non avrebbero mai potuto indurre alla guerra,

2.0.1.4.2. talchè, senza quelle maledette uniformi - le sole a differenziare i convenuti in amici e nemici - sarebbe propio impossibile uno scontro fra europei nudi 44!

2.0.2.          LE ISTITUZIONI DESTABILIZZANTI

 

2.0.2.1.      Dalla notte dei tempi a tutt’oggi, le istituzioni destabilizzanti – in quanto foriere della società classista - son state di natura economica e sempre le stesse:

2.0.2.1.1. la proprietà fondiaria e la moneta metallica (oggi scimmiottata dalla cartamoneta), istituzioni antiquatissime, serpenti velenosi[5] ed ordigni esplosivi,

2.0.2.1.2. che già distrussero le progredite antiche civiltà, come ora di nuovo s’ingegnano a farlo con la nostra, se non correremo tempestivamente ai ripari:

2.0.2.1.3. …… né all’interno nè all’estero vi sarà pace possibile finché noi non le avremo estirpate o modificate!

2.0.2.2.      Questo ci era già stato chiaramente dimostrato da quella rivoluzione francese, ben partita ma male arrivata - dato che incomprensibilmente, nonostante gli Stati Generali[6], nonostante l’affermata democrazia, poi in Francia le conservò entrambe -;

2.0.2.2.1. (e così oggi la loro rimozione, in Francia come altrove, non sarà certo meno difficile perchè se allora, a succhiare il popolo sino al midollo, c’erano Chiesa e Stato, oggi non sono da meno i redditieri!

2.0.2.2.2. Eppure, che altro avrebbe dovuto abbattere, una vera rivoluzione, se non propio quelle due istituzioni - la proprietà privata e la tradizionale forma monetaria ereditata dagli antenati - entrambe foriere della divisione in classi?)

2.0.2.2.3. Perchè la vera democrazia, a cui il proletariato ormai non farà più rinunciare, è propio inconciliabile con quella proprietà immobiliare privata,

2.0.2.2.4. resa possibile e tutelata solo dalla sua stretta parentela col concetto di 'regno', istituzione a cui infatti, si rivolge istintualmente ed a ragion veduta, qualunque immobiliarista,

2.0.2.2.5. dato che solo una feudalità centrale può poi non solo giustificare l’estensione della sua forma in periferia, ma anche difenderla dalle più che giuste rivendicazioni delle masse oppresse.

2.0.2.3.      D’altra parte - creando le premesse della corresponsione d’interessi e così relegando l’economia nazionale all’indecoroso ruolo di loro ruffiana -

2.0.2.3.1. anche il nostro tradizionale denaro si muove esattamente nella stessa direzione, cioè dividendo la popolazione in classi, e trasformando i nati-compagni in nemici.

2.0.2.4.      In conclusione, finchè sarà tollerata la proprietà privata del terreno e la circolazione dell’attuale tipo di denaro, fintantoché noi conserveremo queste istituzioni statali, vecchissime e barbare,

2.0.2.4.1. non ci potrà essere pace nè sociale, nè tantomeno internazionale, perchè la perversione del rapporto economico inevitabilmente farà degenerare la solidarietà in lotta sociale.

 

2.0.3.          LA COSTRUZIONE DELLA PACE e SUOI COSTI.[7]

 

2.0.3.1La costruzione della pace, quindi - impresa non da poco, ma veramente colossale - pretende sacrifici adeguati alle sue spropositate dimensioni, pena il sicuro insuccesso,

2.0.3.1.1. anche se, fortunatamente, per essa non occorreranno sacrifici umani, ma tanto comune sforzo popolare, livellamento del tenore di vita ed un fiume, anzi mare di denaro.

2.0.3.1.2. Come tutt’oggi succede abbastanza spesso che, dopo un crac borsistico, al pagare i suoi debiti accontentandosi del rimanente, il debitore preferisca suicidarsi –

2.0.3.1.3. una volta resisi esattamente conto di tutti i sacrifici, pretesi da quella gran ghiottona che è la cosiddetta pace, non è da escludere - nè tantomeno dovrebbe molto sorprendere - che ovunque una larga maggioranza popolare possa esclamare 'Aredatece la guerra, che costa de meno!'

2.0.3.1.4. (Perchè, con la sola eccezione dei Cristiani primitivi, i pacifisti hanno costantemente sottovalutato le dimensioni del compito, affrontandolo con disponibilità sempre insufficienti,

2.0.3.1.5. come se avessero deliberatamente cercato l’insuccesso o fossero convinti di poter vantaggiosamente acquistare la pace ad una liquidazione fallimentare!!!)

2.0.3.1.6. Sarà quindi decisamente istruttivo passare ora in rassegna quel poco che si era, finora, pronti a benevolmente offrire a questa nostra ghiottona.

 

2.0.4.           DIECI UTOPISTICHE IDEE DI PACE.

 

2.0.4.1.      Vegetariani e benpensanti ecologici son tuttora convinti che la guerra sia uno stato mentale patologico - mente malata in un corpo non meno malato - per l’abuso di carne, tabacco, alcool senza escludere la sifilide.

2.0.4.1.1. Come fanno i serpenti - quando intelligentemente rinunziano ad inghiottire un boccone troppo grosso - sia allora sacrificato tutto ciò, così diventeremo mansueti come gli agnelli.

2.0.4.1.2. Anche se, in queste parole, c’è del vero - ed anche non poco - ma questo ben piccolo sacrificio certo non ci assicurerebbe la pace, dato che ci son state un mucchio di guerre anche quando i popoli non erano ancora assuefatti a bere e fumare.

2.0.4.1.3. Inoltre, noi poi dovremmo pazientemente attendere gli effetti del vegetarianismo e dell’astinenza, rassegnandoci ad un processo di evoluzione lungo e faticoso: secondo Mosè occorrerebbero ben quattro generazioni per estinguere i peccati dei padri.

2.0.4.1.4. E poi non vi è la minima certezza che in tempi così lunghi - mentre da una parte la natura tenderebbe ad evolvere gli uomini - dall’altra stimoli bellicosi non possano involverli, e che quindi, in questa gara di stimolazioni, la guerra non mantenesse il predominio!

2.0.4.2.      Un altro mezzo raccomandato con convinzione è il controllo-arresto delle nascite, secondo l’assioma: nessuna nascita = nessun soldato = nessuna guerra.

2.0.4.2.1. Questo mezzo è davvero ingegnoso ed infallibile, ma, alla resa dei conti, ci si potrebbe davvero rallegrare per e benedire il conseguimento di una simile pace?

2.0.4.2.2. .....certo gli impuberi vi aderirebbero subito volentieri, ma non certo quelli che devono sacrificare la propria discendenza allo scopo!

2.0.4.3.      Si raccomanda anche l’obbiezione di coscienza, mezzo nuovamente infallibile, ammesso però che poi lo sostengano (e mantengano!) tutti:

2.0.4.3.1. certo, se tutti fossimo eroi, assolutamente tutto sarebbe infinitamente più semplice!........però, in molte centinaia d’anni, ci son stati un solo Arnold von Winkelried, un solo Giordano Bruno, un solo Huss[8]!

2.0.4.3.2. In realtà quindi una simile disponibilità al sacrificio è rara, fortunatamente[9] rara, perchè – realizzando il fine pacifista a spese della soppressione dell’istinto d’autoconservazione - ti dona la pace quando ormai sei in pace definitiva,

2.0.4.3.3. insomma sconclusionatamente, quando personalmente non ti serve più quello che hai ottenuto[10]!!

2.0.4.4.      Un’altra proposta prevede la costituzione, in un sito sicuro e da parte dei cittadini di ogni Stato, di una colossale cauzione, in contanti, a garanzia e fidejussione della pace;

2.0.4.4.1. affinchè, non appena venisse dichiarata una guerra, i promotori venissero penalizzati della loro quota! .........che idea graziosa, semplice ma soprattutto conveniente!

2.0.4.5.      Ancora un’altra proposta conferisce ad un solo Stato neutrale il diritto di produzione e ricerca sugli esplosivi, secondo l’assioma niente di questi = nessuna guerra,

2.0.4.5.1. ed anche ciò sarebbe un mezzo veramente conveniente per una definitiva garanzia della pace: ma chi controllerebbe il controllore?..........come è vero che il pacifismo, in parecchie teste, fà liquefare il cervello!!

2.0.4.5.2. E poi si pensi a come sarebbe facile, per qualunque guerrafondaio, prepararsi di nascosto per la guerra e scagliarsi su un vicino completamente inerme!

2.0.4.6.      Ai poveri di spirito, gli inconsapevolmente-combattivi propongono semplicemente di vincere il nemico, porgli il piede sul petto e domandargli di adattarsi alla pace o morire.

2.0.4.6.1. Ma ovviamente, con un simile sistema, il problema non solo non è stato risolto, ma neanche trattato e solo rimandato; finchè controparte non si è ripreparata per la guerra - si ottiene realmente un transitorio di pace,

2.0.4.6.2. in cui tutto fila liscio, il vincitore è soddisfatto, ed il vinto fà finta di niente, zufolando mentre prepara la rivincita[11]:

2.0.4.6.3. perchè la vittoria fà presto sragionare l’orgoglioso vincitore, preparandogli una dura lezione; è questa l’eccellente ragione, che non fà conservare la supremazia nè lungamente, nè tantomeno per sempre.

2.0.4.6.4. Quindi, un bel giorno, l’ex-vinto sicuramente trarrà nuovamente, fuori dal rispostiglio, i precedenti motivi di discordia, scagliandosi sul suo avversario.

2.0.4.6.5. Non appena sottomessolo, semplicemente si scambierebbero i ruoli, conservando il pomo della discordia più fresco e appetitoso di prima!

2.0.4.6.6. In questo modo - e nel migliore dei casi - si otterrebbe, sempre e solo, una pace di breve durata - finalizzata alla ricostituzione della potenza militare - e quale interludio tra una guerra e l’altra!

2.0.4.7.      Essendo così apparsa irrealizzabile la pace basata sull’unilaterale supremazia armata, gli statisti sono ripiegati sull’equilibrio di forze, in realtà apparentemente assicurante questa pace da terrore:

2.0.4.7.1. infatti, finchè l’equilibrio delle forze dei contendenti sia tale da non assicurare la vittoria per nessuno, allora nessuno avrà più la follia d’aprire le ostilità;

2.0.4.7.2. la Vittoria non saprebbe verso chi dirigersi - come l’asino di Buridano, che a fronte di mucchi di fieno uguali, non sapeva decidersi da quale incominciare la mangianza;

2.0.4.7.3. così la pace permarrebbe indefinitivamente o, per meglio dire finché si riuscisse a conservare l’equilibrio delle forze.

2.0.4.7.4. Conseguentemente, per attuare questa strategia, dopo qualunque vittoria, gli statisti si armano di riga e squadra, smembrando il territorio nazionale del vinto, fin quando ritengono d’aver ottenuto un equilibrio di forze.

2.0.4.7.5. Tutto ciò è basato sulla supposizione teorica che, la potenza militare, direttamente od indirettamente, sia proporzionale alla superficie nazionale:

2.0.4.7.6. ma quale abbaglio, dato che talvolta la forza degli Stati si rivela addirittura inversamente proporzionale alla loro grandezza!

2.0.4.7.7. E poi, l’incremento demografico, la situazione socio-economica, la tecnica militare, in breve tutto ciò che influenza decisamente la potenza militare, è in continua e massiccia evoluzione:

2.0.4.7.7.1.           si pensi a come l’entrata in servizio dei sommergibili abbia enormemente indebolito la potenza inglese[12]!

2.0.4.7.8. E quindi, se anche originariamente gli statisti fossero riusciti a davvero produrre un perfetto equilibrio, questa fideiussione di pace (!) si evolverebbe continuamente, dipendendo da centinaia di parametri.

2.0.4.7.9. Già solo una differenza nelle nascite o l’impari successo nella prevenzione della mortalità infantile, e l’equilibrio è già bello che compromesso!

2.0.4.7.10.             In Egitto Faraone cercò, ad esempio, di ripristinare l’equilibrio facendo affogare i neonati ebraici;

2.0.4.7.11.             ed ora, chi volesse riequilibrare questo parametro, fra Germania e Francia, dovrebbe o fare come Faraone in Germania, o provocare in Francia un incremento delle nascite fino al livello tedesco.

2.0.4.7.12.             (Mentre poi, per l’equilibrio militare, spesso il numero è poco significativo, nè più nè meno della superficie geografica.

2.0.4.7.13.             Più nettamente che dalla quantità, la forza militare dipende dalle dotazioni e dall’attitudine, ed anche l’alcolismo e l’astinenza possono portare il loro contributo.

2.0.4.7.14.             Per dieci anni, ad esempio, l’alcool inibì il successo alla rivoluzione russa, successivamente affermatasi, nei soli tre anni successivi, grazie all’improvviso prevalere, nei suoi sostenitori, della sobrietà.

2.0.4.7.15.             Pertanto questi teorici dell’equilibrio dovrebbero riuscire a mantenere perfino la parità d’ubriachezza!

2.0.4.7.16.             Ma ci sono talmente tanti, di questi possibili parametri, da non poterli illustrare tutti: quanto detto vuol pertanto solo schematizzare l’impossibilità di raggiungere la pace attraverso tale via.)

2.0.4.8.      Una variante dell’equilibrio delle forze, prospettata dai fautori del disarmo, è l’opzione zero, cioè la completa mancanza d’armamenti, secondo la teoria che, militarmente parlando, l’uomo disarmato sarebbe uno zero:

2.0.4.8.1. in quest’ordine d’idee la potenza sarebbe data dalle armi e la superiorità degli armamenti stimolerebbe alla guerra;

2.0.4.8.2. però non ci si spinge mai fino a richiedere anche il disarmo della polizia, come se fosse necessario un armamento per il contenimento dei 'pacifisti’interni;

2.0.4.8.3. (concessione all’armamento già assai pericolosa e sorprendente, dato che, al congresso del disarmo, non si dovrebbe forse consentire allo zar numerosi corpi d’armata, per il mantenimento dell’ordine [13]?)

2.0.4.8.4.  In una simile ipotesi a sostegno della pace, però si perde completamente di vista che, alla fin fine, 'arma’può poi essere ogni cosa brandeggiabile che sia più dura di un cranio!

2.0.4.8.5. Che il valore militare dell’armamento è infatti definibile solo relativamente a quello dell’oppositore, perchè, per essere ancora considerata spada, basta che la tua sia un po’meno spuntata di quella del nemico!

2.0.4.8.6. Infatti, nelle rivolte contadine tedesche[14] le corazze dei cavalieri vennero fatto a pezzi anche solo con le usuali falci; nella Comune parigina[15] furono le pietre della pavimentazione l’arma più diffusa; Caino uccise suo fratello con una clava[16], ed Ercole, ancora in fasce, semplicemente strozzò il maxi-serpente.

2.0.4.8.7. Come si pensa allora di attuare questo disarmo? Vietando i temperini, come ha fatto la polizia italiana, e proibendo anche le falci ed i fucili da caccia?

2.0.4.8.8. O.K.; proibiamo assolutamente tutto, ma anche in tal caso si potrà pur sempre strozzare l’oppositore, come è già stato fatto, più d’una volta, nei corpo a corpo,

2.0.4.8.9. quando i soldati, avendo finito le munizioni, si son trovati 'disarmati’: in definitiva anche il solo pugno nudo può produrre un emorragia cerebrale!

2.0.4.8.10.             Non avendo precedentemente eliminato le cause di guerra, un simile disarmo solo preparerà il terreno alla più spaventosa di tutte le lotte, quella 'corpo a corpo’(Foresta di Teutoburgo, Lechfeld, Sempach[17])!

2.0.4.8.11.             E non abbiamo forse già sperimentato come rapidamente ed ex novo imparino i fabbricanti di archetti per violino[18] a riconvertire la loro officina per il fabbisogno di guerra?

2.0.4.8.12.             Talchè, nel munizionamento attualmente al fronte, sicuramente ben piccola ed insignificante parte era stata approntata negli anni della pace;

2.0.4.8.13.             mentre, subito dopo lo scoppio delle ostilità il trasporto navale garantì l’arrivo, sul teatro bellico, d’enormi quantità di granate americane (paese, si badi bene, allora neutrale)!

2.0.4.8.14.             A che potrebbe quindi servire il momentaneamente non produrre armi? Propio mi sfugge la logica di questa proposta!

2.0.4.8.15.             In una guerra contro l’Inghilterra sono armamento tedesco anche qualunque aratro, il letame, i cereali, il guano, le pecore: perchè con il salnitro si concimano pure i campi, ma si riempiono anche le granate!

2.0.4.8.16.             Ed allora, ai fini del disarmo, bisognerebbe forse anche lasciar perdere gli istituti tecnici superiori, perché vi s’insegna, come ricavare il salnitro dall’aria non solo per la guerra, ma anche e soprattutto per l’agricoltura?

2.0.4.8.17.             Dagli alambicchi delle fabbriche tedesche di vernici - a scelta, sì, propio se la leva del rubinetto sia sulla posizione A o su quella B - si può ottenere polvere da sparo o colori per le uova di Pasqua!

2.0.4.8.18.             "Sì - dicono i Francesi - il disarmo generale, propio questo ci vorrebbe per quei maledettissimi Tedeschi......."...senza rendersi conto che, avendo non solo ferro e carbone ma anche un’industria poderosa, noi abbiamo tutto ciò che è necessario per un rapida ripresa dell’armamento,

2.0.4.8.19.             mentre gli altri popoli che, per avere, in caso di guerra, una dotazione bellica a portata di mano, in tempi di pace acquistano armamenti importandoli, che dicono alla proposta di disarmo?

2.0.4.8.20.             E come potrebbero più armarsi, una volta che non l’avessero fatto? E, in tal caso, dove sarebbero attualmente finite, ad esempio, la Russia e la Francia?

2.0.4.8.21.             Attraverso la pronta riconversione della nostra superiorità industriale noi Tedeschi dall’oggi al domani potremmo corazzarci, armarci, equipaggiarci, affrontando con nuovi cannoni i Francesi ed i Russi ancora in pigiama, od al massimo armati di falci!

2.0.4.8.22.             L’uomo nasce armato, anche se solo d’ingegno; talchè, dalla notte dei tempi e malgrado la sua totale fragilità e completa mancanza d’armi naturali, ha sempre saputo dimostrarsi più forte degli orsi delle caverne e delle tigri,

2.0.4.8.23.             ancorchè, quest’ultimi, entrambi dotati, da madre natura, di poderose e micidiali armi d’offesa!

2.0.4.8.24.             Essendo intelligenza e formazione teorica la moneta che tutto può ottenere, il disarmo è semplicemente un’assurdità,

2.0.4.8.25.             ma neanche si può concludere col vecchio "chi vuole la pace, si prepari alla guerra": perchè neanche gli armamenti assicurano la pace!

2.0.4.8.26.             Anzi, disarmiamo pure, ma se lo faremo per utilizzare il così risparmiato nell’arricchimento di nuovi redditieri, di 100.000 nuovi milionari, ciò - se non potrà nuocere, neanche servirà:

2.0.4.8.27.             perchè la vera pace non ha niente a che vedere nè con l’armamento nè col disarmo!

2.0.4.9.      Un’altra pace, di cui molto si parla specialmente in America, è una pace mondiale attuata a mezzo sceriffi: la taftiana[19] 'Confederazione di Stati per l’imposizione della pace'!

2.0.4.9.1. Per la pace, Taft in effetti avanza una proposta veramente allettante: questo messere, ha forse dimenticato 'l’ordine che regnava a Varsavia', la quiete che domina negli Stati, in cui si ostacola l’indignazione dei contestatori con mezzi di polizia?

2.0.4.9.2. (Evidentemente sarebbero i battaglioni di Pinkerton[20], che Taft molto spiritosamente evocherebbe, ad imporre, con la forza degli sceriffi, la pace ai popoli.

2.0.4.9.3. Ma se questo ideale di pace di Taft è già oggi ovunque disponibile per assicurare la pace interna!.........

2.0.4.9.4. anche se, abbastanza presto, in America, - non appena la classe operaia si rivolterà contro la grande piovra capitalistica - noi vedremo, a quanto poco serva e che insignificanti risultati possa dare la pace forzosa.....

2.0.4.9.5. In tale circostanza, se i battaglioni di Pinkerton non si dimostrassero sufficienti, Mr. Taft davvero invocherà la sua 'Lega per l’imposizione della pace', per manganellare gli sfruttati ed esagitati operai?

2.0.4.9.6. Si vide già a suo tempo il tipo di mutuo soccorso, contro l’irrequietezza interna, con gli interventi 'moderati’prestati dalla 'Santa Alleanza'[21]!

2.0.4.10.   La proposta per la creazione della pace - ritenuta più seria e da cui invece i suoi fautori si aspetterebbero veramente molto - è quella basata sul dirimere pacificamente le controversie con un tribunale internazionale.

2.0.4.10.1.             Secondo costoro basterebbe redigere qualche supplemento al diritto internazionale, mentre, in caso d’evizione, le sue sentenze verrebbero fatte eseguire da una forza multinazionale.

2.0.4.10.2.             Sulla modalità di questi interventi si è preferito mantenersi sulle generali, ma l’intenzione è quella di riuscire, col tempo, ad ammantare, in qualche modo il diritto internazionale d’una specie di inoppugnabile alone mistico, cioè a trasformarlo in una specie di tabù, così che nessuno più s’azzardasse neanche a sfiorarlo.

2.0.4.10.3.             Queste integrazioni al diritto internazionale dovrebbero cercare le loro comuni fondamenta nello "spirito di giustizia", nella morale, nella libertà.

2.0.4.10.4.             (Che cosa sia poi da intendere come giustizia internazionale e morale di stato, neanche su ciò si è ritenuto di soffermarsi, prospettando come naturale, che la giustizia sia, di per sè, un istinto che sproni tutte le persone sempre nella stessa identica direzione;

2.0.4.10.4.1.        che, quando, per esempio, tra i 500 milioni di sudditi inglesi ed i 70 milioni tedeschi si verifichi un completo disaccordo sull’accettabilità della guerra sottomarina,

2.0.4.10.4.2.        non si possa argomentare, che una delle due parti vede il problema erroneamente e senza rendersi conto della scelta migliore, ma che semplicemente si pronunzia, opportunisticamente, contro la propria coscienza.)

2.0.4.10.5.             Accettando un simile principio, questa "giustizia" internazionale esisterebbe davvero - a Londra, come a Berlino, sempre e ovunque uguale, ieri, oggi e domani sempre la stessa - quindi in forma eterna ed immutabile;

2.0.4.10.6.             e tutto ciò, inspiegabilmente, appare, ai pacifisti, talmente sicuro, da presupporre senz’altro che tale giustizia non solo rappresenti un’alternativa sufficiente contro la violenza dei nostri stati classisti,

2.0.4.10.7.             ma anche da prender sul serio che con essa si possano comporre pacificamente i contrasti fra Stati!

2.0.4.10.8.             Ma cosa, di grazia, in tutto il mondo, ci autorizzerebbe a simili utopistiche supposizioni? Forse l’attuale guerra o l’ordinamento sociale ad essa precedente?

2.0.4.10.8.1.        Sul serio, in tutti i nostri amati Stati classisti, aleggerebbe questo senso di così delicata giustizia, che, unitamente all’amore, occuperebbe totalmente il loro pensiero,

2.0.4.10.8.1.1.    talchè si dovrebbe riguardare la politica come un corso universitario di equità e filantropia?

2.0.4.10.8.2.        Davvero la politica, attuata dagli organi rappresentativi del popolo, dimostra un così nobile modo, non dico d’agire, ma almeno di pensare?

2.0.4.10.8.3.        Realmente tornano a casa, trasudando giustizia e sensibilità, quei giovani funzionari mandati, per la formazione tecnico-professionale, a sud-ovest, nel Congo, nelle Indie?

2.0.4.10.8.4.        Sarà forse l’attuale lotta di classe, che infuria, anno dopo anno, tra lavoratori ed imprenditori, a far da levatrice, in tutto il popolo, al senso di giustizia e d’amore del prossimo?

2.0.4.10.9.             Ma mi si faccia il piacere!....... se la nostra violenta classe dirigente osserva, senza commuoversi, la mortalità infantile in New-York, Berlino, Londra, Parigi,

2.0.4.10.9.1.        e solo in Germania ogni anno sono sacrificati 300.000 lattonzoli, quindi quasi quanto i soldati divorati dall’attuale guerra, e ben più delle stragi compiute in Armenia. [22]

2.0.4.10.9.1.1.    Lo sanno tutti molto bene che quelli sono avviati ad una fossa comune per lo stato di bisogno e denutrizione delle loro madri,

2.0.4.10.9.1.2.    bisogno in quegli stessi Stati, dove 100.000 milionari, quei loro milioni, non sanno più come spenderli per soddisfare la loro sfrenata bramosia!

2.0.4.10.9.1.3.    Ci si è forse mai indignati - anche una sola volta - contro queste inaudite violenze?

2.0.4.10.9.1.4.    Ed in tali uomini noi, all’improvviso, dovremmo ora presupporre così tanto amore di giustizia, da prontamente indignarsi per la pulizia etnica nella lontana Turchia?

2.0.4.10.9.1.5.    Che essi - tutti e da tutte le parti - si precipitino subito al soccorso come le cornacchie all’apparizione di un rapace?

2.0.4.10.9.2.        In verità, in verità vi dico: chi ha tanto amore per la giustizia, incominci ad esercitarla immediatamente a casa sua, nella sua comunità, e nel suo proprio popolo!

2.0.4.10.10.          Si avrà la pace in ogni Stato, una profonda e reale pace sociale solo preliminarmente gettando nella polvere e mettendo sotto i piedi la società classista;

2.0.4.10.11.          e solo dopo noi potremo introdurre innovazioni nel campo del diritto, per sopportarci reciprocamente, su questa terra, noi e gli stranieri!

2.0.4.10.12.          Fintantoché ciò non avvenga, quel poco che si può fare - consiste nel diligentemente eliminare tutto ciò che possa generare contrasti fra i popoli, tutti i pomi della discordia.

2.0.4.10.13.           Tutto vero - diranno ora i pacifisti - questo è esattamente ciò, che anche noi vogliamo; attraverso il diritto internazionale noi vogliamo propio eliminare questi pomi della discordia ed è per questo che noi aneliamo ad un suo allargamento e rafforzamento,

2.0.4.10.14.          comportante pieni poteri all’autodeterminazione dei popoli, ed anche alla sovranità dello stato.

 

2.0.5.           PIU’ DIRITTO INTERNAZIONALE = MENO DIRITTI INNATI DELL’UOMO'

 

2.0.5.1.      Ma in verità, in verità Vi dico che già ben troppo, veramente troppo è stato concesso sia al Diritto Internazionale che a quello delle Nazioni,

2.0.5.1.1. dato che, se queste già abusano dei loro esistenti diritti, ulteriormente ampliandoli, amplieremmo anche gli abusi:

2.0.5.1.2. io darò invece il mio personale benvenuto a qualunque ulteriore limitazione del diritto delle nazioni purchè ad esso corrisponda un pari incremento dei diritti dell’uomo!

2.0.5.1.3. Molto, ma veramente molto meglio che il primo sia fortemente limitato (ed in particolare la sovranità sui territori dev’esser propio abolita), avendo il Diritto Internazionale sempre creato guerra, mentre quelli dell’Uomo pace !

2.0.5.1.4. ……… rafforzando il Diritto Internazionale, non solo si commetterà un grave errore, ma si contraddice anche la storia.

2.0.5.2.      Dapprima infatti emerse il diritto del più forte, cui le nazioni più muscolose si sono pedissequamente riportate per il Diritto Internazionale;

2.0.5.2.1. e solo successivamente e da una sua negazione-rivoluzione hanno incominciato, lentamente, a prender forma i diritti individuali, i diritti del singolo: conseguentemente il vettore del progresso è orientato dal diritto delle Nazioni a quello del singolo.

2.0.5.2.2. L’eticità della folla poi è, paradossalmente, sempre inferiore a quella di ogni suo componente; e sicuramente nessuno può evolversi delegando e nascondendo le proprie responsabilità dietro al numero:

2.0.5.2.2.1.           perché è per questo che le collettività agiscono molto più meschinamente degli individui. [23]

2.0.5.2.2.2.            SWIFT [24] già disse: "Ho odiato sempre sia gli Stati che i Comuni, la mia preferenza va all’individuo, che deve esser loro costantemente anteposto, in quanto, sentendosi responsabile in proprio, abuserà molto meno".

2.0.5.2.3. Insomma, finchè tra Abele e Caino si mantenga una divisione netta, dando per scontato e come ipotesi, che il diritto di A corrisponde ad un dovere per C,

2.0.5.2.4. indiscutibilmente si otterrà l’entusiastico consenso di A, ma a spese di C: il diritto internazionale, cioè i diritti di ogni singolo popolo, è similmente costruito a spese di tutti gli altri, cioè, in pratica, dell’umanità;

2.0.5.2.5. quindi qualunque sovranità non può che corrispondere ad una ghettizzazione altrui, mentre solo i diritti dell’umanità - che non distingue più A e C, perchè li somma - faranno eccezione a questa regola;

2.0.5.2.6. talchè, rinforzando ulteriormente il diritto internazionale, noi non faremmo che indebolire i diritti dell’umanità;

2.0.5.2.7. e, conseguentemente ma paradossalmente, qualunque sforzo per la pace, diretto verso il riconoscimento e rafforzamento del diritto internazionale, non farebbe che agire contro lo scopo. [25]

2.0.5.3.      Perchè la quintessenza di tutto il diritto internazionale è fondata sulla sovranità di ogni stato sulla propria terra, assioma che genera quasi tutte le controversie e pomi della discordia:

2.0.5.3.1. con essa si rende, ad esempio, possibile limitare l’accesso alle risorse naturali, facendo sì che gli esclusi magari muoiano di fame, di sete, di freddo.

2.0.5.3.2.  Commettendo il delitto di 'lesa legge divina', il diritto internazionale insomma nega che Egli abbia dato la terra indivisa ai 'figli dell’uomo’- come affermato nella Bibbia!

2.0.5.4.      Colombo è forse voluto arrivare in vista dell’America e scoprirla per donarla agli attuali nordamericani, che ce l’avevano già?

2.0.5.4.1. Certamente no, egli fece tutto questo per l’umanità, e quindi - indirettamente - anche per quei suoi connazionali, a cui ora invece gli Americani vietano l’accesso sotto pretesti tipo che non sanno scrivere o che non hanno abbastanza soldi in tasca!

2.0.5.4.2. Colombo portava forse ingenti capitali con sè e tutti i suoi uomini sapevano leggere e scrivere?

2.0.5.4.3. Perché tuttora lebbrosi, zingari, ciechi, storpi e vecchi vengono respinti dagli Americani, rifacendosi a quel diritto di sovranità internazionale, d’autodeterminazione, insomma proprio ad una di quelle formulazioni mentecatte, che si vorrebbero ampliare e rafforzare!

2.0.5.5.      "L’America agli Americani[26]" essi dicono sprezzantemente; ed ancor più spudoratamente osano dire: "L’America alla razza americana [27]";

2.0.5.5.1. in base al diritto internazionale e del diritto di sovranità dello Stato, rifiutando l’acceso nella loro terra ai capostipiti del genere umano (Americani inclusi!), cioè ai Caucasici, il più antico e numeroso dei popoli.

2.0.5.5.2. E ugualmente, anche davanti a simili violazioni, per amore della pace, noi dovremmo continuare a potenziare simile rovinoso diritto?! Una volta per tutte bisogna avere il coraggio di dire cio che è:

2.0.5.5.2.1.           una volta ammessa ed istituzionalizzata, la politica razziale degli Americani - oggi apparentemente rivolta solo contro i 'colorati', per il timore che un bel giorno possan prendere il sopravvento numerico - domani potrebbe esserlo contro gli europei!

2.0.5.5.2.2.           Del resto, fedeli al loro slogan "L’America agli Americani" questi ultimi hanno già eretto un 'dazio alle importazioni’- così elevato da costituire un autentico furto –

2.0.5.5.2.3.           così cercando di scacciare qualunque prodotto straniero dai mercati di quell’enorme regione, donata da Colombo all’umanità.

2.0.5.5.2.4.           Per ora hanno colpito solo le importazioni, ma domani potrebbero farlo anche con l’esportazioni, affinchè gli europei debbano fare i conti con l’incertezza (od il costo) delle materie prime:

2.0.5.5.2.5.           ed allora, per quest’ultimi, sarebbe come se un bel giorno la terra fosse diventata più piccola - se non di tutto il continente - quantomeno degli Stati Uniti!

2.0.5.5.2.6.           E - dato che, un tal evento, in economia praticamente equivalerebbe al suo inabissamento - chi potrebbe rimanere indifferente, se un continente come l’America sparisse dalla carta geografica?!

2.0.5.5.3. Ma poi perchè gli europei hanno finora 'abbozzato', deliberatamente ignorando i bisogni degli altri popoli?

2.0.5.5.3.1.           Non sarà, per caso, perchè, come gli Americani, ogni esponente - della nostra classe dirigente, come di quella di qualsivoglia altro popolo tratto a caso - è altrettanto convinto che "il nostro territorio sia proprietà di noi soli" [28]

2.0.5.5.3.2.            e che pertanto abbiamo il diritto d’abusarne, a nostra discrezione ed arbitrio, in base alla sovranità assicurataci dal diritto internazionale?!

2.0.5.5.3.3.           Nello stesso ordine d’idee gli Australiani negano l’immigrazione, nel loro paese, ben scarsamente abitato, ai giapponesi che invece non sanno più dove andare a sbattere,

2.0.5.5.3.4.           evento accaduto anche ai Prussiani, che con denaro di Stato, comprarono in Polonia terre, da dare in affitto ai loro cittadini decisamente 'non polacchi'!

2.0.5.5.3.5.            E tutto ciò è chiamato diritto internazionale, mentre Americani, Prussiani ed Australiani, sempre così civili e preoccupati per la sorte del 'prossimo’e finanche dei loro animali domestici, hanno ipocritamente la faccia tosta di questo suggerire, a quei popoli supplici:

2.0.5.5.3.6.           "Rileggete nella Bibbia cosa, ai tempi di Faraone, si faceva dei lattanti per prevenire la sovrapopolazione!!!"

2.0.5.5.3.7.           Come detto, Caucasici, Europei ed Africani finora hanno abbozzato.....ma per quanto tempo lo faranno ancora?

2.0.5.5.4. Ed il potenziamento dell’armamento americano - attualmente spinto al massimo, ufficialmente in funzione anti potenze dell’Europa centrale - non sarà invece necessario anche per assicurare la succitata politica razziale?

2.0.5.5.5. Come superare quest’enorme controversia, non certo affrontabile con semplici accordi internazionali che salvino i diritti di sovranità americani,

2.0.5.5.5.1.           e con in più la preoccupazione che un loro palese fallimento farebbe diventare sempre più grande e aspro l’odio tra i popoli, e profondo l’abisso che li divide?

2.0.5.6.      Così - per risolvere la situazione avvalendosi di quel diritto internazionale - che si intenderebbe ampliare (e che non solo prevede il diritto di conquista, ma anche la sua leicità!) -

2.0.5.6.1. i 'Gialli', un bel giorno picchieranno con un pugno di ferro al portone d'oro[29], risospingendo la razza bianca al di là dell’oceano Atlantico!

2.0.5.7.      Invece, dal punto di vista raziale, mai e poi mai potrebbe insorgere motivo di litigio, se entro i confini nazionali e nelle leggi[30] si fosse sempre e scrupolosamente bandito il razzismo, problema decrepito e, in ogni caso, di natura strettamente personale:

2.0.5.7.1. [31]ancorchè costantemente perseguitati da migliaia d’anni, corretta e da imitare è quindi solo la posizione internazionalista di quel particolare popolo,

2.0.5.7.2. gli Ebrei, che, non avendo un proprio paese, non vantano diritti di sovranità ma neanche sopportano che gli siano opposti!

 

2.0.6.           I DIRITTI DELL’ UOMO DEVONO PREVALERE SU QUELLI INTERNAZIONALI.

 

2.0.6.1.      Per dunque prevenire simili contrasti, dobbiamo necessariamente collocarci in un’ottica, SUPERIORE e più SAGGIA,

2.0.6.1.1. facendo un passo indietro sino a quell’embrione, costituente comune degli Stati e dell’individualità - e dichiarando i 'Diritti dell’Uomo', come superiori a quelli internazionali.

2.0.6.2.      E certamente uno dei suoi primi articoli, non potrà che essere quell’antico: "Egli diede la terra ai figli dell’uomo"[32]!".... cioè, Egli non dette la terra agli Americani od ai Cinesi, ma all’uomo, all’umanità ..... anche agli illetterati la dette [33]!!!!

2.0.6.2.1. In questa Frase Divina dobbiamo riconoscere un’istruzione incondizionata: o la terra appartiene a tutti gli uomini - facendo decisamente fuori sia il diritto internazionale che la sovranità dei popoli -

2.0.6.2.2. o, confermando le consuetudini, razionalmente dobbiamo poi accettarne le conseguenze, cioè la guerra, ad esse incollata come il lamento degli Indiani alla peste! ......... tertium non datur [34].

2.0.6.3.      Già prima di Mosè, di ATTILA, di GARIBALDI, i loro compatriotti, che si trovavano nelle più grandi ristrettezze, guardavano oltreconfine, scoprendoci ancora suolo, coltivato solo a chiazze;

2.0.6.3.1. così, sotto la loro guida, avanzarono - sistematicamente abbattendo chiunque gli sbarrasse il passo con la scusa del diritto dei popoli e d’altri simili pezzi di carta - facendo così trionfare i diritti umani sopra quelli internazionali e di sovranità!

2.0.6.4.      Ma, per completarne l’esame delle conseguenze, invece di ulteriormente generalizzare, non sarà male, una volta tanto, di particolareggiare,

2.0.6.4.1. soffermandosi precisamente alle ricchezze del sottosuolo, ad esempio, il petrolio[35], perchè così noi forse avremo più probabilità d’accorgerci dell’assurdità di questo delirante diritto internazionale.

2.0.6.4.2. Fintantoché gli Americani se ne staranno tranquillini, pur sbarrando i loro confini ed attuando quella deplorevole politica razziale - che attualmente ci risulta attuata -

2.0.6.4.3. probabilmente noi, solo quali esponenti dell’umanità e quindi non abbastanza immedesimati, non riusciremo a personalmente provare tutta la vergogna di un simile comportamento, od almeno non tanto da indignarci;

2.0.6.4.4. probabilmente diremo: "Si sdegni chi subisce, si sdegnino quindi negri, gialli, ciechi, lebbrosi, analfabeti, storpi e si cerchino un Garibaldi che violentemente elimini la barriera di confine americana,

2.0.6.4.5. tanto a noi - ed alla nostra spessa pelle di pachiderma - non ci tocca e ci fà propio un bel baffo: cosa non nostra è![36]"

2.0.6.4.6. Ma se pervenisse alle nostre orecchie che Inghilterra e Germania dovranno sottostare ad un diritto d’esportazione sul petrolio, che verrà praticamente a raddoppiare o triplicare il costo dei trasporti, non solo per mare, ma anche per terra;

2.0.6.4.7. quando abitanti, di altri paesi completamente privi di combustibili, come ad esempio la Svizzera,[37] dovessero trascorrere l’inverno battendo i denti ed in movimento forzato,

2.0.6.4.8. improvvisamente ci sentiremmo anche noi gialli, illetterati e vecchi, esclamando con loro:

2.0.6.4.9. "Ma possibile che tutto questo sia consentito dal diritto internazionale, non ci sarà per caso un abuso di sovranità, ed una falsa interpretazione del diritto all’autodeterminazione dei popoli?

2.0.6.4.10.             A che ci serve, il diritto internazionale, con la sua pace di carta, se noi, per sua causa, moriamo assiderati o di fame?

2.0.6.4.11.             Sicuramente abbiamo bisogno della tanto reclamizzata libertà di navigazione, ma senza l’accesso alle materie prime quest’ultima a che serve?"

2.0.6.4.12.             [38] (Com’è vero che per l’illuminazione (soprattutto intellettuale!) un solo barile di petrolio supera parecchi milioni di considerazioni umanitarie!! )

2.0.6.4.13.             Ed allora, pressate dal bisogno di petrolio e sofferenti per il diritto di sovranità altrui, anche Inghilterra e Germania dovranno rimettere in ballo il proprio,

2.0.6.4.14.             perchè anche tutto ciò da cui siamo dipendenti, quindi anche il petrolio, appartiene a tutta l’umanità, a tutti i popoli e ad ogni persona, come il sole e come l’aria [39].

2.0.6.5.      Di fronte sia al sopra- che al sotto-suolo, con tutti i suoi tesori, il diritto internazionale deve pertanto cessare di esistere, e così pure il diritto delle Nazioni e la sovranità, tutti a buon diritto esercitabili solo su quanto sia stato prodotto da mano umana.

2.0.6.5.1. E, quando l’umanità, a mezzo di ogni suo singolo componente, avesse sul suolo, in tutto l’orbe terracqueo, gli stessi identici inalienabili diritti,

2.0.6.5.2. non appena avremo così concordemente riconosciuto il diritto internazionale come sottoposto ai diritti umani, verrà anche, di fatto, a scomparire la necessità della guerra, il cui 'casus’era quasi sempre costituito da limitazione - o negazione di essi.

2.0.6.5.3. Perciò io evidenzio: per la pace internazionale, condizione necessaria e sufficiente è che la terra appartenga a tutta l’umanità, contemporaneamente a tutti e ad ognuno,

2.0.6.5.4. e finiamola, una buona volta, con il diritto delle Nazioni, e con la sovranità dello Stato, come con qualunque altro arcaico diritto che comprometta questa nostra proprietà comune!

 

2.0.7. PACE, MATERIE PRIME ED IL DEMONE DELLO STATO

 

2.0.7.1.      Per ciò che io volevo dimostrare, quest’esempio, offerto dal settore delle ricchezze del sottosuolo, può bastare, ma, nella vita dell’umanità, ogni materia prima gioca un ruolo, poco più o poco meno importante del petrolio.

2.0.7.1.1. Così, ad esempio, sui 500.000 tessitori e filatori tedeschi, un dazio d’esportazione americano sul cotone agirebbe altrettanto negativamente di come uno sul carbone lo sarebbe per l’industria italiana, spagnola e svizzera.

2.0.7.2.      L’esempio del petrolio ci è servito a dimostrare due cose diverse:

2.0.7.2.1. l’impossibilità di apportare pace duratura in base al diritto internazionale;

2.0.7.2.2. il ruolo, SOVRANAZIONALE, che la terra ed i suoi tesori rivestono nei confronti dell’umanità.

2.0.7.3.      Sia per qualunque onesto modo di sentire, sia per l’indispensabile senso di sicurezza, il diritto delle Nazioni, i diritti di sovranità e di autodeterminazione, estesi al territorio ed ai suoi tesori, rubano all’umanità, apportando inquietudine nei rapporti dei popoli.

2.0.7.3.1. Infatti questo benedetto diritto internazionale assolutamente non esclude l’eventualità che un popolo venga tagliato fuori dalle indispensabili sorgenti di materia prima,

2.0.7.3.2. talchè, per cautelarsi, politici, imprenditori ed infine perfino i dirigenti sindacali[40] responsabili, hanno buon gioco nel giustificare la loro avidità, il loro imperialismo.

2.0.7.3.3.  Essi hanno così motivo di dire: noi dobbiamo aver sempre ben presente che l’Impero Inglese, o gli Stati Uniti, o l’Europa centrale, un bel giorno, a causa del diritto di sovranità dello stato, potrebbero tagliarci fuori da queste enormi sorgenti di materia prima.[41]

2.0.7.3.4. Perciò, su di esse, solo una unica, ampia e totale sovranità del nostro popolo può assicurarci la possibilità di sviluppo desiderato,

2.0.7.3.5. (mentre invece tutto, al giorno d’oggi, lascia credere che gli Stati aspiranti alla dominazione mondiale, più che ad un sano raziocinio, hanno lasciato campo libero semplicemente all’istinto di rapina ed all’avidità di lucro e di potere.)

2.0.7.4.      Sono pertanto personalmente convinto, che, quando, con il nostro nuovo sistema, gli imprenditori ed operai, inglesi, tedeschi ed americani possano considerare sicuri sia il rifornimento delle materie prime che la libertà di vendita dei loro prodotti,

2.0.7.4.1. tutti saranno ben contenti di definitivamente rinunziare tanto alle corbellerie coloniali che, in genere, alle rivendicazioni territoriali.

2.0.7.4.2. Mentre il diritto internazionale ed una troppo esclusiva sovranità, delle cosiddette nazioni, sul territorio e le sue richezze, trasformano inevitabilmente tutto il globo terracqueo in un pomo della discordia,

2.0.7.4.3. perchè di esso ognuno non vuole solo il suo pezzo più grande (magari senza neanche averne effettivamente bisogno), ma addirittura il tutto, per tal motivo manipolandolo in completa assenza di comprensione, di raziocinio, d’ amore e d’umanità.

2.0.7.5.      Quanto testè detto e dimostrato, ora e sempre, per le Grandi Dimensioni, facilmente e pari pari si può estrapolare alle piccole, cioè alla proprietà privata,

2.0.7.5.1. riconosciuta nella maggior parte degli Stati, ancorchè sprigionante da tutti i pori spirito di violenza, repressione, deplorevole inganno, divisione classista.

2.0.7.5.2. Senza contare che uomini, che siano cresciuti in una società di signori e servi, gaudenti e proletari, conferiscono poi inevitabilmente, a tutte le trattative internazionali, la loro mentalità ormai avvelenata, escludendone totalmente comprensione e solidarietà.

2.0.7.5.3. In questa atmosfera, anche ogni puntura d’ago finirà percepita come ferita grave, mentre, per incominciare a vincere insieme[42],

2.0.7.5.4. dobbiamo dapprima abituarci a rispettare sia qualunque, altrettanto rispettoso, modo di pensare o necessità esistenziale altrui.

2.0.7.6.      Rousseau scrisse: "Sia maledetto chi piantò il primo palo di confine, affermando "Questa terra è mia!".....egli, col suo venir creduto da un po’di mentecatti [43]- mise la prima pietra degli Stati moderni,

2.0.7.6.1. con ciò creando l’essenza di essi, cioè il riconoscimento della sovranità privata del suolo, il vero e propio 'demone’dello stato’che appunto ha portato alla conferma dei termini di proprietà."

2.0.7.6.2. Ed a questo steccato di confine la nostra attuale Società si avvince come la pianta rampicante al bastone, come l’edera al suo sostegno,

2.0.7.6.2.1.           talchè da una parte, essendo storto il sostegno, lo diventa anche il da esso sorretto; dall’altra l’uno senza altro, cadrebbe, non avendo scheletro proprio:

2.0.7.6.2.2.           se il diritto fondiario fosse stato sensato e giusto, lo sarebbero stati anche la Società e lo Stato da essi sorti, e che invece, nati nella violenza, da quel momento in poi dovettero continuare ad usarla anche per solo sopravvivere!" Così ROUSSEAU[44].

2.0.7.7.      Difatti la necessità di far resistere quel metaforico steccato, contro l’uragano delle masse popolari incalzanti, apportò una perfetta coordinazione - non solo di violenza, ma anche di sfruttamento ed ipocrisia (che ambetre gli aderiscono inseparabilmente) -

2.0.7.7.1. perchè l’insufficienza della sola forza bruta nel tentativo di riappropriazione dei diseredati, dei nullatenenti, è stato già ampliamente attestato dal fallimento dell’assalto della massa.

2.0.7.7.2. Per la sua protezione, quindi, quello steccato necessitava di ben altre forze: illusione dell’abitudine e consuetudine, incertezza, uso anestetizzante dei pieni poteri, feticizzazione del diritto;

2.0.7.7.3. ma soprattutto, onde poter, tranquillamente ed al momento giusto, attuare tutto questo, la fondazione di uno Stato compiacente, cioè appunto nella forma attualmente nota.

2.0.7.8.      Così, subito dopo la costituzione sua e dell’suo idolatrato diritto, i proprietari terrieri si impadronirono immediatamente della formazione della gioventù,

2.0.7.8.1. condizionandola sia con l’insegnamento che con l’indottrinamento; e che si trattasse d’una ben subdola, ma validissima manovra, lo si capì presto.

2.0.7.8.2. Venne da loro deciso cosa dovevasi studiare e cosa invece addomesticare e/o nascondere, nel mentre, con notevole lungimiranza e come se si trattasse del loro principale dovere, i politici mantennero un costante controllo su scuola e chiesa,

2.0.7.8.3. tanto che, per ottenere l’incarico, insegnanti, ecclesiastici, storici, dovettero giurare il rispetto di quei limiti.

2.0.7.8.4. (Chi non accettasse, era liberi di morir di fame, sempre che non fosse stato arrostito vivo, sottoposto al supplizio della ruota, o esiliato in Siberia.)

2.0.7.9.      Fu così che quei metaforici paletti resistettero, fino ai nostri giorni, contro tutti gli attacchi, evitando gli scogli perfino della grande rivoluzione francese: un vero e propio record, anche se solo sotto gli aspetti peggiori e più deplorevoli!

2.0.7.9.1. Tuttora ci si domanda sorpresi: "Ma come è possibile che gli uomini comprino e vendano, come una merce comune, quel suolo da cui l’umanità è condizionata non meno che dall’aria e dall’acqua?

2.0.7.9.2. E, ancor di più, com’è possibile, che una controparte maggioritaria già da ben più di qualche secondo stia sopportando simile arroganza temeraria, senza averla ancora sradicata ed umiliata?!"

2.0.7.9.3. Come dunque avrà fatto, quello steccato, a starsene ancora su?!

2.0.7.10.   Ma un simile risultato non si poteva realizzare semplicemente perchè la verità era stata addomesticata dai pubblici impiegati, nella scuola, nella chiesa………

2.0.7.10.1.             Con netta prevaricazione della naturale religiosità, troppo spesso ed insistentemente si è detto e ripetuto ai bambini poveri "Dai all’imperatore ciò che è dell’imperatore!",

2.0.7.10.2.             e che le leggi, in definitiva, devono essere considerate, dal popolo, come le reliquie del santo, cui il popolo si può appropinquare giusto fino alla balaustra dell’altare!

2.0.7.11.   Solo così - a causa dell’azione combinata di Chiesa ed Abominevole - si può spiegare il mistero dell’ostinata invulnerabilità di questo steccato all’assalto fronte di tutti i suoi nemici,

2.0.7.11.1.             dato che eran propio le naturali e carismatiche autorità – che avrebbero dovuto sconfessarlo! – ad invece dissuadere la gran massa dal rovesciare l’inviolabile staccionata del santuario!

2.0.7.11.2.             Non dobbiamo tranquillamente sorvolare questa situazione, che è di notevole significato per la formazione politica e che consente una corretta valutazione della criminalità degli odierni Abominevoli.

2.0.7.11.3.             Che accadrà ad un popolo subornato nell’abuso dei più nobili sentimenti, quando cioè, per gli scopi del potere, si utilizzano religione, scienza, arte, patriottismo, solidarieta?

2.0.7.11.4.             Che penserà il ragazzino, cui venga detto: "Egli diede la terra ai figli dell’uomo....... ma escludendo completamente tuo padre, anche se è uno dei migliori!",

2.0.7.11.5.             e poi cercando di ugualmente recuperarlo sul fatto che si tratterebbe di legge molto saggia, giusta, equa, salutare ed inviolabile?

2.0.7.12.   Secondo me nessun essere ragionevole, per quanto sprovveduto, riuscirebbe a digerire una simile idiozia:

2.0.7.12.1.             di fronte ad una simile bestemmia, una personalità provvista di un sano istinto sociale, non può che uscirne stravolta e contestatrice; e tanto più distruttiva quanto più costruttivo e corretto sarebbe potuto essere il suo senso di giustizia sociale!!

2.0.7.12.1.1          Dall’istante, in cui viene detto al bambino, che il padre non ha nessun diritto sul territorio, perchè è solo un poveraccio ed un proletario,

2.0.7.12.1.2         il ragazzo non può che ritrovarsi così intellettualmente sconvolto da non più correttamente distinguere la ragione dal torto, diventando capace di tutto e precipitando in un mare di pena.

2.0.7.13.   Malgrado questo loro esecrabile comportamento del passato (anche se poi molti hanno, in realtà, collaborato solo passivamente e non attivamente),

2.0.7.13.1.             da questi cattedratici, noi ci aspettiamo ora che si uniscano infine a noi nell’evidenziare ai politici tutti i problemi prodotti, ogni giorno - se non addirittura ogni ora - dalla sovranità:

2.0.7.13.2.             perchè, per poter effettivamente ottenere qualcosa, bisogna ottenere l’attivo apporto di assolutamente tutti alla causa della pace!

2.0.7.14.   Comunque noi non possiamo neanche sottovalutare gli altri danni del privilegio fondiario:

2.0.7.14.1.             la generale istigazione, attuata dallo Stato classista, alle lotte sociali, con la frequente ed inevitabile degenerazione dei partecipanti, che spesso finiscono col perdere l’autocontrollo –

2.0.7.14.2.              le lotte salariali, gli scioperi e le serrate, gli scontri con la polizia, i battaglioni di Pinkerton ecc.ra.

2.0.7.14.3.             Così certo giungeremo alla convinzione, che, fintantoché non sia eliminato questo diritto fondiario, in nessuno Stato potrà manifestarsi quello spirito generoso e realmente liberale, nelle trattative internazionali non mai così tanto necessario come in questo momento.

2.0.7.15.   Riassumendo io vorrei concludere con queste parole: l’illimitata sovranità fino ad oggi spettante ai cosiddetti popoli, alle Nazioni ed ai loro Stati sopra il territorio e le sue risorse naturali costituiscono il detonatore della guerra,

2.0.7.15.1.             cui la percussione è poi fornita dall’involuzione intellettuale, che lo Stato, classista e fondato sulla proprietà privata, ha, da sempre, amorosamente provocato e che continuerà a provocare.

2.0.7.15.2.             Pace e sovranità del suolo - privata o nazionale che sia - sono semplicemente inconciliabili, ed è quindi inutile parlare di pace, fintantoché non si siano completamente distrutte queste arcaiche e barbare istituzioni, finchè non saranno letteralmente sparite dalla terra!

 

2.0.8.    LA PROPOSTA DI PACE DI GESELL

2.0.8.1.      Quante belle idee si son già perse per strada, per gli inevitabili ostacoli nella realizzazione, che, in uno spazio ristretto, si sovrappongono insuperabilmente.

2.0.8.1.1. Ma nel caso di liberterra non c’è assolutamente nulla da temere, perchè l’applicazione è qui di una semplicità addirittura esemplare, tanto che la si può esprimere, se non in due parole, certamente in due articoli o quattro commi:

2.0.8.1.1.1.           In tutti gli Stati, che aderiscano alla grande lega per la pace, viene completamente abolità la proprietà privata del suolo.

2.0.8.1.1.2.           Il suolo diventa perciò dell’Umanità [45] e, attraverso asta pubblica viene consegnato in gestione al miglior offerente privato.

2.0.8.1.1.3.           Alla pubblica asta può partecipare chiunque, indipendentemente dal luogo di nascita, dalla nazionalità, dalla religione, dai suoi precedenti, in parole povere, basta che esponga le sembianze del Creatore!

2.0.8.1.1.4.           Il ricavato viene diviso, in parti uguali, e distribuito completamente a tutte le donne e bambini, anche qui senza fare nessuna distinzione sulla provenienza. (vedi il successivo capitolo 2.1.)

2.0.8.2.     Questo statuto di liberterra porta anche indirettamente al pacifismo, annientando pulsioni aristocratiche ed imperialistiche, ma senza perder tempo a condannarne le barbarie e vessazioni, ma semplicemente bypassandole.

2.0.8.2.1. La meta, di ogni uomo sano e retto, cioè l’indiviso dominio di tutta la terra, e che sembrava finora irraggiungibile, ora sarebbe invece alla portata di tutti, dato che l’art. 1° demolisce fin dalle fondamenta lo stato classista;

2.0.8.2.2. e non solo un peccato originario, già troppo a lungo sopravvissuto, sarebbe espiato e cancellato, ms snche, da quel momento in poi, la pace potrebbe infine regnare in ogni focolare, in ogni Comune, in ogni popolo.

2.0.8.2.3. Ugualmente nessuno avrebbe più interesse ad esercitare un condizionamento scolastico, da cui ormai più nessuno otterrebbe vantaggi particolari: questo ora disinteressato apparato avrebbe solo il compito di trasmettere scienza e conoscenza.

2.0.8.2.4. Ed infine quell’associazione a delinquere, l’Abominevole, il moderno idolo ora non potrebbe più lanciare parole d’ordine come 'ideali nazionali', 'aspirazioni di Stato', 'scopi di Stato', 'Stato-dio'!

2.0.8.2.5.  Perchè l’istinto di autovalorizzazione di questo congegno sarebbe stato definitivamente annientato e quindi, in ossequio al primo principio della dinamica, tenderebbe solo a perseverare nel suo stato di moto rettilineo o di quiete,

2.0.8.2.6. non più autoincrementandosi, nè cercando di assicurarsi nuovi cittadini, sottomettendo gli ultimi uomini ancora liberi.

2.0.8.3.      Come, non appena toltole l’appoggio, quell’edera - già aggressiva verso la cima - si trasforma in un insignificante mucchietto d’erba,

2.0.8.3.1. così anche l’idolo che, con l’ ideologia del socialismo di stato, cresceva come un mostro tutto divorante e per tutti pericoloso,[46] verrebbe ridimensionato ad un utile servo,

2.0.8.3.2. che sorveglia le strade, consegna le lettere, pulisce i vagoni ferroviari, netta i comignoli e le chiuse, previene l’insorgere di epidemie, controlla i farabutti,

2.0.8.3.3. ed a cui noi, insomma, possiamo senza problemi delegare la pulizia dei nostri stivali, sempre che si mostri più economico e più bravo d’un altro lustrascarpe! [47]

2.0.8.3.4. Le fantasiose estrapolazioni sugli scopi finali dell’Abominevole sarebbero così miseramente finite e decisamente messe a tacere,

2.0.8.3.5. finalmente riconsegnando le potenzialità umane là dove solamente possono ottenere un risultato favorevole, cioè nella libera attività di ogni singolo uomo.

2.0.8.4.      Con l’articolo uno verrebbe inoltre a definitivamente cessare la sostanziale importanza del territorio, che, in passato, non solo aveva indotto alla realizzazione dei confini doganali, ma anche all’orribile idea delle zone d’influenza e/o autosufficienti:

2.0.8.4.1. libero cambio, sostenuto da quella moneta di ghiaccio che, per tale scopo, non presenta assolutamente nessuna nuova difficoltà tecnica;

2.0.8.4.2. e libero scambio, garantito da quell’articolo uno, che assicura anche la risoluzione, sotto tutti gli aspetti, di problemi come l’Alsazia, Serbia, Polonia, Marocco, Gibilterra, Irlanda ecc.ra.

2.0.8.4.3. e con cui, gli illeciti profitti doganali - si badi bene, non il salario di quegli umili uomini che, col sole o la nebbia, prestano silenziosamente servizio di guardia, affinché da oltre confine non entrino nel paese merci più economiche, nè nessun altra risorsa –

2.0.8.4.4. ma quei profitti che INFAMI ottenevano anche solo dalla possibilità ostacolatrice[48], sparirebbero, completamente e definitivamente, insieme con tutte le divisioni dei popoli.

2.0.8.5.      Una volta instaurata la pace, non sarebbe neanche più necessario spostare quelle barriere di confine, artificialmente create all’inizio, prima di questo loro superamento;

2.0.8.5.1. e, per quel che mi riguarda, potrebbero pure continuare a starsene tranquillamente là, come souvenir delle contese e della guerra, avendo solo lo stesso significato che, grosso modo, hanno ora i confini degli stati federali tedeschi:

2.0.8.5.2. un significato propriamente amministrativo e non più di divisione, che, tra l’altro, ora con liberterra, non avrebbe assolutamente più ragione di essere.

2.0.8.6.      Quindi si potrà tranquillamente dire che, con l’art. 1, i confini artificiali cessano di essere efficaci, bellamente fregandosene invece di quelli naturali, formati dalle lingue, razze, montagne e corsi d’acqua, ma che peraltro non son mai stati causa di guerra.

2.0.8.6.1. Ed allora anche l’unica, sopravvissuta, fonte di divisione, cioè quella legislativa, sembrerà improvvisamente affetta ed ossessionata da un’improvvisa mania-suicida,

2.0.8.6.2. perchè le leggi di ogni singolo popolo tenderanno. di giorno in giorno, a diventare sempre più uguali, finchè i confini, che ne delimitano il raggio d’azione, diventeranno talmente inutili da sparire per fusione.

2.0.8.6.3. Infatti, paesi, con leggi sostanzialmente uguali, non hanno più bisogno di distinguersi, dato che sono confondibili l’uno con l’altro, come due gocce d’acqua:

2.0.8.6.4. così, non appena verificatasi una simile auspicata circostanza, si arriverebbe immancabilmente alla fusione.[49]

2.0.8.6.5. (In ogni caso, dato che con l’introduzione della riforma di liberterra i confini non serviranno più alla sicurezza, perché perder tempo e fatica a rimuoverli?!)

2.0.8.7.      Con il secondo articolo, invece, si distruggono, senza lasciar traccia, tutti i pomi della discordia, e che la sovranità dello stato aveva imposto sulle ricchezze del sottosuolo (monopolii di carbone, petrolio, potassio, cotone ecc.ra.)

2.0.8.7.1. E, non sarà solo coinvolgente, ma anche propio affascinante di seguire gli sviluppi delle mutazioni attuate dall’art. 2 nella distribuzione di questi pomi della discordia, facendo risolvere, nell’unico modo possibile, i più complicati problemi.

2.0.8.7.2. Non è neanche il caso d’elencare, in questa sede e neanche di sfuggita, i molteplici vantaggi, dell’abolizione della rendita agraria, provocati nei rapporti fra i popoli, essendo, in sè e per sè, un campo di ricerca vastissimo.

2.0.8.7.3. Ma giusto quello più importante, cioè che stavolta tutto viene costruito non sul tavolo verde degli statisti, ma su basi funzionali auto-evolventisi naturalmente.

2.0.8.7.4. [50]Basti considerare che, già adesso, quando un popolo, con le sue risorse del sottosuolo, vuole speculare contro un altro - ad esempio attraverso la creazione di un monopolio del potassio o del cotone - va incontro ad un conto salatissimo,

2.0.8.7.5. in quanto il superiore livello di vita, di quel paese monopolista, vi attira inevitabilmente gli scansafatiche di tutto il mondo;

2.0.8.7.6. così tutti i fannulloni, gli amici della tintarella, gli zingari si concentrano là, dove vengono estratte risorse per poi cederle a terzi previo ricarico di esosi profitti .........

2.0.8.7.7. con la conseguenza che a rallegrarsi per l'aumento dei prezzi del potassio, cotone ecc.ra, non è la classe operaia ma solo quella specie di zingari, smaniosi di sprofondarsi nei giornali borsistici alla ricerca del dividendo che gli compete!.......

2.0.8.7.8. mentre la maggioranza 'lavorativa e silenziosa', di quello Stato fregarolo, dovrebbe farsi valere con un

2.0.8.7.8.1.           "Per carità, stop al monopolio ed alla speculazione sulle nostre risorse naturali, perchè abbiamo già abbastanza fannulloni, abbastanza pidocchi nei nostri peli, per non volerne attirare altri dall’estero!"

2.0.8.7.8.2.           (E se sempre ed ovunque la musica fosse questa, se già si esercitasse un simile coraggio, le risorse territoriali già non sarebbero più fonte di discussione.)

2.0.8.7.8.3.           Ma purtroppo solo la riforma di liberterra, accentuando - con gli art. 1 e 2 - l’assoluta mancanza di vantaggi personali e così paralizzzando la speculazione, pone definitivamente le ricchezze naturali sotto il controllo dell’umanità.

2.0.8.8.      Ci si fà rimarcare:

2.0.8.8.1. che con l’introduzione di liberterra, essendo tutto di tutti, nel nostro paese potrebbe verificarsi l’invasione di un popolo indesiderato;

2.0.8.8.2. che, dato che già oggi milioni di uomini spostano la loro residenza inquietamente, qui e là, al seguito delle offerte di lavoro, l’introduzione di liberterra potrebbe ulteriormente incrementare il fenomeno.

2.0.8.9.      Ma ciò è falso, vero è il contrario e possiamo dimostrarlo:

2.0.8.9.1. Non c’è nessun desiderio- né alcuna voglia-di-nomadismo, innata nella classe operaia (la cui maggior parte non desidera altro che ritornare in patria), abbandonando famiglia, amici, patria e chiesa, per ficcarsi in Pennsylvania nelle miniere di carbone;

2.0.8.9.2. in realtà, ai nostri giorni, ciò si verifica solo per l’assoluto bisogno di lavoro, come è ben noto alla maggior parte delle persone e dimostrato dal successivo ritorno in patria di molti emigranti italiani;

2.0.8.9.3. (perchè, se la necessità spinge anche lontano, poi l’amor di patria inevitabilmente riporta a casa.)

2.0.8.9.4. Innanzitutto, con liberterra, questi fenomeni dovrebbero già di per sè attenuarsi; tuttavia, un territorio sovrabitato verrà ancora abbandonato per migrare verso lande migliori;

2.0.8.9.5. ma, dopo liberterra, la migrazione sicuramente non avrà più l’idea di sfruttare il paese ospitante per prima arricchire e poi tornarsene a casa, cioè non si muoverà più con armi e violenza;

2.0.8.9.6. quanto con armi e bagagli, per diventare definitivamente neocittadino con parità di diritti-doveri, del paese liberamente sceltosi.

2.0.8.10.   Liberterra, insomma, eserciterà la funzione di valvola di sicurezza, perchè, grazie ad essa, l’umanità si distribuirà liberamente ed uniformemente nel mondo.

2.0.8.10.1.             Ed essa ci offre ben altro, oltre alla definitiva eliminazione del diritto di sovranità dello stato e dei privati sul territorio.

2.0.8.10.2.             Liberterra significherà una fondamentale rivoluzione di tutte le nostre idee esistenziali, tanto che sia in politica che in economia non ce ne sarà più una sola non rivoluzionata da essa: assolutamente nulla resterà più come prima.

2.0.8.11.   E vorrei terminare con una facile previsione su cosa ci se ne possa ragionevolmente attendere:

2.0.8.11.1.             potendosi così risparmiare tutto l’ingente ed inutile spreco di energie conflittuali (come, nell’esempio precedente, quelle relativa al controllo di tutte le ricchezze del sottosuolo),

2.0.8.11.2.             ogni popolo ne risulterà enormemente potenziato, ritrovando energie da finalizzare per tutti quei lavori veramente necessari, dando sicuramente origine, dopo breve tempo e nella meraviglia generale, ad un nuovo e spettacoloso 'Rinascimento'.

2.0.8.12.   Quanto facili e spalancate son le porte della perdizione, altrettanto angusti e nascosti son sempre stati i sentieri del Vero, del Giusto e della Salvezza:

2.0.8.12.1.             neanche liberterra fu così attraente ed appariscente da farsi, subito e prepotentemente, scegliere; ma, sommessa, tenace e pugnace, alla lunga saprà certo conquistarsi, dopo l’assenso, anche il consenso del mondo!


INQUADRAMENTO STORICO: Il 26 novembre 1938, cioè circa due settimane dopo la famigerata "Notte dei cristalli (inizio della persecuzione antisemita in Germania)", sul giornale Harijan, organo del movimento non-violento, venne pubblicata una lettera di Gandhi dal titolo

 "Gli Ebrei. E’giustificata una guerra contro la Germania per prevenire la perversa persecuzione di quest’intera razza?"

Quand’anche non lo avesse letto e meditato già durante i suoi studi in Inghilterra, il contenuto dei ‘Discours de la servitude volontaire’di E. de La Boétie (1530-1563) era noto a Gandhi quantomeno dalla ‘Lettera ad un Hindu’di Tolstoj, da lui tradotta nel 1908.

In Sudafrica ed a cavaliere del cambio di secolo (dal 1800 al 1900) Ghandi sarà tornato lungamente a meditare sulle indiscutibili verità laboétiane, tra cui, ad esempio “……In nome di quale debolezza, o meglio orribile debolezza, dobbiamo vedere un numero infinito d’uomini non obbedire ma servire, non essere guidati ma tiranneggiati……………..e non da un Ercole o da un Sansone, ma da un tristanzuolo che molto spesso è l’essere più codardo ed effeminato di tutta la nazione;

uno tutt’altro che avvezzo alla polvere dei campi di battaglia, quanto al massimo alla sabbia dei tornei; uno disabituato ad imporsi con la forza, in quanto avvezzo ad avere sempre a che fare con le più condiscendenti delle femminucce!

……………….Eppure questo Vostro padrone, che vi domina, ha soltanto due occhi, due mani, un corpo, niente né in più né in meno di qualunque infimo abitante delle grandi e popolosissime Vostre città, eccetto i mezzi per dominarvi che voi stessi gli fornite.

Dove può prendere tutti gli occhi con cui vi spia, se non gli imprestate benignamente i Vostri? Come può avere tante mani per colpirVi – e tanti piedi con cui calpestare le Vostre città - se non ricevendoli da Voi………Come potrebbe nuocerVi, se Voi non foste complici del ladro che Vi deruba, dell’assassino che Vi uccide, insomma traditori di Voi stessi?!?!

………Ma se non gli si dà più niente, se non gli si dà più retta, anche senza bisogno di colpirlo e combatterlo, rimane nudo e sconfitto, letteralmente annientato proprio come il ramo potato che, non ricevendo più linfa ed alimento dalla radice, inaridisce e muore……..allora, per il suo stesso peso, lo vedreste crollare a terra in frantumi, come un colosso a cui sia stata tolta la base.”

Ancorchè il meraviglioso discorso delaboétiano decisamente fosse tutt’altro che sconosciuto (Montaigne lo aveva apprezzato e diffuso moltissimo e con lui molti calvinisti, mentre i soliti Nietzsche e Rousseau, pur senza citarlo, lo hanno costantemente ben presente [51]),

a Gandhi deve andare l’enorme merito di averne intuito, per primo, tutto il potenziale politico, difensivo-offensivo comprendendo che, con il non collaborazionismo, la parte debole non solo poteva ottenere un proprio inatteso, subdolo e pericolosissimo campione contro l’altrui forza, ma anche probabilmente vincente e forse addirittura imbattibile [52]!

E la modernità e preveggenza di Ghandi deve ancor più stupire e risaltare, pensando che ancora mezzo secolo dopo, alla ricerca di un loro motto e – dopo aver scartato quello famoso di Blanqui “Chi ha ferro ha pane!”, perché già usato da Mussolini (come sottotitolo de “Il popolo d’Italia’) le Brigate Rosse avevano esaminato anche quello di Sorel “La violenza è la levatrice della Storia”.

Ed indiscutibilmente, per il passato, ciò era stato confermato, ancorchè Gandhi abbia il coraggio d’affermare per primo

 “Poichè l’esperienza mi convince che niente di durevolmente buono può provenire né dalla violenza né dalla menzogna, ne sono un intransigente oppositore anche quando essa siano al servizio di giusta e nobile causa: e, quand’anche questa mia convinzione risultasse pia illusione, la si ammetterà almeno affascinante!

Così, polemicamente affermando l’arretratezza, l’oscurantismo della figura di quella levatrice e proponendone l’aggiornamento ed ammodernamento in quella più moderna di una ginecologa della storia, nella persona dell’Ahimsa (non violenza),

anche se ancora ben pochi se ne sono accorti, Gandhi davvero segna l’inizio dei tempi moderni!!

Così poiché nello scontro ognuno può scegliere le armi a lui più congeniali, il Mahatma [53], che la predicava, scelse sempre la Ahimsa; e quindi, coerentemente, anche nel caso in oggetto, non poteva, che essere nettamente contrario ad una prova di forza contro la Germania:

niente guerra - egli quindi sostiene, anzi - ".... se la coscienza ebraica fosse preparata all’accettazione di una volontaria sofferenza, con il satyagraha potrebbe trasformare persino questo probabile massacro in un giorno di ringraziamento a Jehovah."

Pur certo non giustificando le violenze arabe contro gli Ebrei, Gandhi però neanche le condanna perché "stando al comune senso del giusto e dell’ingiusto, nulla può essere detto, contro la resistenza araba, di fronte allo schiacciante vantaggio avversario."

Del resto, dato sia che Jerushalaim significa semanticamente - città della pace, sia che qualunque saggio - per meritare tale qualificazione, già dovrebbe conoscere la storia del Giudizio di Salomone [54] (ma se, per aggiunta, anche ebraico allora non può proprio ignorarlo!) - non si dovrebbe forse preferirla Città della pace in comune che non fronte di guerra e di stragi in mano singola, sia sionista che alternativamente palestinese?!

La mirabile lettera di Gandhi - che è solo obbiettiva - venne inspiegabilmente valutata come antiebraica[55], suscitando una risposta, probabilmente molto risentita, del periodico newyorkese 'Jewish Frontier’(che non son però riuscito a reperire) ; stranamente Gandhi menziona due ritagli di stampa ma un solo giornale, per cui dobbiamo presupporre che fossero tutti e due copia dello stesso articolo del Jewish Frontier, anche se eventualmente pubblicato anche altrove.

Il Mahatma controreplica, sempre sull’Harijan, il 17 dicembre del 1938, da par suo, cioè con ferrea logica, anche se avrei preferito che non menzionasse l’argomento-forte dell’antisemitismo cristiano (ma reso debole dall’essersene astutamente appropriati i nazisti), cioè accusando gli Ebrei di non biasimare i loro avi per la crocefissione di Jeshua [56].

Qui di seguito, dopo averli tradotti dall’inglese, riporto stralci significativi di questi due MERAVIGLIOSI ed ILLUMINANTI articoli di Gandhi: ma occhio alle date, perchè propongo un salto indietro, nel 1938.

 

 

(dall’Harijan del 26 novembre 1938)

 "Segaon, 20-11-1938

GLI EBREI.

E’giustificata una guerra contro la Germania per prevenire la perversa persecuzione di quest’intera razza?

....... Imporre gli Ebrei agli Arabi è sbagliato e inumano e ció che sta accadendo oggi in Palestina non può essere giustificato da nessuna consuetudine:

i Mandati [57] non hanno altra giustificazione [58] che quella dell’ultima guerra; sarebbe quindi sicuramente un crimine nei confronti dell’umanitá umiliare i fieri Arabi, assegnando tutta o parte della Palestina ad una nazione ebraica. (... )

Tra l’altro, il fatto che gli Ebrei invochino una loro nazione offrirebbe, ai Tedeschi una pretestuosa giustificazione per la loro espulsione.( ... )

Come prima risposta ad una[59] dichiarazione di ostilità, la deliberata vendetta di Hitler potrebbe anche portare ad un massacro generale degli Ebrei.

Ma se la coscienza ebraica fosse preparata all’accettazione di una volontaria sofferenza, con il satyagraha[60] potrebbe trasformare persino questo probabile massacro in un giorno di ringraziamento a Jehovah, rendendo possibile l’emancipazione della razza finanche per mezzo del tiranno: chi è timorato di dio non teme la morte. ( ... )

Ed ora una parola agli Ebrei in Palestina: non ho nessun dubbio che essi si stiano purtroppo muovendo nel modo sbagliato, perchè, nella loro concezione biblica, la Palestina è un’estensione fisica disabitata: così essa è non nella realtà, ma solo nei loro cuori!

Considerandola invece politicamente, la Palestina come nazione, è sbagliato penetrarvi protetti dall’artiglieria britannica, perchè non è possibile parlare di un pacifico ritorno all’ombra delle baionette e delle bombe [61]:

insomma essi potrebbero stabilirsi in Palestina solo con il consenso degli Arabi, ottenendone il placet; alternativamente, meglio per loro sarebbe, verso gli Arabi, mettere in atto il satyagraha, sacrificandosi senza alzare un mignolo, anche a rischio che molti di loro siano uccisi e gettati nel Mar Morto.

Lungi da me il voler difendere gli eccessi degli Arabi: vorrei anzi che avessero scelto, anch’essi, la via della non-violenza, di non opporre resistenza a ció che hanno - non a torto - considerato come un’ingiustificabile invasione della loro terra [62]:

ma stando al comune senso del giusto e dell’ingiusto, nulla può essere detto contro la resistenza araba di fronte allo schiacciante vantaggio avversario. ( ... )

 Mohandas K. Gandhi"

 

(dall’Harijan del 17 dicembre 1938)

 "Segaon, 9-12-1938

Amici mi hanno spedito due ritagli di giornale in cui viene criticato il mio appello agli Ebrei: i due miei critici sostengono che non avrei suggerito niente di nuovo nel prospettare, agli Ebrei e come rimedio contro i mali a loro inflitti, la non-violenza, e che essi l’avrebbero praticata costantemente……….

( ... ) Per quel che ne so io, gli Ebrei non hanno mai praticato la non-violenza, nè come atto di fede (non credono forse nell’occhio per occhio e dente per dente?[63]), nè tantomeno come accorgimento politico (tant’è vero che non considerano un’infamia che i loro avi abbiano crocefisso Gesú.)

E poi, nei loro cuori non provano forse rancore verso i loro oppressori [64]? Non vorrebbero forse che le cosiddette forze democratiche punissero la Germania per la loro persecuzione, liberandoli da quell’oppressione?

Se le cose stanno così, allora non c’è alcuna non-violenza nei loro cuori: la loro affermata non-violenza è solo la miserabile impotenza del debole. ( ... )

Devo fare infatti una netta distinzione tra la negativa impotenza del debole e la caparbietà, positiva e non-violenta, del forte, che tanto più può conseguire quanto piú feroce è la persecuzione, finendo anzi così per assicurarsi la piú ampia solidarietá pubblica.

Il sacrificio del non-violento è sempre riuscito a sciogliere i cuori piú duri ed oserei dire che se gli Ebrei potessero usufruire di quella forza d’animo, che solo scaturisce dalla non-violenza,

Herr [65] Hitler, nei suoi rapporti con gli uomini, si troverebbe, per la prima volta, a fare i conti con un coraggio ancora da lui non mai sperimentato e vincente rispetto a quello delle sue migliori truppe d’assalto.

L’esibizione di un tale coraggio è però possibile solo a coloro che hanno viva fede nel Dio della veritá e della non-violenza, cioè nell’Amore.(...)

 Mohandas K.Gandhi"

 



[1] N.d.t.: non presente nella traduzione inglese, evidentemente attuata prima di questa nona edizione tedesca, riporta il testo (forse adattato solo nei commi 2.0.7.i, per legarlo al seguito) di una delle tre splendide, miracolose, conferenze tenute, in Svizzera, da un G. ormai maturo ed al massimo delle sue possibilità. Le altre due costituiscono i capitoli 3.17. e 3.18. Credo che ben pochi brani possano esprimere il doveroso culto di nostra Madre terra e del suo straordinario Artefice meglio di questo di Cirillo da Gerusalemme, Catechesi battesimale, 9,10-15: "Contempla la primavera e ogni genere di fiori, tutti così eguali eppure così diversi: il rosso della rosa, il bianco candido del giglio. Chi mai li crea così distinti, dalla stessa pioggia e dalla stessa terra? Osserva quanta precisione: uno stesso legno d’albero, ora si dischiude in una chioma ombrosa, ora produce molteplici frutti; eppure uno solo ne è l’Artefice. Di una sola vite, una parte si brucia, un’altra fiorisce, una terza si ricopre di foglie, un’altra ancora di viticci, una quarta, infine, si trasforma in uva. Ammira anche il grosso anello di nodi della canna, come l’ha fatto il Creatore. Da una sola terra provengono i serpenti, le fiere, i giumenti, la legna, i cibi commestibili, l’oro, l’argento, il rame, il ferro, la pietra. Unica è la sostanza dell’acqua; eppure da essa provengono le razze dei pesci e degli uccelli: gli uni fatti per nuotare nelle acque, gli altri per volare nel cielo………. Dalla varietà della creazione puoi dunque renderti conto della sapienza del creatore.”

[2] N.d.t.: qui G. non precisa le ragione, che invece sono dettagliatamente trattate nei commi 3.18.6.i; vorrei qui ricordare un bel detto di J. F. Kennedy: "If we make peaceful revolution impossible, we make violent revolution inevitable!" = ‘Rendendo impossibili pacifiche riforme, renderemo inevitabile la rivoluzione violenta!’

[3] N.d.t.: Si tratta della prima guerra mondiale e non della seconda.

[4] N.d.t.: è anche la tesi sostenuta dal dottissimo prof. Carlo CIPOLLA, nel suo esilarante 'Allegro ma non troppo'

44 N.d.t.: bruciante verità confermata anche da Otto Skorzeny, alla fine della II^ guerra mondiale: durante l’avanzata delle Ardenne, il suo battaglione di Tedeschi englishspeaking ed indistinguibili dagli Americani, di cui avevano indossato la divisa, seminò il panico ed il caos nelle retrovie!

[5] N.d.t.: traduzione assai libera del tedesco 'Spaltpilze’= 'fungo di fessura', del tutto sconosciutomi, ancorchè discreto micologo dilettante.

[6] N.d.t.: nella monarchia assoluta francese, sorta di Parlamento convocato solo quando faceva comodo al re, che includeva aristocrazia, ecclesiastici e borghessia (il cosiddetto 'terzo stato'), ma non il quarto (cioè il numerosissimo proletariato, vedi il quadro di Pellizza da Volpedo); a causa della gravissima situazione finanziaria, precedente la Rivoluzione, il re aveva convocato gli Stati Generali, contando di avere il loro assenso o quantomeno di avere, con la loro convocazione, una scusa per l’odiosa politica fiscale che si accingeva a fare; ma la situazione gli sfuggì di mano e gli Stati Generali - niente affatto addomesticati come il re riteneva - rifiutarono di sciogliersi (col giuramento della Pallacorda) finchè non fosse stata ottenuta una costituzione, così provocando quella gloriosa ma sanguinosissima rivoluzione.

[7] N.d.t.: prov. inglese "Peace may cost more than war, but it is always a better buy" = ‘La pace può costare ben più della guerra, ma è sempre il miglior acquisto!”

[8] N.d.t.: Erasmo da Rotterdam scriveva a Dürer: “Non tutti gli uomini hanno la forza del martirio ed io temo che, in caso di tumulto, farei come Pietro, perché dei Papi ed imperatori io rispetto i decreti giusti perché giusti e quelli iniqui perché è prudente!” von WINKELRIED (?; battaglia di Sempach 1386): eroe popolare svizzero (sconosciuto nel resto del mondo, a favore del ben più noto Guglielmo Tell, ma evidentemente citato perchè la conferenza era tenuta in Svizzera) che avrebbe, a prezzo della vita, trascinato i suoi alla vittoria nella battaglia di Sempach (vedi nota 2.0.3); Giordano BRUNO (1548 - Roma (Campo de’Fiori) 17/02/600): controversa figura di pensatore, scienziato, contestatore, ma anche ciarlatano; ancorchè fosse stato un voltagabbana per buona parte della sua vita, ed ancorchè nei sei anni del processo si fosse dichiarato disposto - pur di salvare la pelle - a ritrattare buona parte delle sue tesi, quando il tristemente famoso cardinale Roberto Bellarmino (che allora, sempre pluriomicida ma non ancora santo, presiedeva il tribunale dell’Inquisizione, dando sfogo a tutto il suo integralismo, sadismo ed altre psico-patologie) gli chiese di ritrattare TUTTA la propria opera, preferì lasciarsi condannare, pronunziando le famose parole "Avete più paura Voi di ingliggermi questa condanna che non io di subirla!". Secondo lo Schlopp, testimone oculare, Bellarmino, dei 24 capi d’imputazione nè lasciò cadere dieci, condannandolo ad essere bruciato vivo per i seguenti: 1. Negare la transustanziazione;PRIVATE "TYPE=PICT;ALT=Kaspar Schopp" 2. Mettere in dubbio la verginità di Maria; 3. Aver soggiornato in paese d’eretici, vivendo alla loro guisa; 4. Aver scritto contro il papa lo "Spaccio della bestia trionfante"; 5. Sostenere l’esistenza di mondi innumerevoli ed eterni; 6. Asserire la metempsicosi e la possibilità che un anima sola informi due corpi; 7. Ritenere la magia buona e lecita; 8. Identificare lo Spirito Santo con l’anima del mondo; 9. Affermare che Mosé simulò i suoi miracoli e inventò personalmente il Decalogo; 10.Dichiarare che la sacra scrittura non è che un sogno; 11.Ritenere che perfino i demoni si salveranno; 12.Opinare l’esistenza di preadamiti; 13.Asserire che Cristo non è Dio, ma ingannatore e mago e che a buon diritto fu appeso; 14.Asserire che anche i profeti e gli apostoli furono maghi e che quasi tutti vennero a mala fine. (Da evidenziare, a questo punto, che, con analoghe imputazioni, Bellarmino, al giorno d’oggi potrebbe far bruciare praticamente tutti, in special modo il mio amico e maestro, Fabrizio DE ANDRE’ed anche Lucio DALLA !!); Jan HUSS (1371; Costanza 06/07/1416), ecclesiastico, professore di teologia e rettore dell’Università di Praga, notissimo intellettuale e pensatore boemo, condannato al rogo con un solo capo d’imputazione: aver contestato che, al momento dell’Eucarestia, mentre l’ostia viene data a chiunque la richieda, solo il sacerdote cerimoniante beva il vino-sangue dal calice, contro la realtà stessa delle sacre scritture, CHE GLI DANNO PERFETTAMENTE RAGIONE (come chiunque può darsi la briga di controllare).

[9] N.d.t.: B. Brecht, con la sua affermazione 'Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi!', sicuramente aveva ragionato similmente: eppure, quando un comune toscano (di cui purtroppo non ricordo il nome) cercò di mettere questa epigrafe sotto il suo Monumento ai Caduti, scoppiò uno scandalo!

[10] N.d.t: essendo allora in Germania vietata la propaganda per l’obbiezione, il periodo è decisamente oscuro (sicuramente in modo voluto), ma questo ne dovrebbe essere il reale significato.

[11] N.d.t.: al solito profetico, G. delinea il comportamento tedesco post-bellico: si pensi al bellissimo 'Schlagwort’(letteralmente 'parola-a-colpo', cioè battuta, epigrafe), in latino, a Berlino, sul monumento ai caduti della prima guerra mondiale "Invictis, victi victuri"! = agli invitti, i vinti che vinceranno! ........conosco migliaia di aforismi, ma nessuno così splendidamente secco e meraviglioso: possibile che Inglesi e Francesi non l’avessero mai letto o non avessero capito cosa si stava preparando?!?!

[12] N.d.t.: G. stava probabilmente pensando all’impresa del famoso U9 che affrontò, tutto da solo, una formazione di tre navi da guerra inglesi, evidentemente però impreparate ad affrontare tale innovazione tecnologica: silurato il primo incrociatore, gli altri due - evidentemente pensando all’urto con una mina, addirittura si fermarono per soccorrere i naufraghi e l’U9, messosi in mezzo ormai quasi al limite della capacità delle sue batterie elettriche, lanciò contemporaneamente i suoi ultimi quattro siluri due da prua e due da poppa, affondandole, ma facendo anche strage dei superstiti.

[13] programma di pace di Wilsons, giugno 1918: "Riduzione degli eserciti al minimo indispensabile per il mantenimento della sicurezza interna." Infatti i predecessori di Wilson avevan propio operato in tal senso, talchè quel poveraccio si ritrovò ad entrare in guerra propio in pigiama e totalmente disarmato! (N.d.t.: ho tradotto in modo decisamente ironico questa nota (che, in tedesco, lascia perplessi) perchè, in realtà, gli USA erano armatissimi (vedi comma 2.0.4.8.3.)

[14] N.d.t.: la traduzione spagnola, di G.figlio, indica anche la data, del 1525, non presente nel testo tedesco: lo crediamo volentieri sulla parola!

[15] N.d.t.: G. allude al tentativo insurrezionale dei Parigini del 1871 (poi tragicamente e sanguinosamente represso) seguito alla disastrosa sconfitta dei francesi nella guerra del 1870 contro la Prussia.

[16] N.d.t.: nella nostra versione della Genesi non esiste questo particolare, ma forse G. si riferisce alla vulgata di Lutero.

[17] N.d.t.: nella foresta di Teutoburgo, nell’autunno del 9 d.C. durante il regno di Augusto (che in seguito - si afferma - aver detto il famoso "Varo, Varo, rendemi le mie legioni!" ) le tre legioni romane dell’inetto Varo furono fatte a pezzi dai Cherusci di Arminio, un germano che, in precedenza, aveva militato lungamente pro Roma, perfino ottenendone la cittadinanza. Quindi ben conscio della superiore organizzazione e tecnica militare romana, Arminio mandò un falso messaggero a Varo, per informarlo della sua ribellione, nella speranza che costui, per sorprenderlo, invece di aggirare la foresta di Teuotoburgo, allungasse le sue legioni, in fila indiana, lungo lo stretto sentiero che l’attraversava. Varo cadde nel tranello e, dopo lo sterminio dei suoi soldati, in furiosi corpo a corpo, si uccise. Successivamente Germanico trasse vendetta di quella strage, ma l’espansionismo romano in Germania fu arginato talmente che solo dopo oltre 3 secoli le legioni dell’ultimo grande - ma malfamatissimo - imperatore romano, Giuliano l’Apostata, poterono occupare così stabilmente la regione da poter penetrare nuovamente nella foresta, per seppellire i resti dei loro antichi commilitoni. Arminio, come del resto anche Alarico (si pensi alla bellissima ode di von Platten così ben tradotta dal Carducci) son considerati eroi nazionali, dai miei cugini Tedeschi, che, invece, in tutti gli altri casi tifano, come noi, pro Romani, sentendosi loro successori, incoraggiati, in ciò dai testi scolastici. Per quel che so io, a Lech (feld significa solo 'campo'), in Baviera, furono combattute due grandi battaglie: mentre il padre, Enrico l’Uccellatore, si era adattato a pagare tributi agli Ungheresi, per tenerli tranquilli e guadagnare il tempo di prepararsi militarmente, il 10/08/955, il figlio Ottone Primo, vi riportò una vittoria decisiva, che praticamente segna la fine delle invasioni europee dall’est. - Nel 1631 invece Gustavo Adolfo di Svezia, a capo di una Lega Protestante, vi sbaragliò i Cattolici di Tilly (che venne ucciso), riuscendo subito dopo ad impadronirsi della città di Monaco; per sapere a quale delle due G. intende riferirsi, bisognerebbe avere conoscenza esatta dello svolgersi del combattimento, particolare non noti al traduttore.

A Sempach, cittadina Svizzera nei pressi di Lucerna, il 09/07/1386 la Lega Svizzera sconfisse ed uccise Leopoldo III d’Austria (ma con lui vi erano anche Italiani e Tirolesi), che aveva imprudentemente attaccato l’avanguardia della Lega, convinto che fosse l’intiero corpo d’armata nemico; circondati a loro volta dagli Svizzeri, gli Austro-Tirol-Italiani furono annientati, grazie anche al sacrificio di Winkelried (vedi nota 2.0.6)

[18] N.d.t.: G. allude evidentemente ad un caso preciso e, allora, evidentemente molto noto, ma purtroppo non a me; non ve n’è traccia neanche nella traduzione spagnola di G.figlio; chi lo ricordasse è pregato di comunicarmelo.

[19] N.d.t.: William Howard TAFT (1819-1884), 27° Presidente degli U.S.A. (1909-1913)

[20] N.d.t.: non si tratta certamente del protagonista della pucciniana 'Madama Butterfly', ma probabilmente di Allan PINKERTON (1819-1884), scozzese, poi emigrato in USA, dove fondò la famosissima SECURITAS SECURITY SERVICES USA, Inc., tristamente comportatasi in più di uno sciopero: c’è addirittura chi dice che nello scegliere il nome delle sue SS Hitler si sia rifatto a tale associazione!

[21] N.d.t.: in epoca postnapoleonica (1815-1831) e prima della cosiddetta Restaurazione, associazione a delinquere, antisommossa e per il mantenimento dello statu-quo, promossa dalla Russia ed a cui aderirono Austria, Francia, Prussia, Piemonte, Paesi Bassi e Svezia; l’Inghilterra invece si rifiutò.

[22] N.d.t.: uso il termine veterinario perchè, dato il trattamento riservatogli, non mi pare il caso di parlare di 'lattanti', come nel tedesco 'Säuglinge’!!; Turchi ed Armeni non si son mai potuti vedere, ma G. - che parla nel 1917 - non si può riferire alla 'soluzione finale del problema armeno’(si dice con oltre un milione e mezzo di morti) attuata durante la guerra greco-turca (1920-22); pertanto G. si riferisce al parziale genocidio del 1915, quando Taalat Bey dispose la emigrazione forzata di un numero non esattamente conosciuto, ma sicuramente elevato di Armeni: al segretario che gli fece presente che nell’ordine, emanato per i militari, mancava la destinazione del trasferimento, egli avrebbe risposto "La destinazione non esiste: scrivi 'nel nulla'!". Nel suo splendido 'I quaranta giorni del Musa Dagh', che, inizio anni 30 commosse mezza Europa, F. Werfel racconta la storia vissuta da un limitato numero di questi 'emigranti verso il nulla', che organizzatisi ed armi in pugno, riuscirono invece a trincerarsi per 40 giorni su quella montagna, finchè non furono salvati da navi francesi. Data l’epoca di pubblicazione, non è quindi da escludere che Hitler abbia letto e - purtroppo - applicato l’amaro quinto capitolo, in cui Enver Pascià, teorizza del necessario genocidio dei nemici interni, e, nel caso della Germania (il suo criticissimo interlocutore è appunto un prete tedesco) ipotizza lo sterminio degli Ebrei.

[23] N.d.t: osservazioni profondissime ed a tale proposito si confronti, di Le Bon, 1895 quindi quasi coevo, 'Psicologia delle Folle', su cui non poco - prima di scrivere il suo 'Psicologia delle Masse’- si soffermò Freud (praticamente contemporaneo di G.), che essendo già pervenuto al concetto di 'inconscio individuale’(in tedesco 'es'), ma non ancora all’'inconscio collettivo’avrebbe dovuto negare le intuizioni di Le Bon. La questione di fondo è in pratica questa: come è possibile che la stessa persona che, presa singolarmente, recrimina il 'tiro al piccione’e le corride, poi imbrancata nelle SS Totenkopf gassi tranquillamente qualche milione di ebrei?! Quantomeno il testo di Le Bon era sicuramente ben noto sia ad Hitler che Mussolini, che, per dominare le folle, hanno sfruttato a man bassa le sue osservazioni ed intuizioni; il comma in oggetto è poi ripreso quasi testualmente da Nietzsche

[24] N.d.t.: Jonathan (1667-1745), sacerdote anglicano, aderente al partito progressista e forse il più importante autore satirico inglese, non solo per i 'Gulliver's travels’(1726) ma anche per il successivo (1729) graffiante 'A modest proposal’in cui propone di vendere i bambini poveri come proteine per le tavole dei ricchi! Trascorse nella follia i suoi ultimi tre anni di vita.

[25] N.d.t.: intuizione veramente straordinaria, soprattutto anche in funzione dell’epoca in cui è stata attinta!

[26] N.d.t.: parole d’ordine della dottrina di Monroe, attuata a partire dal 1823.

[27] N.d.t.: Faccia tosta veramente inaudita!......ma se gli unici Americani 'veraci’sono quelli chiusi nelle riserve!! Lettera di Sealth, capo dei Seattle

al presidente Franklin PIERCE (1855) proponentegli l’acquisto del loro territorio

 e la concessione di una riserva. (*)

". . . . . . .Quando ci avete incontrato la prima volta ci avete detto che dovevamo pregare il vostro Dio; ma noi non riuscimmo mai a comprendere la vostra richiesta: il vostro Dio non potrà mai essere il nostro, perchè Vi è troppa differenza tra noi!

Noi uccidiamo gli animali solo per mangiarli e li mangiamo tutti; mentre Voi li uccidete anche solo per divertimento, e poi mangiate anche la sola lingua, abbandonando il resto degli animali abbattuti.

Noi usiamo solo i rami caduti e gli alberi morti e abbiamo rispetto anche per un ago di pino; mentre Voi abbattete o bruciate intere foreste e spaccate le pietre, forate le montagne e non riuscite a sentire lo spirito della terra che vi dice: “Non fatelo!.... Non fatemi male!”

Noi sentiamo lo spirito e il mistero della vita anche nelle ali delle libellule; mentre Voi siete ciechi e sordi di fronte alle cose che esistono.

Quando Vi rivolgete a Dio, chiedete ricchezza, denaro e potere; mentre noi, al Grande Spirito, chiediamo di mostrarci la bellezza, eccezionalità e bontà della terra verdeggiante, l’unica Madre, e di svelarci le cose nella loro essenza e perfezione di entità unica, anche se in molte forme e manifestazioni diverse.

Voi dimenticate i vostri morti, li seppellite e non vi curate di conservare le loro tombe e non vi sentite legati alla terra che custodisce le ossa dei vostri padri; mentre per noi un uomo che dimentica queste cose è peggio di una belva inferocita.

Per tutto questo voi riuscite a vendere la terra,mentre per noi la terra è come 1’aria che si respira, è il corpo di nostra madre e non possiamo neppure concepire che essa possa essere venduta, divisa e recintata.

Ora la nostra gente è poca, e sembriamo le foglie rimaste su un albero scosso dai venti invernali e non possiamo più difenderci.

Ora voi ci assegnate una riserva in cui dobbiamo ritirarci e ben sappiamo che questa soluzione ci è imposta da una forza ineluttabile.

Abbiamo cercato di sfuggirvi come la nebbia mattutina fugge, avanti alla luce del sole nascente...

Ormai siamo pochi e non ci importa di sapere dove trascorreremo il resto dei nostri giorni, mentre il nostro popolo - che era un tempo forte e potente - ora, poco a poco, muore e le nostre notti si fanno sempre più lunghe, buie e solitarie.

Ovunque tentiamo di rifugiarci siamo inseguiti dal vostro passo sterminatore e non ci resta che sopportare il destino, come un animale ferito e braccato dal cacciatore che vuole finirlo.

E tuttavia non mi lamento: abbiamo per tanto tempo trascorso un'esistenza felice della quale siamo stati consapevoli e dalla quale abbiamo tratto gioia e ricchezza d'animo; ad una generazione ne seguiva un’altra e forse le nazioni fanno allo stesso modo: è un continuo nascere e morire, a cui il lamentarsi non serve a nulla.

Probabilmente anche il giorno del vostro tramonto non è lontano, ed è comunque certo che arriverà: allora, forse, potremo anche essere fratelli, mentre attualmente l’ora è vostra, indubbiamente.

Di questo consapevoli, tagliate gli alberi, uccidete gli animali, domate i cavalli selvaggi, sterminate noi indiani; ma io vedo bene, dai vostri occhi e dai vostri comportamenti, che la vostra città produce immondizie ed esse, un giorno, vi annegheranno.

Nel frattempo consentitemi di ribadire che la terra, che ci ordinate di abbandonare, è sacra alla mia gente: ogni collina, monte, bosco, lago, fiume o valle o pianura sono pieni di eventi tristi e lieti e di ricordi.......

 i fili d’erba, i piccoli gigli lungo i fiumi d’argento, le fragole che crescono ai margini dei prati coperti di rugiada, persino le pietre che giacciono sorde e immobili nella quiete fresca della notte e nel calore diurno, hanno bevuto la vita del mio popolo e gliela hanno restituita.

Anche la polvere è legata alle orme della nostra gente e i nostri piedi trovano in essa una familiarità che i vostri piedi calzati non proveranno mai, perchè essa ha bevuto il sangue dei nostri padri, custodito il sale delle loro lacrime, il grasso e la cenere dei fuochi da campo, il sudore del piacere e del lavoro.

I nostri guerrieri scomparsi, le ragazze dal cuore gentile e dalle amabili forme, i bimbi che qui vissero e trovarono nutrimento, le nostre madri affettuose sono parte viva di questi luoghi, ancora solitari che allietano il cuore.

E quando la Luna Nuova, piccola canoa d'argento, naviga fra le stelle circondata da una nebbia di volpi argentate, il Grande Spirito gli consente di tornare e continuare la vita senza il peso del corpo, perché il vissuto di un popolo seguita ad esistere anche dopo la morte dei singoli, concentrandosi sulla sua terra e colmandola di vita umana.

Così, anche quando l'ultimo indiano sarà apparentemente scomparso ed il ricordo della mia gente sarà diventato per i bianchi una leggenda, questa terra ospiterà ancora le forme invisibili dei nostri morti:

 i figli dei vostri figli si crederanno soli nei campi, nelle case, sulle vie delle vostre città o nel silenzio dei boschi senza sentieri....... ma anche quando, di notte, le strade e le piazze sembreranno silenziose e deserte, ovunque si aggireranno gli spiriti di coloro che un tempo popolarono ed amarono questo meraviglioso paese.

Voi non vi accorgete di tutto questo, ma un giorno il Grande Spirito riempirà di sé anche i vostri discendenti .... un giorno - ho detto - perché attualmente Voi ora apparite incapaci di un sentimento che non sia l’odio.

Quell’odio e paura, che vi spingono ad azioni che non hanno per fine solo la distruzione degli altri, ma anche la vostra; che vi impediscono di capire che la stirpe umana è come il sole e che i popoli ne sono i raggi;

 che quando un popolo muore anche il sole incomincia a morire e la terra a diventare più fredda; che non vi danno coscienza del fatto che le specie animali sono le radici che uniscono il cielo alla terra e che l’uomo non può e non deve recidere, se non vuole morire.

Noi speriamo che nel futuro lo spirito dell'uomo rosso, che con amore e venerazione rispetta tutto ciò che vive, si impossessi lentamente dei vostri figli e lentamente penetri in coloro che nulla sanno di lui:

 cercate perciò di evitare la nostra fine con rispetto e tolleranza: ma, in ogni caso, i nostri padri, noi stessi restaremo sempre con voi e attenderemo, con pazienza, per riuscire a piantare, nella vostra indole distruttiva, un seme di amore per la vita: se ciò accadrà, il vostro mondo sparirà e il nostro tornerà a vivere.

Ma se non ci riusciremo, allora, quando una ragnatela di fili che sussurrano (**) avrà circondato l’azzurro del cielo: quando il rondone sarà scomparso e la vita sarà ormai diventata sopravvivenza;

 quando i fiumi saranno morti con i laghi e le montagne ed il vostro folle modo di vivere avrà sommerso la terra, un grande - simile al sole - fuoco, che voi stessi avrete costruito, nella vostra ansia di distruzione e di dominio, cadrà dal cielo, distruggendo ogni cosa, e la terra e gli uomini saranno pietra per sempre. (***)" (*) Pubblicata sul numero 87 di 'Urbanistica Informazioni', bellissima, con un afflato rintracciabile solo nel francescano Cantico delle Creature ed esprimente una Weltanschaung entusiasmante, ma è un pregevolissimo falso; in realtà il capo Sealth, della tribù dei Suwamish e nato nel 1786 era così venale da pretendere un compenso annuo perchè i bianchi avevano usato il suo nome per la città di Seattle!; negli archivi USA esiste solo copia delle richieste del Presidente Pierce, ma non la risposta, immaginata sull’onda delle rivendicazioni ecologiste del popolo di Seattle ed in Internet ne circolano parecchie versioni (quest’è indubbiamente la più bella), alcune (tra cui quella pubblicata dal sito di Rifondazione) attribuite a 'Capriolo Zoppo'; a me non importa ......... la cosa meravigliosa e che m’inorgoglisce è che ci sia stato un compagno capace sia di provare queste sensazioni che di così stupendamente riportarle: che importa che sia contemporaneo e non ottocentesco, ?!.........non ha forse detto Zarathustra "Amo chi palpita e si commuove per qualunque capolavoro, prescindendo dall’autore, spregio e disprezzo il conformista, plauditore di mondezza blasonata!!" (**) chiaro riferimento al telegrafo; (***) chiaro riferimento ad Hiroshima e Nagasaki.

[28] N.d.t.: G. si riporta alla teoria della 'volontà di potenza’formalizzata da Nietzsche: il debole si sottomette al più forte solo per istituzionalizzarla e poterla poi così adoperare contro chiunque sia più debole di lui.

[29] N.d.t.: altra profezia: 'Gialli’è traduzione un po’libera (il testo tedesco è 'Der Mongole’cioè 'il Mongolo', che comunque è giallino e, soprattutto, ha gli stessi occhi a mandorla; 'Golden gate’è un ponte di S. Francisco, ma i gialli, il 07/12/1941, col pugno di ferro, non hanno 'bussato’là ma a Pearl Harbor!!........G. è riuscito a prevedere anche questo!!

[30] N.d.t.: nel 'Contratto Sociale’che lo origina, lo Stato non ha come controparte bianchi neri o gialli, cristiani, mussulmani od ebrei, ma semplicemente uomini, il 'cittadino ignoto', di qualunque colore, nazionalità e religione!

[31] N.d.t.: ho interpretato in tal modo - anche in funzione del seguito - due commi non chiari; questa la traduzione letterale 'Dal punto di vista dei popoli e dei loro Stati non deve insorgere motivo di lotta; il razzismo non deve essere introdotto negli Stati, nei confini nazionali, nelle leggi. Il razzismo è una problematica decrepita di ogni singolo uomo. Il singolo popolo che il razzismo da mille anni costantemente perseguita, gli Ebrei, non ha un proprio paese e non conosce la preminenza dello Stato.’Secondo me - come più evidente nel seguito - G. intendeva insomma lodare e rifarsi all’allora vigente internazionalismo ebraico. Ma, invece, che avrebbe pensato G. del sionismo? Riporto in calce al capitolo un mio articolo illustrante due lettere di Gandhi e che sicuramente sarebbe stato condiviso anche da G.: purtroppo, al giorno d’oggi, sono i Palestinesi ad opporsi che diritti di sovranità siano usati contro di loro!

[32] N.d.t.: Nella nostra Bibbia ci stanno parecchi passi molto simili (vedi comma 0.1.5.2.1.2.), ma nulla d’identico; probabilmente G. si riferisce alla vulgata di Lutero oppure cita a memoria.

[33] N.d.t.: l’URLO della verità, troppo a lungo taciuta e che finalmente prorrompe!

[34] N.d.t.: latino proverbiale, = non è data una terza via.

[35] N.d.t.: in tedesco vi è 'Steinkohle’= 'carbon fossile', ma l’ho cambiato in 'petrolio’sia per aggiornarlo sia perchè Inghilterra e Germania (di cui ai comma 2.0.5.4.6. e 2.0.5.4.13. ) sono in realtà piene di carbone ed allora quei commi perderebbero di senso; tuttavia così ora è fuori luogo la nota 29.

[36] N.d.t.: La distinzione tra cosa nostra e cosa loro è tipicamente mafiosa; che avrebbe detto Emma LAZARUS, autrice della splendida ‘The New Colossus’, incisa nel 1883 sulla base della Statua della Libertà:

Not like the brazen giant of Greek fame,

With conquering limbs astride from land to land;

Here at our sea-washed, sunset gates shall stand

A mighty woman with a torch, whose flame

Is the imprisoned lightning, and her name

Mother of Exiles. From her beacon-hand

Glows world-wide welcome; her mild eyes command

The air-bridged harbor that twin cities frame.

"Keep ancient lands, your storied pomp - cries she

With silent lips - give me your tired, your poor,

Your huddled masses yearning to breathe free,

The wretched refuse of your teeming shore.

Send these, the homeless, tempest-tost to me:

 I lift my lamp beside the golden door!

Non come il bronzeo gigante di fama greca,

con le gambe da conquistatore divaricate da terra a terra;

(*) qui, alle nostre porte del tramonto, lambite dal mare,

si ergerà una donna possente con una torcia, la cui fiamma

è il fulmine imprigionato, ed il suo nome è

Madre degli Esiliati. Dalla sua lampeggiante mano

brilla il benvenuto al mondo intero; i suoi miti occhi dominano

il porto, unito da un aereo ponte che incornicia città gemelle.

-TeneteVi, antiche terre, la Vostra storica prosopopea - grida

con labbra silenti. - e datemi le Vostre povere, esauste

masse accalcate, che anelano a respirare liberamente,

datemi i miseri rifiuti della Vostra brulicante sponda.

Mandateci costoro, i reietti, gli sballottati dalla tempesta:

 io alzo la mia fiaccola accanto alla porta d’oro!

(*) il non più esistente Colosso di Rodi poggiava un piede sulla terraferma e l’altro su una penisola che chiudeva il porto.

Che avrebbe detto il mio amato Paine, Common sense: “Su tutta la superficie del pianeta si dà la caccia alla libertà. L’Asia e l’Africa l’hanno bandita da tempo, l’Europa la considera una straniera, e l’Inghilterra le ha intimato lo sfratto. Accogliete dunque la fuggitiva e preparate per tempo un rifugio al genere umano………… …….gli Stati Uniti, faro e baluardo della libertà, custodi ed affidatari dei diritti naturali del genere umano, terra delle opportunità per i derelitti mondiali!………… L’Europa e non l’Inghilterra è la madrepatria dell’America,……… perché il nuovo mondo ha dato asilo ai perseguitati difensori della libertà civile e religiosa provenienti da ogni parte d’Europa. Essi ci si sono rifugiati non per sottrarsi al tenero abbraccio materno, ma alla crudeltà d’un mostro: ciò, per quanto rigurda l’Inghilterra, è talmente vero che la stessa tirannide, dopo aver spinto i primi emigranti a lasciar la patria, ora continua a perseguitare i loro discendenti.

De La Boétie, Discours de la servitude volontaire: “Nessuno può permettersi d’ignorare che la Natura, da Dio delegata a soprintendere agli uomini, ci ha fatti tutti della stessa forma e ci ha modellati secondo un unico stampo, affinchè ci si possa riconoscere tutti come compagni………………..Se dunque questa provvida madre ci ha dato, a tutti, la terra intera come dimora, ci ha tutti alloggiati nella medesima casa e ci ha tutti creati col medesimo stampo, perché ognuno di noi potesse guardarsi e quasi riconoscersi nell’altro; se ha fatto ad ognuno il grande dono della voce e della parola, perché potessimo meglio conoscerci e fraternizzare, arrivando – attraverso lo scambio dei pensieri – ad una comunanza d’intenti,………come possiamo dubitare di nascere tutti ugualmente liberi, dato che siamo tutti uguali? ”

[37] Realmente successo nel transitorio: gli Svizzeri pagano 190 fr.sv. il carbone della Ruhr, quindi dieci volte quel prezzo di 175 dm/ton., praticato ai tedeschi (!) Prezzo di Febbraio 1921.

[38] N.d.t.: trad. letterale 'Sicuramente così ci lagneremmo, non appena avessimo freddo, non appena ci ritrovassimo a soffrire personalmente a causa del diritto di sovranità dello stato e/o per colpa del diritto internazionale!'

[39] N.d.t: G. ha diecimila ragioni ed il diritto ISTINTUALE ci ha abituati a senz’altro impadronirci di quanto ci serve purchè - solo e soltanto se - la quantità residua consenta a chiunque altro di fare altrettanto: ma, in caso contrario, il diritto instintuale ci spinge senz’altro a sottometterci a ed accettare il razionamento, come si è visto non solo in tempo di guerra, ma anche dagli anni 70 in poi, con le giornate ecologiche ecc.ra.

[40] "Lassalle, Liebknecht, Bebel, non furono oppositori di principio del dazio." ( M. Erzberger, La Socialdemocrazia e la politica del dazio. Casa editrice Associazione di Popolo, München-Gladbach 1908.)

 [41] gli Stati Uniti producono il 50 % della produzione mondiale di rame, il 40 % di ferro, 45 % di carbone, 60 % di cotone, 65 % a petrolio.

[42] N.d.t.: non tutti sanno che 'convincere', etimologicamente, significa proprio questo

[43] N.d.t.: su tale argomento l’inconscio collettivo è rappresentato da due episodi, riferiti da tradizioni molte diverse, che - assai stranamente - non vengono mai correlati, pertanto lo faccio ora io: Caino ed Abele - Romolo e Remo; ma molte altre 'guerre delle recinzioni’ci son poi state non solo nell’ovest americano. La Bibbia ci attesta infatti che Abele era allevatore, mentre Caino era agricoltore (Genesi 4.2: "E Abele fu pastore di pecore e Caino agricoltore, 4.3. Ed avvenne che, dopo un po', Caino sacrificò a Dio i frutti della terra; 4.4 mentre Abele offerse i più grassi degli abbacchi del suo gregge: ed il Signore volse lo sguardo ad Abele ed alle sue offerte........ comma 4.7 (Dio ammonisce Caino) "Nonne si bene egeris, recipies: sin autem male, statim in foribus peccatum aderit? Sed sub te erit appetitus ejus; et tu dominaberis illius.": la parte in corsivo viene tradotta 'Ma l’appetito di esso sarà sotto di te; e tu gli comanderai. Ed in nota '...versetto certamente dei più oscuri, ho seguito l’interpretazione dei Padri e degli Interpreti Cattolici').Secondo me, che da coltivatore ho dovuto provare, più d’una volta, la rabbia del raccolto sia mangiato che irreparabilmente danneggiato dalle greggi altrui, non vi è niente d’oscuro: Abele o le sue greggi, previo sconfinamento, s’erano pappate le coltivazioni di Caino, intenzionato a vendicarsi, e che Dio ammonisce così (4.7., tra parentesi il sottinteso): "Non è forse vero che se fai il Bene Bene riceverai, mentre se fai il Male subito il peccato batterà alle tue porte? (Ti leggo nel pensiero, ti vieto quello a cui stai pensando e ti dico: Trova altri sistemi con cui)...metterai sotto di te il suo appetito e potrai dominarlo." Tale ipotesi è poi confermata dal fatto che Dio [che, poco dopo, afferma in (Genesi 9.6) "Chiunque spargerà il sangue dell’uomo -fatto ad immagine di Dio - il sangue di lui sarà sparso!"], dopo aver fortemente biasimato Caino, poi, con l’esilio, sembra condannarlo, solo ed al massimo, per un 'eccesso di legittima difesa', o almeno concedendogli una valanga d’attenuanti, fino ad inspiegabilmente tutelarlo con un (Genesi 4.15 "....chiunque ucciderà Caino avrà castigo sette volte maggiore. Ed il Signore mise sopra a Caino un segno .....)" Mi chiedo tuttora quale sistema - diverso dalla staccionata o dal rispetto del prossimo (dubito che possano esisterne altri) - Dio potesse avere in mente; perchè è un dato di fatto, controllabile non solo con gli eventi del wild-west, ma tutti i giorni in qualsiasi campagna: il coltivatore ha bisogno della staccionata, almeno quanto all’allevatore fà comodo la sua assenza! A Roma, invece della staccionata, a difesa delle sue coltivazioni, Romolo aveva scavato un fossato, che Remo e/o le sue gregge scavalcarono, con quel che ne seguì...... sicuramente sia Caino che Romolo esagerarono: ma però.......?! Comunque, in ambedue i casi, la leggenda intende riferirsi al conflitto, latente ma inevitabile, tra umanità stanziale (coltivatori) e quella errante (allevatori), momento fondamentale, boa di virata della storia dell’umanità, poi risoltosi a favore dei primi. Ma, dal punto di vista genetico, nel DNA umano, il sopruso della recinzione, qual sorta di 'peccato originario', è tuttora presente; in Rousseau predominavano sicuramente i geni dell’'allevatore'- anche se, assai poco da allevatore, abbandonò ben sei figli al brefotrofio! - (.......però fate quello che dice - che è quasi sempre meraviglioso! e non quanto di biasimevole fece realmente!) Personalmente io, pur amando moltissimo i suoi scritti ed avendo anche allevato animali ed assolutamente non difendendo l’istituto della proprietà (ma solo il diritto di non doverla pulire da tonnellate d’immondezza!), sono invece più 'coltivatore’e quindi pro recinzioni e staccionate (e quante migliaia di metri ne ho progettate e fatte costruire!). Anche se mi riconosco corresponsabile della cattiva educazione umana - per non aver quasi mai osato malmenare i miei figli, che tuttora regolarmente disattendono i miei precetti (*) - ciò non è motivo sufficiente perchè io poi, questa maleducazione umana, la debba scontare TUTTA, al 100%, quando una semplice recinzione, con la limitazione del diritto altrui (ma non esiste forse anche il mio diritto di compiacermi della pulizia?!) mi consente di evitarlo. Se non condividete questo mio parere, andate un sedici agosto, di prima mattina a visitare una spiaggia libera od una foresta (in cui la sera prima si sarebbe sentito il 'mormorio della medesima (**)’e sempre che poi non ci siate dovuti intervenire già il giorno prima per spengere gli incendi!) ed il disgustoso ed incivile bordello ivi reperibile Vi convincerà definitivamente sulla opportunità (anzi, obbligatorietà!) delle staccionate anti mufloni(***)-bipedi!! ......a cattiva malattia, medicina amara! Ben vengano, invece, anche nelle mie proprietà, tutte le persone educate e civili, che vogliono vivere la natura senza distruggerla e che lasciano il sito magari anche meglio di come l’hanno trovato!: per esse i miei cancelli sono e saranno sempre aperti!! (*) Nella splendida e pulitissima Zurigo, il mio figlio decenne appallottolò e buttò a terra la busta di un cremino; mentre io stavo esitando se dirgli, per l’ennesima volta, di raccoglierla per portarla nel cestino, ben sapendone l’inutilità, si avvicinò uno Svizzerotto che ridendo ed additandoci ci disse "Italianen?!" facendomi sentire talmente verme, da quella volta trovare il coraggio di schiaffeggiarlo! (**) reminiscenza dello splendido momento orchestrale omonimo nella tetralogià wagneriana; (***)= grosse pecore d’origine sarda.

[44] N.d.t.: Jean Jacques (1712-1778), ginevrino di lingua francese, individuo dai numerosi e straordinari talenti (tra gli altri, da musicofilo, ideatore di un nuovo sistema di notazione musicale comunque finito nel nulla), prima amico e poi nemico sia di Diderot (che lo introdusse negli ambienti enciclopedici) che di Hume; con 'Il contratto sociale’(da cui è tratta la citazione) dimostratosi uno dei padri delle Scienze politiche e con l’'Emilio’praticamente il fondatore della pedagogia (ma sempre all’insegna del 'fate quello che dico e non quello che faccio') nonchè eccezionale autoanalista ne 'Le confessioni'; forse, con Voltaire, il massimo ingegno dell’Illuminismo; molto apprezzato da G. oltre che dal sottoscritto.

[45] N.d.t.: la traduzione letterale sarebbe 'del popolo', ma mi è sembrata contraddittoria con tutto il fuoco d’artiglieria indirizzato precedentemente contro le Nazioni, che sono appunto rappresentate ognuna da un popolo; sicuramente il senso era quello della mia traduzione.

[46] vedi Walter Rathenau: L’economia nuova, casa editrice S. Fisher, Berlin.

[47] N.d.t.: come si può vedere, G. aveva perfettamente capito le reali funzioni dello Stato e questa visione federalista e decisamente anarchica è l’unica che mi sento di condividere; tra anarchici e socialisti, in tutto il resto così simili da potersi veramente confondere, il gap è propio questo: i socialisti s’accontentano dello Stato 'com’è', mentre gli anarchici lo vogliono 'come dovrebbe essere'!; quando mi occupai di politica, tenevo a precisare che, al massimo, intendevo propormi come 'liquidatore fallimentare’dell’'abominevole e porco Stato socialborghese', associazione a delinquere e per prave azioni a capitale sociale (*) integralmente rubato. (*) cioè la cartamoneta.

[48] N.d.t.: Ovviamente, dopo averlo fatto internazionalmente, bisognerebbe anche pensare e provvedere alla rimozione di qualunque altra abusiva possibilità ostacolatrice anche all’interno, quella cioè dei tanti porci e stramaledetti burocrati e politici.

[49] Una nuova. elegante strada per riprendersi pacificamente le province sottrattele, nonchè per "conquistare " tutto il mondo: basterebbe che la Germania, nel suo residuo territorio, creasse condizioni esemplari per i problemi sociali; allora, copiandola, ogni paese verrà, con ciò ed alla lunga, sicuramente ad inserirsi nell’impero tedesco!

[50] N.d.t.: testo tedesco equivoco e traduzione spagnola, di G.figlio in tilt: infatti secondo me queste ironiche considerazioni (sino al comma 2.0.7.11.3) possono essere riferite solo alla situazione presente, perchè, dopo l’introduzione di liberterra, non ci sarebbe più alcun interesse a speculare, non potendosi raccogliere i frutti; pertanto il solo comma 2.0.7.11.3. rappresenta la situazione post riforma e passo a tradurre il resto usando tempi verbali, avverbi ed integrazioni che fissino questa interpretazione, prendendomene la responsabilità

[51] Si confronti, ad esempio,: “Così il tiranno assoggetta gli uni servendosi degli altri, venendo cioè difeso da uomini che – se valessero qualcosa - invece dovrebbero combatterlo…..ma, come dice il proverbio, ‘per spaccar legna non c’è niente di meglio di cunei dello stesso legno!’….. Guardate i suoi difensori, le sue guardie, i suoi alabardieri!……tutte le volte che questi diseredati da Dio vengono maltrattati, son lieti di sopportar ciò pur di potersi rifare – non già su chi fa loro male – ma su altri che, come loro, dovranno subire senza possibilità di reazione.” Con (Zarathustra,2 ‘Von der selbst Überwindung’“Dass dem Stärkeren diene das Schwächere, dazu überredet es sein Wille, der über noch Schwächeres Herr sein will: dieser Lust allein mag es nicht ertraten. Und wie das Kleinere sich dem Grösseren hingibt, dass es Lust und Macht am Kleinsten habe: also gibt sich auch das Grösste noch hin und setzt - um der Machtwillen – das Leben dran. Das ist die Hingebung des Grössten, dass es Wagnis ist und Gefahr, und um den Tod ein Würfelspielen” = ‘DELLA PADRONANZA DI SÉ’. Poiché nessuno se la sente di rinunciare alla voluttà di – a sua volta - spadroneggiare sul più debole, ciò lo spinge ad accettare di soggiacere al più forte. Così il Piccolo si sottomette al Grande per il desiderio di poi trastullarsi col Minimo e dominarlo: e successivamente, sempre per lo stesso principio, anche il Massimo dovrà sottomettersi, anche se potrà farlo solo accettando di rischiare la sua propria vita: perché, per lui, il sacrificio sarà rappresentato dalla temerità, dal pericolo e da una continua sfida con la morte.”; e, per quanto riguarda Rousseau, si confronti “La libertà sembra il solo bene che gli uomini non desiderino, visto che, se lo desiderassero, la otterrebbero subito: si direbbe quasi che rifiutino questa preziosa conquista, ritenendola troppo facile.” con lo sconsolato, rousseauniano “Bisogna costringere gli uomini ad essere liberi!

[52] Gli stessi concetti sono stati mutuati anche da M. Luther King: “Ai nostri più feroci avversari diciamo: alla vostra capacità d’ infliggere sofferenza opporremo la nostra capacità di sopportarla ; alla vostra forza fisica risponderemo con quella nostra morale. Fate di noi quello che volete, noi continueremo ad amarvi. Ma, in coscienza, non possiamo obbedire alle vostre leggi ingiuste, perchè la non-collaborazione con il male è un obbligo morale, come la collaborazione con il bene.”

[53] sanscrito = ‘grande anima’

[54] s’allude al libro III dei Re, commi 3.16-28; per la comprensione: due puttane abitanti nella stessa casa ed entrambe madri a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, poiché uno dei due neonati era morto, si litigavano il superstite, entrambe riconoscendolo per proprio; Salomone, non potendo evidentemente sapere quale fosse la madre reale, ordinò – se erano d’accordo - di tagliare in due il neonato e dare un troncone ad ognuna delle querelanti; la falsa madre si disse d’accordo, mentre la vera, a questo punto, preferì che il bambino restasse vivo sotto la potestà altrui al farlo uccidere e, pur conscia di andar incontro a punizione, preferì dichiararsi falsaria e spergiura: ovviamente il gran saggio attribuì a lei il bambino, facendo punire la falsa madre.

[55] Dovendo prendere il treno di gran corsa, Samuele si dimentica di prendere il necessaire per la toilette. Durante il pomeriggio, nel campeggio fà amicizia con la simpatica coppia di una tenda vicina e la mattina seguente si ritrova ai gabinetti con il maschio che si sta lavando. "Scusa - gli dice - ho dimenticato il necessaire per la toilette: ti spiace passarmi la saponetta?" "No certo!" Samuele si lava e poi chiede l’asciugamano?" Samuele s’asciuga e poi incomincia a guardarsi allo specchio: "Se mi presti il rasoio potrei farmi la barba!" Il vicino glielo allunga: "Prendi pure, ed anche la crema, tanto io ho finito!" "Sì, ma dammi un’altra lametta, sai......con l’Aids non si può mai sapere!" Samuele si rade, poi chiede: "Dove hai messo il pettine?" Il vicino incomincia a scocciarsi, ma glielo porge. "Certo - dice Samuele - dovresti tenerlo più pulito, ma non fà nulla!" Lo pulisce e si pettina, poi glielo restituisce sporco. "Adesso mi serve il dopobarba, il dentifricio, poi ho visto che hai nel necessaire uno spazzolino nuovo, grazie!" Meccanicamente il vicino gli passa tutto, come inebetito, e desideroso di vedere fin dove Samuele intende arrivare. Lavatisi e rinfrescatisi i due uomini si dirigono verso le loro tende, conversando di calcio. "Sai - dice però Samuele, ad un certo punto - quando rientro in camera dal bagno, generalmente mi piace fare una sveltina, ma la mia ragazza non c’è: ti dispiace fumarti una sigaretta fuori della tua tenda, mentre mi faccio tua moglie.........?" Ma il vicino lo schiaffeggia urlando: "C’è un limite a tutto: buono sì, ma fesso no!" Costretto ad allontanarsi con un occhio nero, Samuele allontanandosi non manca d’urlarsi dietro: "Razzista, antisemita!"

Insomma è indubbio che gli Ebrei, dopo esser stati troppo e troppo a lungo crudelmente perseguitati, adesso soffrono di una vera e propria mania di persecuzione che talvolta li spinge a dar dell’antisemita anche a loro grandi estimatori e sinceri amici - come Gandhi, o come, nel mio piccolo il sottoscritto, assolutamente non antisemita anche se antisionista - solo perchè ci rifiutiamo d’ammettere che l’aver subito il nazismo e la Scioà li autorizzi ora ad infliggere il sionismo agli Arabi! Ma quando mai due errori hanno fatto una cosa giusta! Tuttavia, dai tempi di Gandhi, tant’acqua è passata sotto i ponti ed il diritto di qualunque Stato tutela il possesso e l’'uti domino’(*) anche se illecitamente ottenuto: dopo oltre cinquant’anni di Stato d’Israele e tanto, TROPPO sangue versato, son semplicemente ASSURDE le attuali pretese, del Presidente Iraniano, di farlo sparire dalla carta geografica; così io – poiché (per dirla con Herbert Pagani) “Israele è l’ unico paese al mondo dove sporco ebreo significa solo un ebreo che non si lava” e con la certezza che l’umanità sarebbe gravemente menomata da una scomparsa della geniale razza ebraica - ho partecipato (e tornerò a partecipare) a qualunque manifestazione in difesa degli Ebrei (ma non d’Israele); nonchè però anche ad ogni manifestazione per la difesa e tutela dei Palestinesi arabi (ma non di una ipotetica Repubblica Palestinese, tanto, a mio giudizio, tutti gli stati devono sparire!): la Palestina geografica è, infatti, talmente grande da poter ospitare entrambi, senza che nessuno dei due debba morire per uccidere l’altro!! E finisco ancora con il sublime Herbert Pagani: “.....Dio al quale non credo, al quale credo, al quale faccio tanta fatica a credere, se è vero che un giorno fermasti il sole, ferma per un istante la moviola dei secoli; congela a mezz'aria pietre, pallottole e bastoni! Ed ora tendi la mano, Israele, anche se non ci sia ancora nessuno pronto a stringerla, e quantomeno chiama il mondo a testimone di questa mano stesa. Così finalmente si saprà chi sei: non la punta della freccia occidentale, piantata nel cuore del mondo arabo, ma solo e semplicemente la punta di diamante del medio oriente nel mondo. Shalom, salam!” (*) latino = 'l’aver fatto da padrone'; con netta distinzione dal 'diritto di conquista’(tipicamente militare) nel diritto civile italiano (mutuato dal romano, ma anche nel diritto di praticamente tutte le altre nazioni civili) il possesso, unito all’'uti domino', ventennale portano all’'usucapione', cioè all’acquisizione del suolo per decreto giurisdizionale, anche in assenza del consenso del reale proprietario di detto suolo.

[56] Osho Raijnesh, altro mio grande maestro, sosteneva nel suo 'Socrates poisoned again’(*) che, religiosamente parlando, Gandhi fosse solo per 1% hindu, per il 9% giainista e per l’altro 90% decisamente cristiano (comunque non 'paolista'), tanto che per tre volte nella sua vita sarebbe stato sul punto di ufficializzare la sua conversione; che non fosse per niente non-violento, come dimostrerebbe la sua vera e propria persecuzione contro il figlio Haridas Gandhi (poi divenuto Abdullah Gandhi dopo la sua conversione all’Islamismo), che - per tale conversione, oltre che per essere voluto andare all’Università, contro il parere del padre, - contro le consuetudini hindu, si vide privare dell’onore di dar fuoco alla di lui pira funebre: decisioni gravi per un illuminato, per cui - come per tutti gli illuminati - le religioni devono essere - come le mamme - tutte equivalenti tra di loro ed ognuno deve poter amare la sua ma senza poterne affermare la superiorità. Secondo Raijnesh Gandhi era insomma un politico così intelligente ed infernalmente abile d’aver compreso che, per gli Indiani, il satyagraha era talmente l’unica possibilità vincente, contro l’immenso Impero britannico, da deciderlo a farglielo applicare pur essendogli tutt’altro che innato, come avrebbe dimostrato il successivo conflitto hindu-pakistano. A L. Fischer che lo intervistava, Gandhi disse che subito dopo l’indipendenza "....getterò le armi in mare, chiuderò le loro fabbriche, scioglierò gli eserciti, ordinando a tutti i soldati di tornare a coltivare i campi. Questa nazione sarà non-violenta." Ma non fu così!. (*) inglese = 'Socrate nuovamente avvelenato'

[57] Dopo a):l’accordo Sikes-Picot (1916); b) la dichiarazione di Balfour (1917) sull’opportunità di consentir ivi l’immigrazione ebraica; c) la vittoria sui Turchi ed il trattato di Sevres (1920) assegnante la Palestina alla egemonia inglese; la provocatoria dichiarazione di Eder (1921) "Ci sarà una sola nazione in Palestina e questa sarà ebraica; in essa non vi sarà uguaglianza fra Arabi ed Ebrei, ma vi sarà prevalenza ebraica non appena i numeri demografici ce lo consentiranno"; nel 1922 la Società delle Nazioni dette all’Inghilterra il 'Mandato’sulla Palestina (in un certo senso un Protettorato per l’evoluzione socio-economica del paese) e quest’ultima istituì subito la Jewish Agency, ufficialmente appunto per promuovere l’economia, ufficiosamente per preparare lo spossessamento degli Arabi, anche se poi bisogna effettivamente riconoscere che gli Ebrei hanno saputo trasformare il deserto in un giardino, grazie però anche al lavoro per gran parte arabo e ad una disponibilità di capitale veramente illimitata. Tuttavia gli Inglesi non tardarono a rendersi conto della pericolosità della politica filo-ebraica che avevano praticato, in quanto essa aveva generato negli Arabi una profonda simpatia filo-hitleriana, che avrebbe potuto assicurare petrolio ad Hitler E’anche possibile che fosse dovuto a pressione inglese il tentativo di Stalin, in quel periodo, di avviare la creazione di una repubblica ebraica, con lingua ufficiale lo yiddish, ai confini con la Cina: si sarebbe chiamato Birobigian. Conseguentemente gli Inglesi, sempre molto attenti alla politica estera e desiderosi di non sospingere gli Arabi verso i Tedeschi, fecero macchina indietro, impedendo l’arrivo in Palestina di altri profughi ebraici, talvolta anche con sistemi veramente disumani, come nel caso della nave Exodus: nel periodo sino alla guerra del 1948, avrebbero duramente pagato questa loro consapevolizzazione del problema, venendo duramente colpiti, dalle organizzazioni paramilitari sioniste, con attentati terroristici, in cui rimase ucciso anche il diplomatico ONU Folke BERNADOTTE, inviato come paciere). Poi la guerra del 1948 instaurò nella zona, un netto predominio politico-militare israeliano.

[58] storico-politica

[59] eventuale, cioè preventiva e fatta dagli anglo-americani, perchè quella del settembre 1939 fu scatenata dai nazisti.

[60] letteralmente 'Forza della Veritá’o 'Forza dell'Anima', ma generalmente erroneamente tradotto 'non-violenza’(che è invece ahimsa), ma generalmente è preferibile non tradurlo per l’ambiguità dei suoi significati.

[61] Come si può contestare la verità di simili parole!!

[62] Sempre dall’intervista a Fischer di cui alla nota 47: "(......) Se (N.d.t.: i Mussulmani, ora Pakistani) c’invaderanno saranno i benvenuti e diremo loro che possono senz’altro insediarsi qui. Nessuno è venuto al mondo per vivere eternamente e questo pianeta è una terra comune. Se non vorranno più restare nel loro paese, potranno vivere qui con noi.........". E’interessante notare come collimino perfettamente le idee di Gandhi con quelle che Gesell aveva formulato trent’anni prima e che Gandhi non menziona mai, ma non è escluso che l’abbia letto o perlomeno ne avrà sentito parlare dal suo amico Chandra BOSE (vedi nota 29 al comma 0.1.1.3.3.)

[63] Gandhi ha, almeno parzialmente, ragione e la Bibbia è piena di stermini, tipo ‘Endlosung’(*) da quello proditorio dei Sichemiti (Genesi 34) che pure li avevano accolti amichevolmente e si erano pure circoncisi, alla strage dei Madianiti (Numeri 31) con quel nazista di Mosè che dice “Cur foeminas reservastis?…….ergo cunctus interficite quidquid est generis masculini, etiam parvulos et mulieres quae noverunt viros in coitu, jugulate” (Perché avete risparmiato le donne?…..dunque eliminate chiunque sia di sesso maschile, anche i neonati, nonché sgozzate le donne che già siano state scopate) così furono risparmiate solo 32.000 vergini, alla strage degli Efratei e degli Amaleciti ecc.ra; perfino il profeta Samuele uccide con le sue stesse mani l’atterrito re Achab, anche se forse questo fu un assassinio rituale! Tuttavia, dai tempi antichi e sino allo Stato d’Israele, il loro comportamento era effettivamente cambiato, anche se il fatto che quel passato, di pulizia etnica, sia poi così improvvisamente riciccciato, fà quantomeno venire il legittimo sospetto che la precedente rinunzia alla violenza potesse più esser dovuta a mancanza di forza che non a sua volontaria e definitiva rinuncia. (*) tedesco = ‘soluzione finale’, termine tristemente famoso perché usato per camuffare il massacro nazista degli Ebrei.

[64] Il vero satyagraha prevede un tale amore verso l’oppressore da neanche pensare di fare qualcosa a suo danno.

[65] In tedesco anche nel testo inglese, = 'Signore’