0.1.3.                   [TRE  F.A.Q.[1] [0.1.3.1.i. : Colorazione politica di Gesell (0.1.3.1.3.i. : socialisti e liberali; 0.1.3.1.4.i. : cristiano sociali; 0.1.3.1.5.i. : conservatori e nazionalisti; 0.1.3.1.6.i. : anarchici; 0.1.3.1.7-8.i. : caratteristiche dei gesellisti) – 0.1.3.2.i. : Garanzia immobiliare, problema morale, e società ad irresponsabilità illimitata – 0.1.3.3.i. : Matteotti critica l’icemoney.]

 

0.1.3.3.                MATTEOTTI  CRITICA  L’ICEMONEY.

 

 

0.1.3.3.1.                Secondo mia madre, Matteotti aveva letto ed approfondito G. con profondo interesse, ravvisandovi il prototipo del miglior socialismo; aveva considerato l’icemoney un’intuizione felicissima, rimanendo convinto, forse anche più di me, della sua assoluta necessità.

0.1.3.3.1.1.           Ma - come la pratica sportiva di una sola disciplina rende i muscoli coinvolti sicuramente più potenti, sciolti e veloci, ma a spese di tutti gli altri e dell’equilibrio estetico generale –

0.1.3.3.1.2.           la passione nella ricerca ed il desiderio di progredirci spesso fanno regredire il nostro senso critico, fino al punto che poi sviste madornali appaiono evidenti al primo estraneo sopraggiuntoci, ma non al loro padre teorico :

0.1.3.3.1.3.           forse avviene qualcosa di simile a chi, avendo avuto l’audacia e la potenza di fissare troppo lungamente il sole, poi ne rimane talmente abbagliato da non riuscire più a vedere la lampadinetta da 30 watt!

0.1.3.3.1.4.           Euripide : “La correzione è quasi sempre migliore.” Così - come il sopraggiunto G. aveva molto giustamente e propriamente criticato e corretto le tesi del suo maestro Flürscheim[2], senza che costui fosse riuscito ad accorgersene –

0.1.3.3.1.5.           Matteotti – che sicuramente provava altrettanto dispiacere nel dover criticare l’icemoney cartacea mentre molto si sarebbe rallegrato di poterla totalmente lodare e convalidare,

0.1.3.3.1.5.1.       nonché probabilmente  traumatizzato ma anche sensibilizzato dalla recente secessione[3]  nel partito socialista –

0.1.3.3.1.6.           s’accorse immediatamente che essa avrebbe introdotto un potenziale gravissimo pericolo per il pluralismo e conseguentemente per la democrazia;

0.1.3.3.1.7.           ma, data la sottigliezza delle sue osservazioni, per facilitare la comprensione dei lettori sarà opportuno premetterci  una trattazione definitiva di un’altra obbiezione,

0.1.3.3.1.8.           che – ancorchè fattami, autorevolmente e per la prima volta negli anni 60 - viene tuttopra periodicamente ripetuta,

0.1.3.3.1.1.           e che – oltre a consentirci una maggiore familiarità con i problemi finanziari della icemoney – a quel tema principale servirà da introduzione, sicuramente opportuna e probabilmente necessaria.

0.1.3.3.1.2.            Mi si osservò : “La quasi totalità delle asserzioni e conclusioni di G. è un cumulo di menzogne : fissiamo la nostra attenzione sul primo e maggiore addendo del saggio d’interesse, il costo di raccolta del denaro,

0.1.3.3.1.3.           (o premio di astensione o premio di liquidità che dir si voglia), attualmente (anni 60) dell’ordine del 4-5%; una volta introdotta la icemoney, provocante al denaro uno squagliamento periodico del 5,2% annuo, i risparmiatori non lo potranno più pretendere,

0.1.3.3.1.4.           ma dovranno conferire alla banca i loro risparmi esclusivamente per conservare integro il loro denaro e così apparentemente quell’addendo scomparirà : questo risultato appare davvero logico e plausibile;

0.1.3.3.1.5.           in cambio di tale perdita per i risparmiatori, ci vien promessa una progressiva minimizzazione del saggio d’interesse, fino al suo annientamento :

0.1.3.3.1.6.           ma ciò è tecnicamente impossibile finchè permangono gli altri tre addendi (svalutazione, copertura spese ed utile della banca e premio di rischio).

0.1.3.3.1.7.           Pertanto, quando G. promette una tendenza all’azzeramento del saggio d’interesse, non può che riferirsi solo e soltanto a quel suo addendo proveniente dal ‘costo di raccolta del denaro’e non al suo valore finale, cioè alla somma dei quattro addendi :

0.1.3.3.1.8.           prima di tutto sarebbe stato opportuno evidenziarlo meglio!; ma c’è di peggio perché – potendosi, per legge versare la sua icemoney cartacea, in banca e senza penalizzazioni, fino al giorno precedente quello dello squagliamento

0.1.3.3.1.9.           i risparmiatori farebbero sicuramente un ricorso massiccio a questa tecnica di autoprotezione, sgravandosene loro e scaricandone sulla banca praticamente tutto il costo;

0.1.3.3.1.10.        a questo punto, ai fini finanziari, è vero che il saggio d’interesse  potrà diminuire del 4-5% del vecchio costo di raccolta, non più sofferto, ma  dovrà esser subito riaumentato di una percentuale, prossima al 5,2%, qual risarcimento del nuovo costo sofferto dalla banca per l’effetto icemoney :

0.1.3.3.1.11.        allora, quello che cambia del saggio d’interesse, se cambia lo fà in peggio! perché una percentuale prossima al 5,2 può anche esser maggiore del precedente massimo 5%;

0.1.3.3.1.12.        …….. il costo di raccolta non è sparito……gli avete solo cambiato nome!!…….voi non siete economisti ma ribattezzatori!

0.1.3.3.1.13.        E tutto ciò è talmente vero che tu, molto meno pollo del tuo Maestro, devi essertene accorto tanto che, per rimediare a tale madornale svarione,

0.1.3.3.1.14.        hai dovuto ricorrere a quell’altra follia della e.icemoney – sulla cui realizzabilità giusto per l’amicizia che ti porto mi limiterò a sorridere : un computer tascabile!…….. ci si dovrebbe proprio sganasciare!-

0.1.3.3.1.15.        Allora, quando il vecchio e rinzallanuto Maestro deve esser corretto da un suo allievo ventenne, l’uno e l’altro vadano a mangiare il sapone verde,

0.1.3.3.1.16.        Dio ci scampi dagli economisti dilettanti, tu torna sui libri, e non farmi perdere altro tempo : la vostra farsa sulla icemoney è finita!”

0.1.3.3.2.                Risposi : “Giusta l’analisi, ma errate le conclusioni e soprattutto indegne di un cattedratico, cui non dovrebbe essere ignota la prassi bancaria e la sua straordinaria abilità nel moltiplicare pani e pesci!

0.1.3.3.2.1.           Ugualmente falso che abbia introdotto il concetto di e.icemoney per sopperire ad un errore di G. – che, come vedremo, algebricamente può non esistere – anche se l’icemoney cartacea crea temibili pericolosità per il pluralismo economico (e conseguentemente anche per quello politico), come ha rilevato Matteotti.

0.1.3.3.3.                Ma cominciamo dall’inizio : fatto uguale a cento l’ammontare dei depositi bancari (che, grazie al neo-stimolo dello squagliamento periodico, possiamo, in prima approssimazione, ritener pari all’intero monte del denaro emesso),

0.1.3.3.3.1.           la banca ben sa, per la sua esperienza statistica precedente che con il 20%[4] dei depositi riuscirà a far fronte al proprio movimento giornaliero di cassa, e che quindi - con un costo di raccolta inferiore al pronto contro termine[5](e pertanto per lei più vantaggioso) - può procedere ad imprestare l’altro 80%,

0.1.3.3.3.2.           (generalmente frazionandolo in prestiti a breve, medi e lunghi, onde differenziare il proprio rischio).

0.1.3.3.3.3.           Ma poiché assolutamente nulla distingue questa neonata e virtuale moneta finanziaria, da quella precedente, invece reale, già al momento del prestito, essa riconfluisce in altri depositi bancari, presso la stessa od altre banche, originando una serie di re-iterazioni della precedente operazione d’aumento del monte finanziario,

0.1.3.3.3.4.           e la matematica superiore ci consente di calcolare il valore finale, limite (per N tendente ad infinito) di questa liquidità indotta, e pari a 4 x (monte denaro effettivo=100), anche se noi, nel seguito, ridurremo questo parametro a 3,5 :

0.1.3.3.3.5.           così, a fronte di una emissione monetaria solo di 100 e grazie al sistema bancario, in tempi brevissimi, al sistema economico vien messa a disposizione una massa di succedanei monetari (assegni, cambiali, anticipazioni titoli, fidi, mutui ecc.ra…..), fino a 350

0.1.3.3.3.6.           (dando un’eccellente spiegazione della straordinaria importanza del credito nello sviluppo economico, ma anche di tutta la sua negatività al fine del mantenimento dei prezzi.)

0.1.3.3.3.7.           Poiché sono anch’io convinto che effettivamente i risparmiatori rovesceranno sulla banca praticamente tutto il costo dello squagliamento del denaro (5,2) ne consegue che il sistema bancario, con  un costo finanziario poco minore di 5,2 potrà imprestare, come abbiamo visto, fino a 3,5 volte il monte monetario,

0.1.3.3.3.8.           e, in caso di totale assorbimento dell’offerta di credito, ciò equivarrebbe effettivamente ad un costo di raccolta ridotto (dall’attuale 4-5% al solo 5,2/3,5 = 1,49%, significativamente!

0.1.3.3.3.9.           G. non si era quindi sbagliato se non nel non evidenziare questi calcoli; però essi son fatti sulla base della condizione più gravosa per la banca in sede di perdita, ma sulla migliore in sede d’assorbimento dell’offerta,

0.1.3.3.3.10.        mentre ben difficilmente nella realtà si verificheranno entrambe univocamente; ma, con assai maggior probabilità daranno luogo a tutta una serie di combinazioni intermedie.

0.1.3.3.3.11.        Ma, mentre quel dannatissimo costo di raccolta, poco minore di 5,2 resterebbe praticamente costante,  supponendo invece un periodo di recessione, che facesse retrocedere la domanda di credito a 150, il nuovo addendo del saggio d’interesse dovrebbe subito salire a 5,2/150 = 3,47%, quindi già prossimo al minimo attuale;

0.1.3.3.3.12.        ma poi se la domanda di credito dovesse scendere ancora a 100, diventerebbe 5,2%; e se a 50, 5,2/50 = 10,4% àà  tendendo poi a percentuali ancora maggiori ed insostenibili in caso di ulteriore contrazione della domanda di credito,

0.1.3.3.3.13.        e con l’aggravante che invece, nei momenti di recessione ed onde consentire di più agevolmente superarli e la ripresa economica,  il credito dovrebbe costar meno e non di più!

0.1.3.3.3.14.        Noi inoltre abbiamo portato avanti calcoli statistici medi e su una sola banca, mentre poi ogni banca – non potendo più (come avveniva in precedenza) proporzionare la propria raccolta di denaro al fabbisogno delle proprie richieste del medesimo,

0.1.3.3.3.15.        ma essendo tenuta, per legge, a gravarsi del costo di squagliamento di tutto il denaro offertole, potrebbe avere una capacità d’offerta di credito molto maggiore della sua effettiva richiesta,

0.1.3.3.3.16.        come anche, un’altra banca, una richiesta di credito molto maggiore della sua capacità d’offerta; ed entrambi questi casi – per colpa di un meccanismo, perverso ma purtroppo esistente - apporterebbero un aumento del saggio d’interesse nazionale,

0.1.3.3.3.17.        perchè l’economia privata - finchè caratterizzata dal profitto - cerca di far fuori la concorrenza inserendosi sul mercato non con le migliori tariffe che potrebbe praticare,

0.1.3.3.3.18.        ma solo migliorando marginalmente la peggiore offerta possibile; conseguentemente, anche se una sola banca si vedesse costretta, dalle succitate circostanze, ad innalzare il proprio saggio d’interesse,

0.1.3.3.3.19.        lo farebbero immediatamente anche tutte le altre, pur non con la giustificazione economico-matematica della precedente, ma solo per brama di guadagno….. e realizzandone di talmente favolosi

0.1.3.3.3.20.         – e qui entra in ballo Matteotti!- da poter anche far venire in mente la voglia di creare artificialmente simili situazioni, perché Dio non é malizioso[6], ma l’uomo lo è sicuramente!

0.1.3.3.3.21.        E, purtroppo, l’icemoney cartacea, con l’inarrestabilità del suo squagliamento, sembra fatta apposta per simili manovre, perché le rende facilissime : scelta una banca bersaglio – che non avrebbe la minima possibilità di difesa –

0.1.3.3.3.21.1.              basterebbe semplicemente depositare ingentissime somme il giorno prima della scadenza di squagliamento della icemoney e poi ritirarle il giorno dopo; e la reiterazione di questa tecnica non potrebbe che far approdare a quanto temuto e descritto nei commi precedenti,

0.1.3.3.3.21.2.              prestandosi così a produrre concentramenti forzosi e/o monopolistici, sicuramente contrari al pluralismo economico e minacciosi per quello politico, dato che ad effettuarlo potrebbero essere non solo potenti gruppi finanziari, ma anche una Banca di Stato[7] con velleità antipluralistiche o, peggio ancora, monopolistiche;

0.1.3.3.3.21.3.              tanto più che – per giustificare quel descritto machiavello dinnanzi all’opinione pubblica – la Banca di Stato avrebbe l’eccellente scusa di robinhoodismo (rubare ai ricchi per dare ai poveri!), cioè di star effettuando una spregiudicata manovra di massimizzazione del prelievo fiscale contro il malvagio banchiere prescelto.

0.1.3.3.3.21.4.              James A. Garfield (1831-1881), 20° Presidente USA : “In qualsiasi paese, chi controlla massicciamente il denaro diventa padrone incontrastato dell’intero apparato industriale e commerciale.”

0.1.3.3.3.22.        Concludendo questa preanalisi finanziaria, nella formula di calcolo del saggio d’interesse, il premio d’astensione – precedentemente in larga parte termine noto[8] in quanto pari al geselliano premio di liquidità – sarebbe stato ora sostituito da una funzione a due variabili (costo di squagliamento della icemoney a carico della banca)/(monte sue richieste di credito),

0.1.3.3.3.23.        formula che – come abbiamo visto - assolutamente non significa che il suo costo si ridurrà necessariamente, ma solo da certi volumi di credito in poi, risultando invece già sconveniente per quelli piccoli, ma poi addirittura inaccettabile – in caso di recessione economica –

0.1.3.3.3.24.        quando, per avviare e favorire la ripresa, il saggio d’interesse dovrebbe invece esser fatto diminuire, mentre l’icemoney cartacea ottiene l’effetto esattamente opposto.

0.1.3.3.3.25.        Avendoci introdotto una dipendenza quadratica da variabili – il saggio d’interesse è inoltre diventato incalcolabile aprioristicamente (mentre in precedenza era noto, almeno fino ad un’usuale richiesta di credito);

0.1.3.3.3.26.        in via presuntiva potrebbe esser anche supposto eguale al valore verificatosi nell’anno precedente (o meglio sul valore medio statistico di un triennio o quinquennio precedente),

0.1.3.3.3.27.        ma assolutamente senza la minima sicurezza (né di guadagnarci né di rientrare nei costi), il che fà presupporre – conoscendo la mentalità delle banche - che esse si cauteleranno elevando sensibilmente le proprie pretese, in modo tale da, male che vada,  cadere in piedi.

0.1.3.3.3.28.        L’esercizio bancario – verrebbe poi quasi completamente sottratto all’abilità manageriale ed invece largamente esposto alla dinamica di eventi ingovernabili – essendogli stata creata una vulnerabilità permanente,

0.1.3.3.3.29.        proveniente da costi, inevitabili ed imprevedibili non meno degli introiti, ed entrambi impossibili da calcolare : veramente troppo per dirigenti provenienti dalla matematica statistica, mentre diventerebbe il momento d’oro di maghi, veggenti ed indovini vari……..la calcolatrice sostituita dalla sfera di cristallo!

0.1.3.3.3.30.        …..a questo punto, ogni rispettabile direttore di banca preferirebbe certamente occuparsi di poker o lotto, giochi stupidissimi (a differenza del mio amato bridge) ed in cui il caso ha sempre un ruolo determinante, ma comunque sempre infinitamente meno di una gestione bancaria similmente pazza,

0.1.3.3.3.31.        ed infinitamente meno stressanti del dover continuamente far riquadrare il bilancio, catturando col lazo domande di finanziamenti sufficienti a coprire le perdite da squagliamento del denaro, e per tal ragione magari costretti a sorvolare sulla solidità degli affidamenti!

0.1.3.3.3.32.        Ovviamente niente di tutto ciò si verifica in caso di monopolio bancario della Banca di Stato – cioè con tutte le altre sedi bancarie suoi semplici sportelli – in quanto per chiunque emette il denaro di ghiaccio il montante di decumulo non costituisce mai una reale perdita, ma solo una partita di giro :

0.1.3.3.34.1.        in caso di boom economico (conteggio del comma 0.1.3.3.3.8.) esso aggrava di un piccolo costo l’apparato produttivo, ma minore del precedente e trasformandolo in benvenuto introito statale;

0.1.3.3.34.2.        in caso di economia recessiva, la Banca di Stato potrebbe invece, senza la minima complicazione, limitarsi a sostituire il denaro squagliato con altro nuovo, senza fare di ciò beneficiare lo Stato ed invece mantener basso il saggio d’interesse, onde favorire la ripresa.

0.1.3.3.3.33.        Per quanto mi riguarda, non ho nessuna difficoltà a fare onorevole ammenda e ad ammettere che – ancorchè antistatalista nato e pluralista convinto – nel pervenire alla mia prima icemoney cartacea, semplicemente non avevo ancora fatto l’analisi di questi casi limite;

0.1.3.3.3.34.        a G. potrebbe esser successa la stessa cosa, oppure erroneamente potrebbe non aver respinto l’idea di un monopolio bancario di stato, ancorchè ciò appunto costituisca il punto cinque del Manifesto del Partito Comunista di Marx-Engels, constatazione non certo rassicurante!!!

0.1.3.3.4.                Ma tiriamo le somme di questa analisi finanziaria, in regime di pluralismo bancario e d’icemoney cartacea; sostituendo la caramella del premio di astensione con il fiele dello squagliamento, ci si riprometteva di :

0.1.3.3.4.1.           poter ridurre il saggio d’interesse, avendo introdotto, nella sua sommatoria, due addendi (il secondo è la svalutazione) che dovrebbero tendere a zero ;

0.1.3.3.4.1.1.       risultato sicuramente mancato, in regimi medio-bassi di domanda di credito, o quantomeno ottenibile solo in periodi di boom;

0.1.3.3.4.2.           ottenere, per i fini finanziari e grazie alla novità dello squagliamento della moneta, un’offerta totale di tutto il denaro circolante, risultato questo realmente ottenibile;

0.1.3.3.4.3.           ottenere un minor costo del credito nei periodi di recessione, onde poterli più facilmente superare; risultato sicuramente mancato, verificandosi anzi esattamente l’opposto;

0.1.3.3.4.4.           accelerare la circolazione monetaria, pervenendo a pagamenti sempre immediati (e magari addirittura anticipati) con tutti i relativi vantaggi per il commercio, risultato questo realmente ottenibile.

0.1.3.3.5.                Due a due e palla al centro!….. ma già la vulnerabilità, indotta nel sistema bancario – e così negativa agli effetti del pluralismo economico – farebbe propendere questo pareggio verso la sconfitta, quand’anche non ci fosse di peggio.

0.1.3.3.5.1.           Infatti, con la riforma liberterra già effettuata e quindi in una situazione in cui i Comuni già detengano tutta la proprietà immobiliare (che nel passato aveva costituito un altro dei cardini del pluralismo economico) –

0.1.3.3.5.2.           ipotizziamo - in base alla legge di Murphy[9] - che una folle classe dirigente (di cui non mancano certo gli esempi storici!), attraverso una serie di concentrazioni successive, attui il temuto monopolio  della Banca di Stato : abbiamo già visto che ha tutte le possibilità e potenzialità per farlo.

0.1.3.3.5.3.           A questo punto, con tutta la proprietà immobiliare e tutta la finanza in mano pubblica, non so propio dove sarebbe andata a finire la tradizionale e fondamentale consuetudine della divisione dei poteri, economico al Privato, politico al Pubblico,

0.1.3.3.5.4.           apportando una distinzione praticamente inesistente tra il nostro stato, asserito pluralista ed antropometrico, e quello totalitario comunista,

0.1.3.3.5.5.           che con il recente[10] deplorevole intervento in Ungheria aveva volenterosamente consolidate tutte quelle possibilità di proprio fallimento, già in precedenza solo solertemente prenotate, con la sua N.E.P.!

0.1.3.3.5.6.           Del resto, lo ricordo ancora, la concentrazione della ricchezza della nazione nelle mani dello Stato, a mezzo di una banca nazionale monopolista esclusiva, non era forse il punto nr. 5 del Manifesto del Partito Comunista?

0.1.3.3.5.6.1.       E sicuramente non si prendono le distanze da un partito finchè si attua il suo programma ……. possiamo giocare con le parole quanto e quando vogliamo e, del resto, neanche il comunismo si è mai riconosciuto totalitario, però lo era!

0.1.3.3.5.6.2.       (Personalmente invece io sono per le posizioni nette……e chi non voglia esser da me chiamato cane, farà meglio a non farmisi mai vedere abbaiare, camminare a quattro zampe, e scodinzolare!!)

0.1.3.3.5.7             Quindi quell’icemoney cartacea era inaccettabile, per un Socialismo pluralista, per cui la riforma Liberterra era ovviamente molto più pressante ed essenziale e che, col denaro tradizionale poteva esser attuata senza il minimo rischio totalitarista;

0.1.3.3.5.7.1.       paradossalmente – dato che la sua introduzione poteva servire da scusa per bloccare la riforma fondiaria -  avrebbero invece potuto avere interesse a sponsorizzarla e farla propria i Liberali.

0.1.3.3.5.8             Così Matteotti – convintosi, anche se con profondo dispiacere, che non si sarebbe mai riusciti a correggere quelle deficenze della icemoney cartacea, (occorreva il trascorrere di altri 80 anni!) aveva finito per archiviare lei ed il gesellismo fra le altre pie utopie!

0.1.3.3.6.                Ancorché non mi sembri molto necessario intrattenere i miei 25 lettori sull’importanza del Pluralismo e, simmetricamente, su tutti i pericoli e la negatività del totalitarismo – in quanto la Storia del 20° secolo dovrebbe averli già ampiamente e dolorosamente illustrati,

0.1.3.3.6.1.           lo faccio ugualmente per introdurre certe mie considerazioni e riflessioni, innovative su di esso, sulla divisione dei poteri e la democrazia, e che costituiscono novità teorica;

0.1.3.3.6.2.           come sempre in questi casi, partirò da un richiamo dei precedenti, contestando Platone – pure altrove a me così caro -  che, nella sua Repubblica, considera fondamentale la domanda

0.1.3.3.6.2.1.       "Chi deve governare? I molti, la plebaglia, la massa, oppure i pochi, i preparati, i prescelti, l’élite?", rispondendovi (per quei tempi in modo ovviamente scontato) l’élite : eppure, così facendo, Platone aveva incominciato la danza sbagliata anche se col piede giusto.

0.1.3.3.6.2.2.       Invece Rousseau – ancorché così geniale in tante altre sue manifestazioni ed intuizioni -   con quel "Deve governare la volontà generale del popolo e nell’interesse del popolo, la volontà dei molti e non quella dei pochi"

0.1.3.3.6.2.3.       e poi Marx, che si limitò a mettere un po’di puntini sulle di lui ‘i’,  integrando il precedente periodo con “….e questo significa che devono governare i proletari!" hanno indubbiamente incominciato la danza giusta, ma col piede sbagliato.

0.1.3.3.6.2.4.       Ambetre infatti dovevano aver commesso almeno un errore, perché – come combinando due numeri positivi non si può mai conseguire un numero negativo – combinando due ingredienti giusti e concreti non si può mai raggiungerne uno  immaginario :

0.1.3.3.6.2.5.       semplicemente perché non esistono governi buoni ed un tale concetto è una contraddizione nei termini, un’assurdità semantica, un’araba fenice che che ci sia ciascun lo dice / dove sia nessun lo sa!

0.1.3.3.6.2.6.       Infatti, se l’Abominevole si disabominevolizzasse, verrebbe preso da una tale vergogna e da un tale disgusto di se stesso che, istantaneamente e da bravo vampiro, si smaterializzerebbe come Dracula al sorgere del sole |  

0.1.3.3.6.3.           R. ed M. - con quest’applicazione ottusamente rigida della legge d’azione di massa e non solo completamente fregandosi di capacità, competenza e qualità, ma anche irrazionalmente sovvertendo  leggi naturali

0.1.3.3.6.3.1.       introdussero, in politica, un’illusione, una pia utopia, un pericolosissimo principio di mitomania, divinizzando il popolo e la sua volontà, popolo di cui invece il molto più concreto Popper osserva giustamente :

0.1.3.3.6.3.2.       "Fortunatamente la sovranità del popolo è giusto un modo di dire, perchè, se esistesse, sarebbe una forma di dittatura delle più irresponsabili[11]!"

0.1.3.3.6.3.3.       Così essi hanno inventato quella democrazia popolare, disperato tentativo di supplire alla qualità con la quantità; disperato ed anche vano perchè neanche mille parlamentari son mai equivalsi ad uno Zarathustra solo!

0.1.3.3.6.3.4.       ……né ad una puttanata è mai accaduto di diventare meno puttanata (ed ancor meno addirittura cosa giusta e sacrosanta) solo per il fatto d’esser stata disposta dal popolo e/o dai suoi rappresentanti …..e di questo assioma è tragica dimostrazione il famigerato art. 18!!!

0.1.3.3.6.3.5.       Essi hanno applicato la stessa logica di quel dirigente sportivo che pretendesse di vincere, le olimpiadi di salto, in alto schierando – a fronte di un out-sider da tre metri – tre ominicchi zompettanti un metro l’uno;

0.1.3.3.6.3.6.       o di quel furbastro che, sulla bilancia della bellezza, cercasse di equilibrare Claudia Schiffer con due, quattro, dieci, cento, mille Genoveffe la Racchia………!!

0.1.3.3.6.3.7.       Nè si può arrivare a formulare la soluzione di un problema con il quoziente intellettivo medio dei molti che lo hanno malauguratamente creato…….chi la pensa così dimostra d’ignorare completamente i concetti di messa in serie e messa in parallelo……

0.1.3.3.6.3.8.       il peso di mille parlamentari – messa in serie - è, in prima approssimazione, il peso di mille uomini, ma il quoziente intellettivo di un parlamento – messa in parallelo – assolutamente non è la sommatoria dei quozienti intellettivi, ma  quello di quel singolo parlamentare che lo detiene massimo!

0.1.3.3.6.3.9.       Ma poi come si può pensare di organizzare un governo buono?…….storicamente non sono mai esistiti; per Confucio lo è, paradossalmente, quello che non governi, mentre quel mattacchione e gran pedofilo di Pierre Louys immagina il regno di Trifeme, governato da re Pausole,

0.1.3.3.6.3.10.    dove esistono solo due articoli di legge : Art.1°) Non nuocere altrui in nessun modo o maniera; Art. 2°) Fermo l’articolo uno, fai un po’il cacchio che ti pare!

0.1.3.3.6.3.11.     ………mentre io – che pure passo per una teste tra le nuvole, per un gran fantasioso – non riesco neanche ad immaginarmi come potrebbe esser fatto!…….ma, tuttosommato, di Louys mi appare condivisibile non solo la sua ammirazione per le sedicenni (come lo capisco!)!!

0.1.3.3.6.3.12.    Razionalmente parlando, poi, non si può aprioritariamente giudicare né solo cattiva una mon- od olig-archia, perché il Potere vi vien esercitato da uno/pochi uomini, né solo buona una democrazia perché da molti :

0.1.3.3.6.3.13.    secondo me, chiunque cercasse di arrivare ad una qualche conclusione teorizzando similmente, dovrebbe finir subito  associato al manicomio, come pazzo furioso………..mentre darà semplicemente prova di saggezza chi si rifiuterà di rispondere ad una domanda tendenziosa posta in questi termini.

0.1.3.3.6.4             Tanto più che  M. e R. avrebbero potuto fruire dell’esperienza di molti più secoli, di quanti ne avesse avuti a disposizione il povero Platone, per anarchicamente consapevolizzarsi dell’assoluta e scontata negatività di qualunque potere :

0.1.3.3.6.4.1.       scuso di più Rousseau, che ne era praticamente contemporaneo, ma da Marx (decisamente postero) avrei preteso una meditata lettura dell’anarchico Paine[12] :

0.1.3.3.6.4.1.1.            La Società è la conseguenza dei nostri bisogni, ma il Governo della nostra malizia; - e come la prima, con l’incoraggiamento e la simbiosi degli intenti, promuove il nostro benessere, incoraggiando la solidarietà e proteggendoci -, il secondo, con la repressione, tiene a freno i nostri vizi, selezionando e punendo.

0.1.3.3.6.4.1.2.            Qualunque forma di Società è quindi una benedizione, mentre il Governo non è che un male, necessario nella sua forma migliore, ma proprio insopportabile nella peggiore.

0.1.3.3.6.4.1.3.            (Infatti, costretti a sopportare, ad opera di un governo, lo stesso disordine, già scarsamente tollerabile là dove esso non esista, la nostra disgrazia risulta acuita dalla consapevolezza che noi stessi siamo la causa della nostra sofferenza.)

0.1.3.3.6.4.1.4.            Come, ai tempi della Creazione, il pudore sostituì l’originaria sensazione di completa innocenza, sopra e con le macerie del paradiso terrestre è stata edificata la struttura (n.d.t. : lett.te ‘il palazzo’) del governo :

0.1.3.3.6.4.1.5.            perché, se i diritti (n.d.t. : lett.te ‘impulsi’) naturali fossero emersi in modo predominante ed obbediti ciecamente (n.d.t. : lett.te ‘militarmente’), sicuramente non ci sarebbe stato bisogno d’altro legislatore[13].

0.1.3.3.6.4.1.6.            Ma, non essendosi ciò verificato, l’uomo si è visto costretto a rinunciare ad una parte dei propri, non essenziali, diritti per assicurarsi la ferrea tutela degli altri, principalmente la sua sicurezza. (A ciò induce quella stessa prudenza che in generale suggerisce di, tra due mali, scegliere il minore.)

0.1.3.3.6.4.1.7.            Ragion per cui, essendo, la sicurezza e gli altri vantaggi dei cittadini, la principale ragione ed obbiettivo del Governo, ne consegue incontrovertibilmente che la sua forma preferibile sia quella idonea a più economicamente garantirceli.

0.1.3.3.6.4.2.       Con ciò il genovese Paine dimostra d’aver perfettamente afferrato che, per il cittadino, il costo del governo dovrebbe rappresentare una preoccupazione ben maggiore del ‘chi debba governare’,

0.1.3.3.6.4.2.1.            perché tanto non si perverrà mai ad un governo del popolo ma semmai ad uno 'nel nome del popolo’– tanto che giustamente osserva Wilde[14] “Democrazia’significa usare il randello sul popolo come è stato sempre fatto - ma stavolta pro popolo!”

0.1.3.3.6.4.2.2.            ……perché tanto - e con buona pace di Platone, Rousseau e Marx -  poi governerà chi sa farlo, o, per meglio dire chi pretende di saperlo fare;

0.1.3.3.6.4.2.3.            inspiegabilmente, nel Pluralismo la tecnica dell’approssimazione successiva, del fare forcella, si dimostra inefficiente; ed allora, finché i partiti – né più né meno di Banchitalia con la sua cartamoneta – riusciranno a spacciare i loro candidati, per il valore dichiarato nei manifesti (e non per l’effettivo),

0.1.3.3.6.4.2.4.            gli elettori sempre e solo si ritroveranno – al posto di precedenti amministratori ladri ed incapaci – semplicemente altri che essi ancora non conoscono  per incapaci e ladri!

0.1.3.3.6.5.           Insomma, secondo me, il problema di chi debba governare é talmente marginale da dover essere rifiutato aprioristicamente; rispondetemi :  “Se, ipoteticamente, invece degli attuali novecento magnaccia  - e per di più non solo affamati ma anche maggioritariamente incapaci (Totò : “A proposito di politica, cosa c’è da mangiare?!”) –

0.1.3.3.6.5.1        un despotismo illuminato ci assicurasse – oltre all’indiscutibile vantaggio economico d’un unico appannaggio ed unica stirpe di familiari ed amici famelici – anche buona amministrazione ed ampie garanzie di senso del limite, stabilità e positività mentale dell’esecutivo,

0.1.3.3.6.5.2        (in modo da non farci mai ritrovare né in una guerra folle come quella di Hitler e Mussolini, né nudi con una mano davanti e l’altra dietro), ed inoltre, personalmente, ci assicurasse tutti i nostri diritti naturali;

0.1.3.3.6.5.3        se insomma l’unica sua differenza con il Pluralismo, dovesse risolversi nell’unico inconveniente di dover chiamare il Granbazù non Presidente del Consiglio,  ma re, imperatore, duce, egemone o Führer, Voi davvero ci trovereste da ridire?!…………..io personalmente nulla!

0.1.3.3.6.6.           Conseguentemente non si potrà mai giustificare, in termini di buon governo,  quella preferenza per il Pluralismo, che invece tutti ci ritroviamo innata,

0.1.3.3.6.6.1.        in quanto inconsciamente percepiamo che la nostra libertà non può assolutamente prescindere da una corretta delimitazione del Potere; così, in definitiva, la domanda da porre è invece la seguente :

0.1.3.3.6.6.2.       "Quanto potere possiamo ragionevolmente lasciar raccogliere e concentrare nelle stesse mani, senza correre il rischio di ritrovarci col culo per terra?” con le sottodomande conseguenti :

0.1.3.3.6.6.2.1.            “Come possiamo ottenere che nemmeno uomini d’apparato ignoranti e/o inetti possano apportarci gravi danni?

0.1.3.3.6.6.2.2.            Come possiamo fare affinchè (Montesquieu) il potere sia in grado di mettere la camicia di forza al potere?"

0.1.3.3.6.6.3.       Perché la nostra Libertà esisterà indubbiamente solo dove il Potere delimiterà quell’altrui abuso della Libertà, che finirebbe col privarci dell’invece nostro corretto uso……. “Più che nel fare il proprio volere, la libertà consiste nel non essere soggetti a quello altrui[15]!”……

0.1.3.3.6.6.4.       ….…non c’è quindi libertà senza legge, né dove chiunque sia al di sopra della legge………si obbedisce alle leggi per non dover obbedire agli uomini[16]!………. “; e, nel Contrat social : “La libertà è l’obbedienza a leggi che ci siamo prescritti da soli!"

0.1.3.3.6.6.5.       Lord Acton :Il potere corrompe, quello assoluto corrompe in modo assoluto.”………… [17]"Chiunque abbia potere è portato ad abusarne…”……[18]"In democrazia non ci debbono essere poteri soverchianti." (ed io aggiungerei ‘e neanche personaggi soverchianti'!)

0.1.3.3.6.6.6.       ………… insomma l’inaccettabilità, tanto della mon- che dell’olig-archia, emerge chiara e limpida solo dalla considerazione “chi controllerà il controllore?!”

0.1.3.3.6.6.7.        ….perchè, in tal ordine d’idee, appare davvero necessario e prudente instaurare una morra del potere, analoga alla morra cinese, carta vince sasso, che vince forbici, che vincono carta, cioè la separazione dei poteri, il Pluralismo!

0.1.3.3.6.6.8.       Se dovessi perorarne l’adozione e spiegarne e giustificarne la necessità, io proporrei queste considerazioni, e - anche se non reagisco, quando mi chiamano ‘democratico’(perché la gente lo uso generalmente in quel  senso) io mi dichiaro essenzialmente pluralista,

0.1.3.3.6.6.9.       perché – da individuo raziocinante e da lettore di Le Bon e Freud - rifiuto una mitizzazione del popolo prescindente dalla sua capacità e competenza :

0.1.3.3.6.6.10.    ma dato che il “Comandi chi sa!” potrebbe mettere in pericolo la mia libertà, allora ripiegò sul “Comandi chi può!” fermo restando che ‘governo di popolo’é roba da merluzzi, scuse, parole che suonano ma non significano!!!

0.1.3.3.6.6.11.    (Ma se propio ci piace l’etimologia, allora veramente tra democrazia  e  demIocrazia[19] non vedo poi molta differenza : solo quel palo del supplizio!)

0.1.3.3.6.6.12.    ……..né essa è mai equivalsa ad uno stato di buona salute, ma – e nel migliore dei casi (USA) - solo ad uno morboso curato,  ed il più delle volte con medicina davvero amara!

0.1.3.3.6.6.13.    Tanto che Churchill - certo sulla scorta di ragionamenti analoghi - acutamente nota "La democrazia sarebbe indubbiamente la peggiore forma di governo,  se non ci fossero tutte le altre!"

0.1.3.3.6.6.14.    Pluralismo, separazione dei poteri, nonché quel ‘democrazia’– bestemmia etimologica e che andrebbe proibita -  in conclusione, son tutt’altro che straordinarie e geniali pensate,

0.1.3.3.6.6.15.     ma il male minore (come appunto nota Paine) nonchè semplicemente il prezzo da pagare per le nostre sicurezza e Libertà :

0.1.3.3.6.6.16.    e sicuramente i loro esponenti daranno il meglio di sé – limitandosi ad esercitare potere ma non strapotere e consentendo alternanza with bullots for bullets[20], nonché finalmente attribuendo, a noi cittadini elettori,  il dovuto rispetto –

0.1.3.3.6.6.17.    solo quando si sentiranno eletti, scelti, preferiti in quest’ordine d’idee (e non per tutta l’aria fritta ed anestetizzante pompata dall’Olivo o dalla Casa delle Libertà) : dimostrando d’aver capito si diventa più liberi!

0.1.3.3.7.                “Conseguentemente – poiché anche una mediocre prevenzione è pur sempre preferibile ad una buona cura – faremo bene non solo ad evitare scrupolosamente la costituzione DI  QUALUNQUE  STRAPOTERE –

0.1.3.3.7.1.           ma anche solo la sua possibilità di costituzione, tanto incidentale che accidentale - ………..tanto per incominciare, allora, respingiamo l’icemoney cartacea finchè essa puo apportarci al punto cinque del Manifesto!

0.1.3.3.7.                Così mia madre, Laetitia BOSCHI HÜBER in Raucea, mi riferì le valutazioni sulla moneta di ghiaccio cartacea del sottilissimo Giacomo Matteotti, capogruppo socialista, deputato, più volte Commissario al Bilancio, a Finanze, a Tesoro, pluralista convinto fino ad aver, nel 1921, subito la scissione comunista, ed economista talmente esperto

0.1.3.3.7.1.           da non essersi lasciato abbagliare – a differenza del sottoscritto – dai  moltissimi lati positivi della icemoney, ma da averne anche saputo intravedere i negativi ed i pericoli indotti.

0.1.3.3.7.2.           Perchè si sa che - se le mani del giusto trasformano in aratro anche qualsiasi spada - quelle dell’iniquo possono trasformare in spada anche qualunque aratro, perfino quello, splendido, da essa rappresentato;

0.1.3.3.7.2.1.       e quindi - per il principio di Murphy – ciò sarebbe prima o poi sicuramente accaduto, mentre non accadono mai né la fortuna che speri né il pericolo che hai temuto e prevenuto, prevedendolo.

0.1.3.3.8.                ………Non nego che, più deluso che non stizzito – mentre rimuginavo quella lezione, profonda ed ammirevole ma distruttiva di quel mio balocco, in cui tanta meditazione cura ed attenzione avevo dedicato  -  associai Matteotti a quell’astronomo che, puntato il suo telescopio sul sole,

0.1.3.3.8.1.           invece di perdersi nelle sue laudi, ed ammirarlo ‘…..bello et radiante cum grande splendore / de te, Altissimu, porta significatione[21].’– non perse tempo a  liquidarlo, molto sinteticamente, con un “……..vedo macchie!”

0.1.3.3.8.2.           Ma il progetto finale emerge solo dalla revisione di tutti i precedenti; quindi è una grande fortuna, per la Società, che esistano correttori similmente lucidi; e – poiché privo di quelle Sue osservazioni, sarei sicuramente rimasto inchiodato all’icemoney cartacea

0.1.3.3.8.3.           oltre alla paternità di quel termine, per l’imprevedibile svolta, impressa alle mie successive ricerche, forse andrebbe riconosciuta a Matteotti anche una co-paternità di quella elettronica!

0.1.3.3.8.4.           “Come pomi d’oro su vassoio d’argento,/ è una parola pronunciata al momento giusto”, “Come anello e collana d’oro fino / è il rimprovero del saggio per un orecchio accorto……[22]

0.1.3.3.8.5.           perché le idee, come gli incendi, si accendono molto più facilmente l’uno con l’altro[23], e da tutte quelle imbeccate la mia immaginazione risultò potentemente stimolata verso quella novità teorica

0.1.3.3.8.6.           che –  col senno di poi, non mi sarei mai perdonato d’aver  scioccamente tralasciata – ma a cui, fino a quel momento, non avevo ancora pensato (né probabilmente  l’avrei mai fatto se mi fossi fermato e fossilizzato sulla icemoney cartacea!)



[1] Acronimo dell’inglese ‘Frequently Asked Questions’= ‘Domande formulate frequentemente’.

[2] vedi commi 3.13.i.

[3] tra la fine del 1921 e l’inizio del 1922  molti seguaci di Gramsci avevano abbandonato il partito socialista dando luogo a quello comunista, totalitario. Indebolendo enormemente il già fortissimo partito socialista, per di più in un momento particolarmente critico per la democrazia italiana, costoro non fecero certo gli interessi né della democrazia né dell’Italia, tant’è vero che nel giro di tre anni, massacrato Matteotti, Mussolini avrebbe condannato l’Italia a trent’anni di dittatura!

[4]  Secondo il dott. Ferrero, mio maestro, alcune banche avventurose si spingerebbero finanche a detenere liquido solo il 15% dei depositi, ma con loro grave rischio.

[5] operazione bancaria con cui il risparmiatore si priva, per un certo periodo, di una certa somma pur di vedersela restituire maggiorata del premio d’astensione.

[6] vedi la nota 22 al comma 0.4.2.4.3.4.2.

[7] Tra l’altro, a fronte della cittadinanza, la banca di stato (o, per meglio dire, burocrati e politici che la controllano) potrebbe giustificare una machiavellata del genere come una spregiudicata forma di massificazione dell’entrata fiscale.

[8] vedi commi 5.8.i.

 

[9] Legge di Murphy : “Qualunque evento che abbia qualche probabilità d’accadere - per quanto piccola essa sia - prima o poi accadrà (al tendere ad infinito del numero degli eventi).” E’una conseguenza diretta della legge dei grandi numeri.

[10] il vergognoso intervento sovietico in Ungheria (1956) era allora (1960) abbastanza recente; N.E.P. è acronimo di ‘New Economy Politics’, la riforma economica lanciata da Stalin;

[11] Non per niente Marx, intuito il problema, parla di dittatura del proletariato.

[12] estratti dallo straordinario Common Sense.

[13] de La Boétie, Discours de la Servitude volontaire : “Se vivessimo secondo i diritti di natura e conformemente ad i suoi insegnamenti, saremmo naturalmente sottoposti ai nostri genitori e dipendenti dalla ragione, ma servi di nessuno.”

[14] estratto da ‘L’anima dell’uomo sotto il Socialismo.’

[15] Rousseau (8° lettre écrite de la montagne)

[16]E’sempre Rousseaua ma praticamente è una perifrasi di una citazione di Cicerone, Oratio pro Cluentio; “Omnes legum servi sumus ut liberi esse possumus.” = ‘Per poter esser liberi siamo tutti servi delle leggi!”

[17] Montesquieu, Esprit de lois, libro XI

[18] Sartori, Mala tempora, pag. 352

[19] gioco di parole basato sul greco antico : ‘democrazia’= ‘governo del popolo’; invece l’inusuale ‘demiocrazia’= ‘governo di carnefici’

[20] Inglese = con i voti al posto delle pallottole.

[21] Versi del meraviglioso ‘Cantico delle creature’di S. Francesco d’Assisi.

[22] Bibbia, Proverbi.

[23] citazione di Engels che ha dato origine al principio, così detto, del brain storming (tempesta cerebrale) in cui, nel gruppo di lavoro, ognuno propone senza preventiva critica, pur sapendo di così non sempre arrivare alla soluzione giusta, ma di avvicinarci se stesso o gli altri.