1.11. Conseguenze della legislazione su rendita e salari.

 

SINTESI: 1.11.1.i.: i pasticci della legislazione economica tedesca; 1.11.2.i.: Ricaricabilita’ delle imposte fondiarie; 1.11.2.7.i.: Altri casi d’ imposta fondiaria con recupero mimetizzato; 1.11.3.i.: L’unico tipo d’ imposta fondiaria non ricaricabile; 1.11.4.i.: Un’ ipotesi di lavoro: abolizione del dazio sui cereali ed invece istituzione, per essi d’ un 'premio d’importazione'

 

1.11.1. I PASTICCI DELLA LEGISLAZIONE ECONOMICA

 

1.11.1.1.   In merito alla divisione della produzione, fra rendita e lavoro, gli interventi della legislazione sono innumerevoli e di grande portata;

1.11.1.2.   spesso si sente addirittura dire, che l’essenza della politica consiste in nient’altro che nel tentativo di manipolare salari e rendite, smantellando i loro disperati tentativi di difesa.

1.11.1.3.   Generalmente essa interviene emotivamente e per strade così contorte da non consentire di comprenderne subito le mete; (ma anche quando ci siate riusciti, meglio per Voi non darlo a vedere, e far finta di niente!)

1.11.1.4.   Infatti, ad una verifica pratica, - ed anche quando per esse ci si sia battuti con zelo e passionalità - non ci si preoccupa certo molto che le leggi raggiungano lo scopo prefisso:

1.11.1.5.   palesemente queste nozze, tra politica e scienza - anche ammesso che siano avvenute - evidentemente non devono esser state consumate,

1.11.1.6.   dato che spesso l’unico vero scopo dell’intervento legislativo consiste nell’impedire - od almeno ritardare – una soluzione scientifica del problema: chi non ha pensato ciò a fronte dei dazi?!

1.11.1.2.   “Essi proteggono e favoriscono l’agricoltura!” - dice chi se ne infila le conseguenze in tasca – mentre chi seralmente recita “dacci oggi il nostro pane quotidiano” li considera autentica rapina e si sentirà sempre vessato da qualunque speculazione sul pane.

1.11.1.2.1.             “Il dazio lo paga lo straniero!” - dicono i primi - ; a cui gli altri rispondono che non è vero, perchè, alla fin fine, il dazio finisce ricaricato sempre e soltanto sul consumatore.

1.11.1.2.2.             Così, da circa cinquant’anni, si blatera, sopra una questione tipicamente sociale, e non certo mimetizzata ma incredibilmente sciorinata davanti agli occhi di tutti, senza mai riuscire a prendere una decisione sensata:

1.11.1.2.3.             pertanto, dovendo dare un esempio a dimostrazione delle ripercussioni della legislazione sulla divisione del prodotto, quale migliore di questo!

1.11.1.2.4.             (…….anche se perfino un cretino sa perfettamente che - quando un commerciante ordina una balla di tabacco, gravato da 100 dm. di dazio -

1.11.1.2.5.             sa perfettamente che tale costo contribuirà a formare il prezzo d’acquisto, base per il conteggio del ricarico per interessi d’anticipato pagamento e costi commerciali, padre del prezzo di vendita;

1.11.1.2.6.             che, insomma, il dazio, diventerà un componente sostanziale dei costi commerciali e verrà registrato, nell’inventario dell’attivo, insieme alle spese d’acquisto e/o conseguenziali, di casse, sacchi e balle, tipo:

 

A T T I V O

VALORE

Dm.

100 Tonnellate di tabacco Giava.

200.000

Loro trasporto, imballaggi e dazio

50.000

T O T A L E

250.000

UTILE D’ ASPETTATIVA 10%

25.000

PREZZO DI VENDITA

275.000)

 

1.11.2.        RICARICABILITA’ DELLE IMPOSTE FONDIARIE [1]

1.11.2.1.   Anche se abbiamo visto poco sopra cosa succede con i dazi, tutti coloro, che li hanno perorati - costringendo a vararli - negavano che la stessa cosa sarebbe potuta succedere per l’imposta fondiaria:

1.11.2.1.1.             eppure, se ciò era puntualmente accaduto per ogni altra merce, perchè le cose sarebbero dovute procedere diversamente solo in quel caso particolare?

1.11.2.1.2.             Si dice che sia stato già più volte ed ampiamente dimostrato che in fin dei conti un’imposta fondiaria deve esser sopportata da chi, con la campagna, ci vive;

1.11.2.1.3.             che non tutti i proprietari terrieri sarebbero riusciti ad approfittare dell’ingenuita dei loro mezzadri od inquilini

1.11.2.1.4.             per ricaricare - sui canoni locativi o sulla spartizione - oltre alla quota da essi dovuta anche la propria, salvo un ulteriore plus per interessi e spese.

1.11.2.1.5.             Ma - così argomentano i benpensanti - dato che non spesso si verifica ciò, e per evitare a molti agricoltori almeno questi plus, questi indebiti agi personali –

1.11.2.1.6.             non sarebbe stato allora il caso di trasformare l’imposta fondiaria in un’imposta personale, o in un'imposta sui redditi da lavoro e/o sul reddito agricolo?!

1.11.2.2.   Per meglio poter affrontare questa questione, appare indispensabile preliminarmente rispondere ad una saggia domanda, avanzata da Ernst Frankfurth nel suo profondo opuscolo 'Il reddito non sudato'[2]:

1.11.2.2.1.             "Che fine fà il gettito dell’imposta fondiaria? Infatti, è completamente diverso se lo Stato impieghi tale notevole prelievo per costruire nuove strade attraverso i possedimenti dei proprietari terrieri,

1.11.2.2.2.             o per diminuire le rette scolastiche dei bambini del suo affittuario, o magari per pagare un premio all’importazione di cereali esteri.

1.11.2.2.3.             Non conoscendo ciò - così nota Ernst Frankfurth - non saremo mai in grado di comprendere chi, in definitiva, sia stato gravato dall’imposta fondiaria."

1.11.2.3.   Infatti ci son proprietari terrieri che non aspettano, che lo Stato, con i soldi delle tasse, costruisca loro quelle strade necessarie per la lottizzazione delle loro proprietà,

1.11.2.3.1.             costruendole essi stessi, con un notevole investimento di capitali, analogo al disboscamento od alla bonifica ecc.ra;

1.11.2.3.2.             ovviamente costoro s’aspettano, dall’utilità della strada, il recupero di interessi, oltre all’ammortamento del capitale investito.

1.11.2.3.3.             (Queste eccezioni confermano però la regola che sia lo Stato a costruirle - soprattutto quando le strade debbano attraversare i suoli di più proprietari con opposte intenzioni, rendendosi così necessarie espropriazioni, solo a lui possibili - salvo rivalersi poi, col contributo di miglioria, contro i proprietari che ne hanno beneficiato.)

1.11.2.4.   Ma con simile finalizzazione, l’imposta fondiaria diventa un investimento di capitale, da cui il proprietario ricaverà maggior reddito, fino a recuperare l’intiera somma.

1.11.2.4.1.             E finché le altre utilizzazioni dell’imposta siano di questo tipo, quando, cioè ad esempio, lo Stato percepisce un’imposta fondiaria per proteggere i confini,

1.11.2.4.2.             quando è come se il proprietario agrario pagasse un’assicurazione contro le incursioni dei selvaggi, cosacchi o pellerosa che siano,

1.11.2.4.3.             finché lo Stato utilizza il gettito dell’imposta fondiaria a favore dei proprietari agrari, sicuramente tale tassazione si comporterà da investimento di capitale, rappresentando la remunerazione per i servizi resi dallo Stato.

1.11.2.4.4.             E, risolvendosi in un attivo per il fondo, affittandolo il proprietario inevitabilmente ne otterrà un sovraprezzo, non solo idoneo ad ammortizzarle, ma magari anche a fornirgli un guadagno:

1.11.2.4.5.             perchè lo Stato infatti, che lavora bene ed a buon mercato, avrà certamente incaricato l’imprenditore edile, più onesto e capace, consentendogli di manifestare tutta questa sua superiorità.[3]

1.11.2.5.   Ma che succede, quando lo Stato tassa la proprietà per invece sgravare, col ricavato, l’inquilino o la classe operaia, ad esempio di spese scolastiche?

1.11.2.5.1.             Riuscirà nuovamente il proprietario ad avvantaggiarsi di una tale imposta, recuperandola come se fosse un suo costo da ammortizzare?

1.11.2.5.2.             Sembrerebbe di no ma può avvenire di sì e bisogna analizzare caso per caso, deducendo a posteriori: perchè, tanto per incominciare, il proprietario può sicuramente non aumentare i salari,

1.11.2.5.3.              (essendo stati questi indirettamente maggiorati dall’eliminazione di queste spese scolastiche.)

1.11.2.5.4.             Talché il padrone potrà dire: "E’vero che in caso contrario Lei ha sempre l’alternativa dell’emigrazione, ma si faccia prima bene i suoi conti,

1.11.2.5.5.             se con il salario percepito, la scuola gratuita per i Suoi bambini, e le altre facilitazioni sociali, non viene a campar meglio qui che non coltivando liberterra1 o 2 o 3: bisogna valutare prima di partire!"

1.11.2.5.6.             In ogni caso - anche se con un giro vizioso coinvolgente la proprietà - i profitti degli affittuari verrebbero così penalizzati rispetto a quelli degli operai,

1.11.2.5.7.             e ciò è irrazionale ed erroneo, perché bisogna lasciare che sia il profitto colonico su liberterra1 o 2 o 3 a determinare il profitto di lavoro sia di affittuari che dei salariati.

1.11.2.5.8.             Ugualmente, anche disponendo l’impiego del gettito dell’imposta fondiaria sotto forma d’una diminuzione di tasse scolastiche 'erga omnes'[4] e non solo a favore dei lavoratori della conduzione intensiva,

1.11.2.5.9.             solo sembrerebbe d’aver impedito al proprietario agrario il recupero di quell’imposta sull’affitto, invece avendolo messo in condizioni di dire all’affittuario: "Tra i vantaggi offertiLe dal mio podere, c’è pure la scuola gratuita per i Suoi bambini.

1.11.2.5.10.          Grasso terreno argilloso, clima salubre, bella vista sul lago, vicinanza del mercato, scuole gratuite; tutto sommato, Lei, come affitto annuo, mi ha da dare almeno 100 dm./ha.!"

1.11.2.5.11.          In conclusione e come si è potuto vedere - tutte le volte che l’impiego del gettito tributario sia a favore della conduzione estensiva

1.11.2.5.12.          (o quantomeno ANCHE in suo favore e non SOLO IN FAVORE DI LIBERTERRA3) - l’intiero importo dell’imposta fondiaria, di riffa o di raffa, finisce ricaricato sulla classe operaia.

 

1.11.3.        L’UNICO TIPO D’ IMPOSTA FONDIARIA NON RICARICABILE

1.11.3.1.   Ma se, invece ed in una forma qualsiasi, l’utilizzazione dell’imposta venisse usata contro la coltivazione estensiva, allora - rispetto al salario dell’operaio, in essa occupato - verrebbe ad essere incrementato il solo profitto di lavoro su liberterra3,

1.11.3.1.1.             e l’imposta fondiaria, in questo caso, non sarà minimamente ricaricabile, venendo anzi a colpire doppiamente la rendita agraria,

1.11.3.1.2.             una prima volta con l’importo della tassa e la seconda, (anche se in proporzione minore) sotto forma dell’inevitabile aumento di salario che verrà richiesto.

1.11.3.2.   Esaminiamo ora dettagliatamente quest’affermazione - per il momento sia teorica che apparentemente sorprendente:

1.11.3.2.1.             se, con riferimento ai commi 1.8.2.3.i, dalla sua rendita (inizialmente di 225 t.), il proprietario dovesse distrarre 100 T. per imposta fondiaria, da attribuire, per legge, a vantaggio dell’azienda corrispondente, su liberterra3 ed in conduzione intensiva e solamente in favore di questa,

1.11.3.2.2.             si verificherà preliminarmente il seguente immediato incremento (da 900 a 1000 t.) per quest’ultima, compoertante le seguenti variazioni d’attribuzione:

1

2

3

4

5

6

7

 

COND.NE ESTENSIVA

100 ha – 12 operai

COND.NE INTENSIVA

100 ha – 60 operai

 

Anno X

Anno (X+1)

Diff.za%

Anno X

Anno (X+1)

Diff.za%

 produzione T.

 produzione media pro capite T.

differenza(Est.va-Int.va) di prod.ne procapite T.

 salario singolo T.

 monte salari T.

 rendita (= produzione – monte salari) T.

360

30

15

11.25

135

225

360

30

13.33

13.33

160

200

 

900

15

 

11.25

675

225

1000

16.67

 

13.33

800

200

 

 

1.11.3.2.3.             Interpretiamo i risultati: la rendita, che a causa INDIRETTA della tassa già è retrocessa da 225 t. a 200 t., scontando poi l’imposta di 100 t., finisce in definitiva col ridursi a 100 t.,

1.11.3.2.4.             paradossalmente riducendosi di 160 t. a causa di un’imposta solo di 100 t. ma che il sistema produttivo finisce coll’aumentare, in pratica, del 60%:

1.11.3.2.5.             come si può vedere Frankfurth aveva ben ragione di evidenziare non solo l’importanza dell’uso fatto dell’imposta fondiaria,

1.11.3.2.6.             ma anche l’impossibilità di rispondere - alla domanda, se questa finisca più o meno ricaricata - senza preliminarmente aver svolto la surriportata indagine!

1.11.3.3.   Ora si può anche molto meglio intuire perché così spesso le disposizioni, consigliate dai parlamentari socialisti, manchino il bersaglio prefissato, finendo talvolta per provocare esattamente il contrario del desiderato.[5]

1.11.3.4.   (Si rimarchi inoltre l’enorme potere esercitato o esercitabile dallo Stato nella distribuzione dei prodotti del lavoro.)

 

1.11.4.        UN’ IPOTESI DI LAVORO: ABOLIZIONE DEL DAZIO SUI CEREALI ED INVECE ISTITUZIONE, PER ESSI D’ UN 'PREMIO D’ IMPORTAZIONE'[6]

1.11.4.1.   Tanto per esercitarci in previsioni veramente sociali, vediamo cosa, invece, succederebbe qualora lo Stato, non solo eliminasse il dazio sui cereali,

1.11.4.1.1.             ma anche lo sostituisse con un premio d’importazione sui medesimi, finanziandolo con l’imposta fondiaria.

1.11.4.1.2.             Se cioè lo Stato levasse, ai proprietari terrieri tedeschi, praticanti colture estensive, una parte del loro maltolto, usandolo per attribuire un premio, a tonnellata importata, limitamente ai soli coloni di liberterra1 e 2.

1.11.4.2.   Ciò comporterà il completo rifacimento dei conteggi, analoghi a quelli dei commi 1.8.2.3.2.i., perché il corrente salario tedesco, attualmente di 11,25 t./ anno, dovrà diventare dello stesso ordine di grandezza di quello del profitto colonico su liberterra1 e 2,

1.11.4.2.1.             che abbiamo visto valutabile intorno alle 30 t., ma poi ridotto dapprima a 17 t., in sede di realizzo, causa spese di trasporto e dogana,

1.11.4.2.2.             ed infine a 11,25 t. dopo la trasformazione in beni di consumo ed il loro apporto fino all’abitazione colonica.

1.11.4.3.   Dato che ora, in Germania, il dazio sui cereali verrebbe trasformato in premio d’importazione 20%, un’osservazione immediata:

1.11.4.3.1.             se il dazio sui cereali andava bene ai redditieri, il premio d’importazione - che li rende più economici – non potrà che andare a genio alla classe operaia!

1.11.4.4.   Ora infatti non solo il colono non deve più pagare dazi, ma anche, per ogni 10 tonnellate di essi, importate nell’impero, riceve, a spese delle rendite agrarie tedesche, altre 2 t.[7] come premio.

1.11.4.4.1.             Senza contare che (17+3,4) = 20 tonnellate in cifra tonda, conferite alla vendita invece delle precedenti 17, faranno salire il provento di lavoro da 11,25 t., ad 11,25 x (1+20/17) = 13,23 t.;

1.11.4.4.2.             e che, rialzatosi il profitto colonico, dovrà anche rialzarsi il salario di tutta la classe operaia tedesca (vedi commi 1.4.i), analogamente al caso precedente:

1.11.4.4.3.             quindi il proprietario agrario non solo dovrà pagare la tassa - che, tra l’altro, non è ricaricabile[8] - ma subire anche il conseguenziale incremento dei salari che, in sede aziendale gli riduce ulteriormente la rendita, mentre in sede vitale suo il tenore di vita.

1.11.4.5.   Senza contare che il riassestamento degli equilibri non è ancora finito, perchè l’aumento del profitto, non solo colonico ma anche di liberterra3 provocherebbe una riconveresione di manod’opera industriale verso l’agricoltura,

1.11.4.5.1.             non solo aumentando la produzione agricola e diminuendo l’industriale, ma isterizzando il rapporto di scambio a favore dei prodotti industriali e servizi vari;

1.11.4.5.2.             quindi, quando, col suo già così ridotto mucchio di frumento, il redditiero cercherà di procacciarsi quei beni di consumo, di cui necessita, in cambio ne otterrà molti meno rispetto al periodo precedente.

1.11.4.6.   (Naturalmente questa modifica nel rapporto di scambio dei prodotti agricoli ed industriali agirà anche sull’aumentato profitto colonico e salariale, fino al ripristino dell’equilibrio.)



[1] N.d.t.: per la comprensione del capitolo: liberali e sinistra avevano imposto almeno due provvedimenti che graffiavano la proprietà agraria tedesca, si badi bene, non tutta costituita da latifondisti, ma da una maggioranza di medi o piccoli proprietari (sempre però 25-30 ettari), spesso nobili, i cosiddetti 'Junker', tutti col 'culto del maso’(cioè della loro fattoria e della vita campestre) e per niente disposti a cambiarne il tipo; quindi un blocco politico-economico da non sottovalutare ed ancora elettoralmente molto potente: il primo provvedimento fu l’imposta fondiaria, ed il secondo l’abolizione del bimetallismo, di cui si parla diffusamente nei commi 3.1.i. - 3.5.2.2.1.i. e 4.7.10. Ma l’imposta fondiaria, contro le aspettative dei socialisti, finì quasi sempre ricaricata sopra gli affitti (o, nel caso della mezzadria, pro quota tra mezzadro e concedente; spesso pero quest’ultimo approfittava della ingenuità ed impreparazione matematica del mezzadro per ricaricarla tutta a lui), nel complesso senza suscitare troppe proteste; mentre l’abolizione delle monete d’argento, del bimetallismo, danneggiò enormemente gli Junker, che avevano contratti di affitto di lunga durata con il pagamento previsto in 'talleri', cioè in argento: contrattualmente non fu loro consentito di ottenere la conversione del valore in oro e, dopo la demonetizzazione, la stessa quantità di once d’argento, era reperibile con metà del valore-oro precedente. La potente fazione degli Junker allora reclamò il dazio sui cereali. L’operazione fu fatta passare - anche con i voti della sinistra, probabilmente in buona fede - come una difesa dell’occupazione agraria tedesca minacciata dalla concorrenzialità delle derrate estere. Ma si sarebbe rivelata sia un boomerang che un 'Cavallo di Troia’: anche se, come troppo spesso succede, ad un errore si finisce poi col dover necessariamente rimediare con un altro errore diretto in direzione opposta, due errori contrapposti non hanno mai sostituito una disposizione giusta……e G. si diverte come un matto a ridicolizzare l’abominevole operato dell’Abominevole!

[2] Edizioni Freiland-Freigeld, Erfurt; N.d.t.: vedi 1.0.3.6.1.n9.

 

[3] N.d.t.: perdoniamolo perchè maggioritariamente vissuto in quella Germania guglielmina, la cui burocrazia era proverbialmente corretta, alacre, capace ed affidabile!!......altrimenti, ai tempi odierni, nell’abominevole e porco Stato socialborghese o nelle sue associazioni a delinquere Regione, Provincia, Comune, per una puttanata del genere: se detta seriosamente, è roba da ritiro immediato della patente di economista ed invece conferimento di un 'mongolino d’oro'; ma se ilarmente, allora assai ben trovata e da selezionare subito per il Premio Internazionale e per l’igNOBEL dell’Umorismo!!!!

[4] N.d.t.: latino legale (non presente nel testo tedesco) = 'verso tutti'; costretto dalla strutturazione (impietosa nel tirar fuori magagne) mi son visto costretto sia a spostare l’ordine di alcuni commi ed anche - dopo attento studio - ad un po', assestare questa parte del testo tedesco, che comunque aveva quest’unica direzione logicamente possibile; ora il testo italiano è veramente chiaro, mentre quello tedesco, oltre a me deve aver fatto soffrire parecchio anche G.figlio e Pye, dato che sia la traduzione spagnola che inglese, in questo capitolo sono veramente in sofferenza.)

[5]

[6] N.d.t.: dopo aver così impietosamente rimarcato tutte le puttanate fatte dalla sinistra tedesca, G. termina ironicamente ed impietosamente lo schiaffeggiamento, esemplificando quello che si sarebbe potuto fare!

[7] N.d.t.: aggiustata cifra (nel testo tedesco è 3), dato che nel successivo conteggio la percentuale - da 17 a 20 t - è palesemnete il 20%; ma probabilmente G. si riferiva anche al dazio, che forse era del 10%

[8] N.d.t.: non può essere arbitrariamente aumentato il solo prezzo del grano tedesco, perchè resterebbe invenduto rispetto a quello d’importazione