1.7. Il concetto di terra libera del terzo grado e considerazioni su di essa e sui due tipi di coltura.[1]

 

SINTESI: 1.7.1.i: Alcuni nuovi concetti e definizioni; 1.7.2.i: attuali forme di mimetizzazione di terra libera del terzo grado; 1.7.3.i: considerazioni su liberterra3 e sulle agricolture estensiva ed intensiva

 

1.7.1.                   ALCUNI NUOVI CONCETTI E DEFINIZIONI

 

1.7.1.1.                    Definiamo coltura ESTENSIVA, o con risparmio di mano d’opera, qualunque conduzione che possa essere svolta integralmente dai cosiddetti 'fattutto',

1.7.1.1.1.              generalmente già disponibili in azienda, e, per lo più, caratterizzata dalle seguenti operazioni:

1.7.1.1.2.              caccia, ridotto allevamento di bestiame, rotazione triennale delle colture, pascolo, cioè il tipo d’agricoltura che al giorno d’oggi[2] va per la maggiore.

1.7.1.2.                    Definiamo coltura INTENSIVA o con risparmio di terra, qualunque conduzione che, applicata su larga scala generalmente comporta sia una massiccia necessità di mano d’opera specializzata sia una produzione ad ettaro maggiore della precedente.

1.7.1.2.1.              Esse son comunque concetti estremamente relativi, perchè, di fronte alla caccia, la pastorizia già presenterebbe qualche caratteristica d’intensività e, di massima, per le superfici conferitele, potrà e dovrà offrire rendita maggiore rispetto alla riserva di caccia.

1.7.1.3.                    Vi è inoltre una fondamentale legge della fisica-chimica - sostenente che possono avvenire spontaneamente solo le trasformazioni (nella chimica reazioni) in grado di produrre (o cedere) energia;

1.7.1.3.1.              tutte le altre devono invece essere pilotate ed alimentate ed essa è adattabile, all’economia, nella forma assiomatica che 'avviene spontaneamente solo ciò che conviene'.

1.7.1.4.                    Infine, volendo compilare un grafico statistico della produttività (in ordinate) di un appezzamento di terreno al variare della manod’opera (in ascisse) impiegataci sopra,

1.7.1.4.1.              vedremmo che il gradiente (cioè l’incremento, marginale od infinitesimo, della produttività) ha un andamento direttamente proporzionale (cioè lineare) solo per basse cifre della manod’opera,

1.7.1.4.2.              con invece tendenza a diminuire, sempre più fortemente,al loro crescere, fino a diventare addirittura infinitesimo per le cifre molto grandi: i matematici chiamano un simile andamento 'logaritmico'.

1.7.1.5.                    Se ora invece tracciamo il grafico del ‘reddito (in ordinate) per addetto ( in ascisse)’, che quello stesso appezzamento di terra può offrire, vedremmo che inizialmente esso ha – nuovamente e praticamente - un andamento lineare,

1.7.1.5.1.              ma solo fino a rapidamente (cioè per valori di manod’opera bassi) raggiungere un massimo, dopo cui incomincia a decrescere sempre più rapidamente, prendendo la caratteristica forma ‘a campana’che i matematici chiamano gaussiana.

1.7.1.5.2.              Ne consegue che – esclusa la redditualità massima (ottenibile con uno ed un sol valore di addetti), tutti gli altri valori di redditualità sono ottenibili con due diversi di essi,

1.7.1.5.3.               ma – dal punto di vista del datore di lavoro – non c’è assolutamente vantaggio ad aumentare, il numero d’addetti, oltre quello che offre il massimo:

1.7.1.5.4.              tutti i successivi, infatti, apporterebbero sì un aumento di produzione al PIL, ma un vantaggio solo nazionale e non personale,

1.7.1.5.5.              ed a parità di reddito conviene certo ottenerlo con il minor numero di addetti, dato che poca brigata = vita beata.

1.7.1.6.                    Possiamo inoltre ragionevolmente supporre:

1.7.1.6.1.              che l’utilizzazione delle terre sia inizialmente avvenuta procedendo dai fondo valle, più produttivi perché pianeggianti e prossimi all’acqua,

1.7.1.6.2.              che solo successivamente le aumentate necessità alimentari abbiano comportato la messa a cultura di fondi sempre più problematici,

1.7.1.6.3.              la cui minore produttività già offriva la possibilità di pagare una rendita per l’ottenimento di uno degli appezzamenti più avvantaggiati;

1.7.1.6.4.              che man mano che le necessità alimentari rendevano necessario estendere le colture dai grassi ed umidi fondi valle ai fianchi collinari, sempre più secchi e pietrosi, fino alle cime,

1.7.1.6.5.              sia aumentata continuamente la possibilità di prelevare rendita per lo scopo indicato, mentre la diminuzione demografica e/o i bassi costi di trasporto – comportando di fatto l’abbandono dei suoli più problematici e meno produttivi – la comprime,

1.7.1.6.6.              in particolare ottiene cià la diminuzione dei costi di trasporto consentendo d’utilizzare terreni di nuovo estremamente produttivi anche se allo sprofondo.

1.7.1.7.                    E finchè non avremo ben chiari questi concetti non potremo mai capire lo stretto (ma sorprendente) rapporto, che intercorre, ad esempio, tra capitalismo e Bin Laden,

1.7.1.8.                    che – pur ufficialmente affermando d’aver a cuore solo l’Islamismo (e chi potrebbe criticarlo per questo?!) – pretendendo di far caramente pagare all’Occidente il petrolio arabo,

1.7.1.8.1.              poi si rivela di fatto un prezioso alleato di quel capitalismo e del Satana americano che – altrettanto ufficialmente - pretenderebbe di star combattendo!!

 

1.7.2.                                                 ATTUALI FORME DI MIMETIZZAZIONE DI TERRA LIBERA DEL TERZO GRADO

 

1.7.2.1.                    Ma la terra libera - con cui noi maggiormente dovremo fare i conti, nel prossimo futuro, è la terra libera del terzo grado (liberterra3).

1.7.2.1.1.              Il suo concetto è però di natura sottile e non immediatamente intuitivo, come quelle finora descritte, per cui preferiamo inizialmente evidenziarne l’esistenza con alcune esemplificazioni.

1.7.2.1.1.1.         Esempio 1: L’attuale regolamento edilizio di Berlino lascia costruire al massimo quattro piani; consentendone solo due, ovviamente le abitazioni - di un ugual numero d’abitanti - verrebbero ad occupare il doppio del suolo attuale:

1.7.2.1.1.1.1.      (quella superficie, RISPARMIATA grazie al terzo e quarto piano, è quindi tuttora terra libera.)

1.7.2.1.1.1.2.      Invece, se a Berlino si avesse avuto il buon senso d’applicare il regolamento edilizio americano - anche solo con 40 piani in luogo di 4 – certamente sarebbe bastata la decima parte dell’attuale superficie.[3]

1.7.2.1.1.1.3.      (Ed il sovrappiù potrebbe allora essere concesso in locazione ad un qualunque coltivatore diretto, a costi tipo campo di patate.)

1.7.2.1.1.1.4.      Perciò la 'terra liberabile’da una sana urbanistica è tutta quella che va dal quarto piano fino a grattare-il-cielo, quindi ESTREMAMENTE PRESENTE - ed in quantità elevatissima - dentro ogni grande città tedesca [4].

1.7.2.1.1.2.         Esempio 2: Nella Repubblica "BIOLOGICA"[5] è stato vietato per legge l’impiego di qualunque fertilizzante artificiale, ufficialmente per motivi ecologici e igienici, ma ufficiosamente, perchè l’aumento della produzione di cereali ne avrebbe fatto crollare il prezzo [6]:

1.7.2.1.1.2.1.      i signori del territorio credono, che, per loro, il poco-e-caro sia più conveniente del molto-e-conveniente.

1.7.2.1.1.2.2.      La concomitanza di questo divieto (comportante raccolto ridotto) con la servitù della gleba (proibizione dell’emigrazione), creando un elevato fabbisogno alimentare e conseguentemente elevati margini di guadagno,

1.7.2.1.1.2.3.      ha costretto, in Biologica, a mettere in produzione tutto il sodo, palude e/o brughiera che fosse.

1.7.2.1.1.2.4.      Tuttavia il popolo è ancora sottoalimentato e reclama la immediata e completa abolizione di ambedue i divieti, ragionevolmente aspettandosi, dall’abolizione del primo,

1.7.2.1.1.2.5.      che - come è avvenuto in Germania - i profitti del suolo siano triplicati grazie all’uso dei fertilizzanti artificiali.

1.7.2.1.1.2.6.      Quali ne saranno però le conseguenze per rendita e salari? Saranno esse forse analoghe a quelle dell’esempio precedente?

1.7.2.1.1.2.7.      Con i fertilizzanti artificiali, in Biologica la stessa superficie coltivata fornirebbe improvvisamente il triplo del raccolto, quindi notevolmente eccessivo rispetto al fabbisogno della popolazione.

1.7.2.1.1.2.8.      La conseguente caduta dei prezzi indurrebbe a ragionevolmente abbandonare la coltivazione di due ettari ogni tre: sia parzialmente lasciando anche terra buona a maggese e facendola riposare, con profitto per esigenze future;

1.7.2.1.1.2.9.      ma soprattutto improvvisamente restituendo a terra libera tutti i terreni meno favoriti e che solo la necessità ed gli alti prezzi delle derrate avevano fatti mettere a coltura:

1.7.2.1.1.2.10.  nella nuova situazione, invece nessun essere ragionevole si farebbe avanti per lavorarli e dovrebbero essere lasciati come riserva di caccia (comunque, anche in tal caso offrendo un certo profitto).

 

1.7.3.           CONSIDERAZIONI SU LIBERTERRA3 E SUI DUE SISTEMI DI CONDUZIONE AGRICOLA

 

1.7.3.1.                    I precedenti esempi, anche se derivanti da considerazioni di edilizia ed agricoltura, ci mostrano non solo come sia effettivamente possibile reperire estensioni di liberterra3,

1.7.3.1.1.              ma anche come questa potrebbe essere continuamente incrementata da nuove scoperte e modifiche del sistema di vita,

1.7.3.1.2.              perché a quel pastore a cui, precedentemente, per mantenere la sua famiglia servivano cento ettari di terra, come agricoltore ne ebbe poi bisogno solo di 10, e come orticultore ne avrà bisogno d’ancor meno.

1.7.3.1.3.               E dato che, in realtà ed attualmente, la superficie, coltivata in Europa, lo è ancora in modo prevalentemente estensivo, ed in più la stessa densità di popolazione, in Germania, non è particolarmente elevata,

1.7.3.1.4.              qualora si passasse alla coltivazione intensiva, una buona metà della superficie attualmente coltivata dovrebbe esser lasciata a maggese, per l’indisponibilità sia di collocamento del maggior prodotto agricolo che di manod’opera per coltivarla.

1.7.3.2.                    Ed accettando la contrazione di reddito, ottenibile da un agricoltura intensiva, rispetto a quelli di caccia, pastorizi, o altri d’agricoltura estensiva,

1.7.3.2.1.              si potrebbe considerare la quasi totalità dell’attuale terreno agricolo come terra libera: se gli Americani hanno tutte quelle aree, sgombrategli da un’edilizia che cavalca le nuvole,

1.7.3.2.2.              non si vede perchè similmente noi non dovremmo guardare anche a gran parte della Germania come a liberterra3.

1.7.3.3.                    A questo punto una domanda è d’obbligo: perchè questo passaggio, all’agricoltura intensiva, non avviene immediatamente e spontaneamente?

1.7.3.3.1.              Perchè l’esperienza dimostra che la conduzione estensiva dà un più alto provento AZIENDALE (poi divisibile tra salari e rendita),

1.7.3.3.1.1.         mentre quella intensiva dà un più alto provento NAZIONALE, massificando il prodotto per unità di superficie e quindi il PIL (prodotto interno lordo), ma inevitabilmente contraendo la rendita personale.

1.7.3.3.2.              Infatti un 'proprietario conduttore d’azienda'- che quindi potesse scegliere l’uno o l’altro tipo a suo insindacabile giudizio - potrebbe farlo senza o con assunzione di nuova manod’opera, con i seguenti risultati:

1.7.3.3.2.1.         concentrando la manod’opera, già esistente per la conduzione estensiva dell’azienda, su un minor numero di ettari; ma abbiamo visto che, alla resa dei conti, l’abbandono degli altri a maggese comporterebbe una perdita di proventi maggiore dell’incremento di produzione ottenuto sull’altra parte;

1.7.3.3.2.2.         assumendo nuova manod’opera, ma questo maggior fabbisogno comporterebbe inevitabilmente una lievitazione salariale, ovviamente da corrispondere anche in favore dei vecchi dipendenti, con risultato similmente negativo.

1.7.3.3.3.              Per questo abbiamo visto, ai commi 1.3.i, come ai fini della rendita agraria sia determinante la conduzione ESTENSIVA del suolo 'colonico’(quindi su liberterra1) e nazionale;

1.7.3.3.3.1.         ed ai commi 1.4.i. come le spese di trasporto, abbattendo il reddito colonico, indirettamente incrementino la rendita e deprimano il potere contrattuale della classe operaia;

1.7.3.3.3.2.         invece, certi aspetti d’una politica agraria di promozione di liberterra3, con passaggio alla produzione intensiva, creando un’incremento di produzione agraria - non più colonica ma 'metropolitana', e quindi a spese di trasporto tendenti a zero -

1.7.3.3.3.3.         sembrerebbe apportare un’indiscutibile evoluzione favorevole del sistema, deprimendo la rendita e rafforzando il potere contrattuale della classe operaia.

1.7.3.3.3.4.         Ma che il proprietario diminuisca i suoi redditi, per avere il privilegio e l’onore d’ingrandire il PIL..... ma via, questa è veramente fantascienza!:

1.7.3.3.3.5.         alla fin fine, per qualunque proprietario terriero, sarà preferibile guadagnar poco su molti ettari che non parecchio (ma comunque sempre meno del caso precedente) su pochi,

1.7.3.3.3.6.         perciò è impensabile che, autolesionisticamente, egli promuova una rivoluzione aziendale per apportar sì un vantaggio nazionale ma non certo personale!

1.7.3.3.4.              Invece, una simile politica potrebbe essere davvero attuata da un’Unione Mondiale - o quantomeno da un intiero Pubblico potere - non solo uniproprietario terriero,

1.7.3.3.4.1.         ma anche l’unico che, per le conseguenze sociali, avrebbe tutto da guadagnare e nulla da perdere da un aumento sia del PIL che del benessere nazionale, ambedue apportanti una maggiore capacità contributiva dei cittadini.

1.7.3.3.4.2.         (E, finchè non avremo letto e digerito i commi 1.8.4.i questo già sembrerebbe un primo ed eccellente motivo pro nazionalizzazione dei suoli;

1.7.3.3.4.3.         ma, in realtà, anche dopo di essa, le succitate leggi economiche - che hanno lo stesso strapotere ed importanza delle leggi fisiche – s’imporranno al nuovo uniproprietario non meno di quanto non si fossero imposte ai numerosi vecchi,

1.7.3.3.4.4.         perchè lo scopo dell’agricoltura sarà pur sempre quello di produrre il fabbisogno alimentare al minor costo possibile.

1.7.3.3.4.5.         Infatti, tenuto conto che il prodotto agricolo è, quasi sempre, drammaticamente deperibile, produrre il superfluo sarebbe non solo uno spreco di risorse,

1.7.3.3.4.6.         ma anche - attraverso un parallellismo con la legge di Say[7]- un sicuro indiretto stimolo all’aumento numerico della popolazione, che inevitabilmente seguirebbe ad una maggiore disponibilità di cibarie: e c’è forte motivo di dubitare che, per l’umanità, ciò sia opportuno ed auspicabile.

1.7.3.4.                    Allora, agricoltura estensiva od intensiva?.... questo è un problema, dipendente da così tanti parametri e talmente amletico che non certo i ministri in carica, ma soltanto Mandrake il Mago avrebbe qualche probabilità d’azzeccarlo;

1.7.3.4.1.              come sempre, in questi casi, noi comuni mortali di buon senso, consci di tutta la nostra fallibilità ed umana limitazione, faremo allora meglio ad estraniarcene, delegando alla legge dell’equilibrio mobile il compito di risolverlo e regolarlo.

1.7.3.4.2.              Perché, in ogni caso, il ritardo, da essa provocato, nel raggiungimento della nuova condizione di equilibrio sarà pur sempre meno nocivo di un più che probabile errore umano di programmazione.



[1] N.d.t.: con riferimento ai commi 0.1.5.i., ricordo che NWO. è andata formandosi per stratificazioni successive ed inserimento (non sempre coordinati al meglio) di praticamente tutte le opere di G., morto mentre stava assestandola, e quindi perfettamente conscio della necessità di una sua riorganizzazione. Non solo il presente, ma soprattutto il capitolo 1.8. evidenziava gravi carenze, nonchè il semplice accostamento di quattro successive stesure, e la strutturazione, da me operata, evidenziava tutto ciò al massimo, disturbando con la sua mancanza di consequenzialità. Inoltre le attuali conoscenze agrarie italiane-medie sono enormemente inferiori a quelle possedute un secolo fa, quando il 95% della popolazione era ancora ruspante, e non avrebbe certo avuto bisogno di questo pistolotto rimaneggiato, spostando parecchi commi, sia integrandolo notevolment (parti in corsivo)e. Ho, per brevità, anche unificato i due esempi del capitolo 1.8, riraccontando in forma più semplice. Con ciò, oltre al pieno assenso di G., ritengo di aver anche meritato quello della chiarezza.

[2] N.d.t.: non solo all’inizio del 20° secolo (epoca in cui scrive G.) ma anche del 21° (epoca della traduzione.)

[3] N.d.t.: pur avendo largamente ragione, G. semplifica eccessivamente, perchè una buona urbanizzazione richiede la valutazione di veramente molti parametri, spesso addirittura contrastanti, tant’è vero che non tutta l’America è fatta da grattacieli (anzi sono assai più numerose le abitazioni unifamiliari anche di soli due piani), mentre uno dei motivi particolari della loro costruzione a Manathan è la presenza, in fondazione di solidissimo granito in grado di sopportare un carico anche di dieci kg.a cmq.).

[4] N.d.t.: solo la caduta di certi pregiudizi marxisti consentirà finalmente, in Italia, un urbanistica sensata!! E mi spiego: nell’immediato dopoguerra la lottizzazione ha comportato l’abbandono, a marxisti-integralisti, delle cattedre e delle posizioni chiave di Diritto e di Architettura, in cambio di quelle Economiche e Bancarie ai demoNcristiani. Ora, se l’errore anche di un giudice ha sicuramente un costo elevato (tolto il caso del penale, fortunatamente più limitato e solo economico), non ci si è resi mai esattamente conto delle terribili conseguenze dell’errore architettonico, che, oltre alla rilevanza (del costo), ha anche quello della continuità e della durata, quasi sempre ultrasecolare. Ora, a consentire la realizzazione di notevole cubatura, un architetto, marxista-integralista, si sente complice di speculazione sulle aree fabbricabili, per cui esige volumetria minima e possibilmente nulla. Che poi in una città a cubatura verticalizzata e quindi con molti più spazi verdi, parcheggi, impianti sportivi, meno sviluppo di strade (e quindi sia meno distanze da percorrere che meno traffico) la gente vivrebbe molto meglio, la sua testa di cappero non riesce nemmeno ad immaginarlo (altrimenti sarebbe stato socialista-revisionista o anarco-socialista!); l’importante era di non dare spazio alla speculazione edilizia ALTRUI, ma in compenso lasciarne abbondante di propria. Infatti ricordo al lettore che, per contrastare nel 2001 l’ascesa di Berlusconi e le sue enormi disponibilità economiche, l’unico ad averne forse non altrettante - ma evidentemente almeno il necessario a tentare - era quell’ex Sindaco di Roma, che - per mera combinazione!!!- aveva recentemente varato un Nuovo Piano cosiddetto 'Regolatore', quello, cosiddetto, 'delle Certezze'!! Al di fuori dei terreni su cui avevano messe le mani certi personaggi (a cui fu così consentita una speculazione IMMANE e che poi sostennero economicamente la sua candidatura), tutto il resto del territorio fu vincolato a parco: il risultato fu fare schizzare l’incidenza a mq. del suolo dagli iniziali 350 € a mq.,circa ad oltre € 1.500 a mq., TRASCINANDO AD UN RIALZO INCREDIBILE, OLTRE IL RADDOPPIO TUTTI I VALORI IMMOBILIARI: se questa è una politica di sinistra, io mi mangio, ancora una volta, la mia bandiera rossa!! Insisto quindi sul concetto che dava fastidio solo la speculazione edilizia ALTRUI, non LA PROPRIA, altrimenti a salvare l’urbanistica italiana (e la successiva vivibilità delle città) sarebbe bastata una leggina - stavolta veramente socialista - grossomodo solo di tre soli articoli, e che il sottoscritto vanamente propose già in sede d’elaborazione del P.R. di Piccinato (1961-63): Art. 1) Su tutto il territorio della Repubblica si può costruire per destinazione residenziale, lo 0,03% mc/mq. e, per destinazione servizi lo 0,04 mc./mq. (nota: sono i parametri delle attuali zone E di P.R. ..... e diamoglielo, almeno questo zuccherino, ai proprietari immobiliari, che con tutte le tasse che hanno pagato se lo meritano!). Art. 2) Chi sia interessato a realizzare una maggiore cubatura potrà farlo - col consenso della Commissione Urbanistica Comunale,e nei limiti eventualmente stabiliti dal P.R. - acquistando dal Comune la maggior cubatura al prezzo stabilito, anno per anno, dalla Giunta Comunale. Art. 3) I relativi introiti di cui sopra dovranno essere utilizzati dal Comune per la buona urbanizzazione del territorio e la sua gestione ecologica. FINE. Era pertanto facilissimo lavorare per il meglio, ma non lo si è mai voluto, per la già esplicitata ragione che dava fastidio solo la speculazione edilizia altrui ma non la propria. Così eontinuo e continuerò sempre a dire che l’urbanistica è una cosa troppo importante per lasciarla fare sia dai marxisti, che da altri imebecilli politici o politicizzati.

[5] N.d..t.: traduco impropriamente così l’aggettivo 'Agraria', in latino (e G. non conosceva l’ italiano) nel testo tedesco.

[6] N.d.t.: dopo aver bacchettato i folli urbanisti marxisti-integralisti, stavolta G., sempre profetico, passa ai 'no global’(ma chi realmente li paga e finanzia?...Forse Bin Laden e Saddam Hussein, ma non certo veri socialisti, nè tantomeno sensata gente di sinistra !!) e la loro assurda intolleranza per ricerca e sperimentazione sugli O.G.M. (organismi geneticamente modificati, come il fantastico 'risod'oro’che già da tempo avrebbe consentito di risolvere la fame nel mondo). Se fossi stato presente - e malgrado il suo aspetto ormai di sana e solida vecchiaia, ma non certo attraente - io avrei appassionatamente baciato ed abbracciato la compagna Emma BONINO, quando, in difesa di tutto ciò ha avuto il buon senso (dalla stampa definito 'sfacciataggine'!) di controbattere certo eccessivo conservatorismo, e la continua preferenza dei buoni e vecchi tempi andati, perchè allora la classe operaia - se non morta di fame - era secca, pelle ed ossa, come un’aringa affumicata, e la sua aspettativa di vita arrivava, al massimo, a quarant’anni; invece ora è pingue ed ha settant’anni di vita davanti: e se a tutto ciò non fosse corrisposta, nei figli, una proporzionale perdità della volontà e capacità produttiva dei loro padri, davvero sì che si sarebbe trattato di evoluzione!!!!

[7] N.d.t.: Jean-Baptiste (1767-1832); la sua legge empirica o 'degli sbocchi', o, ancora 'legge d’inversione della causa efficiente’sostiene che per la merce, se è vero come è vero, che la domanda provoca la produzione, sia altrettanto vero che 'la effettuata produzione poi provoca la domanda’......si pensi alla nostra imperante pubblicità! Circa un secolo dopo Keynes (1883-1946) nè avrebbe confermato matematicamente la sua validità sub condicione, cioè in casi particolari, ma non una validità assoluta.